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Il diritto di stare male
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Re: Il diritto di stare male
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Non esprimere sofferenza in questi casi mi è impossibile, specialmente se ho già altri problemi alle spalle. Probabilmente se avessi avuto un'altra personalità avrei avuto meno problemi, ma a quel punto sarei stato un'altra persona. |
Re: Il diritto di stare male
C'è troppa pioggia e sto perdendo quota
Attraversando vuoti d'aria tra le nuvole Se piango in acqua non si nota E in mezzo agli altri si consiglia di sorridere Sono le parole di un brano di Samuele Bersani. Le tue emozioni sono legittime. Hai tutto il diritto di sentirti come ti senti. Tuttavia, nella vita quotidiana, le maschere hanno un'utilità. Il sorriso, ad esempio, permette di limitare le considerazioni altrui. Detto ciò, tieni conto che un certo tipo di interessamento non è sempre e solo dettato da pura curiosità, a volte la preoccupazione è reale. Non sono tutti dei meri impiccioni. Poi sia chiaro, non sei costretto a fare nulla. Cavolo, ci mancherebbe!. |
Re: Il diritto di stare male
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E non lo dico con ironia, so che c'è gente con la testa tra le nuvole che non si rende conto che si può nascere con la pelle molto chiara ad esempio e sembrare sempre un po' pallidi, o avere le borse sotto gli occhi anche se dormi 8 ore al giorno ecc. Magari se trovi l'occasione giusta prova a fare notare con gentilezza, che no, non stai male, e non sei incazzato co nessuno, semplicemente quello è il tuo aspetto normale e che hai tutti i giorni. |
Re: Il diritto di stare male
La cosa che mi chiedo è come fa a reggere questa cosa della validazione del come si sente una persona in un contesto, perché gli psicoterapeuti se ne escono con frasi simili (quella del titolo) e poi subito dopo o quasi innescano una forma di invalidazione dove cercano di responsabilizzare la persona in svariati sensi in relazione a come si sente.
Ma gli altri queste manovre non le vedono? :nonso: Io le vedo chiaramente e mi danno un fastidio enorme, non capisco come fanno altri a dire che si sentono compresi da discorsi simili, visto che si cerca di tenere insieme cose che insieme non possono stare, se validi quel che provo in relazione al contesto, non puoi venirmi poi a rompere i coglioni su altro sostenendo che devo far qualcosa per non provar più queste cose. "Tu vai bene così come sei... Però... Non vai bene affatto così come sei", il riassunto della struttura di questo tipo di discorsi è questo, oppure... "Tu hai il diritto di stare male... Ma... Il dovere di stare bene". In discorsi simili ci sguazza tutto il contesto sociale, e pure psicoterapie e cure mentali visto che alla fine queste non sono altro che estensioni tentacolari e periferiche della vita sociale. Finta comprensione e finta validazione, questo c'è, e queste frasi a me suonano false subito se poi in seguito si cerca di dar peso al secondo ramo del discorso (che segue in genere temporalmente il primo sperando che una persona un po' se ne sia scordata) che va ad invalidare completamente o quasi il primo. |
Re: Il diritto di stare male
Il diritto di stare male è un diritto del cavolo; un po' come dire il diritto di essere malati, di essere senza casa, di non avere una gamba.
lo Stato deve far sì che tutti stiano bene, perché appunto ci vuole il diritto di stare bene. Quindi, nell'ipotetico caso della brutta cera, ci sarebbe una scenetta del genere: "Buongiorno Amerigo, come stai?" "Salve Eusebio, lo vedi tu stesso. Sono in attesa che il Ministero del Benessere porti a termine la mia pratica" "Oh bene. Siamo in buone mani Amerigo." Il Ministero del Benessere si dovrebbe occupare per almeno due mesi di risolvere ogni concreto problema della povera persona infelice. In caso di mancata riuscita, via alla serena eutanasia. |
Re: Il diritto di stare male
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Per gli sconosciuti invece ovviamente non mi dicono nulla, però i loro sguardi e tutta la loro comunicazione non verbale è esplicita e mi fa capire che la cosa si vede e pure molto. |
Re: Il diritto di stare male
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Se stai male e neanche lo nascondi, sei egoista, pensi solo a te stesso. |
Re: Il diritto di stare male
Perché la gente non si fa gli affari suoi? Se non c’è il diritto di stare male perché dovrebbe esistere il diritto di pungolare gli altri in nome di un benessere psicofisico astratto e idealizzato? La norma dovrebbe essere stare bene e godersi le piccole gioie della vita, per tutti indistintamente? Mah.
