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Votare a 16 anni?
Sondaggio ispirato alla discussione in cui si è finiti off topic a parlare del diritto di voto in base all'età.
Ci sono già alcuni paesi europei in cui l'età minima per votare è 16 anni: Austria, Grecia, Malta e, a partire da quest'anno, Belgio. In altri si può votare a 16 anni in occasioni particolari, come le elezioni amministrative o i referendum. In Italia qualche politico ha proposto la cosa, a memoria mi vengono in mente Salvini e alcuni esponenti del PD, quindi la cosa è pure trasversale, anche se finora non ci sono state mosse concrete e decise in tal senso. Votate nel sondaggio (che nel nostro caso non ha limiti d'età!) e magari dite la vostra. |
Re: Votare a 16 anni?
per me più che sull'età il diritto di voto si dovrebbe basare sulle conoscenze dell'aspirante votante. Quindi a ogni tornata elettorale farei un test superato il quale si può votare.
(se proprio non si vuole apportare questa modifica mettendo il test, allora lasciamola a 18) |
Re: Votare a 16 anni?
Non ci vedo una effettiva necessità nell'abbassare l'età per votare. Le motivazioni per un eventuale abbassamento dell'età quali sarebbero? Comunque non ci vedo nemmeno aspetti particolarmente negativi.
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Re: Votare a 16 anni?
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Re: Votare a 16 anni?
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La soluzione ideale è stata realizzata nell'italia tra il 1890 e i primi anni del secolo. La composizione del parlamento era fortemente condizionata dal re ma non con totale arbitrio. C'erano liste di persone notabili come imprenditori, professori, artisti, professionisti, eccetera ed esistevano barriere di censo e di altro tipo. La base elettorale mi pare di ricordare fosse attorno ai due milioni. Oggi inorridiremmo all'idea di un requisito di censo per entrare in parlamento mentre non solo è quello che nei fatti avviene negli USA e in parte in GB, ma l'idea non è male. Se si hanno i soldi, come minimo si ha una visione concreta della realtà, di come ci si muove nel mondo e si ha nel sangue l'idea che il successo è un bilanciamento di fattori che non si possono ignorare. E, ripeto, non necessariamente si poteva sedere in parlamento per la ricchezza ma anche per meriti intellettuali. La tua idea la trovo ottima. Età minima garantita 24 anni, abbassabile a 16 previo risultato di esame facoltativo che può sostenere chiunque lo richieda. Con il massimo dei voti voti a 16 anni, con la sufficienza voti a 18, in caso di non superamento è assicurato il voto a 24 anni. Chiaro è un'idea così, buttata lì, ma penso che il succo del problema sia in una direzione di questo tipo. Io, che qualcosina sul tema ne so, teoricamente non avrei dovuto votare al referendum sul nucleare perché ci sono elementi così specialistici nel problema che sfuggono alla mia capacità decisionale che credo peraltro di avere nelle sue linee fondamentali. Questa decisione avrebbe dovuto essere risultato di una politica governativa sottratta alla verifica referendaria, guidata dai massimi esperti tecnico-scientifici nel campo con parere vincolante sull'operato del parlamento. Figuriamoci che ha votato anche Fragolina73... Ma di che parliamo? |
Re: Votare a 16 anni?
fragolina73 voterebbe in ogni caso perche'e' del 73 :sisi:
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Re: Votare a 16 anni?
Non sono questioni che mi interessano più di tanto. Io a votare non ci sono mai andato (tranne forse una volta) e mai ci andrò. Preferirei non avere il diritto.
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Re: Votare a 16 anni?
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Re: Votare a 16 anni?
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Re: Votare a 16 anni?
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Però, ecco, invece il requisito relativo alle conoscenze in ambito politico penso sia un'ottima idea. Domande sul funzionamento del parlamento, sulla costituzione, sui programmi dei partiti, sulla conoscenza dei principali temi di discussione politica, sull'unione europea... E chiaramente lo Stato si occuperebbe di fornire a tutti il materiale utile per passare questo test. Una trentina di pagine con le informazioni fondamentali da inviare per email a ogni cittadino di almeno 16 o 18 anni. |
Re: Votare a 16 anni?
Ma per carità, ne ho sentite di stronzate ma questa..i ricchi se sono nati ricci vivono nella loro bolla dorata nei pilrivilegi di classe e non sanno niente dei problemi concreti del popolo, si leggono qualche dato e le leggi teoriche e pensano tipo ok, la sanità è pubblica quindi non ci sono problemi per chi sta male. Tanto loro hanno le cliniche coi medici personali, scuole private, personale di servizio. Non sanno niente di come vive la gente normale e che difficoltà e problemi affrontano fra la teoria da salotto politico e la pratica quotidiana.
