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Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
Vi pongo un quesito sul quale ho riflettuto a lungo e vorrei sentire la vostra opinione.
Quando si parla di problemi individuali, ha più senso considerarli dal punto di vista oggettivo (cioè valutando quanto siano "gravi" in termini generali) oppure soggettivo (cioè in base a come vengono vissuti dalla persona)? Ha senso fare confronti tra difficoltà diverse? Quanto dovrebbe pesare la percezione personale rispetto alla gravità oggettiva di un problema? |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
In linea di massima, almeno per come è stato per me, la linea di confine è se i propri problemi arrivano ad incidere nei rapporti sociali con chiunque, a 360°, incluse persone con le quali le cose sono sempre andate bene, oppure questi problemi si manifestano solo con determinate persone con cui non ci si trova.
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Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Direi che per me un problema personale è grave o se crea di per sé una condizione di forte malessere nella persona o se comporta dei forti limiti nella sua vita quotidiana o nelle relazioni con le altre persone. |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
Sempre soggettivo se non si è influenzati dalla comunità, l'latro giorno una persona mi ha chiesto per mettermi in difficoltà perché non sono sposato, ho risposto perché no con un sorriso.
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Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Mi irritano oltre maniera. Inviato dal mio moto g84 5G utilizzando Tapatalk |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
Mi è capitato di vedere la pubblicità di un’associazione che offre pasti ai senzatetto. In una breve intervista, una delle persone assistite raccontava come fosse finita a vivere per strada: diceva di aver perso la madre, e con lei ogni punto di riferimento nella propria vita.
Quello che mi sono chiesto è questo: considerando che la perdita di una persona cara è certamente un dolore profondo, ma che molte persone, con il tempo, riescono a trovare un modo per andare avanti, è giusto provare empatia incondizionata per chi, invece non ne esce. Mi rendo conto che ogni storia è diversa, e che magari dietro quella breve intervista si nascondono molte altre difficoltà personali non note. Però, a volte mi chiedo se offrire empatia a prescindere non rischi di scivolare nella giustificazione assoluta |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Se una persona finisce per strada per la morte del genitore, è palese che il problema non è questo, ma qualcos'altro che gli ha impedito di reggere il lutto, un problema più grosso, visto che la stragrande maggioranza delle persone bene o male quando muoiono i genitori riesce ad andare avanti. |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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E lì è ancora innocua la faccenda, nel senso che la senzatetto ci rimette in prima persona, non fa particolare danno. In questi casi si può essere più o meno empatici, ma già se si capisce che il solo lutto non può giustificare ( in realtà ne nomina due: morte della madre+ assenza di punti di riferimento) il diventare senzatetto, va da sé che si esclude la semplificazione "beh a tanti è morta la mamma e mica son finiti così". E già è un passo. Diverso e più difficile è empatizzare con chi , con la giustificazione di uno o più problemi occorsi, fa dei danni. Comunque il tutto è molto complicato e soggettivo. Io mi prendo sua da buonista che da manichea quindi direi che sto in equilibrio :D |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Quindi, non è questa una soggettiva visione? É la tua :nonso: Sicuramente è molto condivisa, ma non universale. Ad esempio Bebe Vio ha un problema che crea "forti limiti nella sua vita quotidiana" quindi rientra. Non si può negare. (non sono aggiornata, mi riferisco a quando la vedevo spesso, ). Ma si può considerare grave in assoluto la sua condizione? In termini medici sì (credo) si possa parlare di gravità per la legge 104. Ma questo non equivale necessariamente al percepirsi in condizioni di vita gravi e negative al massimo. Per contro, c'é chi non regge situazioni "poco gravi" per senso comune, ma soggettivamente percepite come intollerabili. Infatti sono quelli che al "pensa a chi sta peggio" si arrabbiano. |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
Quesito interessante.
Credo che ogni problema abbia una valenza oggettiva, che aumenta soggettivamente... cioè se tu soggettivamente riesci a smussarla assumendo un ottica universale di, chiamiamola leggerezza, allora il problema lo rendi gestibile, se inconsciamente o sfortunatamente per cause esterne lo carichi di ossessioni, diventa opprimente, ti ferisce, lascia cicatrici. Molto semplificato. |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Ehm...Il rischio che la discussione sfori nei sofismi è alta, temo. Ma apprezzo lo sforzo logico |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
Si ma non ascoltavo, scarabocchiavo.
Oh hai detto tu che per lui i disagi degli altri erano benessere. E capirai che filosofo se sceglieva quello che gli piaceva, pure per me certi disagi altrui sono benessere e li scelgo:nonso: E altri scelgono come benessere cosa che per me è disagio, tipo una giornata al mare. Mica ci voleva il filosofo per dire che i gusti sono gusti, lo dice anche il gatto quando si lecca il culo |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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Diventa invece molto più difficile applicare questo ragionamento quando il problema è "esclusivamente psicologico", perché lì la linea tra realtà e percezione è molto più sottile. Tuttavia, anche in situazioni come un lutto – che pur coinvolge fortemente la sfera emotiva – si può dire che esista un modo “oggettivo” di affrontarlo, o per lo meno un modo socialmente riconosciuto, che coincide con la modalità con cui la maggior parte delle persone riesce a superarlo. Detto ciò, è giusto e legittimo che ci siano delle differenze soggettive nel vissuto, ma entro un certo margine, altrimenti si rischia di sprofondare in una sofferenza sproporzionata, che magari richiede un altro tipo di aiuto. |
Re: Problemi personali: valutazione oggettiva o soggettiva?
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L'empatia deve avere dei limiti e deve tenere conto della proporzione tra evento e reazione.Altrimenti tutto diventa legittimo: dal dolore più autentico a quello più teatrale o amplificato da mancanza di strumenti interiori. |
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