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02-07-2018, 09:24
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#1
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Come ho raccontato altre volte, in altre discussioni, io sono una persona
matura la cui fobia sociale si è originata (penso) dal mio fallimento scolastico.
A scuola non avevo vie di mezzo; avevo ottimo in tutta l'area umanistica, o comunque in tutte le materie "analogiche" e negativo in tutte quelle che richiedono astrazione e linguaggio simbolico.
Ho pensato in seguito che la caratteristica di pensare per immagini e l'incapacità di capire i linguaggi simbolici è tipica della dislessia.
Da qui, credo, la mia capacità di assorbire le informazioni come una "spugna" in tutti i campi che comprendo; e non assorbirle per niente in quelli che non comprendo.
Di conseguenza io, lasciata la scuola a 16 anni, ho acquisito conoscenze e capacità esperienziali e analogiche da autodidatta di un certo spessore.
Capacità che tra l'altro sono migliorate nel tempo.
Come lavoro, sono stato operaio per sette anni; commerciante negli ultimi 27.
Ci sono buone probabilità che adesso resti senza lavoro e la vedo difficile trovarne un altro.
Tuttavia, attualmente sto affrontando un'altra questione.
Le mie passioni mi hanno spinto a scrivere. L'anno scorso ho scritto un
romanzo di fantascienza che è stato giudicato positivamente da due-tre editori. Ho pubblicato con uno di essi. Nè io nè il mio editore disponiamo di grandi mezzi per promuoverlo. Ho fatto pubblicità in rete e mandando email.
Alla fine, un'organizzazione scientifica, che ora non nomino, mi ha richiesto una copia-omaggio. Gliel'ho mandata. Un mese e mezzo dopo questi scienziati pubblicano un articolo promozionale del mio libro sulla loro rivista online.
Temo di essermi lasciato prendere dall'ansia; ansia dovuta alla mia attuale condizione. Dovevo stare più tranquillo; ho inviato due email di ringraziamento agli scinziati (quando ne bastava una sola) e ho pure postato un commento sul loro account Facebook. Inoltre, quando pochi giorni fa ho fatto, o tentato di fare, una presentazione in una libreria della mia città, io gli ho mandato, per loro informazione, anche la mail di pubblicità dell'evento che ho mandato in giro; email in cui era riportato il loro articolo.
Ho il dubbio che magari queste azioni non avrei dovuto farle.
La presentazione non è riuscita; almeno non riuscita in termini di partecipazione e vendite; i motivi mi sono chiari adesso (dopo aver fatto l'esperienza) e di sicuro adesso so che deve essere fatta, e soprattutto, preparata in modo diverso. Dico questo perchè ho fatto richiesta alla biblioteca locale di fare una presentazione lì e avrò la risposta in Settembre.
Tuttavia, ai fini di prepararla bene, io avverto il bisogno di alcuni suggerimenti.
Suggerimenti che derivano dall'esperienza stessa fatta in libreria.
Alla presentazione c'erano poche persone. Soltanto una persona non era nè mia amica nè mia parente. Era l'unica che non conoscevo.
Tale persona mi ha guardato, mentre parlavo, con estremo interesse.
Io non ho avuto problemi nel parlare di argomenti che conosco perfettamente. Avevo già detto al libraio che io conosco l'aspetto divulgativo, analogico, della fisica. Da appassionato s'intende. Con lui non ho avuto problemi.
Ovviamente, quando ho affrontato la presentazione, mi aspettavo la domanda che poi quella persona mi ha fatto. Pensavo di rispondere con più sicurezza; è andata in modo leggermente diverso.
La signora mi chiede: "Lei ha fatto studi scientifici?" Io dico soltanto di "no" e subito dopo intervengono i miei parenti che gli dicono "lui conosce queste cose per passione" al che la signora annuisce gaurdandoli. Sulla cosa, io non dico altro. Continuo il mio discorso, ma con meno sicurezza di prima. La signora tenta altre due domande in quel senso, che io eludo, magari rinunciando a dire cose che ora penso avrei potuto dire. Prima della conclusione della serata mi fa una domanda sul significato della fantascienza che lei aveva affrontato, mi fa notare, al suo esame di Maturità. Io rispondo alla domanda senza far cenno all'esame in sè ma unicamente sull'argomento in sè.
Ecco, mi chiedo se potevo comportarmi diversamente e come affrontare la cosa se davvero farò una presentazione più larga.
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02-07-2018, 11:00
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Bella questa cosa del libro di genere fantascientifico. Io non saprei darti consigli sul come muoverti, però mi ha incuriosito questa cosa qua.
Un po' più nel dettaglio il tuo libro di cosa tratta?
Viaggi temporali, viaggi spaziali, mondi paralleli, robotica, genetica...
