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Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
Esistono contesti o persone che ve la fanno sentire in modo più marcato e distinto?
Fuori dalla porta, ok, ma ci sono luoghi dove davvero la cosa vi pesa? A quel punto cosa fate? |
Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
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Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
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Altre volte l'introversione è stata presa per spocchia, per senso di superiorità, mi è successo solo da persone molto semplici, senza nulla togliere alla semplicità. Altre volte ancora semplicemente per anormalità, manifestazione di una malattia della mente di qualche sconosciuto motivo. Non saprei quale scegliere, ecco... :pensando: credo la prima? |
Fuori dalla porta comincia l ansia,ma lieve e tale resta se non incontro persone che conosco "bene"....alcuni mi marchiano ma non me lo fanno sentire perché comprendono....altri me lo fanno notare più o meno pesantemente facendomi aumentare tanto l ansia. ...certi giorni o momenti in cui mi sento meglio del solito avverto in me meno "ansia da marchio"...e tutto si attenua
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Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
Faccio prima a dire dove non mi sono sentito "diverso", cioè all'università negli anni della mia prima laurea.
Per il resto... famiglia, parenti non stretti, scuole elementari, medie, superiori, ambiente della seconda laurea, gruppo di lettura, ecc... mi sono sempre sentito una specie di alieno capitato sul pianeta sbagliato. |
Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
Un po', ma solo nelle occasioni particolari, nella quotidianità raramente
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Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
Sì, esistono; purtroppo sono i parenti dalla parte di mia nonna materna. Sin da quando ero bambina, non hanno fatto che svilirmi, ridicolizzarmi, farmi sentire inadeguata, incapace e disadatta alle circostanze familiari.
Crescendo, mi sono soffermata ad osservare coloro che hanno sempre mostrato nei miei confronti un'evidente e quasi umiliante superiorità. Si tratta di persone bigotte all'inverosimile dalla mentalità retrograda, mai uscite dal paese perché sminuiscono e disprezzano tutto ciò che non conoscono. Persone stomachevolmente razziste che dicono che "i negri puzzano" e che prendono in giro coppie omosessuali che passeggiano mano nella mano. Come le affronto? Prima mi arrabbiavo tanto e ci litigavo quasi sempre. Ora, sapendo che a casa mia non sono i benvenuti, mi mandano soltanto qualche messaggio in determinate occasioni, ma rispondo a monosillabi, quasi sempre dopo giorni, proprio per tagliare corto. Inoltre, si parla di individui che sì, hanno problemi, ma siccome deve rimanere tutto in famiglia, hanno sempre nascosto la polvere sotto al tappeto, o in caso di fatti gravi si confidano solo ed esclusivamente con il prete. Ah, ciliegina sulla torta: io sono atea e non ho i sacramenti, e questa cosa è sempre stata giudicata molto negativamente. Una volta, quando raccontai tutto ciò al mio psichiatra, mi disse, ridendo:" Questi soggetti non sanno che dovrebbero essere i primi a farsi una bella chiacchierata con me o con dei miei colleghi." |
Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
Come molti, sentivo questa etichetta soprattutto alle medie/superiori. Ormai credo di averla interiorizzata, è proprio uno stato mentale che non mi abbandona mai
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Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
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Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
In realtà dagli altri mai, ero io che evidentemente potevo buttare tempo in quei pensieri
La vita è quel che si fa e basta, da giovani si può indugiare nella redpill e altre amenità, ma alla fine conta solo il mattone come concetto, e vale per tutti i generi |
Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
Non devono dirmelo gli altri, so da me di essere un disadattato, quindi diverso.
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Allora, il problema è che non mi sento troppo diverso e quindi non capisco perché gli altri si comportano in un certo modo con me (generalmente male) ma se mi guardo oggettivamente, dall' esterno, certe cose sono decisamente chiare e me le spiego eccome.
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Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
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In ogni caso, almeno per me, la diversità è croce e delizia... in certi casi l'essere etichettato come diverso è un vero complimento |
Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
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Mi è stato fatto notare che voglio distinguermi, e in parte è vero, ma pensandoci credo che questa spinta potrebbe anche bloccarmi in alcuni casi. A volte il bisogno di distinguersi è positivo, risponde a un bisogno di ricerca identitaria, altre volte magari è più una presa di posizione inconscia legata ai propri blocchi/paure. Insomma non è facile interpretarlo e occorre procedere per tentativi ed errori (nell'espressione/esposizione intendo). |
Re: Quando avvertite distintamente l'etichetta di "diversa/o"
La distanza è sempre reciproca.
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