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09-03-2012, 18:38
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#1
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Allora pongo prima la domanda, è possibile un processo di inversione da una vita Socio Fobica a una vita Normale? (Non dico al di sopra delle aspettative, ma arrivare a un livello di vita normale come moltissime altre persone).
- Secondo me è possibile, anche perchè se non fosse possibile non mi sarei e non ci saremmo iscritti su questo forum. L'intento è appunto quello di migliorarsi sempre in qualsiasi stato in cui versiamo.
La mia risposta positiva è anche dovuta a un ragionamento basilare, che cercherò di spiegarvi.
Probabilmente nessun neonato nasce Socio Fobico...il carattere di una persona può essere predisposta alla SocioFobia ma a scatenare le nostre paure e le nostre insicurezze sono sempre fatti, episodi accaduti nella vita specie quella adolescienziale dove siamo meno protetti, perchè iniziamo a staccarci dalla protezione dei genitori e dei parenti e iniziamo ad affrontare il mondo a viso aperto. Episodi negativi in quella fase...ci predispongono poi verso una vita Socio Fobica.
Carattere Forte - Carattere Debole: le differenze
Ci sono persone che grazie al Carattere Forte riescono cmq a uscirne indenni da quella fase (costellata da episodi negativi) e proseguire una vita normale; mentre Caratteri Deboli non riescono a far fronte immediatamente e pian piano giorno dopo giorno senza accorgesene arrivano a una chiusura totale dal mondo. Il Carattere Forte riesce a reagire attraverso una Difesa Attiva (affronta il mondo a viso aperto andandosi a cercare le occasioni - ATTIVO), il Carattere Debole reagisce attraverso una Difesa Passiva (non affronta il mondo e si chiude in se stesso e cerca di evitare qualsiasi occasione - PASSIVO).
Il processo PASSIVO: è il declino della nostra vita
Ora il processo PASSIVO è lunghissimo e ci porta alla chiusura progressiva e totale al mondo, parlo di me...il mio processo dopo la causa scatenante di circa 2 anni (i primi 2 anni delle superiori) è durato fino ad ora quindi all'incirca 4-5 anni. Invece di reagire mi chiudevo sempre di più...e in questo modo facendo l'indifferente ho evitato effettivamente altre sofferenze (ma proprio perchè essendo solo non poteva capitarmi nulla ne cose buone ne cose negative. Il processo PASSIVO sembra essere utile i primi anni, infatti il 3 anno delle superiori ero felice della mia condizione, solo stavo benissimo non avevo più episodi negativi e quindi il non avere episodi negativi mi portava a essere felice di per se.
Ma dal 5° anno in poi, e quindi per circa 2 anni e mezzo il processo di difesa PASSIVO si è rivelato illusorio, perchè è vero che non si hanno più episodi negativi ma è anche vero che non si hanno neanche quelli positivi...in pratica non si ha niente, è come quando una persona muore e i segnali di vita sulla macchina a cui è collegato diventano piatti...cosi diventa la vita di uno che ha scelto il PP (lo chiamerò cosi il Processo Passivo nel proseguo del discorso).
A quel punto inizia un'altra fase quella più brutta che ti può portare fino alla disperazione totale...e purtroppo come si sente alcune volte anche alla fine fisica.
Il Cambiamento: il Processo Attivo - la Risalita
Ma se il PP ti ha portato a quel punto...perchè non può iniziare un PA (processo Attivo)?
"Come se fosse facile" direbbe qualc'uno.
E' vero non è facile ma neanche è difficile o adirittura impossibile. Prima di tutto ricordiamoci che a scendere non ci vuole niente...le discese sono sempre facili; le risalite sono sempre più faticose e ci vuole un dispendio di energia molto ma molto maggiore in confronto di una comoda discesa.