E se i soldi li hanno fatti dopo e vengono dalla povertà, presto si dimenticano e rimuovono. Sono lontani anni luce dal paese reale e da come "gira il mondo". |
Re: Votare a 16 anni?
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E' vero che l'idea del censo non è ottimale. Ma chi ha una grossa industria ha tutto l'interesse a mantenere la popolazione al disopra della povertà perché vuole vendere quello che produce. Invece quasi sempre chi appartiene alle fasce basse non ha lo stesso tipo di talento e spesso si è condizionati dall'invidia sociale. Ne conosco tanti di giustizialisti che vorrebbero patrimoniali, aumento delle tasse, distruzione dei ceti elevati e cose così. Io comprendo quelle ragioni perché quella classe sociale non ha la minima intenzione di redistribuire la ricchezza anzi. Moralmente e anche come censo sono molto più vicino alla base. Ma questa base non si rende quasi mai conto che i soldi non crescono sugli alberi e se chi pretende il livellamento a tutti i costi fosse messo nel CdA di una grossa ditta vorrei vedere cosa sarebbe capace di fare. E' facile odiare chi ha di più e allora prego, facciamo un esperimento simile a quello di "una poltrona per due" che però non andrà mai come nel film. Per molti versi è giusto che le cose stiano grossomodo come ora, ovvero una rappresentatività globale che non esclude nessuno. Ma grossomodo non vuol dire "ottimale". Faccio notare che il criterio che ha provocato questa "indignazione" esiste ancora nel nostro ordinamento. Il PdR può nominare dei parlamentari e questo è un residuo dell'ordinamento dell'epoca (per me) d'oro di cui avevo accennato. In GB non ne parliamo perché è una società dichiaratamente classista anche nell'ordinamento parlamentare. Basta vedere i nomi delle persone che sono state nominate parlamentari dai PdR da che è stata fondata. State tranquilli che non esiste alcuna fragolina73 ma appunto, c'è di tutto: industriali, sportivi, intellettuali, eccetera. La situazione è che alcuni di questi paesi così cattivi e classisti come la GB e in parte la Francia (che prevede questo meccanismo tramite il presidenzialismo) sono il centro del Mondo o poco ci manca. Il nostro paese che ha permesso che una Salis arrivasse in parlamento (a proposito, è ancora in vacanza in val d'Aosta con i nostri soldi?) è, sul piano internazionale, una specie di clown. Immagino le reazioni: meglio clown che bastardi e cose così; beh, io la penso diversamente. So che il prestigio e la forza non sono tutto ma essere ridicoli agli occhi di mezzo mondo onestamente mi dispiace. Quindi lo ripeto: non dico si debba entrare in parlamento SOLO con la cifra dichiarata nel 740 (anzi no, quello che c'è in società estere abilmente occulate) ma dico che non siamo tutti uguali e devono esistere criteri di sbarramento più restrittivi di quelli di ora. Devono prevedere l'eleggibilità di rappresentanti di fragolina73 perché sul piano dei diritti universali e compagnia tutti siamo uguali, ma ci sono troppe Salis e in parlamento non può entrarci chiunque se non con una minima base di requisiti per renderlo rappresentante di una parte di popolazione. Non solo: moltissimi parlamentari sono avvocati e di fatto il meccanismo di censo è pienamente in atto. Perché non introduciamo il conflitto di interessi in modo che gli avvocati e professionisti "simili" siano ineleggibili? La quantità immensa di norme in conflitto deriva anche da una precisa strategia, ogni legge in più per questa gente è lavoro (cfr. Pillon e soci). E' successo il finimondo con il conflitto di interessi di Berlusconi, che però è uno zuccherino rispetto a quello di avvocati in parlamento. Va così da 70 anni ma nessuno lo nota mai. Insomma, parliamone (anzi, parlatene perché ormai 'sto topic sta andando in vacca) perché i problemi del mondo reale e quelli della rappresentatività sono molto più complessi di quanto possiamo immaginare tutti noi. |
Re: Votare a 16 anni?
mi riquoto, dato che anche qui è partito il classismo per cui si decide in base ai test ( per stabilire cosa? certa gente tanto acculturata qui dentro ha idee folli e fuori dal mondo, quando non proprio chiaramente errate su un sacco di argomenti )
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Re: Votare a 16 anni?
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