Tirando le somme. Un anno dopo.
 

Ciao a tutti,

è da un po' che non faccio una capatina sul forum ed è da ancor più tempo che i miei interventi si limitano a poche righe, considerazioni e risposte-lampo alle quali riesco a dedicare per lo più ritagli serali.

Il fatto è che non ho più molto da dire. Tuttavia, non nascondo l'esistenza di una sorta di legame che mi tiene stretto a questo luogo virtuale e che mi sollecita, ogni tanto, a farvi ritorno, anche solo in qualità di "lettore".

Debbo dirlo; da quando ho messo per la prima volta piede all'interno di questa comunità, oramai un anno fa, la mia vita è cambiata sotto molti aspetti.

Sarebbe inutile mettersi ad elencare i particolari, spiattellandovi l'elenco dettagliato delle attività che svolgo durante la giornata o quello delle amicizie che ho avuto il piacere di stringere durante questi ultimi sei mesi. Anche perché, per la cronaca, il nocciolo della questione non è assolutamente questo.

Vi basti sapere che da un bel po’ di tempo, ormai, mi sento una persona totalmente nuova.
Nuova, ma allo stesso tempo identica a prima. Sì, perché non sono diventato nessuno.
Non sono diventato il guitto con la battuta sempre pronta nel quale, in certi momenti, ho sognato di tramutarmi. Non sono diventato un capo carismatico. Non sono diventato un infallibile seduttore. Non ho raggiunto la verità, la pace interiore o l'atarassia. Non mi sono trasformato in un santo, né ho raggiunto il Nirvana.
Insomma, non sono diventato perfetto, come tante, troppe volte, nella mia vita, ho desiderato essere.

Potrà sembrarvi una banalità e forse lo è. Ma vi assicuro che è grandioso rendersi conto di come un modo di vedere le cose, di percepire la vita, il mondo, la gente e sé stessi.. possa cambiare.

Bella, emozionante, appagante. Non ci sono aggettivi tanto scontati e banali quanto tremendamente adatti per definire la sensazione che si prova nel rendersi conto, giorno dopo giorno, sempre con maggior chiarezza, che l'esistenza può offrire molto di più di quello a cui ci si è abituati nel corso di una vita.

Ci si accorge, proprio come un bambino che muove i suoi primi passi nel mondo, dell'esistenza di un universo nuovo. Con la differenza che tutto ciò che conosciamo resta assolutamente uguale; nulla cambia. Ma questo "tutto" che all'apparenza esteriore ci rimane così familiare, acquisisce una fragranza diversa, un sapore rivoluzionario.

Ho finalmente scoperto la gioia di essere me stesso, con le mie imperfezioni e le mie idiosincrasie, ma anche con i miei pregi e le mie peculiarità, che sto imparando ad affinare e valorizzare.
Ho imparato a dare meno peso all'opinione altrui e soprattutto a far tacere, ogni tanto, quell'ingombrante ed opprimente figura che è il mio giudice interiore.

Soprattutto, ho imparato a vivere il quotidiano, ad assaporare la vita così come viene, a rilassarmi, a sorridere, a concedermi una figuraccia; insomma, ad accettarmi per come sono: un piccolo essere mortale il cui caduco e breve passaggio su questo mondo dovrebbe essere animato dalla consapevolezza che il solo, grande, imperdonabile e irreversibile errore che si può commettere è quello di non vivere l’unica vita che gli è stata concessa.

Non so come tutto questo sia potuto succedere. Alcuni di voi forse si ricorderanno del corso di teatro che ho frequentato l’anno scorso, o del libro che sto leggendo attualmente e del quale vi ho più volte parlato.
Non so se tutto questo che sto raccogliendo ora sia il frutto degli sforzi che ho messo in pratica per dare una svolta alla mia vita, o se invece si tratti di un evento autonomo, di un cambiamento in qualche modo indipendente dal mio volere. E, francamente, non mi interessa più di tanto saperlo.

Intendiamoci, non mi sento arrivato. Né tantomeno guarito da una malattia che, peraltro, non ho mai pensato di avere.
Credo infatti che tutta la vita, anche quella delle persone più capaci, abili e felici debba essere sempre animata da una serena e distesa voglia di progresso, di miglioramento; una voglia che non deve mai arrestarsi.
Figuriamoci, quindi, la vita di chi si sente “stretto” nella propria esistenza, di chi sa di negarsi troppo, di chi sa di potere e dovere (come atto di giustizia e amore verso sé stessi) mettere in atto un processo di crescita personale.

No. Non mi sento assolutamente arrivato. Questo non è un post auto-elogiativo o tantomeno un manifesto nel quale annuncio al mondo, come farebbe un ex tossico, la mia gloriosa e salvifica “uscita dal tunnel”.
So bene quanto sia difficile mantenere il cambiamento, so bene quanto siamo fragili e quanto, spesso, ci dimostriamo in tutta la nostra infinita debolezza di esseri umani.
E’ per questo che oggi non canto vittoria. E nemmeno voglio impartire lezioni a nessuno, o incarnare la figura di un messia che elargisce verità a buon mercato.

