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Perfezionismo e fobia sociale
Penso che ci sia un forte legame tra ricerca della perfezione e fobia sociale. Per quanto mi riguarda la mia ansia sociale è aumentata vertiginosamente da quando ho preso il vizio di cercare a tutti i costi voler apparire perfetto agli occhi degli altri nella speranza di ricevere la loro approvazione. Questa ricerca spasmodica della perfezione mi ha letteralmente bloccato impedendo alla mia vera natura di esprimersi liberamente facendomi vivere una vita priva di senso. Ad un certo punto della mia vita non ho fatto altro che interiorizzare un modello che io ritenevo giusto da seguire per essere rispettabile, ma questo non ha fatto altro che imprigionare la mia vera essenza che in queste parole ora vuole esprimersi liberamente e rabbiosamente fottendosene di apparire stupido e fuori luogo. Basta non voglio più recitare il copione che mi sono cucito addosso con le mie mani, basta non voglio essere il ragazzo gentile ed educato che cammina in punta di piedi per non disturbare gli altri. Voglio saltare e gridare come un pazzo, fanculo l'educazione, fanculo la rispettabilità, fanculo la paura di sembrare scemo o pazzo, fanculo questo perfezionismo crudele e assurdo che mi ha impedito di vivere spontaneamente per paura di sbagliare, di sembrare ridicolo. Voglio Vivere cazzo
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Re: Perfezionismo e fobia sociale
Sfogo più che legittimo.
Ci sono però le vie di mezzo, attenzione alle "terapie d'urto" ...possono fare peggio. Bene la fase di rottura e del "mi sono rotto il cazzo", serve da spinta. Poi, si va piano piano...sia fattualmente che con le aspettative. |
Re: Perfezionismo e fobia sociale
Non ho mai ricercato la perfezione, sarebbe già tanto arrivare alla mediocrità.
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Re: Perfezionismo e fobia sociale
Attenzione a non confondere la perfezione del tipo :essere super bellissimi, essere super skillati, super simpatici, super eleganti, pluri laureati ecc, ordinati in modo maniacale...quello è essere "plus". Il perfezionismo sociale è altro, significa più che altro "pretesa di accontentare tutti ed essere ingiudicabile". Quindi ad esempio essere una donna appariscente non rientra, perché puoi attirare critiche quanto le attira una trasandata, se sei troppo spiritoso pure, troppo studioso pure, troppo ricco o troppo povero, ecc. Manco le vie di mezzo vanno bene poiché pressoché nessun modo di essere è esente da altrui giudizio. Io mi ritrovo, o meglio, in
passato ho approfondito molto sul tema e mi rivedevo. Ci ho ragionato e lavorato su, ma gli strascichi permangono. |
Re: Perfezionismo e fobia sociale
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Ma è un'energia che va incanalata bene, il rischio di frustrazione o di ottenere effetti nefasti è alto. |
Re: Perfezionismo e fobia sociale
Altro che seguire la perfezione, bisogna perseguire il peggio del peggio, essere tatuati sulle mani ed in faccia, avere i capelli rasta e le ascelle puzzolenti. Scopano molto di più questi che quelli che ci tengono ad apparire decorosi.
Io sapendo da sempre di non essere bello ho sempre puntato ad essere indipendente dai genitori, pulito, con la macchina bella e la casa, ho sempre perseguito queste cose, ma non è servito a niente o cmq poco. Scopa molto di più il punkabbestia che gira con l'autobus e vive con la madre. Per non parlare degli extracomunitari senza niente, questo sarebbe un capitolo a parte. |
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Re: Perfezionismo e fobia sociale
Più che perfezionismo mi rendo conto che in molti ambiti della vita mi auto blocco o auto saboto perché ho un pensiero "o tutto o niente". Dal tenere in ordine la casa (se non riesco a mettere tutto a posto non ha nemmeno senso mettersi dietro), a tante altre cose.
