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Il mio umore dipende troppo dagli altri
L’altra sera ho avuto l’ennesima conferma (come se non lo sapessi già) di quanto il mio benessere psicologico sia fortemente condizionato dagli altri.
Mi trovavo in un locale per festeggiare il compleanno di mio cugino. Tra gli invitati c’era anche una sua ex compagna di scuola che conosco anch’io: abbiamo passato praticamente tutta la serata a parlare e a scherzare. Era tanto che non trascorrevo una serata così piacevole. Può sembrare esagerato, ma con quella persona mi sono sentito di nuovo vivo. Il giorno dopo, però, è tornata la solita malinconia. E lì ho capito (ancora una volta) quanto il mio umore sia legato ai riscontri esterni e quanto sia forte in me il bisogno di relazioni (in particolare con le donne). È come se in certi momenti mi "ricaricassi", ritrovando voglia di vivere ed energia, che però svaniscono quando torno alla solitudine di sempre. Mi rendo conto che è una forma di dipendenza affettiva, e quindi una debolezza, ma cerco di tenerla a bada restando con i piedi per terra. Detto questo, vi chiedo: capita anche a voi qualcosa di simile? Sentite anche voi questo bisogno costante di relazione, o riuscite a mantenere il vostro equilibrio anche nella solitudine? |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
Quello che mi destabilizza sono le persone, il loro rifiuto, il loro abbandono. Nella solitudine vivo un malessere più controllato, con le persone invece divento impulsivo e senza controllo se colgo dei segnali che mi stiano respingendo.
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Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Ho constatato come io abbia il bisogno di riscontri costanti dalle persone che reputo significative, sento che se non si facessero vive a brevi intervalli di tempo rischierei di sentirmi abbandonato, o comunque esaurirei rapidamente la carica emotiva positiva che mi dà l'interazione, con conseguente crollo d'umore. Non so però se questo sia un semplice effetto dello stato di solitudine quasi completa che perdura ormai da molti anni, ovvero se, nel caso avessi una vita sociale decente e costante, vicina a quella che hanno le persone qualunque, allora riuscirei a vivere in maniera più equilibrata il bisogno di interazione. C'è anche un'altra cosa da considerare nel mio caso. Da una parte a volte vivo un bisogno spasmodico di contatti umani, dall'altra so, basandomi sulle esperienze passate, che tendo comunque a stufarmi presto della maggior parte della gente, arrivando a vivere come un dovere e un impegno faticoso quei rapporti umani di cui pure, quando mancano, sento un forte bisogno. |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Potremmo chiederci cos'è una dipendenza, specie in questo àmbito, visto che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale ha bisogno di rapporti umani costanti e ne ricava piacere: una cosa così universale è una dipendenza, una forma di debolezza a cui opporre resistenza? E se sì, perché? Quale sarebbe il fine di un'esistenza completamente scollegata da qualsiasi fattore esterno, sempre che sia possibile? La debolezza e il problema non stanno piuttosto dal lato di chi bolla come "dipendenza" qualcosa invece di universalmente diffuso? |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Mi rivedo molto in quello che hai scritto, soprattutto nel bisogno costante di riscontri e nel senso di vuoto che arriva quando le interazioni si interrompono. È come se l’umore dipendesse da un filo sottile che gli altri, con la loro presenza o la loro assenza, possono spezzare in qualsiasi momento. D’altro canto, però, quando ci si avvicina troppo agli altri, a volte subentra la stanchezza, quasi come se la mente avesse un limite di tolleranza verso le relazioni. Forse è proprio la solitudine cronica a deformare questi equilibri: ci fa desiderare con forza ciò che poi non riusciamo davvero a sostenere. |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Nel mio caso conta molto l'abitudine, ho più dimestichezza con la solitudine che con la compagnia. Semmai trovo più destabilizzanti le interazioni con gli altri. La penso un po' come Juan, sebbene per ragioni diverse. |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
No nn sento il bisogno costante di relazione e non mi fanno star male le coppiette.