Poi c’è modo e modo di approcciarsi alle persone, e modo e modo di aiutarle, quindi dipende dai contesti, ma tu parli di conoscenti e persone estranee alla tua vita se ho capito bene. |
Re: Il diritto di stare male
Il motivo è che il malessere o i problemi mettono istintivamente gli altri in allarme, spingono le persone ad allontanarsi per non essere "contagiati" dal tuo male.
Invece si tende naturalmente a sentirsi al sicuro quando chi è vicino a noi sta bene ed esprime il suo benessere, o addirittura lo ostenta, perché è un simbolo di vita e di sopravvivenza. Purtroppo, per quanto sgradevole ed ingiusto, si tratta di istinti atavici che esistono a livello innato in ciascuno di noi, sono un sentire comune spontaneo, ecco perché di solito i problemi si tengono nascosti e in pubblico si preferisce dire che va tutto ok, e la risposta sincera la si riserva alle persone di fiducia. Ci sono anche persone che hanno l'istinto di interessarsi agli altri in maniera genuina e gli interessa davvero la risposta al "come va?", non te lo chiedono solo come convenevole per fare due chiacchiere. Ma dipende dal contesto e dal grado di conoscenza. Diciamo che se ti riferisci al lavoro, dove c'è da far andare avanti delle attività che comportano già stress per un gruppo, di solito non si fanno queste esternazioni perché l'atmosfera ne sarebbe appesantita. Anche se molte volte questo assume un carattere di ingiustizia. |
Re: Il diritto di stare male
Infatti uno dei motivi per cui le relazioni sociali mi stancano è il dover mettere in risalto un'allegria che io personalmente non ho per natura. Sono un tipo piuttosto infelice, che tende a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Vorrei essere libero con le persone di manifestare il mio malessere, di essere disfattista, cinico. Invece mi tocca interpretare un ruolo che mi rende stanco, spossato. Vorrei trovare una persona simile a me con cui condividere pensieri tristi e visioni catastrofiche sulla vita, qualcuno di malinconico, rassegnato, turbato. In tale situazione potrei davvero esprimermi per quello che sono.
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Re: Il diritto di stare male
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Quello che sentiamo non deve per forza trasparire all'esterno. Possiamo esercitare, almeno in parte, una forma di autocontrollo. Non è facile (soprattutto in alcune occasioni) ma la pratica aiuta molto. Questa tecnica, però, include un aspetto negativo importante. Prima o poi qualcuno dirà "beato te, sei sempre di buonumore" oppure "sei fortunato, riesci a farti scivolare tutto alle spalle". Sul momento avvertirai una sensazione agrodolce, strana. Da un lato capirai di aver fatto un buon "lavoro" ma dall'altro ti sentirai particolarmente solo. Incompreso. Purtroppo non vedo delle soluzioni completamente giuste, perfette. Una nota stonata ci sarà sempre. |
Re: Il diritto di stare male
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Re: Il diritto di stare male
Bisogna farci l'abitudine, serve tempo.
Alla fine è un po' come avere una seconda pelle. Ti faccio un esempio concreto riferito a molti anni fa. Durante l'adolescenza mi sono capitati dei problemi importanti, questioni gravi. Ovviamente non ero serena. Tuttavia a scuola e con i miei amici passavo per essere quella "fortunata" perché all'apparenza sembravo sempre di buonumore. Non condividevo certe cose, ero molto riservata. Si può fare. Lo faccio ancora oggi, ormai è una parte di me. Posso vivere delle situazioni complicate senza far trasparire nulla (o quasi). Certo è più difficile iniziare in età adulta, io ormai ho l'esperienza dalla mia parte. E' solo che non vedo altre vie di fughe per evitare domande o noie assortite. :pensando: |
Re: Il diritto di stare male
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Mi chiedo sempre se sono l'unico che quindi non riesce a fingere, mentre tutti gli altri si. Inoltre mi chiedo se devo fare tutto questo per...evitare domande? |
Re: Il diritto di stare male
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Comunque la decisione è tua. Sei tu (giustamente) a stabilire cosa vuoi o meno evitare. Come comportarti. |
Re: Il diritto di stare male
stare male non è un diritto, come non lo è stare bene
sono solo condizioni mutevoli che dipendono da cause e condizioni nessuno è immune dalla sofferenza, quindi le persone istintivamente tendono ad allontanarsene, quando è quella altrui, perché di certo non possono fare la stessa cosa con la propria, è questione di sopravvivenza esattamente come quando ti allontani da un incendio per evitare di bruciare a tua volta, non è questione di volontà ma di non essere in grado di sostenere tale evento poi esistono persone che hanno risorse interiori che permettono loro di rapportarsi con la sofferenza altrui e addirittura abbracciarla |
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