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La durezza della vita fa crescere?
Le asperita' della vita, la sua durezza, i contrattempi, le grane, le rogne...il fatto che ottenere qualcosa di valido richieda sempre tempo e fatica, sono solo cose negative di cui si farebbe a meno?
Oppure secondo voi fanno crescere e ci fanno diventare migliori? Come un albero che, tempestato dal vento e dalla pioggia, vede crescere le proprie radici in profondita' e diventa piu' forte? |
Re: La durezza della vita fa crescere?
A me le persone hanno spento il sorriso.
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Re: La durezza della vita fa crescere?
Rispondo per me, perché in questo caso non penso esistano risposte universali, ognuno reagisce a modo suo.
Da un punto di vista freddo e razionale possono essere utili per imparare come "funzionano" le avversità, apprendere tattiche per affrontarle, non essere impreparati quando arriveranno quelle successive in modo da affrontarle meglio di quelle precedenti. Da un punto di vista emotivo a me le durezze della vita, specie quando superano un certo livello, impongono un forte carico ed è sempre difficile non reagire scappando, ritirandomi in me stesso, facendo grossi passi indietro e dovendo ripartire da capo per riconnettermi col Mondo. |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Sono solo cose negative di cui avrei fatto a meno.
Un po' è vero che si diventa vecchi saggi con la barba, ma poco te ne fai. A meno che uno non ambisca a ciò. Fondamentalmente per me sono stronzate perché se servisse l'eccesso di sfighe, la gente si cercherebbe quelle, ma mi pare non se le cerchi nessuno. Salvo chi ha i sensi di colpa e vuole fare ammenda. Ma appunto, quelli prima se la sono goduta però. Non è che da principio uno parte con tutta sta voglia di rogne e disgrazie , facile punirsi dopo, prima però... E comunque é una scelta il che già pone in altre condizioni, la sfiga invece tocca e basta. É un luogo comune un po' come "viaggiare apre la mente". Ho proprio constatato che gente che si è girata il mondo intero può avere una mente stretta come una capocchia di spillo. Non parlo di un caso isolato, sto quasi a campione rappresentativo Istat. E altri che non hanno girato da nessuna parte e però sono aperti mentalmente. Inutile che giri se tanto hai la testa di cazzo, ti resta. Inutile che triboli se puoi fare a meno, sennò sarebbero tutti in fila per farsi frustare le chiappe, invece c'è solo qualche anziano BDSM. Pii si presume, e questo fa parte della "scelta di soffrire", che la sofferenza abbia una durata e poi "esce l'arcobaleno". Invece nella vita sti gran cazzi. Alla vita non frega nulla di quando TU ne hai le palle piene del "periodo", se le gira ti pianta pure il resto. Ti è morto un figlio? Beh, te ne può fare morire un altro. Hai appena perso la casa? Perdi pure il lavoro e ti viene un cancro. É sfiga,? Si, decisamente. Ma di fatto, non ha limite né senso della misura. |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Divido due passaggi.
Quote:
Per il resto Quote:
Spesso segnano un confine netto: c'è un prima e un dopo. Prima di una malattia e dopo. Prima di un lutto e dopo. Prima di una grande difficoltà e dopo. Sono fasi di cambiamento, più che di fortificazione. Si cambia perché la persona che eri e la vita che avevi non possono più essere le stesse. Alcuni riescono a metabolizzare il cambiamento in un modo più gentile (non so come altro spiegarmi). Forse non subito, magari con il tempo, ma trovano nuove risorse interiori. Altri, invece, iniziano a provare rabbia e un forte senso di ingiustizia verso la vita. E smarcarsi da questa sensazione è difficile. C'è anche chi si blocca, non reagisce, o sviluppa comportamenti (auto)distruttivi. Comunque, sono convinta di una cosa. Per sviluppare realmente il nostro potenziale abbiamo bisogno di un po' di bellezza. Di sole. Di felicità. Senza come si fa? Dobbiamo cercare queste cose anche quando non le sentiamo, anche quando sembrano assenti. E in questa ricerca, dobbiamo fare attenzione al richiamo delle illusioni e delle soluzioni che promettono, ma poi presentano il conto (spesso troppo alto). |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Dipende molto da che tipo di cose sono, in alcuni casi ti può fortificare in altri annientarti, è soggettivo come si reagisce alle avversità quindi non c'è una risposta che possa essere valida per tutti. Se devo parlare per me, i problemi , le sofferenze, i lutti etc mi hanno chiuso il cuore e sono diventata più insensibile.
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Re: La durezza della vita fa crescere?
Non sempre. Una brutta malattia da un lato può immunizzarti e renderti più forte, dall'altro lato può fare danni irreparabili, lasciare cicatrici.
Anche un albero tempestato, si può irrobustirsi da un lato con radici più profonde, ma i rami spezzati sono ferite che lo rendono più vulnerabile a parassiti e malattie che possono infettarlo. |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Sostanzialmente dipende.
