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La concezione della malattia
Pensate a voi stessi come a dei malati?
Perchè sì o perchè no? Cosa comporta per voi,che significato ha,il definirvi malati oppure sani? (il tutto ovviamente in relazione alla fobia). |
mi penso come un debole come qualcuno che nn riesce a superare i suoi problemi o meglio che nn riesce ad adattarsi alla vita per fare in modo di essere felice con quello che ha. Come malattia intendo qualche genere di disfunzione del proprio corpo e non della propria mente quindi no, non mi considero un malato!
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per me la malattia è qualcosa che ti crea malessere
quindi sono un malato che ogni tanto si cura, che ogni tanto previene malato solo in certi contesti |
Non mi sono mai considerato malato per orgoglio fin quando sono arrivato al punto di aver paura anche della luce del sole...Indole vampiresca a parte. La malattia mentale può essere più invalidante di un diabete o altre patologie fisiche specialmente perchè (questo è solo un punto di vista) un soggetto con handicap fisico ha più sostegno morale anche se derivato dal falso perbenismo...chi soffre di fobia dep asia attacchi di panico è come intrappolato in una gabbia dove anche se hai le chiavi...hai paura di aprire ed evadere
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X guarire ti insegnano a non sentirsi dei malati ma solo delle persone con dei disagi psicologici curabili...(ovviamente parlo a riguardo di fobie e depressioni)...e penso che questo sia già un passo avanti...peccato che siano gli altri che ti mettono nella condizione tale di farti sentire un malato....di certo non è malaccio ricevere qualche attenzione in piu di riguardo...ma non penso che sia il giusto comportamento da adottare.
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E' un dubbio che mi assale. Sono malato o sono un codardo che non sa affrontare le cose?
Ho come la sensazione che se dicessi quello che provo dentro alle persone mi offenderebbero e mi direbbero che devo smettere di farmi le seghe mentali e che forse hanno ragione...e che smetterei di farmele. Ma tornato da solo ripartirebbero. |
io mi definisco malato perche la fobia non mi consente di avere una vita normale
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Ma qual è il limite tra il mal di vivere e la malattia? Qual è il limite,inoltre, tra follia e genialità? e quale quello tra Illuminazione e Schizofrenia?
Leopardi era forse depresso, o soffriva del mal di vivere (e quest'ultimo proviene da una riflessione razionale sul senso del Mondo e della vita)? Kierkegaard era un depresso ansioso o un' "eccezione", come lui stesso si definì? Empedocle che si suicida lanciandosi nel cratere dell'etna (secondo la leggenda) è un matto o un Sapiente che ha compreso "il vero modo di essere delle cose"? Il Buddha è un illuso che soffre di allucinazione o Il Risvegliato? La sociofobia è una malattia,una questione esistenziale, un problema morale, o una "Patologia sociale"? E se non fosse proprio una patologia? |
Io in questo senso mi considero malata,considerare la sociofobia come un tratto della mia personalità significherebbe-per me-pensare che è immutabile e incurabile.
Invece credere di essere malata ha due lati positivi:che la malattia può essere,se non sradicata,alleggerita fino a diventare accettabile e soprattutto pensare a me stessa come "soggetto" della fobia,e non più come colpevole. |
Uhm thread interessante
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Credo che penserò di esserlo solo quando constaterò di non potermi controllare. Nel frattempo, il fatto che abbia certe idee e certi comportamenti che non mi facilitano la vita, lo prendo con prudenza, sempre al limite del considerarle parte di me e dell'essere convinto che nessuno in fondo sia immutabile. O che sia comunque possibile lavorarci sopra.
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