Quindi prima di tutto bisogna partire con la mentalità che durante la risalita ci si può fermare a rifiatare (interrogarci su quello che stiamo e vogliamo fare), si può cadere (episodi negativi), ma si può anche incontrare qualcuno che ci da una mano o una bella bottiglietta di acqua (un amico, un genitore, una promozione a scuola o a lavoro, anche una bella giornata trascorsa fuori, qualsiasi cosa positiva), di quella cosa positiva bisogna fare assolutamente tesoro e farcela durare per un'altro tratto della nostra salita fino al prossimo evento negativo. Importante nel processo di risalita è non fermarsi a guardare indietro, perchè se si inizia a guardare indietro...ritorniamo a scendere nuovamente e a quel punto inizia un circolo vizioso senza fine (sali e scendi, sali e scendi).
Il PA e processo di risalita deve essere supportato dal nostro totale consenso a volerlo intraprendere, chiamatela volontà, fede, in qualsiasi modo. Se uno è credente la Fede gli può essere molto di aiuto (per me ad esempio lo è), se uno non crede cmq può trovare supporto sul fatto che la natura è perfetta (uno che studia fisica, medicina e qualsiasi scienza se ne accorge) e non sbaglia mai nel mettere a mondo una sua creatura, oguno è una pedina fondamentale nello scacchiere.
Detto questo lascio la parola a voi...e spero che da questo topic possa nascere una discussione cotruttiva che ci dovrà portare in qualche modo a risalire la China.
Volendo in questo topic possiamo anche scrivere il nostro PROCESSO ATTIVO DI RISALITA: come siamo partiti, gli episodi negativi incontrati, gli episodi positivi incontrati, gli aiuti (ricordatevi la mano e la bottiglietta d'acqua), i nostri momenti di riflessione.
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09-03-2012, 18:56
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#2
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Banned
Qui dal: May 2009
Messaggi: 58
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Secondo me porsi il problema in questi termini è la prima causa di depressione
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09-03-2012, 19:29
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#3
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da Halaster
Secondo me porsi il problema in questi termini è la prima causa di depressione
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Ho cercato di imbastire la discussione, con cause, conseguenze e soluzioni cosi come di solito cerco di imbastire un problema di Fisica all'Università
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09-03-2012, 19:40
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#4
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da shady74
Posso confermare la validità (almeno per me) di quello che hai scritto nella prima metà del post... hai descritto praticamente la mia vita , o meglio gli "albori" della fobia sociale per me.
Il processo di risalita invece purtroppo non è mai iniziato, sì, ho fatto dei miglioramenti ma non una svolta drastica.
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Tutto sommato dovrebbe essere valido per molti la prima parte...la seconda parte è più lenta e molte volte la si confonde con il sali e scendi di cui molti sono a conoscenza. Continue ricadute che ci riportano sempre sul fondo. Il problema alla fine che a furia di ricaderei legamenti si spaccano e si rimane fissi sul fondo.
Ecco perchè deve essere per lo più un rimedio drastico...un rimedio che deve essere accettato in modo assoluto, senza ma e se...
Mi spiego: se si inizia a dire ok inizio il processo di risalita ma se domani (o fra una settimana, un mese) non mi succede questo e quell'altro vuol dire che non posso farci proprio niente. A quel punto ti poni un limite di tempo al miglioramento. Faccio un esempio concreto: un obeso si dice se domani o fra una settimana, o un mese non perdo Tot chili rinizio a magiare con sregolatezza...non avrebbe senso iniziare la dieta. Il processo è graduale e i miglioramenti non avvengono di botto.
Purtroppo molti che si trovano nel nostro stato ragionano in questo modo: ho sofferto per 5 - 10 anni e ora voglio la felicità a portata di mano sono stufo di aspettare...questo significa che non si è accettato il rimedio in modo assoluto. Il rimedio deve essere accettato senza porre delle condizioni iniziali...o meglio una condizione iniziale la possiamo porre: nel migliorarsi non c'è mai fine.
