![]() |
Figli di serie a e di serie b
Assurdo che figli di gente perbene che li vuole crescere in modo diverso vengano sequestrati ai genitori, mentre figli di zingari che rubano fanno crimini mettono incinte le dodicenni li lascino allevare a gente del genere.
https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...5044a67cff.jpg |
Re: Figli di serie a e di serie b
Il trattamento privilegiato lo vorrebbero quelli che lascerebbero dei bambini nelle mani di persone che li espongono a pericoli ("vive tranquilla" un par de palle) come quello di ammalarsi o peggio per dei funghi avvelenati (è dopo quello che si è scoperta la storia), per le condizioni igieniche precarie o la "casa" non sicura strutturalmente. Per non parlare dei 50000 euro chiesti per ogni figlio. Tutto questo solo perché figli di bianchi anglosassoni razza superiore jawohl mein Fuhrer.
Salvo poi sbraitare "dove sono i servizi sociali?" quando una madre instabile taglia la gola al figlio. Coerenza portami via. |
Re: Figli di serie a e di serie b
Mi avete chiesto cosa ne pensi della vicenda della casa nel bosco di Chieti.
Bene. Ne penso questo. Penso che sia una faccenda troppo seria per essere lasciata alle opinioni da bar o alla propaganda politica dei Salvini di turno. Che ormai sono la stessa cosa. Privi di ogni argomento, nel tentativo di distogliere l’opinione pubblica dai veri e tragici problemi irrisolti di questo Paese, Meloni, Salvini, Nordio e i principali esponenti di governo si sono lanciati come “influencer” sul caso del giorno - addirittura lanciando una raccolta firme - pur di sparare la loro dose di bestialità e veleno sui giudici, colpevoli, secondo loro, di “aver strappato i figli a una coppia di bravi genitori”. Come se i magistrati fossero dei sadici che godono nel separare dei bambini da mamma e papà per il semplice gusto di farlo. Sarebbe bastato leggersi le carte per rendersi conto che la realtà è ovviamente molto diversa. Nessuno si è svegliato una mattina e ha deciso di dare tre bambini in affido, per altro insieme alla madre. Non funziona così. Sono 13 mesi che esperti, tecnici e assistenti sociali - non @GiacominoParodi su Facebook - indagano, studiano attentamente il caso, hanno effettuato controlli, cercato in tutti i modi un contatto coi genitori, ottenendo in risposta sempre un atteggiamento per nulla collaborativo, se non peggio. E in questi 13 mesi nessuno dei giudici o degli assistenti sociali ha mai messo in discussione lo stile di vita dei genitori in quanto tale - non è la loro funzione - semmai hanno sempre e soltanto valutato le condizioni di tutela dei minori, costretti di fatto a vivere al freddo, senza acqua corrente, senza gas, senza andare a scuola e privi di ogni contatto sociale, le cui conseguenze sullo sviluppo emotivo e cognitivo possono essere enormi. Questo è il tema. E solo questo. E no, non c’entra nulla con i campi rom, dove furbescamente la destra sta cercando di dirottare l’attenzione in un parallelismo insensato col solito benaltrismo di quart’ordine che tanta presa fa sui propri elettori. E, già che ci siamo, se invece che inglesi e australiani fossero uno egiziano e l’altra etiope, potete star certi che i Salvini i Pillon non avrebbero mai urlato allo scandalo, anzi, sarebbero in prima linea ad attaccarli con la bava alla bocca, al grido di “non si adeguano alle nostre tradizioni” e via con la solita propaganda razzista. Perché il problema non è lo straniero ma quanto straniero e di che colore. A nessuno sano di mente e con un briciolo di empatia fa piacere vedere dei bambini separati (temporaneamente) dai genitori. Ma usare una storia così delicata per cavalcare la pancia delle persone e vomitare cattiverie e falsità contro chi, in un contesto tutt’altro che facile, ha applicato con serietà la legge e fatto il proprio mestiere, è qualcosa che non è accettabile da massimi esponenti del governo italiano. Anche se non mi aspettavo nulla di meno e niente di diverso. A questi tre bambini auguro il meglio possibile. Che non tocca né a me né a Salvini né a @fragolina76 stabilire, ma a chi di dovere. E menomale. Quanto a noi, meritiamo una classe politica migliore di questa e un dibattito più serio di così. Ecco quello che penso di questa storia Lorenzo