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Originariamente inviata da Black_
La domanda è: ho fatto bene oppure ho fatto male a buttarmi direttamente nel fuoco delle mie paure?
Questa(brutta) esperienza e analoghe servono a qualcosa oppure no?
Certo, adesso non sto bene appunto per la figuraccia fatta, dato anche che sono molto sensibile a queste cose.
Insomma mi chiedo se il gioco vale davvero la candela.
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Originariamente inviata da PathFinder83
In generale penso sia giusto sfidare le proprie paure, ma con equilibrio.
Bisogna conoscere i propri limiti e andare oltre un poco alla volta.
Non mi sembra saggio lanciarsi in una esperienza al di la' delle proprie capacita', specie senza un piano preciso.
Hai dato prova di volonta' e coraggio, questo si. Ma mi chiedo cosa rimane oltre a questo (che comunque non e' poco).
Voglio dire... non tenterei un esame senza prepararmi per bene. Rischierei di sentirmi solo peggio dopo, di fronte al mio insuccesso.
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Per me hai fatto bene a "buttarti" anche senza rete. Io ci ho provato il Novembre scorso, facendo un corso all' estero organizzato dall' università (durava 1 settimana). Non conoscevo nessuno (che andava), sapevo solo dalla lista dei partecipanti che c' erano altri due italiani che partivano da Milano. Li ho contattati via facebook e concordato con loro di trovarci in aereoporto e di metterci in camera insieme e fin qui tutto bene..
Poi come è andata, dite?
ovviamente è stato un mezzo disastro, una mezza Waterloo.
I primi tre giorni sono andati discretamente anche se da solo facevo un po' fatica a socializzare con gli altri ragazzi europei (mi trascinavo grazie all' estroversione dei miei due compagni di stanza), sia per la fobia che per l' ulteriore difficoltà di dover parlare in inglese. Poi qualcosa è "scoppiato" in me, come se non riuscissi a reggere tanta forzata socialità in una volta sola, e ho cominciato a evitare di uscire la sera dopo i corsi (perdendomi tutte le serate e nottate "più divertenti" e anche la possibilità di rimanere minimamente impresso nella mente di qualcuno). Ovviamente i miei due compagni di stanza hanno cominciato a chiedersi cosa non andasse in me e per quale cavolo di motivo uno che fa un corso di una settimana all' estero poi resti chiuso in stanza per 4 sere di fila..
me la sono "cavata" dicendo che era un periodo un po difficile perchè stavo facendo degli accertamenti medici che mi tenevano in pensiero (cosa peraltro vera..). Per fortuna che erano due bravi ragazzi, fortunamente non hanno "infierito" più di tanto (anche se qualche battuta con gli altri ragazzi italiani che avevano conosciuto sarà scappata sicuramente..)
Morale:
buttarsi fa sempre bene, soprattutto per quelli come noi, ma pretendere di andare a 200 km/h con una ferrari quando si è abituati a guidare una panda a 60 km/h effettivamente espone al rischio di subire figure umilianti..
Io ho preteso, in una volta sola di:
- conoscere gente straniera parlando in inglese
- conoscere altri italiani con cui condividere la stanza (e che oltretutto erano molto amici da parecchi anni, quindi con schemi comportamentali super oliati fra di loro)
- stare 24/24 a estroversalizzare con gente sconosciuta proveniente dalle più disparate località
- seguire e dare un esame di un corso con poca possibilità di studiare (dopo la fine della lezione pomeridiana infatti tutti pensavano a divertirsi e bere birra con gli altri stranieri, in pochissimi pensavano "studiamo per l' esame -.-'')
- provare a conoscere ragazze ed eventualmente approcciarle
ed è finita piuttosto male.. però onestamente sono rimasto comunque contento di averci provato. Alla fine è comunque un' esperienza in più da raccontare (ovviamente in maniera edulcorata..
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