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Omaggio a Fabrizio De Andrè
Canzone dell'Amore perduto
Ricordi sbocciavan le viole con le nostre parole "Non ci lasceremo mai, mai e poi mai", vorrei dirti ora le stesse cose ma come fan presto, amore, ad appassire le rose così per noi l'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza. E quando ti troverai in mano quei fiori appassiti al sole di un aprile ormai lontano, li rimpiangerai ma sarà la prima che incontri per strada che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato, per un amore nuovo. E sarà la prima che incontri per strada che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato, per un amore nuovo. --------------------------------------------------------------------------------- Il testamento di Tito Tito: "Non avrai altro Dio all'infuori di me, spesso mi ha fatto pensare: genti diverse venute dall'est dicevan che in fondo era uguale. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano. Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome: ma forse era stanco, forse troppo occupato, e non ascoltò il mio dolore. Ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero lo nominai invano. Onora il padre, onora la madre e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone: quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Quanto a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Ricorda di santificare le feste. Facile per noi ladroni entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Il quinto dice non devi rubare e forse io l'ho rispettato vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato: ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Non commettere atti che non siano puri cioè non disperdere il seme. Feconda una donna ogni volta che l'ami così sarai uomo di fede: Poi la voglia svanisce e il figlio rimane e tanti ne uccide la fame. Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore: ma non ho creato dolore. Il settimo dice non ammazzare se del cielo vuoi essere degno. Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno: guardate la fine di quel nazzareno e un ladro non muore di meno. Guardate la fine di quel nazzareno e un ladro non muore di meno. Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere un uomo. Lo sanno a memoria il diritto divino, e scordano sempre il perdono: ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Non desiderare la roba degli altri non desiderarne la sposa. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa: nei letti degli altri già caldi d'amore non ho provato dolore. L'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita. Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di là delle dune a violentare altre notti: io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore". |
VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE
Quando in anticipo sul tuo stupore verranno a crederti del nostro amore a quella gente consumata nel farsi dar retta un amore così lungo tu non darglielo in fretta non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre" nell'ipocrisia dei "mai" non sono riuscito a cambiarti non mi hai cambiato lo sai. E dietro ai microfoni porteranno uno specchio per farti più bella e pesarmi già vecchio tu regalagli un trucco che con me non portavi e loro si stupiranno che tu non mi bastavi, digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni per ritornare dopo l'amore alle carenze dell'amore era facile ormai non sei riuscita a cambiarmi non ti ho cambiata lo sai. Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro i tuoi occhi assunti da tre anni i tuoi occhi per loro, ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo e troppo stanchi per non vergognarsi di confessarlo nei miei proprio identici ai tuoi sono riusciti a cambiarci ci son riusciti lo sai. Ma senza che gli altri non ne sappiano niente dirmi senza un programma dimmi come ci si sente continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito farai l'amore per amore o per avercelo garantito, andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori o resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro senza chiederti come mai, continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai. |
Fosse per me quoterei tutta "storia di un impiegato"
IL BOMBAROLO Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro non sa con quanto amore mi dedico al tritolo, è quasi indipendente ancora poche ore poi gli darò la voce il detonatore. Il mio Pinocchio fragile parente artigianale di ordigni costruiti su scala industriale di me non farà mai un cavaliere del lavoro, io sono d'un'altra razza, son bombarolo. Nello scendere le scale ci metto più attenzione, sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone proprio nel giorno in cui la decisione è mia sulla condanna a morte o l'amnistia. Per strada tante facce non hanno un bel colore, qui chi non terrorizza si ammala di terrore, c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo, io sono d'un altro avviso, son bombarolo. Intellettuali d'oggi idioti di domani ridatemi il cervello che basta alle mie