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09-03-2012, 19:50
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#5
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Avanzato
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Etruria
Messaggi: 334
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Io sono nel pieno del processo attivo di risalita, la cosa più commovente è vedere che aprendomi alle persone giuste e chiedendogli aiuto l' ho trovato: la mia psicologa per prima (dice "lo fa per lavoro", vabbè che vuol dire? tanto più che non la pago essendo dell'università), un amico VERO e un'altro che non capisce un tubo della situazione però mi aiuterebbe quanto vorrei. Quello che mi fa più paura sono i momenti di sconforto ed in questi momenti che avremmo bisogno di qualcuno e sapere che basta alzare il telefono e chiamare una persona è un appiglio non da poco.
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Ultima modifica di Keaton; 09-03-2012 a 23:00.
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09-03-2012, 20:00
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#6
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da Keaton
Io sono nel pieno del processo attivo di risalita, la cosa più commovente è vedere che aprendomi alle persone giuste e chiedendogli aiuto l' ho trovato: la mia psicologa per prima (dice "lo fa per lavoro", vabbè che vuol dire, tanto più che non la pago essendo dell'università), un amico VERO e un'altro che non capisce un tubo della situazione però mi aiuterebbe quanto vorrei. Quello che mi fa più paura sono i momenti di sconforto ed in questi momenti che avremmo bisogno di qualcuno e sapere che basta alzare il telefono e chiamare una persona è un appiglio non da poco.
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Ottimo Keaton e potresti essere di aiuto per altri che sono ancora all'inizio o che devono iniziare.
Durante i momenti di sconforto che capitano durante questo processo, se si ha qualsiasi persona a cui confidare tutto tanto meglio, se no si ha bisogna tentare in tutti i modi di pensare a tutte quelle cose positive che abbiamo fatto durante quel processo e pensare che potremmo incontrarne molte altre e sempe di meglio man mano che saliamo nella salita. Se invece pensiamo alle cose negative...significa che guardiamo in basso e come detto nel mio primo messaggio: guardando in basso si viene risucchiati nuovamente verso il fondo.
Una cosa molto importante è non avere fretta e non mettersi pressione...tutto di un botto non si potrà mai fare; una causa che ci riporta nuovamente sul fondo è proprio l'ansia di migliorarci, ansia che molte volte viene anche dall'esterno genitori, parenti, amici...
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Ultima modifica di VxVendetta; 09-03-2012 a 20:03.
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09-03-2012, 20:11
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#7
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Avanzato
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Etruria
Messaggi: 334
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Quote:
Originariamente inviata da VxVendetta
Ottimo Keaton e potresti essere di aiuto per altri che sono ancora all'inizio o che devono iniziare.
Durante i momenti di sconforto che capitano durante questo processo, se si ha qualsiasi persona a cui confidare tutto tanto meglio, se no si ha bisogna tentare in tutti i modi di pensare a tutte quelle cose positive che abbiamo fatto durante quel processo e pensare che potremmo incontrarne molte altre e sempe di meglio man mano che saliamo nella salita. Se invece pensiamo alle cose negative...significa che guardiamo in basso e come detto nel mio primo messaggio: guardando in basso si viene risucchiati nuovamente verso il fondo.
Una cosa molto importante è non avere fretta e non mettersi pressione...tutto di un botto non si potrà mai fare; una causa che ci riporta nuovamente sul fondo è proprio l'ansia di migliorarci, ansia che molte volte viene anche dall'esterno genitori, parenti, amici...
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e se si ricade verso il fondo risalire una seconda volta diventa difficilissimo, ed è questa la mia paura più grande, ancora sento i demoni sotto di me che col forcone mi spingono a scendere giù, vorrei essere in una distanza di sicurezza tale da non preoccuparmici così, ma ci vuole ancora tempo e fatica.
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09-03-2012, 20:14
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#8
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Messaggi: 838
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Quote:
Originariamente inviata da VxVendetta
Allora pongo prima la domanda, è possibile un processo di inversione da una vita Socio Fobica a una vita Normale? (Non dico al di sopra delle aspettative, ma arrivare a un livello di vita normale come moltissime altre persone).
