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La tossicità di uno stereotipo innocente
"Sono giovani e si divertono"
"È il periodo più bello e spensierato della vita" "Le amicizie, i primi amori, il divertimento" "Mille sogni, mille progetti, tanta energia" "Dolce ingenuità che ti porta a fare le ca**ate più belle della vita" Arrivata a 21 anni queste sono solo alcune delle frasi fatte che io sento ripetere fin da quando ne avevo 13 riguardo al periodo della vita che stavo (sto) vivendo, ma se un tempo, quando ero molto più immatura e infelice, credevo a queste affermazioni credendo di essere l'unica persona sulla faccia della terra maledetta dal destino e dalla sfortuna siccome io vivevo in maniera decisamente diversa e decisamente meno spensierata, oggi che mi sento più matura sono stata in grado di comprendere come certi stereotipi non vengano praticamente mai sostenuti e diffusi da chi questo periodo lo sta vivendo, nemmeno da chi lo riesce a vivere senza troppi problemi, sono stereotipi creati invece da persone adulte, spesso over 40, le quali quando erano teenager non hanno mai vissuto quell'Eden di beatitudine che oggi millantano davanti ai giovani ma tuttavia la loro mente filtra e idealizza la loro storia passata creando in loro questo nostalgismo che riflettono sulle nuove generazioni. Motivo? Semplice, tempo che scorre, invecchiamento fisico, responsabilità della vita, rimpianti per non essere diventato qualcuno di più importante o per non aver fatto determinate cose ecc... Conseguenze? Devastanti. Sono proprio questi stereotipi che instillano nella mente delle giovani generazioni quel mix di aspettative e desideri irrealizzabili, vizi, superficialità e deresponsabilizzazione. Accettare a livello mentale nel pensiero comune il fatto che un adolescente (e quindi l'adulto del futuro) non possa essere una persona umana con la propria sensibilità, con le proprie debolezze, con la propria intelligenza e con il proprio vissuto alle spalle, ma bensì solamente una macchina programmata per godersi la vita in maniera spensierata, è dal mio punto di vista una delle cause principali non solo della progressiva frantumazione dei rapporti umani ma anche della perdita di punti di riferimento nella nostra vita, non si diventa più adulti, si passa dall'essere giovani e spensierati al diventare "anziani" orfani di quel mondo, di quelle opportunità, di quella mitica età spensierata che ti dava l'opportunità di godere e risucchiare fino in fondo il midollo della vita, la quale in realtà si scopre poi essere nient'altro che una lunga sequela di responsabilità, sfortune e deterioramento irreversibile. Io penso che se oggi molti di noi continuano a sentire il peso di quel periodo della loro vita a tal punto da non riuscire ad andare avanti per via della sensazione di avere perso un treno molto importante è anche per colpa di questo stereotipo che rappresenta un qualcosa di assolutamente inedito nella storia e oggi tuttavia alcune persone cominciano a rendersi conto della tossicità che si cela dietro la sua apparente innocenza. |
Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
E' vero però che la maggior parte delle persone vive in uno stato emotivamente migliore in un determinato periodo della vita, quando le condizioni fisiche permettono di poter disporre appieno delle energie che si possiedono.
Il discorso cambia per chi ha problemi legati alla sfera umorale, ma allo stato attuale delle cose, le persone che soffrono di depressione e affini quante sono in percentuale sul totale dalla popolazione? |
Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
Infatti, noi non facciamo testo e comunque non è detto che non rimpiangeremo l'adolescenza. Non è che un fobico invecchiando abbia chissà quali prospettive...
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
Bel post sono d'accordo
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
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Poi ognuno è a se. Ci sono fobici che sono sbocciati a 50anni, quindi nulla è perduto. La speranza deve sempre esserci. |
Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
Una frase che mia madre mi ha ripetuto per tutta l'adolescenza era "se non lo fai adesso poi non lo farai più una volta diventata adulta" riferito a divertimenti vari e uscite. È una cosa che mi ha sempre messo tanta pressione e ansia ma comunque era un discorso che più che spronarmi mi faceva chiudere ancora di più.
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
per me resta il momento piu bello della vita la giovinezza , anzi secondo me i vecchi so invidiosi pure dei giovani e sperano che soffrano , li vogliono vedere lavorare 16 ore al giorno perche so invidiosi della gioventu che nn possono piu avere .... per quello poi fanno ste frasi stereotipate sulla giovinezza come eden totale , perche fondamentalmente stanno a rosica'
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
Tranquilli che con la crisi di mezza età si ritorna all'adolescenza
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
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rispetto ai 20 anni che ti lavavi i denti col jack daniels? :sisi: |
Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
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A me sembra che l'idealizzazione delle prime fasi della vita sia una costante della storia umana. |
Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
Si dice così perché a quell'età si hanno ancora poche responsabilità e fisicamente si è nel pieno delle forze con la voglia di divertirsi e scoprire il mondo.
In adolescenza i miei coetanei (non problematici) mi sembravano piuttosto spensierati, i problemi più gravi riguardavano questioni amorose o qualche litigio tra amici. |
Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
Io rispondo come Paul Nizan: "Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita"
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
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Re: La tossicità di uno stereotipo innocente
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Io ho 32 anni ed effettivamente quando avevo dai 16 ai 26 anni uscivo di più, facevo tardi al sabato sera e non mi pesava più di tanto, fino ai 22 ci provavo in discoteca con le ragazze. Per me non sono stereotipi, sono la pura verità, quando si va verso i 30 tante persone perdono la voglia di "fare festa"
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