E non vi dico addio. Nonostante senta che il grosso della mia ricerca interiore sia oramai completato, nutro comunque interesse per le tematiche trattate da questo sito e rimarrò finché ne avrò voglia, o finché la vita non mi porterà altrove.

Quello che vi voglio dire, oggi, è altro.
Anche se, molto probabilmente, a voi sembrerà di non aver fatto nulla di particolare per me, vi assicuro che è il contrario.

Grazie ragazzi.

Re: Tirando le somme. Un anno dopo.
 

Fa tanto piacere leggere un messaggio così profondo, sereno ed equilibrato. Mi ritrovo in un infinità di pensieri, di emozioni e di stati d’animo come se quelle parole le avessi scritte io stesso.

Avanti così e buona vita!

complimenti un altro che ha visto la luce 8)

Grazie MarcheseDelGrillo per qs topic, mi hai fatto tornare indietro nel tempo alla mia iscrizione su qs forum avvenuta circa 10mesi fa...Spulciavo il forum dribblando i post alla ricerca di qualche testimonianza in cui intravedere un percorso da imitare, ricordare, prendere ad esempio... Andavo alla ricerca di speranza, coraggio...
Molte volte "passeggiando" sl forum sono inciampata in testi grevi scritti da ragazzi troppo giovani per essere rassegnati, pero' fortunatamente alcune volte ho avuto il piacere di leggere esperienze (talvolta amare e faticose ma densissime di vita) di persone che hanno scelto di non abituarsi ai loro disagi, di non lasciarsi sedurre dalla propria paura...

la tua è sicuramente una testimonianza importante, però volevo fare una mia personale osservazione: sei riuscito a "migliorare" senza il ricorso a nessun farmaco? io continuo ad essere dell'idea che i sociofobici e le persone molto timide siano come dei "dislessici emozionali" e che una parte considerevole dei loro disagi dipenda da cause "organiche" a cui si può porre un deciso rimedio grazie alle medicine, mentre dal tuo post mi viene da pensare che tu non ne abbia fatto uso. E' importante anche la forza di volontà, ma dal mio punto di vista da sola non basta, non in tutti i casi perlomeno.

Non ho fatto ricorso a niente, psicologi (anche se a volte sono stato tentato) nè tantomeno farmaci. Anche perchè i miei problemi non erano poi così gravi.. non mi sono mai considerato sociofobico, ma solo affetto da una timidezza che, con gli anni, si era andata sempre più "ammorbidendo". Una timidezza che comunque non mi permetteva di mettermi alla prova, di vivere realmente, di approcciare una ragazza o di sentirmi al pari degli altri.

La svolta c'è stata l'anno scorso, verso Febbraio-Marzo, quando la frequentazione di un corso di teatro, iniziato a Ottobre, mi portò a maturare tantissime riflessioni sulla vita e su di me.
Fu in quel periodo che cominciai ad avvertire seriamente che qualcosa, nella mia esistenza, andava cambiato. Qualcosa che però, nella pratica, mi sfuggiva.
E dunque arrivò una sorta di "psicosi" sulle problematiche legate alla timidezza e all'inibizione sociale che mi fecero approdare in questo forum.

Da lì in poi ho iniziato a vivere una situzione "di stallo", a fluttuare in una specie di limbo, ancora adeso alle mie antiche paure e ai miei vecchi modi di pensare, ma ormai convinto che c'era qualcosa di veramente importante che, per la prima volta, mi stava apparendo dinnanzi agli occhi.

A settembre ho acquistato "L'autoterapia razionale-emotiva" di Ellis, che sto tutt'ora leggendo e che mi ha aiutato parecchio. Ma non credo che possa attribuire in toto il mio miglioramento a questa lettura.. diciamo che probabilmente è stato un di più, un buon aratro su un terreno già di per sè fertile, tanto per fare un paragone agrario.

Credo proprio che il grosso del lavoro l'abbia fatto l'attività teatrale, che quest'anno non ho continuato per motivi di studio ma che mi piacerebbe riprendere in futuro, a livello amatoriale.

Certo, se penso a quello che è successo mi viene automaticamente da pensare anche a quello che potrebbe succedere in futuro, agli ulteriori miglioramenti che potrei fare.. sarebbe grandioso! Chissà.

Non nascondo che ci sono alcune situazioni nelle quali devo comunque sforzarmi ad agire, nelle quali mi sento timido o impacciato, ma ho messo in conto che diventare ultra-sicuro di me al limite della spaconaggine sarebbe utopico, almeno nel breve periodo, oltre che inutile nonchè forse dannoso, per me e per gli altri.