- Secondo me è possibile, anche perchè se non fosse possibile non mi sarei e non ci saremmo iscritti su questo forum. L'intento è appunto quello di migliorarsi sempre in qualsiasi stato in cui versiamo.
La mia risposta positiva è anche dovuta a un ragionamento basilare, che cercherò di spiegarvi.
Probabilmente nessun neonato nasce Socio Fobico...il carattere di una persona può essere predisposta alla SocioFobia ma a scatenare le nostre paure e le nostre insicurezze sono sempre fatti, episodi accaduti nella vita specie quella adolescienziale dove siamo meno protetti, perchè iniziamo a staccarci dalla protezione dei genitori e dei parenti e iniziamo ad affrontare il mondo a viso aperto. Episodi negativi in quella fase...ci predispongono poi verso una vita Socio Fobica.
Carattere Forte - Carattere Debole: le differenze
Ci sono persone che grazie al Carattere Forte riescono cmq a uscirne indenni da quella fase (costellata da episodi negativi) e proseguire una vita normale; mentre Caratteri Deboli non riescono a far fronte immediatamente e pian piano giorno dopo giorno senza accorgesene arrivano a una chiusura totale dal mondo. Il Carattere Forte riesce a reagire attraverso una Difesa Attiva (affronta il mondo a viso aperto andandosi a cercare le occasioni - ATTIVO), il Carattere Debole reagisce attraverso una Difesa Passiva (non affronta il mondo e si chiude in se stesso e cerca di evitare qualsiasi occasione - PASSIVO).
Il processo PASSIVO: è il declino della nostra vita
Ora il processo PASSIVO è lunghissimo e ci porta alla chiusura progressiva e totale al mondo, parlo di me...il mio processo dopo la causa scatenante di circa 2 anni (i primi 2 anni delle superiori) è durato fino ad ora quindi all'incirca 4-5 anni. Invece di reagire mi chiudevo sempre di più...e in questo modo facendo l'indifferente ho evitato effettivamente altre sofferenze (ma proprio perchè essendo solo non poteva capitarmi nulla ne cose buone ne cose negative. Il processo PASSIVO sembra essere utile i primi anni, infatti il 3 anno delle superiori ero felice della mia condizione, solo stavo benissimo non avevo più episodi negativi e quindi il non avere episodi negativi mi portava a essere felice di per se.
Ma dal 5° anno in poi, e quindi per circa 2 anni e mezzo il processo di difesa PASSIVO si è rivelato illusorio, perchè è vero che non si hanno più episodi negativi ma è anche vero che non si hanno neanche quelli positivi...in pratica non si ha niente, è come quando una persona muore e i segnali di vita sulla macchina a cui è collegato diventano piatti...cosi diventa la vita di uno che ha scelto il PP (lo chiamerò cosi il Processo Passivo nel proseguo del discorso).
A quel punto inizia un'altra fase quella più brutta che ti può portare fino alla disperazione totale...e purtroppo come si sente alcune volte anche alla fine fisica.
Il Cambiamento: il Processo Attivo - la Risalita
Ma se il PP ti ha portato a quel punto...perchè non può iniziare un PA (processo Attivo)?
"Come se fosse facile" direbbe qualc'uno.
E' vero non è facile ma neanche è difficile o adirittura impossibile. Prima di tutto ricordiamoci che a scendere non ci vuole niente...le discese sono sempre facili; le risalite sono sempre più faticose e ci vuole un dispendio di energia molto ma molto maggiore in confronto di una comoda discesa.
Quindi prima di tutto bisogna partire con la mentalità che durante la risalita ci si può fermare a rifiatare (interrogarci su quello che stiamo e vogliamo fare), si può cadere (episodi negativi), ma si può anche incontrare qualcuno che ci da una mano o una bella bottiglietta di acqua (un amico, un genitore, una promozione a scuola o a lavoro, anche una bella giornata trascorsa fuori, qualsiasi cosa positiva), di quella cosa positiva bisogna fare assolutamente tesoro e farcela durare per un'altro tratto della nostra salita fino al prossimo evento negativo. Importante nel processo di risalita è non fermarsi a guardare indietro, perchè se si inizia a guardare indietro...ritorniamo a scendere nuovamente e a quel punto inizia un circolo vizioso senza fine (sali e scendi, sali e scendi).
