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il lavoro non rende liberi
scusate per aver fatto una brutta semi-citazione.
Comunque ho un rapporto sempre più negativo con il lavoro da dipendente, quello che ho sempre fatto più o meno da una decina di anni a questa parte, da quando sono entrato nel mondo degli adulti e del lavoro, delle responsabilità e altre cazzate. A me da molto fastidio questo concetto: il lavoro ti rende un buon cittadino, è necessario per farti accettare nella società, è necessario per mettere su famiglia ecc. Le aziende private italiane spesso ti trattano male: "sei solo un numero" , "tutti sono utili, nessuno è indispensabile". Sono stanco. In primis, penso che se lavoro da dipendente ti sto offrendo il mio tempo che, non è una frase fatta, ma letteralmente è la cosa più preziosa che abbiamo. 40 ore è in genere lo standard. 5 giorni su 7 praticamente te li sto regalando, perché se rientro alle 6 o alle 7 di sera non è che c'è molto tempo per fare altro. Questo indipendentemente dalle competenze che ho da offrire. Già solo il TEMPO dovrebbe essere pagato a parte diciamo. Solo per il tempo chiederei un tot. Tutto il resto in base a quanto sono bravo. Poi noto gente che non solo è schiava di tutto ciò, ma è uno schiavo 2.0. Non solo non mette soldi da parte, ma va anche in negativo indebitandosi a più non posso, tra rate auto, bollette ecc. Mentre io se rifiuto di lavorare perché non accetto l'attuale sistema, vengo visto come un neet o una scansafatiche. Basta! Senza contare che se sei un padre di famiglia, allora sembra che ti meriti tutto il rispetto del mondo. Meglio essere un neet o indebitato fino al collo, o comunque fare una vita in cui sei sempre "stretto" ? Che rapporto avete col lavoro? In Italia nel 2025 è possibile trovare un lavoro che ti rende davvero libero? Con libero si intende che ha il tempo per fare cose OLTRE il lavoro e soldi necessari per farlo. |
Re: il lavoro non rende liberi
una buona premessa sarebbe ricordare che qualsiasi cosa fai (e in senso lato, anche qualsiasi cosa sei) oltre il tuo orario di lavoro, la puoi fare solo grazie al lavoro di qualcun altro.
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ad ogni modo non è illegale essere un neet. si, c'è un prezzo da pagare che è un giudizio negativo da parte degli altri, ma tutto sommato mi sembra un compromesso vantaggioso. pensa a chi si spacca la schiena e viene pure considerato un fesso proprio per questo. |
Re: il lavoro non rende liberi
Ci sono alternative?
Non è una domanda retorica |
Re: il lavoro non rende liberi
Il mio lavoro mi paga da mangiare e tutto quello che mi serve senza dover chiedere niente a nessuno.
Starei volentieri tutto il giorno a non fare nulla ma non me lo posso permettere. |
Re: il lavoro non rende liberi
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non è neanche troppo una battuta cioè mi pare assurdo che nell'era dell' AI dove si può fare l'impossibile, non tutti abbiano un lavoro almeno decente in un paese così detto "democratico" |
Re: il lavoro non rende liberi
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Per questo intendo ritirarmi molto prima dell'età pensionabile, verso i 50-51 anni al massimo, anche perchè col lavoro che ho sempre fatto e sto facendo (operaio su linea di produzione) l'usura fisica e lo stress sono elevati, e fare quasi 30 anni di lavoro così direi che basta e avanza per quel che mi riguarda. |
Re: il lavoro non rende liberi
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Re: il lavoro non rende liberi
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Re: il lavoro non rende liberi
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Io penso che l'importante è non gravare su nessuno, nemmeno sui propri genitori, e nemmeno se questi sono ricchi.
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Re: il lavoro non rende liberi
Io ho risolto col pubblico impiego, adesso il mio rapporto con il lavoro è ottimo.
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Re: il lavoro non rende liberi
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Edit: comunque mi accodo a chiedere che alternetiva c'é, idealmente pure io vorrei non fare nulla senza ridurre il mio potere d'acquisto, che tradotto significa che se vedo una moto usata la compro in contanti e la posso mantenere senza fare troppi conti, non che possa permettermi chissà cosa allo stato attuale. Ma questo é possibile solo sfruttando il lavoro di qualcun'altro |
Il lavoro è un incubo, una gabbia, la perdita della propria dimensione umana. L’ideale è vivere di rendita ma ci vuole la famiglia ricca o essere l’erede di qualche riccone.
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Re: il lavoro non rende liberi
Saremmo dovuti nascere ricchi, per il resto è un problema senza soluzioni purtroppo.
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Re: il lavoro non rende liberi
Ho letto prima di un tizio che s è fatto 25 anni e uscendo nn lavora , anche perché è difficile trovarlo per uno così ..... Vive in un cimitero di auto vicino Bergamo da 7 anni , non da qualche mese , quindi pure se male , si vive volendo , sempre meglio che lavora' .... Nn vale la pena solamente se il non lavorare porta alla morte relativamente breve , secondo me
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Re: il lavoro non rende liberi
Sono prospettive, vedute.