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02-07-2018, 11:18
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#3
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Esperto
Qui dal: Sep 2009
Ubicazione: Trapani
Messaggi: 2,609
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Aliquis?
Secondo me, la tizia ti ha fatto una o piu' domande preparatorie all'argomento che avrebbe voluto chiederti o introdurre.
Ci stanno diverse organizzazioni che insegnano come parlare in pubblico (se questo è quello che ti nteressa). Io mi sono trovato bene con ToastMasters.
Tu dove stai di preciso? Puoi vedere se c'è un ToastMasters nella tua citta'?
Perchè non provi? Io mi sono trovato un ambiente che mi ha supportato molto.
Faresti esperienza sia come oratore, che come pubblico critico (in senso positivo).
Forse l'argomento communication potrebbe essere il tuo nuovo ambito lavorativo...
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02-07-2018, 11:34
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#4
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: NORD
Messaggi: 1,746
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Dunque il tuo problema é l'assenza del "pezzo di carta".
Ci sono due modi di affrontare la situazione:
→nascondere il tutto come hai fatto fin'ora;
→sbatterlo in faccia subito.
É noto come ci sia molta gente diplomata/laureata non sa manco mettere in croce due parole per fare una frase (tipo io), e molta che magari ha mollato prima gli studi ma che comunque é riuscita ad avere successo (vedi molti politici).
Dunque che fare? Devi fare di questa tua assenza una sorta di pregio. Invece di nasconderlo potresti dirlo usando alcune battutine e scherzandoci sopra, se uno che ha 5 lauree mi scrive un romanzo gli dico bravo, se invece lo scrive uno senza laurea lo stimerei molto di piú e potrebbe diventare una fonte di ispirazione.
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02-07-2018, 11:44
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#5
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Quote:
Originariamente inviata da TheCopacabana
Aliquis?
Secondo me, la tizia ti ha fatto una o piu' domande preparatorie all'argomento che avrebbe voluto chiederti o introdurre.
Ci stanno diverse organizzazioni che insegnano come parlare in pubblico (se questo è quello che ti nteressa). Io mi sono trovato bene con ToastMasters.
Tu dove stai di preciso? Puoi vedere se c'è un ToastMasters nella tua citta'?
Perchè non provi? Io mi sono trovato un ambiente che mi ha supportato molto.
Faresti esperienza sia come oratore, che come pubblico critico (in senso positivo).
Forse l'argomento communication potrebbe essere il tuo nuovo ambito lavorativo...
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Non mi fido di queste organizzazioni.
Io so cosa dire in relatà.
E' l'emozione che è un problema.
Toscana del nord; non mi va di precisare altro.
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02-07-2018, 11:46
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#6
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Quote:
Originariamente inviata da ESPROC
Dunque il tuo problema é l'assenza del "pezzo di carta".
Ci sono due modi di affrontare la situazione:
→nascondere il tutto come hai fatto fin'ora;
→sbatterlo in faccia subito.
É noto come ci sia molta gente diplomata/laureata non sa manco mettere in croce due parole per fare una frase (tipo io), e molta che magari ha mollato prima gli studi ma che comunque é riuscita ad avere successo (vedi molti politici).
Dunque che fare? Devi fare di questa tua assenza una sorta di pregio. Invece di nasconderlo potresti dirlo usando alcune battutine e scherzandoci sopra, se uno che ha 5 lauree mi scrive un romanzo gli dico bravo, se invece lo scrive uno senza laurea lo stimerei molto di piú e potrebbe diventare una fonte di ispirazione.
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Ci ho pensato più volte, ho memorizzato pure le battute che ho trovato sull'argomento nei romanzi di Asimov (lui parlava bene degli autodidatti) e anche quelle dette da autodidatti famosi come Richard Branson e Leonardo da Vinci.
Ma poi è l'emozione che mi frega.
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02-07-2018, 12:14
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#7
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Quote:
Originariamente inviata da TheCopacabana
Aliquis?
Secondo me, la tizia ti ha fatto una o piu' domande preparatorie all'argomento che avrebbe voluto chiederti o introdurre.
Ci stanno diverse organizzazioni che insegnano come parlare in pubblico (se questo è quello che ti nteressa). Io mi sono trovato bene con ToastMasters.
Tu dove stai di preciso? Puoi vedere se c'è un ToastMasters nella tua citta'?
Perchè non provi? Io mi sono trovato un ambiente che mi ha supportato molto.
Faresti esperienza sia come oratore, che come pubblico critico (in senso positivo).
Forse l'argomento communication potrebbe essere il tuo nuovo ambito lavorativo...