Il PA e processo di risalita deve essere supportato dal nostro totale consenso a volerlo intraprendere, chiamatela volontà, fede, in qualsiasi modo. Se uno è credente la Fede gli può essere molto di aiuto (per me ad esempio lo è), se uno non crede cmq può trovare supporto sul fatto che la natura è perfetta (uno che studia fisica, medicina e qualsiasi scienza se ne accorge) e non sbaglia mai nel mettere a mondo una sua creatura, oguno è una pedina fondamentale nello scacchiere.
Detto questo lascio la parola a voi...e spero che da questo topic possa nascere una discussione cotruttiva che ci dovrà portare in qualche modo a risalire la China.
Volendo in questo topic possiamo anche scrivere il nostro PROCESSO ATTIVO DI RISALITA: come siamo partiti, gli episodi negativi incontrati, gli episodi positivi incontrati, gli aiuti (ricordatevi la mano e la bottiglietta d'acqua), i nostri momenti di riflessione.
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fosse così semplice. Io credo che hai fondamentalmente ragione ma se uno ha vissuto in modo passivo per degli anni cercando solo di stare in pace buttarsi di nuovo nella mischia per riprovare delle emozioni è veramente pericoloso. Bisogna farlo ma al minimo accenno di negatività ( una persona che ti risponde male o ti tratta da imbranato, un colloquio andato male) il tuo inconscio comincia a mandarti dei chiari segnali :" che cavolo stai facendo? da passivi si stava molto meglio.Ne è valsa la pena?" .Bisognerebbe riuscire a chiudere la mente e concnetrarsi solo sull'essere attivi. Fosse facile però
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09-03-2012, 20:19
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#9
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Avanzato
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Etruria
Messaggi: 334
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Quote:
Originariamente inviata da crome
fosse così semplice. Io credo che hai fondamentalmente ragione ma se uno ha vissuto in modo passivo per degli anni cercando solo di stare in pace buttarsi di nuovo nella mischia per riprovare delle emozioni è veramente pericoloso. Bisogna farlo ma al minimo accenno di negatività ( una persona che ti risponde male o ti tratta da imbranato, un colloquio andato male) il tuo inconscio comincia a mandarti dei chiari segnali :" che cavolo stai facendo? da passivi si stava molto meglio.Ne è valsa la pena?" .Bisognerebbe riuscire a chiudere la mente e concnetrarsi solo sull'essere attivi. Fosse facile però
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Io non so dove vedete tutta questa facilità in quello che ha scritto, ha solo fatto una descrizione. Anche se ti metto le istruzioni di un reattore nucleare è spiegato passo passo, ma non è per nulla semplice se non hai le conoscenze giuste
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09-03-2012, 20:30
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#10
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da Keaton
Io non so dove vedete tutta questa facilità in quello che ha scritto, ha solo fatto una descrizione. Anche se ti metto le istruzioni di un reattore nucleare è spiegato passo passo, ma non è per nulla semplice se non hai le conoscenze giuste
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Esattamente...infatti proprio in mezzo ho spiegato che non è facile (ma neanche impossibile).
E' una salita e le salite sono faticose.
Per quanto riguarda le cose negative, quelle capiteranno e se l'altro io ti dice che il PPassivo è meglio tu gli risponderai e cosa ne ho ricavato in 5 - 10 anni? Il nulla assoluto. Dato che una volta arrivati sul fondo non si ha più nulla da perdere perchè non tentare di riprovarci...
E aggiungo che come si è riusciti a chiudere la mente al mondo...perchè non si può riuscire ad aprire la mente al mondo.
Quote:
e se si ricade verso il fondo risalire una seconda volta diventa difficilissimo, ed è questa la mia paura più grande, ancora sento i demoni sotto di me che col forcone mi spingono a scendere giù, vorrei essere in una distanza di sicurezza tale da non preoccuparmici così, ma ci vuole ancora tempo e fatica.