mani, profeti molto acrobati della rivoluzione oggi farò da me senza lezione. Vi scoverò i nemici per voi così distanti e dopo averli uccisi sarò fra i latitanti ma finché li cerco io i latitanti sono loro, ho scelto un'altra scuola, son bombarolo. Potere troppe volte delegato ad altre mani, sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani, io vengo a restituirti un po' del tuo terrore del tuo disordine del tuo rumore. Così pensava forte un trentenne disperato se non del tutto giusto quasi niente sbagliato, cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo, insomma il posto degno d'un bombarolo. C'è chi lo vide ridere davanti al Parlamento aspettando l'esplosione che provasse il suo talento, c'è chi lo vide piangere un torrente di vocali vedendo esplodere un chiosco di giornali. Ma ciò che lo ferì profondamente nell'orgoglio fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo, ma in prima pagina col bombarolo. |
Quello che non ho
Quello che non ho è una camicia bianca quello che non ho è un segreto in banca quello che non ho sono le tue pistole per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole. Quello che non ho è di farla franca quello che non ho è quel che non mi manca quello che non ho sono le tue parole per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole. Quello che non ho è un orologio avanti per correre più in fretta e avervi più distanti quello che non ho è un treno arrugginito che mi riporti indietro da dove sono partito. Quello che non ho sono i tuoi denti d'oro quello che non ho è un pranzo di lavoro quello che non ho è questa prateria per correre più forte della malinconia. Quello che non ho sono le mani in pasta quello che non ho è un indirizzo in tasca quello che non ho sei tu dalla mia parte quello che non ho è di fregarti a carte. Quello che non ho è una camicia bianca quello che non ho è di farla franca quello che non ho sono le sue pistole per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole. Quello che non ho... Testi di Fabrizio De Andrè |
La canzone di Marinella
Questa di Marinella è la storia vera che scivolò nel fiume a primavera ma il vento che la vide così bella dal fiume la portò sopra una stella Sola senza il ricordo di un dolore vivevi senza il sogno di un amore ma un re senza corona e senza scorta bussò tre volte un giorno alla tua porta Bianco come la luna il suo cappello come l'amore rosso il suo mantello tu lo seguisti senza una ragione come un ragazzo segue un aquilone E c'era il sole e avevi gli occhi belli lui ti baciò le labbra ed i capelli c'era la luna e avevi gli occhi stanchi lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi Furono baci e furono sorrisi poi furono soltanto i fiordalisi che videro con gli occhi delle stelle fremere al vento e ai baci la tua pelle Dicono poi che mentre ritornavi nel fiume chissà come scivolavi e lui che non ti volle creder morta bussò cent'anni ancora alla tua porta Questa è la tua canzone Marinella che sei volata in cielo su una stella e come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno, come le rose E come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno, come le rose. |
Ricordo che stasera su Rai 3 a "Che tempo che fa" andrà in onda uno speciale sul grande Faber
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a dieci anni dalla sua scomparsa, ancora la sua musica suona innovativa, i suoi testi unici, le sue performance inimitabili.
Fabrizio c'ha lasciato un grande vuoto, è vero, ma prima di tutto c'ha lasciato l'immagine più bella della poesia italiana. Fabrizio ci ha fatto sognare. Ci ha fatto vivere Genova senza esserci mai stati, ci ha portati nel passato e c'ha rivoluzionato ogni punto di vista. Fabrizio De Andrè ci ha spiegato come gira il mondo, cosa accade. Fabrizio ci ha fatto piangere e , lo ammetto, il pensiero della sua persona mentre scrivo questo topic accompagnato dal dolce cullare della sua melodica voce, ci fa piangere tuttora. Grazie Faber Preghiera in gennaio Lascia che sia fiorito Signore, il suo sentiero quando a te la sua anima e al mondo la sua pelle dovrà riconsegnare quando verrà al tuo cielo là dove in pieno giorno risplendono le stelle. Quando attraverserà l'ultimo vecchio ponte ai suicidi dirà baciandoli alla fronte venite in Paradiso là dove vado anch'io perché non c'è l'inferno nel mondo del buon Dio. Fate che giunga a Voi con le sue ossa stanche seguito da migliaia di quelle facce bianche fate che a voi ritorni fra i morti per oltraggio che al cielo ed alla terra mostrarono il coraggio. Signori benpensanti spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi Dio, fra le sue braccia soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte. Dio di misericordia il tuo bel Paradiso lo hai fatto soprattutto per chi non ha sorriso per quelli che han vissuto con la coscienza pura l'inferno esiste solo per chi ne ha paura. Meglio di lui nessuno mai ti potrà indicare gli errori di noi tutti che puoi e vuoi salvare. Ascolta la sua voce che ormai canta nel vento Dio di misericordia vedrai, sarai contento. Dio di misericordia vedrai, sarai contento. |
da donna ....
