Sulla felicità
 

Non so se sia ot o meno, ma non mi interessa...
Leggendo un altro forum ho trovato questo illuminante intervento:
"...... lo scontro col mondo è terribile, è una battaglia che ci lascia stremati e senza fiato. Negli ultimi decenni della storia umana nel mondo occidentale si è costruito un imbroglio, non so come sia cominciato, ma le proporzioni che la truffa ha assunto sono impressionanti. Ci hanno montato la testa, ci hanno fatto credere che siamo in questo mondo per essere felici, che la felicità è un diritto e che è a portata di tutti ed ogni mezzo è lecito per procurarcela. L’infelicità invero continua ad esistere, ce n’è tanta intorno a noi e dentro di noi, ma nonostante questo noi noi la vediamo come una cosa abnorme, frutto di sfiga o di errore umano, quindi da prendercela o con noi stessi o con la vita che ci ha fregati. Così l’infelicità viene vissuta con rabbia piuttosto che con serenità, come parte dell’esperienza umana. Chi soffre si sente isolato, pensa di essere l’unico sfigato oppure di appartenere ad una razza inferiore, quella appunto degli sfigati. Questo aumenta indicibilmente la sofferenza ed impedisce ogni crescita personale. Che aiuto speravi di trovare? Chi ti aiutasse a sovvertire l’ordine delle cose del mondo ed a far sì che ti sia risparmiata la tua parte di dolore? Non meravigliarti se non hai trovato aiuto, chi vuoi che abbia il potere di fare quello che tu vorresti?......."

Mi ha stimolato non poco..... Cose che so ma che spesso dimentico...

E` vero, a causa dei massmedia siamo indubbiamente sommersi dalle stronzate.

A me viene da dire solo questo...chi non cerca di salvarsi...non può essere salvato.

Se le cose ci vanno bene allora potremmo anche disinteressarci (un pò meschinamente, ma non si può dire che come cosa non sia ragionevole) a quello che succede nel mondo e a tutto il male che lo circonda...ma d'altra parte, se siamo invece infelici, non è che perchè lo sono la maggior parte delle persone noi saremo tenuti a rimanerlo, o impossibilitati a non esserlo più un giorno.

Ciao Unlovable81.Quella ke hai trovato è una considerazione giusta ma ciò non toglie ke l'infelicità e la sofferenza dalla quale essa deriva viene dal fatto ke nella nostra vita c'è qualcosa ke non va. Sarebbe un errore se si minimizzasse la cosa pensando:"Ci sono altri ke stanno peggio".Lo dico perchè anch'io in passato ho fatto questo errore.

Non capisco l'intervento di Unlovable.A quale infelicità/felicità ti riferisci? quella economica? sentimentale? sociale?
Quando parli di mondo occidentale e felicità,ci riferiamo essenzialemnte al benessere economico,alle teorie utilitariste di Bentham ed a quelle capitalistiche di Weber.
Ognuno può essere,se messo nelle condizioni giuste, felice(materialmente),fare carriera,comprare beni, e dimostrare la grandezza di Dio sulla terra facendo soldi e creando altra ricchezza investendo per le generazioni future(date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare).
Invero,l'infelicità,la povertà sono viste come il male della società,qualcosa da estirpare o da raddrizzare con le proprie forze,perchè sta proprio qui la libertà personale,decidere o meno cosa fare della propria vita.
L'imbroglio di cui tu parli ha permesso(ci ha permesso) di dominare il mondo per secoli,di vivere liberi e fare ciò che si vuole della propria vita,come e quando e attraverso quale mezzo...qualsiasi altro tipo di infelicità non ha ,purtroppo,soluzioni razionali.

Odio questa frase... me la ripetono sempre.