Al solito, ho la mia iper soggettiva o direi unica, sicuramente condivisibile qualora esplicitassi i termini della questione, ma siccome non voglio avere ragione non lo farò. |
Re: il lavoro non rende liberi
Il sistemo alternativo é l’anarchia, non nel senso del caos ma proprio nel senso della teorizzazione politico-sociale. Assenza di oppressione e libera organizzazione.
Presuppone però individui altamente consapevoli, responsabili, educati e motivati, in grado di mettere in pratica l’autogestione con un potere orizzontale, ed é frutto di un lungo lavoro di maturazione, studio e riflessione. Tutti quelli che ci hanno provato finora hanno fallito. E, senza che nessuno si senta chiamato in causa, attenzione a non invocare la liberazione dal sistema oppressivo solo quando si vede che gli altri hanno giocato meglio le loro carte, o ne avevano di migliori. Poi c’é il problema dell’ingiustizia nelle opportunità, vero, ma meriterebbe una riflessione a parte. |
Re: il lavoro non rende liberi
Il senso in cui il lavoro "dà libertà" sarebbe quello che attraverso esso (il lavoro) si guadagnano dei soldi per comprare beni e servizi che possono servire.
La questione per la quale chi è genitore e "ha famiglia" sia in un certo qual modo più meritevole di rispetto, rispetto a chi non è genitore e non ha figli ma comunque ha bisogno di denaro per vivere, è parecchio fuorviante. Nonché pericolosa e discriminatoria se non viene gestita con un certo senno. |
Re: il lavoro non rende liberi
Molto semplicemente, lo stato doveva prendere delle decisioni.
Una volta, più o meno dal dopoguerra fino a inizio 2000, i lavoratori italiani godevano di tutele sindacali mai viste altrove. Non solo, con uno stipendio si poteva comprare una casa, crescere più figli ecc ecc. Ecco, col passare del tempo, ci si è resi conto che questo sistema, soprattutto per le pensioni d'oro, era un debito insostenibile. Quindi si è deciso di abolire sistematicamente, l'una dopo l'altra tutte le tutele sindacali (il punto più alto di tutto questo è stata proprio l'abolizione dell'articolo 18 voluta proprio dalla sinistra). Intendiamoci, il sistema precedente esponeva facilmente gli imprenditori a un rischio abbastanza considerevole quando assumevano uno scansafatiche, perchè toglierselo era un problema. Ma d'altra parte, l'Italia ha progressivamente fatto una transazione dall'essere uno stato quasi socialista ad oggi in cui siamo uno stato quasi capitalista. Se un lavoratore non ha la stabilità, non è in condizioni dignitose, il lavoratore che vive nel precariato è come un mendicante che deve continuamente andare a cercare un po' di pane da una parte all'altra, senza certezze. Poi c'è stato anche un fondamentale cambio di mentalità, non c'è più l'idea di mettersi insieme, sposarsi, fare figli. Chi prova a farlo finisce cornificato, perde i soldi, resta solo ecc ecc. E allora, quali scelte politiche sono state fatte? Rientrare nei costi ma mantenere dignitose le condizioni dei lavoratori? Rendere possibile sposarsi e fare figli arginando la mentalità orientata al piacere fine a se stesso? Ridurre la tassazione enorme alle aziende? Beh, lo sapete tutti cosa è stato fatto, l'Italia ha semplicemente copiato l'America rendendo di fatto peggiore la vita della gente qui. E invece di creare condizioni lavorative dignitose e dare la possibilità di sposarsi e fare figli, la scelta politica è stata quella di investire sull'immigrazione di investire miliardi in cooperative, mediatori culturali, centri vari. Questo perchè la politica ha scelto così, ha scelto di sterminare il suo stesso popolo lasciandolo estinguere e di usare degli invasori stranieri come arma per creare di fatto un nuovo popolo di schiavi, sottopagati e sfruttati. Se io non trovo lavoro e ho le mie difficoltà, qualcuno mi aiuta? Lo stato mi da delle opportunità? No, zero. Ho dei titoli di studio, ho studiato per quasi tutta la mia vita e i miei titoli valgono come la carta igienica, utili solo per pulirsi il culo, visto che dove vivo io non c'è lavoro e se andassi fuori il costo dell'affitto supererebbe lo stipendio quindi andrei a pagare per lavorare. E' un sistema di schifo oggettivamente e non è colpa mia, non è colpa di chi non lavora. Anzi, chi può non lavorare fa bene a non farlo. E la sinistra che dice? Che i diritti verranno migliorati per tutti? Queste sono prese per il culo assurde chi può essere così stupido da crederci? La destra ha tradito, perchè avevano detto che avrebbero smontato questo sistema, e invece stanno grossomodo proseguendo nella stessa direzione. Insomma è tutto uno schifo. |
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