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Le preoccupazioni sono normali...ma quella paura di ritornare giu deve essere una lama a doppio taglio per quel demone...perchè la paura di ritornare giù ti DEVE portare a non VOLER tornare. Inoltre come sei cosciente di quello che sta giu...devi essere cosciente di quel che ti aspetta lassu.
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09-03-2012, 22:57
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#11
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Avanzato
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Etruria
Messaggi: 334
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Comunque ti devo dire una cosa: in tutto quello che hai scritto (anche nella tua presentazione molto chiara) mi ci ritrovo perfettamente, tra l'altro ho 20 anni anch'io e in linea di massima i tempi in cui uscivo e poi mi sono isolato sono gli stessi. Abbiamo avuto un'esistenza parallela, i motivi non sono gli stessi ma non ha importanza.
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09-03-2012, 23:36
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#12
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,043
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Il processo di risalita per quanto mi riguarda è impossibile affrontarlo da solo, sto affondando nelle sabbie mobili, potrei farcela solo se qualcuno mi tira fuori dalla mia attuale situazione.
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09-03-2012, 23:49
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#13
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Questo thread mi piace tantissimo
Io voglio sperare che si riesca ad uscirne.
Il problema fondamentale, che differenzia la teoria del tuo post dal percorso pratico che ciascuno di noi si troverà ad affrontare, è che questo percorso non è sempre lineare, anzi suppongo che dal momento che ci troviamo assieme in questo forum, nel nostro caso molto difficilmente lo è.
Credo infatti che i nostri casi siano un sottoinsieme ristretto di storie umane di cadute e risalite, e questo sottoinsieme è caratterizzato dal fatto che la maggior parte di noi non è riuscita a trovare un'orientamento anche soltanto per iniziare ad uscirne.
guarda me per esempio: per anni ho creduto che, risolti gli attacchi di panico, sarebbe bastato incominciare ad uscire e farsi presentare gli amici degli amici, per diventare una persona sociale e normale, e invece ho solo imparato ad affrontare contesti sociali ben definiti e circoscritti, che con un briciolo di differenza rispetto alla mia comfort zone diventavano ingestibili. Per anni i miei rapporti sociali si sono basati sul salutare e chiedere "come va?", senza saper dire nient'altro perché non ho mai fatto troppa pratica di relazione con gli altri. Ad un certo punto mi sono dovuto scontrare con l'evidenza che ancora non mi ero normalizzato a pieno.
A volte purtroppo è necessario ridiscendere per poter salire ancora più in alto in questa metaforica scalata, riesco quasi ad essere felice per i pessimi momenti che ho vissuto nel mese appena trascorso. La cosa fondamentale, almeno per me, è trovare un orientamento su dove lavorare, e siccome ad andare a tentativi ci ho provato anni senza risultati, ho deciso di rivolgermi ad una terapeuta. Diciamo che per ora stanno venendo fuori percorsi alternativi che evidentemente mi erano prima sfuggiti.
Penso che comunque ci sia molto di importante in quanto hai espresso col tuo post a proposito del concetto di "non rassegnarsi". Per come la vedo io il PP che tu descrivi è una forma di rassegnazione che ci porta a tentare di relazionarci col male esteriore attraverso una scorza durissima e inscalfibile, che però ci impedisce di "respirare socialmente" e di relazionarci agli altri anche nei contesti positivi che la vita ci offre. Io fino alla 3° elementare nonostante anni di prese in giro ero comunque un bambino gioioso e ingenuamente felice (e inoltre ero un bambino che se lo dovevano prendere in giro era meglio che lo facessero a distanza di sicurezza ) è stata dalla 4° in poi che ho iniziato a chiudermi. Se ci ripenso era meglio quella forma di ingenuità e fiducia anche malriposta, unita alla rabbia e alla capacità di reagire attivamente ai soprusi, è una cosa che sto cercando di recuperare: se ci sono situazioni sociali che mi trasmettono dubbio o paura, cerco di dirimere i miei timori intervenendo in maniera proattiva (es: c'è una ragazza che sta facendo lo step affianco a me in palestra, mi viene il dubbio che mi schifi o mi reputi strano o altro, le chiedo una cosa qualsiasi per attaccare bottone e mi risponde con un sorriso che toglie ogni possibile dubbio...).
