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JohnReds 28-02-2009 21:55

Inerzia e apatia
 
Ho una fortissima tendenza all'inerzia e all'apatia. Quando sono in uno stato di buon'umore, di felicità o di "sentirsi attivi" ho sempre, inesorabilmente, come un peso che mi sospinge ad un livello energetico più basso (chi ha studiato chimica capisce bene il paragone).

E' un elemento connaturato a me, che ho sempre avuto, ma da qualche anno è diventato sempre più forte.
Mi rinchiudo in me stesso, nell'immobolismo, lontano dalle fatiche e dagli stress del mondo...vale per tutto, non solo per i problemi sociali, anche solo per uscire a comprare il giornale...anche se fobia (quella psudofobia che ho diciamo) e scarsa autostima influiscono molto sul livello di apatia.
Si ricollega bene al concetto di rifugio
http://www.fobiasociale.com/postp107...hlight=#107663

Mi viene naturale rifugiarmi, rinchiudermi in me stesso.
Si potrebbe definire una "volontà debole"...

Chi è come me e come la combatte?

deltoide 28-02-2009 22:15

Per me è un pò così, ma la mia credo che sia solo un'enorme pigrizia. Di solito per contrastarla mi costringo a fare le cose, anche se la voglia è pari a 0..non sempre ci riesco e spesso non concludo un accidenti

JohnReds 28-02-2009 22:35

Quote:

Originariamente inviata da deltoide
Per me è un pò così, ma la mia credo che sia solo un'enorme pigrizia. Di solito per contrastarla mi costringo a fare le cose, anche se la voglia è pari a 0..non sempre ci riesco e spesso non concludo un accidenti

io più mi constringo più mi passa la voglia

spoon3 28-02-2009 22:57

Quel peso che tu dici mi ha caratterizzato sempre , infatti a pensarci c'è l'ho sempre avuto . Quando son giù di morale non ci faccio caso xchè stò peso lo vedo come una cosa normale , ma quado son felice e su di tono mi pesa molto , è come una forza contraria a me e mi viene da dentro e mi porta apatia e svogliatezza. Non è non voler fare una determinata cosa ma essere rassegnati o meglio non aver continuità e perdere l'interesse al fare di tutto , tipo ricordo che a scuola ero molto bravo in matematica e durante i compiti in classe facevo il compito alla perfezione ma non lo finivo mai , lasciavo sempre un esercizio anche se avevo tempo e riuscivo a farlo , piuttosto passavo quello che avevo fatto agli altri , oppure a nuoto ero molto bravo , campione centro italia , ma alle nazionali non ho combinato mai nulla anche se avevo il miglior tempo e potrei fare altri mille esempi. Son 2 le cose : 1 mi sento dentro un senso di rinuncia come una forza contraria che mi porta fatica a finire quello che faccio, 2 dopo un pò che faccio qualsiasi cosa e ottengo anche degli ottimi risultati,perdo l'interesse e non mi va di continuare o continuo x inerzia senza provare nessun piacere o interesse.
Con gli anni ho imparato a contrastare queste 2 cose o almeno ci provo .

thx1138 28-02-2009 23:13

Antidepressivo attivante,

ciao

rob

SiVieneESiVa 01-03-2009 01:09

io sento come un grosso "disinteresse" per quasi tutto
vivo senza scopo ultimo, senza interessi particolari

mi limito alle "azioni" essenziali di vita...
semplicemente vivo per il momento
facendomi poche domande (o ponendomi domande di altro tipo)
riesco anche a essere un tipo socievole, con buone condizioni di base
ma non mi spingo mai troppo oltre...

"in battaglia (come nella vita) non bisogna mai pensare a cosa verrà dopo"
"non puoi combattere i tuoi geni, è destino"

JohnReds 01-03-2009 03:33

La cosa che mi affligge è che io in "teoria" vorrei fare milla cose, un un sacco di obbiettivi...solo quando mi ritrovo a lavorare nel quotidiano...è come se me li scordassi, ed entro in un torpore abulico.

Ho molti obbiettivi, ma mi perdo letteralmente per strada...e anche le imposizioni di volontà più forti dopo un pò decadono...ma questa cosa ce l'ho da anni eh, ho solo notato che aumenta con l'aumentare delle situazioni dove le mie "fobie" (meglio parlare di disturbi nell'abito sociale)...