Tosa Io aggiungo che non sempre magistrati e assistenti sociali lavorano bene, ma ciò non toglie che il dibattito su sta faccenda è becero e ignorante. Niente di nuovo sotto il sole. La vorrei vedere una raccolta firme per due neri arrivati in barcone che vivono così. Manco o comunisti sfegatati la proporrebbero. E manco me ne fotte di stare antipatica al forum e di fare la maestrina perché con le famiglie disagiate e sotto servizi sociali ci lavoro e mi trovo a fare ( o non fare) segnalazioni varie a enti, con tutta la complessità che va dietro ad ogni singola situazione, e quindi un po' di cognizione ce l'ho e dico. Non posso argomentare perché ho firmato un patto di riservatezza. Ma mi fa cagare quasi ogni commento su sta faccenda, salvo rari casi. |
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Un parere non troppo polarizzato. quello di Massimiliano Zulli:
La famiglia nel bosco e i social che si schierano. Che poi lo faccio anch'io, qua di seguito eh. Schierarmi dico. Però proviamo a farlo in modo razionale, senza trascinamenti emotivi. Voglio dire: ma possibile che la solfa sia sempre la stessa? O il "lasciateli liberi, vivono secondo natura", o "I bambini! Nessuno pensa ai bambini?" (cit.). Ma il punto non è stabilire chi sia "buono" e chi "cattivo". Il punto è riconoscere che tra vivere in un bosco per scelta e mettere a rischio il benessere dei minori esiste un confine delicato, tecnico, giuridico, educativo ma anche di pura sostenibilità. Ecco, a questo proposito: sapete quanta terra serve davvero per vivere di autosostentamento? Ho trovato delle stime molto diverse, ma restiamo in un range medio. Si parla di 1-2 ettari a persona per un autosostentamento alimentare minimale in contesto rurale (orto, piccoli allevamenti, legna). Una famiglia di 4 persone avrebbe quindi bisogno di almeno 4-8 ettari, cioè 0,04-0,08 km². Ora proiettiamo questo modello sull’Italia. Siamo circa 59 milioni di abitanti, se tutti decidessimo di "mollare tutto e vivere nel bosco" servirebbero tra circa 500.000 e oltre 1.000.000 km² di territorio. Però. L’Italia misura circa 300.000 km². Vuol dire che dovremmo radere al suolo città, strade, invadere San Marino, prenderci la Svizzera con tutte le banche dentro. Che poi di questi tempi le annessioni mi sembrano pure di moda, pensiamoci. Quindi no, vivere nel bosco non è un modello sostenibile, anche se sembra. È una scelta individuale elitaria, praticabile solo perché la maggioranza continua a vivere nel "sistema". Probabilmente chi è dalla parte di questa famiglia si proietta in un ideale: mollare la società, il lavoro, le regole, le bollette, le responsabilità. Sempre col cellulare il mano e dal proprio divano. Allo stesso tempo, chi invoca l’intervento duro e puro dello Stato spesso dimentica che anche le istituzioni possono sbagliare, esasperare, agire con rigidità burocratica e scarsa empatia. È polarizzazione. La solita polarizzazione tutta emotiva, che descrivo - consentitemi - nel mio libro "Sui social manca il grigio". Ed è esattamente così che il cervello, ancora una volta, ci fotte. |
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
|
Mi chiedevo chi avrebbe aperto per primo questo thread...
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Sembra che il governo si stia muovendo per ridare i figli alla famiglia, che brutta storia, ennesimo caso mostruoso di distorsione della legge ad opera della magistratura.
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
Poi però vorrebbero essere curati in caso di bisogno dal SSN, magari. E magari sono di quelli che sbraitano contro gli immigrati irregolari che vengono ripescati dal mare o tenuti nei CPR "a spese nostre". |
Re: Figli di serie a e di serie b
Tutta l'Italia è indignata per dei poveri bambini strappati a una famiglia che ha deciso di vivere in modo alternativo, tranne a sinistra, la quale deve difendere la magistratura sempre e comunque, purtroppo non sono bambini di gaza(ah no quelli ce li siamo già scordati, hanno smesso di morire, muoiono ancora come mosche in Yemen, Siria, Sudan, Africa in generale, ma là non ci sono ebrei da incolpare, sono bambini morti di serie z o addirittura fuori alfabeto)se no magari qualche barlume di coscienza avrebbe dovuto luccicare.