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09-03-2012, 23:51
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#14
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Il processo di risalita per quanto mi riguarda è impossibile affrontarlo da solo, sto affondando nelle sabbie mobili, potrei farcela solo se qualcuno mi tira fuori dalla mia attuale situazione.
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non c'è niente di male sai l'importante è afferrare la corda che viene lanciata.
e possibilmente non trascinare il nostro salvatore nelle sabbie mobili con noi
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10-03-2012, 00:01
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#15
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Esperto
Qui dal: May 2009
Messaggi: 512
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Quote:
Originariamente inviata da VxVendetta
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hai fatto davvero un analasi perfetta, complimenti.
sopratutto quando hai parlato del carattere forte, nel senso che penso ci siano molte persone fobiche con una vita normale solo per il fatto di avere un carattere "attivo", la distinzione che fai di processo passivo e processo attivo è perfetta è la pura schifosa verità.
è esattamente la passività, questo nn reagire è una sorta di autoprotezione data dal nostro carattere che alla fine alla lunga è solo autodistruzione involontaria.
mi sono posto il problema di "un processo di risalita" ma nn posso mentire a me stesso.
nn ne ho voglia, nn ho la forza di volontà.
credo che in me ci sia un qualcosa di sbagliato, la mia "voglia di risalirta" ,quell'energia che dovrei avere per ritornare a fare una vita normale si trasforma in odio, nn forza di volontà, solo un odio per il mondo e per me stesso e la mia condizione.
ma l'odio che provo nn credo sia dovuto alla mia fobia sociale piuttosto al mio carattere pessimista.
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10-03-2012, 00:47
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#16
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da Keaton
Comunque ti devo dire una cosa: in tutto quello che hai scritto (anche nella tua presentazione molto chiara) mi ci ritrovo perfettamente, tra l'altro ho 20 anni anch'io e in linea di massima i tempi in cui uscivo e poi mi sono isolato sono gli stessi. Abbiamo avuto un'esistenza parallela, i motivi non sono gli stessi ma non ha importanza.
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Spero che questa esistenza parallela si concluda bene per tutti e due
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10-03-2012, 00:54
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#17
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Questo thread mi piace tantissimo
Io voglio sperare che si riesca ad uscirne.
Il problema fondamentale, che differenzia la teoria del tuo post dal percorso pratico che ciascuno di noi si troverà ad affrontare, è che questo percorso non è sempre lineare, anzi suppongo che dal momento che ci troviamo assieme in questo forum, nel nostro caso molto difficilmente lo è.
Credo infatti che i nostri casi siano un sottoinsieme ristretto di storie umane di cadute e risalite, e questo sottoinsieme è caratterizzato dal fatto che la maggior parte di noi non è riuscita a trovare un'orientamento anche soltanto per iniziare ad uscirne.
guarda me per esempio: per anni ho creduto che, risolti gli attacchi di panico, sarebbe bastato incominciare ad uscire e farsi presentare gli amici degli amici, per diventare una persona sociale e normale, e invece ho solo imparato ad affrontare contesti sociali ben definiti e circoscritti, che con un briciolo di differenza rispetto alla mia comfort zone diventavano ingestibili. Per anni i miei rapporti sociali si sono basati sul salutare e chiedere "come va?", senza saper dire nient'altro perché non ho mai fatto troppa pratica di relazione con gli altri. Ad un certo punto mi sono dovuto scontrare con l'evidenza che ancora non mi ero normalizzato a pieno.