UN CHIMICO Solo la morte m'ha portato in collina un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria per bivacchi di fuochi che dicono fatui che non lasciano cenere, non sciolgon la brina. Solo la morte m'ha portato in collina. Da chimico un giorno avevo il potere di sposare gli elementi e di farli reagire, ma gli uomini mai mi riuscì di capire perché si combinassero attraverso l'amore. Affidando ad un gioco la gioia e il dolore. Guardate il sorriso guardate il colore come giocan sul viso di chi cerca l'amore: ma lo stesso sorriso lo stesso colore dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore. Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore. È strano andarsene senza soffrire, senza un volto di donna da dover ricordare. Ma è forse diverso il vostro morire vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile. Cosa c'è di diverso nel vostro morire. Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura ha le labbra di carne i capelli di grano che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che ti porti lontano. Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare guardate l'ossigeno al suo fianco dormire: soltanto una legge che io riesco a capire ha potuto sposarli senza farli scoppiare. Soltanto la legge che io riesco a capire. Fui chimico e, no, non mi volli sposare. Non sapevo con chi e chi avrei generato: Son morto in un esperimento sbagliato proprio come gli idioti che muoion d'amore. E qualcuno dirà che c'è un modo migliore. |
Sidùn
U mæ ninin u mæ u mæ lerfe grasse au su d'amë d'amë tûmù duçe benignu de teu muaè spremmûu 'nta maccaia de staë de staë e oua grûmmu de sangue ouëge e denti de laete e i euggi di surdatti chen arraggë cu'a scciûmma a a bucca cacciuéi de baë a scurrï a gente cumme selvaggin-a finch'u sangue sarvaegu nu gh'à smurtau a qué e doppu u feru in gua i feri d'ä prixún e 'nte ferie a semensa velenusa d'ä depurtaziún perchè de nostru da a cianûa a u meü nu peua ciû cresce ni ærbu ni spica ni figgeü ciao mæ 'nin l'eredítaë l'è ascusa 'nte sta çittaë ch'a brûxa ch'a brûxa inta seia che chin-a e in stu gran ciaeu de feugu pe a teu morte piccin-a. Sidone Il mio bambino il mio il mio labbra grasse al sole di miele di miele tumore dolce benigno di tua madre spremuto nell'afa umida dell'estate dell'estate e ora grumo di sangue orecchie e denti di latte e gli occhi dei soldati cani arrabbiati con la schiuma alla bocca cacciatori di agnelli a inseguire la gente come selvaggina finché il sangue selvatico non gli ha spento la voglia e dopo il ferro in gola i ferri della prigione e nelle ferite il seme velenoso della deportazione perché di nostro dalla pianura al molo non possa più crescere albero né spiga né figlio ciao bambino mio l'eredità è nascosta in questa città che brucia che brucia nella sera che scende e in questa grande luce di fuoco per la tua piccola morte. |
UN BLASFEMO
Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore più non arrossii nel rubare l'amore dal momento che Inverno mi convinse che Dio non sarebbe arrossito rubandomi il mio Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino non avevano leggi per punire un blasfemo non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte mi cercarono l'anima a forza di botte Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo lo costrinse a viaggiare una vita da scemo nel giardino incantato lo costrinse a sognare a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male Quando vide che l'uomo allungava le dita a rubargli il mistero di una mela proibita per paura che ormai non avesse padroni lo fermò con la morte, inventò le stagioni Mi cercarono l'anima a forza di botte e se furon due guardie a fermarmi la vita è proprio qui sulla terra la mela proibita e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato |
LA BALLATA DELL'AMORE CIECO