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In effetti è vero. Quella donna voleva parlare della necessità o meno di avere un approccio scientifico per poter scrivere di fantascienza. L'ho capito solo dopo; magari provo a vedere chi sono quelli di toomasters
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02-07-2018, 12:55
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#8
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: NORD
Messaggi: 1,746
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Quote:
Originariamente inviata da Aliquis
Ci ho pensato più volte, ho memorizzato pure le battute che ho trovato sull'argomento nei romanzi di Asimov (lui parlava bene degli autodidatti) e anche quelle dette da autodidatti famosi come Richard Branson e Leonardo da Vinci.
Ma poi è l'emozione che mi frega.
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Lavora su come superare l'emozione.
Per il resto un'email era sufficiente, vacci piano con i messaggi (anche in termini di lunghezza) e ricorda di non scrivere sui social robe troppo personali, per quello ci sono le email.
E poi se ti fanno una domanda, dato che sei tu l'autore devi essere tu a rispondere, i parenti non devono aprire bocca.
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02-07-2018, 13:31
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#9
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
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Quote:
Originariamente inviata da Aliquis
Ci ho pensato più volte, ho memorizzato pure le battute che ho trovato sull'argomento nei romanzi di Asimov (lui parlava bene degli autodidatti) e anche quelle dette da autodidatti famosi come Richard Branson e Leonardo da Vinci.
Ma poi è l'emozione che mi frega.
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mah, in effetti era una domanda che poteva imbarazzare
rispondere con battute di altri e grandi autori secondo me era eccessivamente aggressivo e come per contrastare coda di paglia
secondo me la cosa migliore era mostrarsi sereni e comunque sicuri di se' , dire "no li ho approfonditi per passione, fin da quando giovanissimo ho iniziato a interessarmi a …"(ecc)
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02-07-2018, 15:42
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#10
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Quote:
Originariamente inviata da ila82
mah, in effetti era una domanda che poteva imbarazzare
rispondere con battute di altri e grandi autori secondo me era eccessivamente aggressivo e come per contrastare coda di paglia
secondo me la cosa migliore era mostrarsi sereni e comunque sicuri di se' , dire "no li ho approfonditi per passione, fin da quando giovanissimo ho iniziato a interessarmi a …"(ecc)
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Risposta migliore.
Ed Esproc dice bene sui messaggi.
Bè, penso che senza solitudine certi errori non li farei; ma è un cane
che si morde la coda; causa ed effetto si chiudono a cerchio.
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03-07-2018, 02:12
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#11
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 968
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Guarda, anch'io tempo fa ho pubblicato un romanzo con una piccola casa editrice (ovviamente non a pagamento) e posso raccontarti l'idea che mi sono fatto della cosa.
Se la casa editrice con cui firmi non ha nemmeno un ufficio stampa è inutile pubblicare, a meno di non avere grandi doti personali di organizzazione e promozioni di eventi (qualità in antitesi col mestiere di scrittore).
Il tutto si riduce a una pagliacciata senza senso, buona solo per gonfiare un po' il proprio ego e avere qualche complimento qua e là.
Parlo non solo per esperienza personale, ma anche dopo aver visto tanti miei "colleghi" fare la stessa mia fine. Presentazioni auto-organizzate con pochissima gente (il 90% parenti e amici), poche centinaia di copie vendute, pubblicità e risonanza sulle cronache meno di zero, e ovviamente guadagno infimo.
Se ti piace scrivere e credi davvero in quello che fai, buttati nella stesura di un romanzo di qualità. Poi investi un po' di denaro per farti valutare dalle agenzie letterarie e spera di trovare un agente che creda in te e proponga il tuo lavoro a una casa editrice "vera".
Una cosa del genere "io ti pubblico il libro, te ne stampo tot copie, una decina in omaggio per te e poi te la sbrighi tu per la promozione" non la farò mai più!
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03-07-2018, 08:14
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#12
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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va bene, è tutta esperienza, da ciò che hai raccontato non capisco gli eventuali errori o i dubbi sinceramente
il fatto che ti domandino se hai studi scientifici probabilmente significa che dai l'impressione di essere estremamente preparato su ciò che scrivi
rivelare che sei autodidatta e magari raccontare di come ti sei convinto ad intraprendere la strada del romanzo di fantascienza può essere certamente un interessante argomento
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03-07-2018, 10:14
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#13
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Si, trovo giusto il tuo commento, Inosservato.
I dubbi sono figli della mia fobia sociale. Della mia inesperienza relazionale.
Scrivere è bello perchè quando lo faccio sono solo con me stesso.
Dopo, esporsi dopo, è un'altra cosa.
Ma devo dire che dopo questa esperienza mi sento più sicuro per
una prossima volta. Io avevo intenzione di sostenere anche le ragioni
degli autodidatti, non solo le mie, ma di tutti quelli come me. Per ora
non sono soddisfatto di questo.