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
Poi sto post è fatto da un gay single, è consapevole che può essere amorevole e genitorialmente adeguato quanto vuole, ma potrebbe adottare figli solo se sono disabili ( quindi di serie b , e non è certo un mio pensiero, è la legge) ? |
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
Quote:
https://www.rainews.it/maratona/2025...86df2e3ef.html |
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
Invece i non disabili possono andare con le persone di serie A. Agghiacciante il retropensiero di certe leggi. |
Re: Figli di serie a e di serie b
Quote:
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Risponderò poi nel frattempo ho avuto un brutto crollo mentale scusate
|
Quote:
|
Re: Figli di serie a e di serie b
Ho trovato un altro parere non polarizzato
Prima di parlare e dare giudizi politici ed ideologici leggete gli atti. Il “caso della famiglia del bosco” è molto più complesso di quanto trasformato in slogan sui social: richiede una lettura completa dei fatti. 1. La vicenda nasce da un episodio sanitario che, preso da solo, potrebbe anche non essere allarmante. Un’intossicazione da funghi può capitare in qualunque famiglia, anche ben funzionante. Qui però il problema non era l’intossicazione, ma le circostanze in cui si è verificata e le reazioni dei bambini alle cure. I piccoli sono arrivati in ospedale dopo aver consumato funghi raccolti senza alcun controllo; e durante le procedure mediche hanno mostrato comportamenti fortemente atipici per la loro età, tali da insospettire gli operatori. Non era il singolo evento a destare preoccupazione, ma il quadro complessivo e il potenziale rischio di vita emerso dalla gestione familiare dell’emergenza. Da qui l’intervento dei sanitari e l’attivazione delle verifiche. 2. Sul piano educativo emergevano irregolarità chiare. L’istruzione parentale non era stata rinnovata, come invece prevede la legge. In Italia l’homeschooling è possibile, ma richiede comunicazioni annuali e l’obbligo di sostenere gli esami di idoneità. In questo caso si trattava di un “unschooling” non conforme alle garanzie normative. 3. Le verifiche istituzionali hanno descritto condizioni abitative gravemente compromesse. La casa era priva di acqua, luce e riscaldamento, in una zona nota per inverni rigidissimi. A questo si aggiungevano isolamento sociale, condizioni igieniche precarie e rifiuto sistematico dei controlli sanitari. Un quadro che contrasta con quanto riferito dal pediatra: un’incongruenza che dovrà essere chiarita. 4. Un passaggio particolarmente grave: i genitori hanno rifiutato le visite neuropsichiatriche infantili richieste per valutare i minori, arrivando a pretendere 50.000 euro per ciascun figlio. Un comportamento incompatibile con qualsiasi percorso di tutela. 5. I minori vivevano in totale isolamento. Non frequentavano coetanei, non praticavano attività sportive, sociali o educative. Una privazione relazionale che qualsiasi tribunale considera un rischio per lo sviluppo psicofisico di un bambino. 6. Chiarimento essenziale: i bambini non sono stati “strappati” alla famiglia. Sono stati posti in protezione con la madre, che è sotto valutazione, come accade in moltissimi altri procedimenti analoghi. Una misura temporanea e prudenziale, non una sottrazione forzosa. 7. La libertà di educare e di scegliere uno stile di vita è un diritto. Ma questi diritti non possono tradursi in condizioni oggettivamente pericolose: vivere in un rudere senza acqua, luce e riscaldamento, in un isolamento totale, alla vigilia di un inverno durissimo, non rientra in alcuna forma accettabile di “scelta alternativa”. 8. Evitare paralleli semplicistici è fondamentale. È vero che lo Stato mostra incoerenze, a volte gravi: non ascolta ragazzi che chiedono protezione, tollera minori sfruttati sui social, interviene a macchia di leopardo. Ma usare queste contraddizioni per giustificare qualsiasi situazione è una fallacia logica. Se lo Stato è rigido con i “piccoli evasori”, non significa che tutti gli altri siano automaticamente innocenti. Questa non è una storia ideologica. È una storia di tutela minorile. E per comprenderla davvero, bisogna leggere gli atti. Sempre. |
| Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 09:01. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.