Un uomo onesto, un uomo probo, tralalalalla tralallaleru s'innamorò perdutamente d'una che non lo amava niente. Gli disse portami domani, tralalalalla tralallaleru gli disse portami domani il cuore di tua madre per i miei cani. Lui dalla madre andò e l'uccise, tralalalalla tralallaleru dal petto il cuore le strappò e dal suo amore ritornò. Non era il cuore, non era il cuore, tralalalalla tralallaleru non le bastava quell'orrore, voleva un'altra prova del suo cieco amore. Gli disse amor se mi vuoi bene, tralalalalla tralallaleru gli disse amor se mi vuoi bene, tagliati dei polsi le quattro vene. Le vene ai polsi lui si tagliò, tralalalalla tralallaleru e come il sangue ne sgorgò, correndo come un pazzo da lei tornò. Gli disse lei ridendo forte, tralalalalla tralallaleru gli disse lei ridendo forte, l'ultima tua prova sarà la morte. E mentre il sangue lento usciva, e ormai cambiava il suo colore, la vanità fredda gioiva, un uomo s'era ucciso per il suo amore. Fuori soffiava dolce il vento tralalalalla tralallaleru ma lei fu presa da sgomento, quando lo vide morir contento. Morir contento e innamorato, quando a lei niente era restato, non il suo amore, non il suo bene, ma solo il sangue secco delle sue vene |
Ho scoperto De Andrè un pò tardi (sarà che sono in ritardo un pò su tutto :lol: e anche Faber non fa eccezione), ma non riesco più a farne a meno..mi limito a citare solo tre delle sue canzoni o, forse sarebbe meglio dire, poesie, quelle che in questo periodo mi è capitato di ascoltare più spesso. Ciao ciao.
GIUGNO '73 Tua madre ce l'ha molto con me perché sono sposato e in più canto però canto bene e non so se tua madre sia altrettanto capace a vergognarsi di me. La gazza che ti ho regalato è morta, tua sorella ne ha pianto, quel giorno non avevano fiori, peccato, quel giorno vendevano gazze parlanti. E speravo che avrebbe insegnato a tua madre A dirmi "Ciao come stai ", insomma non proprio a cantare per quello ci sono già io come sai. I miei amici sono tutti educati con te però vestono in modo un po' strano mi consigli di mandarli da un sarto e mi chiedi "Sono loro stasera i migliori che abbiamo ". E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa Nell'imbuto di un polsino slacciato. I miei amici ti hanno dato la mano, li accompagno, il loro viaggio porta un po' più lontano. E tu aspetta un amore più fidato il tuo accendino sai io l'ho già regalato e lo stesso quei due peli d'elefante mi fermavano il sangue li ho dati a un passante. Poi il resto viene sempre da sé i tuoi "Aiuto" saranno ancora salvati io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati. PREGHIERA IN GENNAIO Lascia che sia fiorito Signore, il suo sentiero quando a te la sua anima e al mondo la sua pelle dovrà riconsegnare quando verrà al tuo cielo là dove in pieno giorno risplendono le stelle. Quando attraverserà l'ultimo vecchio ponte ai suicidi dirà baciandoli alla fronte venite in Paradiso là dove vado anch'io perché non c'è l'inferno nel mondo del buon Dio. Fate che giunga a Voi con le sue ossa stanche seguito da migliaia di quelle facce bianche fate che a voi ritorni fra i morti per oltraggio che al cielo ed alla terra mostrarono il coraggio. Signori benpensanti spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi Dio, fra le sue braccia soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte. Dio di misericordia il tuo bel Paradiso lo hai fatto soprattutto per chi non ha sorriso per quelli che han vissuto con la coscienza pura l'inferno esiste solo per chi ne ha paura. Meglio di lui nessuno mai ti potrà indicare gli errori di noi tutti che puoi e vuoi salvare. Ascolta la sua voce che ormai canta nel vento Dio di misericordia vedrai, sarai contento. Dio di misericordia vedrai, sarai contento. VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE Quando in anticipo sul tuo stupore verranno a crederti del nostro amore a quella gente consumata nel farsi dar retta un amore così lungo tu non darglielo in fretta non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre" nell'ipocrisia dei "mai" non sono riuscito a cambiarti non mi hai cambiato lo sai. E dietro ai microfoni porteranno uno specchio per farti più bella e pesarmi già vecchio tu regalagli un trucco che con me non portavi e loro si stupiranno che tu non mi bastavi, digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni per ritornare dopo l'amore alle carenze dell'amore era facile ormai non sei riuscita a cambiarmi non ti ho cambiata lo sai. Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro i tuoi occhi assunti da tre anni i tuoi occhi per loro, ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo e troppo stanchi per non vergognarsi di confessarlo nei miei proprio identici ai tuoi sono riusciti a cambiarci ci son riusciti lo sai. Ma senza che gli altri non ne sappiano niente dirmi senza un programma dimmi come ci si sente continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito farai l'amore per amore o per avercelo garantito, andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori o resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro senza chiederti come mai, continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai. |