Ma la mia ragione principale era comunque far conoscere quello che avevo da dire.
Io temo che aver mandato tropppi messaggi agli scienziati sia stato un errore perchè possono pensare che il mio ego si sia gonfiato troppo. Così come far pubblicità alla presentazione usando il loro articolo potrebbe averli urtati; come dire che io mi fo pubblicità usando loro.
In effetti non sono riuscito a controllare le mie emozioni.
Ho in mente un secondo libro; tracciato il riassunto, ho iniziato a documentarmi. Ma non sarà facile considerando i problemi e i pensieri che ho.
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09-07-2018, 11:34
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#14
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Vediamo, ho pensato a come rispondere ad una eventuale altra domanda simile.
In questo mondo tutto è relativo. Riguardo quindi alla domanda, se ho fatto studi scientifici oppure no, credo che lo studio sia qualcosa di innato in ogni essere umano. Per gli uccelli è naturale studiare; per i pesci nuotare; per le gazzelle correre; per i colibrì succhiare il nettare. Per l'uomo, viste le sue caratteristiche cerebrali, è naturale esplorare, acquisire informazioni, pensare, creare. Se per studio si intende questo, io li ho fatti. Sono appassionato di astronomia fi da giovanissimo; ho letto e mi sono informato continuamente sul''argomento; e l'astronomia è la più vecchia delle scienze. Quindi, da qui alle altre scienze il passo è breve. Qualsiasi altra scienza diventa interessante perchè l'astronomia le riassume tutte; quando ci si interessa all'Universo si finisce per interessarsi a tutto. In questo senso si, ho studiato; meglio dire acquisito informazioni e riflettuto su di esse.
Se invece per studi si intendono quelli di natura scolastica, no, quelli non li ho fatti. Ho lasciato la scuola a 16 anni e sono andato subito a lavorare; sono quindi autodidatta. A scuola, a differenza di ciò che ho fatto fuori di essa, non andavo bene. O meglio, il mio andamento era una curva ipsografica. Alte catene montuose in ambito letterario-umanistico. Fosse oceaniche in ambito matematico e anche linguistico. Io in effetti conosco il lato analogico, divulgativo, della scienza. Non comprendo il lato matematico.
E ho capito che le cause delle mie difficoltà scolastiche sono le stesse che mi hanno fatto capire tente cose fuori dalla scuola e che mi permettono di scrivere su di esse. Ho un modo di pensare analogico, vale a dire penso per immagini. Invece, ho serie difficoltà a comprendere i linguaggi simbolici e astratti. Nel mio caso queste qualità sono sbilanciate in questo senso; in altri sono sbilanciate in senso contrario. Il sistema scolastico penalizza entrambe le tendenze. Favorisce chi ha una sintesi, anche mediocre, di entrambi. O, almeno, così era ai miei tempi; ci sono comunque, credo, resistenze anche oggi ad accettare queste caratteristiche da parte della scuola.
Ecco, avrei altro da dire ma mi fermo qui.
Farei bene a rispondere così?
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09-07-2018, 12:11
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#15
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 112
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Ciao Aliquis.
Non so se posso aggiungere qualcosa in più di quello che ti è stato già detto. Hanno dato belle risposte inerenti, per cui mi limito a poche cose.
In questo caso la situazione era particolare, ma cerca di "sparpagliare" i parenti nella sala (per la prossima volta). In questo modo non solo saprai il consenso generale bisbigliato, ma evitarai che essi si sentano in "dovere" di difendere il tuo operato. Se rispondono per te in un qualche modo ti desautorizzano dal rapporto scrittore-lettore, che (parlo a livello personale) è molto intimo.
Come risposta la terrei semplice. La Fisica, nella sua storia, è andata avanti a tentativi e scoperte, miglioramenti di teorie precedenti tutte derivanti da una intuizione ed una osservazione empirica. Osserviamo la Fisica (o l'argomento inerente) tutti i giorni, il punto è saperla accogliere anche nel quotidiano.
Cerco di dire che dovresti lasciarti margine per non andare a creare una serie di domande e rispostte che poi esuleranno (per pura curiosità, non cattiveria) da quello che è il fulcro.
Hai qualcosa da dire e lo hai dimostrato con il libro. Lascia che parli di se stesso e poi approfondisci con chi veramente vuole approfondire. Se posso.
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09-07-2018, 16:25
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#16
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Nel quotidiano la Fisica non è così evidente.
La dlatazione del tempo dovuta all'accelerazione (di gravità o di moto) e il dualismo onda-particella non solo sono fenomeni non evidenti, ma anche
contro-intuitivi. Vero che ovviamente derivano dall'esperienza, ma sono esperienze molto particolari.
Per il resto, condivido.
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