Però che l'umore cambi per rapporti sociali mi pare rientri nella normalità. A me cambia soprattutto per altre cose, ma comunque è tutto interconnesso. |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Forse la differenza sta nel grado di consapevolezza: se un bisogno ci domina al punto da farci perdere equilibrio o autonomia, allora sì, si può parlare di dipendenza. Ma il bisogno in sé non è una debolezza; è anzi una forma di vitalità, un modo per sentirsi connessi e "vivi". |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Devo dire però che, come Hor, in base alle esperienze passate, dopo un po’ tendo a stufarmi delle persone e a vivere il rapporto quasi come un dovere. Forse perché non ho mai trovato qualcuno con cui sentirmi davvero in sintonia :nonso: |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
Io ho una specie di punto limite che raggiungo quando sento che ho fatto troppa vita sociale (per i miei standard, che non sono quelli di una persona estroversa).
Quando lo oltrepasso sento il bisogno di stare per conto mio. Questo senza avere risentimenti frustrazioni e indipendentemente dal fatto che siano rapporti sociali piacevoli o non piacevoli. |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Poi quando ce l'hai avuta e brutta, ti fanno pena le coppie e ci trovi tutti i difetti e le red flag...( Però sto zitta) :D w l'amore ...ma il fantacalcio è meglio |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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In realtà, in più di un’occasione sono stato io a chiudere alcune amicizie. Per quanto riguarda i rapporti di coppia, invece, non saprei come comportarmi, visto che sono single da sempre. Sicuramente, riconosco di avere una certa instabilità caratteriale. |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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I miei genitori, ad esempio, avevano un rapporto che forse potrebbe essere definito ideale: mai un litigio acceso, mai uno schiaffo o un piatto che volava, mai una parola fuori posto. Se avevano qualcosa da chiarire, lo facevano senza alzare troppo i toni. Certo, momenti di tensione ci sono stati anche tra loro, ma non ricordo mai liti furibonde. Si vedeva che erano uniti da un forte sentimento di amore e rispetto reciproco. Mi rendo però conto che rapporti del genere non sono molto comuni. |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
L"esempio dei genitori conta molto.
Hai fatto bene a citarlo. A me triggera come una lama nel fianco, ma hai fatto bene :D É strano che con genitori così funzionali tu non abbia replicato il modello... Sei un brutto vero®? (Ironizzo). No comunque ci sta dai, le mancanze nel confronto con gli altri si sentono, e sono inevitabili. Anche se qualcuno dice "fregatene degli altri"...la fs è troppo, ma nemmeno siamo soli sulla terra, li abbiamo tutti i neuroni specchio |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
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Purtroppo nella vita non possiamo scegliere molte cose, e tra queste ci sono anche i genitori. Questione di culo, insomma. Io, pur non potendomi lamentare del loro rapporto, per anni li ho ritenuti responsabili delle mie difficoltà relazionali, rinfacciando loro di avermi cresciuto troppo educato e represso. Oggi però penso che la responsabilità sia divisa al 50% tra famiglia e genetica. In fondo, anche se il loro legame era funzionale, non si può dire lo stesso per il modo in cui mi hanno educato. Ma, come dicevo, non credo che la colpa sia tutta loro: avevano anche le loro ansie, e hanno fatto quello che potevano. Riguardo alla mia presunta bruttezza, non mi esprimo. Non spetta a me dirlo… se vuoi ti mando una foto, così mi dai un voto da 1 a 10 come nel forum dei brutti :D Ah, comunque non sono così convinto che li abbiamo tutti, i neuroni specchio :mrgreen: |
Re: Il mio umore dipende troppo dagli altri
Qualcuno li usa, qualcuno pensa solo per sé come fosse una monade e gli altri solo pedine che girano attorno al proprio ego, ma manco quello è funzionalismo.
Ah figurati, io non mi vitimizzo, nonostante tutto il mio lo faccio, ognuno genitore ha avuto genitori e ogni adulto ha le sue responsabilità sulla sua vita e sul resto, restare attaccati a quello che ci hanno fatto non è funzionale,semmai una molla per uscirne fuori o provarci, poi va aculp, di sicuro le possibilità di una persona non finiscono con la genitorialità ricevuta, e accusare i propri vecchi a vita , non paga proprio, né conviene. Tornando alle relazioni, non mi farei troppi problemi : si accetta che si rosic su ciò che non si è avuto. E se non si rancoreggia e non so diventa cattivi capendo che non tutto spetta a tutti, men he mai nel tema relazionale, nel quale c'è un altro essere umano di mezzo che non è di proprietà e di diritto per nessuno, tanto meglio per sé e gli altri. La redpill è una strategia di comodo, che fa acqua da ogni parte, appaga nel sentirsi parte di qualcosa, ma rende bestiacce. |
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