Proprio come nell'esempio dell'albero. A volte l'albero ne esce rafforzato, altre volte diventa storto e nei casi peggiori si spezza del tutto. Davanti alle avversità della vita, ci sono cose che rendono più forti e cose che invece ci tagliano le gambe e ci lasciano per sempre bloccati. Una componente può anche essere soggettiva. Pensiamo ad esempio ai lutti, c'è chi elabora il lutto e riesce a trovare cose nuove in maniera efficace. Ma c'è anche chi rimane a vivere nel ricordo, per tutto il resto della sua vita. |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Diciamo che mi hanno reso meno empatico con certe categorie di persone (tossicodipendenti), e meno propenso a giustificare.
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Re: La durezza della vita fa crescere?
tutto ciò che non uccide ti stronzifica cit.
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Re: La durezza della vita fa crescere?
La sofferenza non è sempre la forgiatura di un metallo col fuoco; talvolta è l'esposizione di un legno alla pioggia e al tempo, che lo ammuffiscono o spezzano.
È come quel tavolo su cui costantemente si appoggiano pesi: non si rafforza, si incurva. |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Maggiore capacità di comprendere, forse.
Miglioramento personale, ne dubito. Forse solo quando vieni messo davvero spalle al muro e devi decidere se riprenderti o mollare tutto definitivamente. |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Quote:
Finché ci sono chances, non si è toccato il fondo. Fondo che poi, non esiste. Sta solo al caso se dimostrartelo o meno quanti fondi ci sono: illimitati ( non sul c/c) |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Io credo sia da pochi rimanere se stessi e non incattivirsi di fronte alle dure prove della vita, bisogna avere una mente vasta. Ma il mondo è pieno di incattiviti che invecchiando si imbruttiscono anche dentro oltre che fuori
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Re: La durezza della vita fa crescere?
La sofferenza e le difficoltà non contano niente in se stesse: il loro valore è relativo all'opportunità, a come vengono vissute, a come reagisci, a cosa ci costruisci sopra. E sono inevitabili. La vita non fa sconti a nessuno, un bambino autoreferenziale e ingenuo che ha vissuto poco e niente potrebbe pensarla diversamente.
Alla fine non conta nemmeno ciò che fai dopo, fosse anche vestirsi da puffo e saltellare intorno agli alberi canticchiando filastrocche stonate: conta se funziona, se ti aiuta a stare meglio. C'è chi tira fuori un'opera d'arte grande o piccola che sia, riconosciuta come tale solo da se stesso o da un vasto pubblico, e chi ne ricava niente e non perde occasione per lamentarsi e vittimizzarsi pensando che nessuno soffra come soffre lui. Urlare e raccontare i tuoi problemi possono essere un modo per sfogarsi e alleggerirsi ma a se ad un certo punto non smetti diventano l'ennesimo problema che ti ossessiona e genera nuove occasioni di sofferenza, ulteriore fatica e ulteriori complicazioni. Ciò che per una persona è una cazzata o una occasione di crescita, un'altra persona può viverla come una terribile ingiustizia, una inenarrabile tragedia. Ti capitano 10 cose brutte e ne trai qualcosa di utile e continui per la tua strada con le cicatrici della saggezza e vivi meglio di una persona che di cose brutte ne vive una e ne esce distrutta e rimane piantata in quel ricordo per il resto della vita. Nessuna delle persone che conosco è finita in ospedale nemmeno la metà delle volte che ci sono finito io, questo non significa che non poteva andare ancora peggio, e non significa nemmeno che io sia la vittima e chi non è mai stato in ospedale sia il fortunato necessariamente inconsapevole. Dall'esterno e da lontano, ovvero attraverso uno sguardo superficiale e momentaneo, chiunque può sembrare sempre felice e senza problemi o può sembrare normale anche se la normalità è solo una convenzione, qualcosa di astratto, un ideale, una linea generale e generica, e andrebbe intesa più o meno così: da quello che ho potuto osservare e comprendere sembrerebbe che questa probabilità sia abbastanza frequente. E spesso viene confuso ciò che è considerato normale, ovvero stabilito dall'essere umano arbitrariamente, con ciò che è naturale ovvero indipendente dalla nostra volontà di ordinare e classificare. Ormai non le reggo più quelle persone convinte di essere le più disgraziate, in possesso del copyright della sofferenza umana e chi non è come loro non soffre veramente e non può capire...forse proprio perché un tempo mi consideravo una di esse. Però penso anche questo: nessuno sceglie di essere sopraffatto dalla sofferenza, se potesse reagire diversamente lo farebbe, quindi tale persona è vittima prima di tutto di se stessa, ma questo non significa che qualcosa non possa cambiare e tali persone siano condannate. |
Re: La durezza della vita fa crescere?
Mah, se si tratta di malattie e lutti di persone care è normale che faccia stare male.
Quelle sono, diciamo, "forza maggiore". Mentre se si tratta di persone che rompono i coglioni questo paradossalmente può essere un insegnamento. Può servire a essere un pò più disillusi. Nel senso che al mondo c'è sia gente buona che gente di merda, e quindi bisogna imparare a selezionare. |
Per quanto mi riguarda le asperità della vita mi hanno solo reso depresso e ancora più debole caratterialmente. Quando la vita mi era facile mi sentivo onnipotente. 😂
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Re: La durezza della vita fa crescere?
Quote:
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Re: La durezza della vita fa crescere?
La sofferenza va bene se è compensata da qualcosa di buono.
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