Coda di lupo
Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani e da marzo a febbraio mio nonno vegliava sulla corrente di cavalli e di buoi sui fatti miei sui fatti tuoi e al dio degli inglesi non credere mai. E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo rubai il primo cavallo e mi fecero uomo cambiai il mio nome in "Coda di lupo" cambiai il mio pony con un cavallo muto e al loro dio perdente non credere mai E fu nella notte della lunga stella con la coda che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa crocifisso con forchette che si usano a cena era sporco e pulito di sangue e di crema e al loro dio goloso non credere mai. E forse avevo diciott'anni e non puzzavo più di serpente possedevo una spranga un cappello e una fionda e una notte di gala con un sasso a punta uccisi uno smoking e glielo rubai e al dio della scala non credere mai. Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte ci fecero l'esame dell'alito e delle urine ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso - Per la caccia al bisonte - disse - Il numero è chiuso. E a un Dio a lieto fine non credere mai. Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horn capelli corti generale ci parlò all'università dei fratelli tutte blu che seppellirono le asce ma non fumammo con lui non era venuto in pace e a un dio fatti il culo non credere mai. E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa che ho imparato a pescare con le bombe a mano che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoria e a un dio senza fiato non credere mai. |
Un Matto
(Dietro Ogni Scemo C'è Un Villaggio) Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole, e la luce del giorno si divide la piazza tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa, E NEPPURE LA NOTTE TI LASCIA DA SOLO : GLI ALTRI SOGNAN SE'STESSI E TU SOGNI DI LORO E sì, anche tu andresti a cercare le parole sicure per farti ascoltare: per stupire mezz'ora basta un libro di storia, io cercai di imparare la Treccani a memoria, e dopo maiale, Majakowsky, malfatto, continuarono gli altri fino a leggermi matto. E senza sapere a chi dovessi la vita in un manicomio io l'ho restituita: qui sulla collina dormo malvolentieri eppure c'è luce ormai nei miei pensieri, qui nella penombra ora invento parole ma rimpiango una luce, la luce del sole. Le mie ossa regalano ancora alla vita: le regalano ancora erba fiorita. Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina; di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia "Una morte pietosa lo strappò alla pazzia". |
La ballata del Michè
Quando hanno aperto la cella era già tardi perché con una corda al collo freddo pendeva Miché tutte le volte che un gallo sento cantar penserò a quella notte in prigione quando Miché s'impiccò stanotte Miché s'è impiccato a un chiodo perché non voleva restare vent'anni in prigione lontano da te nel buio Miché se n'è andato sapendo che a te non poteva mai dire che aveva ammazzato soltanto per te io so che Miché ha voluto morire perché ti restasse il ricordo del bene profondo che aveva per te vent'anni gli avevano dato la corte decise così perché un giorno aveva ammazzato chi voleva rubargli Marì l'avevan perciò condannato vent'anni in prigione a marcir però adesso che lui s'è impiccato la porta gli devono aprir se pure Miché non ti ha scritto spiegando perché se n'è andato dal mondo tu sai che l'ha fatto soltanto per te domani alle tre nella fossa comune sarà senza il prete e la messa perché d'un suicida non hanno pietà domani Miché nella terra bagnata sarà e qualcuno una croce col nome la data su lui pianterà e qualcuno una croce col nome e la data su lui pianterà |
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