Però per quanto riguarda la mia ansia sociale, che in particolare si manifesta nel non riuscire a legare con le persone sconosciute e generalmente nel sentirmi inibito in contesti dove non conosco tutti molto bene, non saprei se c'entra il perfezionismo. Sicuramente alla base ci sarà la paura di fare brutta figura ed essere giudicato e quindi magari qualche forma di perfezionismo (non dico nulla se non sono sicuro al 100% che nessuno potrà mai ritenermi "strano"). Però davvero non so... |
Re: Perfezionismo e fobia sociale
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Re: Perfezionismo e fobia sociale
Silkerhoof stai sereno:
qualunque cosa fai / tu sempre pietre in faccia prenderai L'importante è sapere cosa farne di quelle pietre: te le vuoi caricare sulle spalle come Atlante o vuoi costruirci qualcosa di utile per te? |
Re: Perfezionismo e fobia sociale
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Mi sono sempre chiesta le cause della dipartita ma non ho mai trovato notizie inerenti, hanno tenuto riserbo. |
Re: Perfezionismo e fobia sociale
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Re: Perfezionismo e fobia sociale
Io ricordo l'esatto momento in cui ho iniziato a mettere in dubbio l'utilità sociale del mio perfezionismo, che all'epoca corrispondeva con l'ottenere voti alti a scuola e pensare così di essere apprezzato dai miei compagni di classe, cioè la mia unica cerchia sociale. Dopo un'interrogazione di geografia in primo superiore, andata ottimamente, all'uscita da scuola, una compagna di classe con la quale fino ad allora non credo ci fosse stata alcuna interazione, si volta verso di me e in modo quasi stizzito mi da del "secchione", per poi proseguire per la sua strada. Io all'epoca non avevo gli strumenti per socializzare, figuriamoci per capire che quella fosse solo invidia e cattiveria mirata a scalfire il mio animo, ci rimasi molto male perché la mia unica sicurezza era che essere bravi studenti avrebbe attirato l'ammirazione degli altri miei compagni, invece non era così, mi sentii addirittura nel torto, ma chi poteva saperlo come stanno realmente le cose, ingenuo com'ero.
Io il perfezionismo sociale l'ho inteso sempre così, eccellere in ogni cosa facessi, al costo di stress e sacrifici, non tanto essere il migliore di tutti, ma fra i migliori. Retaggio educativo dei miei genitori, ovviamente. Perché solo così sapevo di poter ottenere l'approvazione degli altri, essere socialmente accettato, sentirmi con la coscienza a posto. Solo ciò mi hanno insegnato e solo ciò sapevo fare. Infatti da quando si è rotto qualcosa nella mia psiche e ho mandato in malora tutto, vivo rintanato come un topo, sono diventato estremamente evitante e ho sviluppato una latente avversione verso la società e il conformismo. |
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Sicuramente era uno psicologo atipico, che non attribuiva ai traumi del passato e ad una certa predisposizione genetica l'origine dei disagi psicologici, ma che saremmo noi stessi che condizionati dalla società impediremmo alla nostra vera natura di venire fuori, quindi l'ansia, il panico, l'insicurezza, la tristezza sarebbero messaggi che l'inconscio ci manderebbe per farci capire che stiamo tradendo noi stessi. Secondo lui la "psicologia convenzionale" farebbe un eccessivo uso dell'intelletto nel tentativo di capire e correggere i disagi della mente, e che solo riabituandosi ad ascoltare il proprio istinto si guarirebbe da tali disagi. A mio parere le sue idee per quanto affascinanti, sembrano un po' troppo semplicistiche, ma sicuramente sono d'accordo che a volte si passa troppo tempo a riflettere, a rimuginare, ad analizzare invece di viversi il presente senza troppe sovrastrutture. |
Re: Perfezionismo e fobia sociale
Ah giusto, prima del vaccino non è mai morto nessuno.
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Re: Perfezionismo e fobia sociale
Anche le caramelle.
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