Ogard

Tra le righe sì, o meglio, ho fatto un'osservazione estrapolando parte del discorso dal contesto.

Lui intende più un: Non siamo noi gli strani ma loro, quindi non dobbiamo vergognarci di nulla.

Tatlises

In realtà sto cercando di cambiare frequentazioni e variare un po' perché non posso andare in discoteca ogni sabato e andare a letto alle 4 del mattino. In ogni caso non ci vado più con l'ansia come se fosse un esame di socializzazione/rimorchio da passare a pieni voti.

Intanto sto cercando di coinvolgere vecchi amici che non sento da un po' e che hanno abitudini più tranquille.

Non esattamente. Il fatto è che pensiamo di essere dei patetici disadattati quando in realtà siamo tali e quali agli altri. Anzi, a volte un po' meglio.

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Winston_Smith

Beato te, i miei problemi di autostima credo non siano risolvibili neanche in 15 secoli.

(e neanche con un'autobotte di vodka)

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A me già il fatto di bere mi sembra il voler andare verso uno stato d'animo che non si ha

Poi magari c'è un gruppo di persone affiatato e che senza alcol si divertirebbe 80, ma pensa che con l'alcol si divertirà 120 e allora beve.

Non so, magari proietto io ma bere mi sembra sempre un po' sospetto.

Mi riferisco al bere in discrete quantità, che sia al pasto da soli in casa o fuori con altri.
Poi dipende anche dall'effetto che l'alcol fa su ognuno, da quanto lo si regge etc.

Lo vedo come ricorrere a un rimedio, una automedicazione dello spirito.
Ricercare l'ebbrezza mi sembra come il desiderio di avere qualcosa di più, allentare i freni inibitori, sentire cose che da sobrio non riesci a sentire.

Peccato che sia difficile non esagerare. Molte volte o è troppo o è troppo poco.

Franz86

Molti definirebbero l' esistenza stessa nel complesso come una ricerca della felicità, cioè in fin dei conti proprio un "voler andare verso uno stato d'animo che non si ha".

varykino

e la cosa piu gratificante è che quando ce l'hai te ne tocca cercare un altro

Franz86

Che ci vuoi fare, beviamoci su