In pratica io non-vivo per il 90% del mio tempo.

clizia 01-03-2009 12:18

Ciao John,
ti capisco perché ho il tuo stesso identico problema. Vorrei fare mille cose, progetto sempre quello che mi piacerebbe realizzare, ma poi riesco a fare solo una su 10 delle cose che mi ero messa in testa.
Tutto questo per una sorta di apatia della volontà (alla Oblomov, per intenderci!) che mi rende impotente e inabile all’azione, anche se cerco di vincermi imponendomi la realizzazione dei progetti.
Nel mio caso però giocano anche dei problemi di salute che sto cercando di risolvere, che appunto mi procurano una sorta di stanchezza cronica e mi gettano in uno stato di astenia giornaliera che non riesco proprio a sconfiggere. Sono astenica anche nei giorni in cu resto a casa a fare nulla, come se mi sentissi svuotata di energie vitali. Il brutto è che questo stato di inerzia fisica influisce inevitabilmente su un’inerzia della volontà, come se questa stessa – in quanto non supportata da energia fisica – non riuscisse da sola a sopperire alle debolezze del mio corpo.
Alla fine mi ritrovo in uno stato di apatia generale e la mia vita spesso si riduce a preservare quelle poche energie che ancora mi rimangono; per preservarle, però, lo scotto da pagare è rinunciare ai tanti progetti che sogno nella mia testa. Da quanto lavoro, poi, i miei margini d’azione si sono ancor più ridotti: tutti gli sforzi sono esauriti nell’attività lavorativa e mi rimane ben poca vitalità per il resto della giornata…

A volte mi sembra di dovermi rifugiare a tutti i costi, come te, dai clamori del mondo, che tutto ciò che si dovesse affrontare fuori le mura domestiche fosse estremamente faticoso.....

valmor 01-03-2009 13:45

Re: Inerzia e apatia
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds
Chi è come me e come la combatte?

Mi riconosco nel problema, anche a me viene naturalissimo chiudermi e rifugiarmi in me stesso, e non solo nelle singole attività e interazioni sociali, dove la mia introversione e fobie mi causano forte stress e difficoltà..., ma anche in generale, arrivando ad una situazione di stallo caratterizzata da apatia un pò per tutto, demotivazione e una sensazione di stanchezza. Io direi di avere una depre e non so se tu potresti essere un pò distimico, però questa indole (che a quanto vedo è condivisa anche da non propriamente fobici) fortemente tendente a rinchiudersi in sè stessi allontanandosi dagli stimoli e situazioni sociali, e ad essere stressati psicologicamente o anche fisicamente molto più degli altri da queste, secondo me fa parte comunque delle personalità molto introverse.

NeverGiveUp 01-03-2009 14:27

Ne so qualcosa.
E' il solito discorso: la sega mentale vince sull'azione.
Infatti, come vedete, questo forum è pieno di seghe mentali e non di proposte di azioni.
Un mio consiglio sarebbe di andare a vivere da solo il prima possibile, lì veramente uno è costretto a "fare" piuttosto che a "pensare". Ora come ora, qualsiasi cosa che permetta di ridurre il pensiero, è utile.

P.S: sega mentale è diverso da riflessione.

afobicday 01-03-2009 14:34

Quote:

Un mio consiglio sarebbe di andare a vivere da solo il prima possibile

Io sto sperimentando questa esperienza da un paio di settimane.

clizia 01-03-2009 15:19

Quote:

Originariamente inviata da NeverGiveUp
Un mio consiglio sarebbe di andare a vivere da solo il prima possibile, lì veramente uno è costretto a "fare" piuttosto che a "pensare". Ora come ora, qualsiasi cosa che permetta di ridurre il pensiero, è utile.

P.S: sega mentale è diverso da riflessione.

Guarda, io sto vivendo da sola e quindi sono costretta a cucinare, pulire casa, fare la spesa ecc. Ma non per questo mi va via questo senso di fatica e stanchezza, questa apatia di cui parla John...anzi, dover fare tutte queste cose spesso mi leva quelle poche energie che vorrei dedicare alle cose a cui veramente tengo...
Sembra quasi che la volontà sia bloccata da uno stato di stanchezza generalizzato, che parte dal basso (dal corpo) per arrivare a coinvolgere ed influenzare la dimensione esistenziale tout court, minando la volontà di agire, di fare.....
La mia tendenza è sempre quella di rimandare ad un altro giorno o ad un altro anno i progetti che vorrei realizzare....

Poi c'entra anche il fattore autostima di cui parlava John: anche un autostima piuttosto bassa può bloccare l'individuo all'azione, perchè ci si sente inadeguati ad affrontare le sfide della vita. Per me il lavoro è già una prova grandissima che mi porta via tantissime forze sia sul piano livello psicologico che su quello fisico. Arrivata a fine giornata ho solo l'energia per stendermi sul letto e fissare il soffitto....

jimm 01-03-2009 15:29

Secondo me oltre ai problemi psicologici e caratteriali ce ne possono essere anche di fisici a volte.
Mangiare e dormire meglio possono per esempio dare un po' più energie.
Cercare un lavoro più vicino a casa può far risparmiare tempo ed energie spese nel viaggio.

afobicday 01-03-2009 15:45

L'inerzia genera inerzia.Quando cominci a perdere le giornate.Magari c'è un po' di sole e preferisci restare a casa perche' ti sembra ridicolo andare a passeggiare da solo se non trovi qualcuno.Ti dici quasi in tono consolatorio che oggi no,oggi resto cosi',domani vedro' di darmi da fare.Poi i giorni passano e rimandi sempre.Nel frattempo arrivano gli impegni e la routine.Quando poi ti ritrovi a fare solo e non c'è spazio per altro,entri in crisi.Ti chiedi se la tua vita sia solo impegno e niente svago.

