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Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
Oggi è una di quelle giornate in cui mi rendo conto che qualsiasi tentativo di migliorare le cose non può che arenarsi ed essere destinato a fallire.
Perché, fondamentalmente, manca la base. Che senso ha provare ad essere una versione migliore di se stessi quando mancano le basi? La sicurezza in se stessi, la capacità di prendere decisioni, la coscienza di sapere quando parlare e quando stare in silenzio, quando è il momento di esternare certi stati d'animo e quando no. Che senso ha "continuare a provarci" quando ormai si è raggiunta una certa età? Che sesno ha "continuare a provarci" quando si prova una profonda vergogna per sé stessi? Che senso ha "continuare a provarci" quando si vive nella perenne e piena consapevolezza di essere sbagliati? Mi vergogno profondamente per quello che sono. |
Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
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Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
Io sto cercando di rassegnarmi sugli aspetti che ormai so difficilmente saranno migliorabili (ad es. socialità) per concentrarmi su quelli che invece posso ancora migliorare (ad es. lavoro).
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Anche io mi vergogno di me stessa, ma ormai sto vivendo aspettando la morte. Non ci provo neanche più
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Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
Di che età stiamo parlando?
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Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
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non hai scelta di provarci o no, il tempo è come una macina che ti porta avanti che tu lo voglia o meno. non puoi ritirarti dal conflitto di tutti i giorni perchè verranno a prenderti in casa. Ti trascineranno fuori dalla tua tana gridando e piangendo, alla luce del sole con le tue vulnerabilità e i tuoi problemi. Non gliene fregherà un cazzo a nessuno, un tempo i normali lobotomizzavano coloro che apparivano stonati, o li rinchiudevano dentro muri di cemento armato, legati nella loro merda e piscio. non puoi suicidarti perchè la tua coscienza è unica e irriproducibile, per quanto storta e inutile che tu creda che sia anche uno spazio bianco ha la sua utilità in un foglio. Esisti e sei obbligato a continuare ad esistere, la tua infelicità è indifferente. Dovrebbe essere indifferente anche te, dovresti accettarla come si accetta la pressione atmosferica sopra le nostre spalle. L'esistenza stessa è un'abisso di orrori senza fine, la natura allucinatoria della nostra coscienza ci condanna ad un dolore perpetuo. L'unica soluzione è trovare sollievo nello scontro quotidiano verso l'indifferenza cosmica, o il nostro senso di inadeguatezza; non per un'atto eroico, ma perchè è un modo per tenere impegnato il cervello a non guardare l'abisso. Il tuo tormento è un'inutile psicosi. Pensa alla figa, se ti manca da scopare cercala, se sai di non potertela permettere pensa al lavoro, se non sei fisicamente prestante vai in palestra, se non hai amici offri alla gente, renditi disponibile come una fontana senza fondo, tutti impegni che ti terranno distratto dai tuoi tormenti. |
Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
Non riesco a vergognarmi perché non ho fatto niente per "meritare" la mia condizione. Ma al di là delle parole in parte condivido proprio la parola e il contenuto nella sua interezza. Mi sento qualcosa tra l'inadeguato, lo sfortunato e lo sfigato e sono arrivato alla convinzione di non avere alcunissimo margine di cambiamento dato che la premessa indispensabile sarebbe una vita sessuale ed essere apprezzato fisicamente.
Anche in natura succede, in molte specie superiori un ristretto gruppo di individui ha tutto e la maggioranza si prendono le briciole. Sono capitato nella maggioranza, non so aggiungere altro. |
Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
Per motivi sicuramente diversi da quelli di qualsiasi altro utente del forum vivo da sempre con la consapevolezza di essere sbagliato, non perché me lo sia messo in testa io come bias cognitivo ma perché oggettivamente costituisco un'anomalia, una deviazione dalla retta via ed è qualcosa che ho compreso fin da quando ho imparato a fare confronti tra me e gli altri ovvero quando ero molto piccolo. Questo ha condizionato la mia intera vita e mi ritrovo alla mia età senza amici, vergine, senza una ragazza, senza patente, con un lavoro precario. La mia reazione oscilla tra l'angoscia e la rassegnazione.
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Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
Hai provato con il nofap? Molti dicono di esserne usciti, da ansia sociale anche grave.
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Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
La mia non è nemmeno più ansia sociale. Sono molto oltre.
Francamente, rimpiango gli anni in cui avvertivo un fortissimo disagio quando mi trovavo in mezzo agli altri, gli anni in cui avevo l'ansia di fare qualsiasi cosa, in cui avevo paura che le cose andassero male. Rimpiango gli anni in cui stavo male perché "volevo fare" ma "non riuscivo a fare". Perché, comunque, c'era vita. Voglia di vita. Ricerca di vita. Quella ricerca tormentata della Vita è ormai un ricordo, che è andato via via annegando nella sempre più crescente e pervasiva consapevolezza che c'è qualcosa di sbagliato nella mia testa, in come ragiono, in come percepisco le cose. Sembro una di quelle auto che ti lasciano in panne in autostrada dopo appena 30 km da quando le acquisti in concessionaria. Sembro una di quelle lavatrici che svendono a metà prezzo perché sono uscite con qualche difetto che nessuno vuole. C'è qualcosa di sbagliato nella mia testa. Che non funziona. Mi sembra che qualsiasi tensione verso la vita sia ingiustificata, in una situazione come la mia, quando c'è un difetto di fabbrica. Che senso ha? Qui vicino a me c'è una corda. Che senso avrebbe non farlo? |
Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
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Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
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Re: Convivere con la consapevolezza di essere sbagliati
Stessa identica cosa..io ho la patente e lavoro ma anche io single vergine e senza amici!
all'alba dei 39 anni. |
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