A volte purtroppo è necessario ridiscendere per poter salire ancora più in alto in questa metaforica scalata, riesco quasi ad essere felice per i pessimi momenti che ho vissuto nel mese appena trascorso. La cosa fondamentale, almeno per me, è trovare un orientamento su dove lavorare, e siccome ad andare a tentativi ci ho provato anni senza risultati, ho deciso di rivolgermi ad una terapeuta. Diciamo che per ora stanno venendo fuori percorsi alternativi che evidentemente mi erano prima sfuggiti.
Penso che comunque ci sia molto di importante in quanto hai espresso col tuo post a proposito del concetto di "non rassegnarsi". Per come la vedo io il PP che tu descrivi è una forma di rassegnazione che ci porta a tentare di relazionarci col male esteriore attraverso una scorza durissima e inscalfibile, che però ci impedisce di "respirare socialmente" e di relazionarci agli altri anche nei contesti positivi che la vita ci offre. Io fino alla 3° elementare nonostante anni di prese in giro ero comunque un bambino gioioso e ingenuamente felice (e inoltre ero un bambino che se lo dovevano prendere in giro era meglio che lo facessero a distanza di sicurezza ) è stata dalla 4° in poi che ho iniziato a chiudermi. Se ci ripenso era meglio quella forma di ingenuità e fiducia anche malriposta, unita alla rabbia e alla capacità di reagire attivamente ai soprusi, è una cosa che sto cercando di recuperare: se ci sono situazioni sociali che mi trasmettono dubbio o paura, cerco di dirimere i miei timori intervenendo in maniera proattiva (es: c'è una ragazza che sta facendo lo step affianco a me in palestra, mi viene il dubbio che mi schifi o mi reputi strano o altro, le chiedo una cosa qualsiasi per attaccare bottone e mi risponde con un sorriso che toglie ogni possibile dubbio...).
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E' proprio quello che dobbiamo fare...per vincere la paura, verifichiamo noi di persona se quella paura è fondata o meno.
E' come se avessimo un porta chiusa, dietro a quella porta non sappiamo cosa c'è e potremmo farci qualsiasi pensiero sopra, finchè non l'apriamo continueremo a vivere con dubbio e la paura. Eppure basterebbe appoggiare la mano alla maniglia e aprirla. Che aspettiamo? Apriamo le porte alla vita e vinciamo le nostre paure!
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10-03-2012, 01:27
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#18
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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Quote:
Originariamente inviata da stupido
hai fatto davvero un analasi perfetta, complimenti.
sopratutto quando hai parlato del carattere forte, nel senso che penso ci siano molte persone fobiche con una vita normale solo per il fatto di avere un carattere "attivo", la distinzione che fai di processo passivo e processo attivo è perfetta è la pura schifosa verità.
è esattamente la passività, questo nn reagire è una sorta di autoprotezione data dal nostro carattere che alla fine alla lunga è solo autodistruzione involontaria.
mi sono posto il problema di "un processo di risalita" ma nn posso mentire a me stesso.
nn ne ho voglia, nn ho la forza di volontà.
credo che in me ci sia un qualcosa di sbagliato, la mia "voglia di risalirta" ,quell'energia che dovrei avere per ritornare a fare una vita normale si trasforma in odio, nn forza di volontà, solo un odio per il mondo e per me stesso e la mia condizione.
ma l'odio che provo nn credo sia dovuto alla mia fobia sociale piuttosto al mio carattere pessimista.
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Grazie...mmm ( se mi dici il tuo nome è meglio non ti voglio chiamare stupido) ho cercato di analizzare la situazione attraverso la mia esperienza.
Sfrutta quell'odio e quella rabbia in senso positivo...la devi cosi odiare che alla fine deve reagire. Fregatene di tutto e di tutti se la odi la devi aggredire la vita.
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10-03-2012, 19:36
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#19
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Principiante
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Messaggi: 50
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Bella giornata di pesca con Amici...pescata una Trota da 700gr In tutto 1.5gr di pesce
Queste sono le cose positive della vita
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10-03-2012, 20:41
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#20
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
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io credo di essere carattere debole..che faccio?
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