Sentenza 01-03-2009 16:10

Mi riconosco in queste parole.
ieri era la classica giornata in cui sarei voluto stare a letto tutto il giorno a leggere, dormire o pensare.
E difatti la sera non sono uscito.
Mi capita(va)no spesso queste giornate, ultimamante un pò meno. Apatia totale, desiderio di riposo, paranoie e negatività.
Ho persino pensato che potesse essere un problema fisico, visto che mia madre ha sofferto di problemi di tiroide che le procuravano ansia, apatia, irritabilità ed estrema affaticabilità (tutte cose che possiedo anch'io)..e i problemi di tiroide sono ereditari..Ma gli esami a cui mi sono sottoposto me l'hanno escluso, per cui si tratta sicuramente di un problema psicologico..
Fatto sta che queste giornate mi fanno stare male, perchè i miei problemi che sto cercando di superare tornano improvvisamente a galla, e mi rendono pure asociale agli occhi degli altri..

JohnReds2 01-03-2009 19:03

La mia tendenza penso che abbia a che fare con il mio passato. io non sono mai stato un bambino iperattivo.
Sin dall'asilo sono sempre stato considerato "un bravo bambino", non scalmanato, buono, calmo, che se ne stava molto più in solitudine dei miei compagni...d'estate, alle elementari, spesso preferivo starmene in casa a leggere un libro o l'enciclopedia invece di andare a giocare a pallone ocn i miei compagni (sono strano forte, lo so :roll: ).
E quindi, sin da che ho ricordi, ho avuto la forte tendenza a vivere in un mondo tutto mio, interiore, meno fondato sul rapporto con le perosne.
Non che fossi sempre isolato, ovviamente, avevo amici, mi trovao e facevo giochi, anche se in misura minore rispetto alla media.

Entrando nell'adolescenza mi sono nati tutti i problemi sociali che avete tutti voi, e allora ho reagito rinchiudendomi ancora di più dentro me stesso, mi sono creato un mondo sicuro che mi protegge dalle ansie...è più forte di me, non ci riesco a contrastarlo, invece che afforntare le cose mi rinchiudo e mi isolo...da qui nasce un'inerzia e un'apatia statica, fatta di rimandi e rinunce, ma tutte soffrendo, perchè una parte di me è proiettata vero il fare e rimane frustrata.

Tanto per fare un esempio, mi capita un sacco di volte che esco con i miei amici, magari faccio una bella serata e mi diverto, e vado a letto con la voglia id fare mille cose, di andare sempre a giro....e poi, il giorno dopo alla mattina, risono nel solito stato apatico e senza voglia di uscire...

Quote:

Ti dici quasi in tono consolatorio che oggi no,oggi resto cosi',domani vedro' di darmi da fare.Poi i giorni passano e rimandi sempre.Nel frattempo arrivano gli impegni e la routine.Quando poi ti ritrovi a fare solo e non c'è spazio per altro,entri in crisi.Ti chiedi se la tua vita sia solo impegno e niente svago.
eh si. questo sono io...e, aggiungerei, quando ti chiedi se la vita sia solo impegno e niente svago arriva una tristezza profonda che spinge a rifugiarsi ancor di più per non sentire i mali di questo mondo...

In questo periodo poi sono come sovraccarico di impegni, sono sommerso per le conseguenze dei miei rimandi, ho come una sensazione di soffocamento e di non arrivare mai ad un "pareggio"...

NeverGiveUp 01-03-2009 20:06

Sì, è vero quanto dice afobicday. C'è anche da considerare una componente ansiosa che fa apparire lo svago più come un boccata d'ossigeno e gli impegni come scogli insormontabili.

donaldo 01-03-2009 23:56

Le vostre analisi personali mi scoraggiano ma mi fanno sentire meno solo...apatia inerzia tendenza all'isolamento fuga dagli impegni...tutte cose che riguardano anche la mia vità...si da piccolo ero considerato l'artista della classe...facevo un disegno magari di un personaggio bellissimo ma non disegnavo il volto oppure disegnavo il volto ma non le gambe...ma le cose lasciate a metà nella vita sono purtroppo andate ben oltre il disegno...anche quando la mia vita sembrava aver preso il verso giusto...lavoro soddisfacente una ragazza bella e dolce sono stato attratto dal desiderio oscuro di rallentare...le vacanze al mare sono sempre state un peso e le facevo solo per renderla contenta,ho smesso di ascoltare anche la musica piano piano e sono uno che si faceva 600 km per vedere un gruppo a milano per poi dormire la notte in un parchetto. Mi domando per quale motivo non riesco mai a godermi la vita e se quest'apatia potrà mai passare...in questo mondo che va a 1000 all'ora come andranno a finire quelli come me?

vetro 02-03-2009 00:15

Quote:

in questo mondo che va a 1000 all'ora come andranno a finire quelli come me?
la velocita' la scegli tu, l'importante è che resti sulla carreggiata.

aisljng 02-03-2009 14:28

Quote:

Originariamente inviata da thx1138
Antidepressivo attivante,

ciao

rob

già, proprio quello che dovrei prendere anch'io ....


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