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Il senso dell'umorismo nelle amicizie
Salve a tutti,
Da ciò che ho notato in un gruppo se fai ridere e racconti storielle, sei tenuto in grande considerazione, se invece non né sei in grado, devi almeno avere la risata facile, cosicché quando gli altri fanno battute trovano in te la conferma di aver detto qualcosa di divertente. Al contrario, se non hai la risata facile, la gente pensa che sei depresso o altro. Esperienze |
Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
Secondo me la cosa più importante è sentirsi a proprio agio. Altrimenti se anche la compagnia è una fatica, invece di essere piacevole, per me allora non serve a niente.
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Tra amici veri questa cosa non dovrebbe succedere, anzi chi ridacchia senza fine e nei momenti inopportuni a na certa viene visto male perché o è un cojone o è drogato/ubriaco, io ho dovuto tagliare i rapporti con un ex amico ( non centra nessuno del forum ) per questo motivo, scherzava sempre e con sempre intendo sempre, va bene cazzeggiare nella maggioranza del tempo ma ci sono dei momenti che richiedono serietà ( vuoi per cose che si dicono o cose che sono successe ) se non si rispetta la serietà in determinati momenti ma si continua a cazzeggiare come i bambolotti giocattolo col sorriso stampato, Bhè non può essere vera amicizia, ma si rimane nell'orbita della conoscenza
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Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
@Asocial
un gruppo o branco -secondo me- amplifica l'assenza dell'agire seguendo ciò che nel senso comune si potrebbe definire razionalità / logica / buon senso ecc...ragion per cui, se vuoi stare in un determinato gruppo, devi dapprima entrarci seguendo le loro "regole". Se poi una volta dentro riesci carismaticamente a modificare uno o più atteggiamento del branco, tanto meglio per te. |
Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
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Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
Mio padre era un estroversone,scherzava sempre e aveva un senso dell'umorismo innato,aveva tantissimi amici,per dirla breve suscitava simpatia a molte persone,si lagnava sempre di me che ero così chiusa e che a detta sua non legavo con nessuno,mia madre invece era più taciturna con la gente,non come me naturalmente.
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Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
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Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
Con due miei amici facciamo spesso battute, anche sciocche, che capiamo solo noi. Però se mi trovassi in un gruppo di più persone starei zitto tutto il tempo e risulterei noioso.
C'è da dire che dove vivo io si fanno tante battute mentre si conversa, anche con chi non si conosce, è un modo di fare tipico di questi posti. |
Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
Apprezzo l'ironia, la considero una qualità fondamentale. Anche io credo di essere ironico, quando sono abbastanza rilassato. Ma bisogna capire quando e con chi si può esserlo, per non apparire superficiali o vuoti di contenuti (se oltre alla battuta non si riesce ad andare) e almeno all'inizio non è facile.
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In un'amicizia che funziona penso sia fondamentale anche una parte di scherzo, ironia e spensieratezza, non si può parlare solamente del più e del meno anche perché il momento in cui si comincia a scherzare è segno del fatto che sei entrato pienamente in confidenza con l'altra persona, per me però è molto più difficile arrivarci, io vengo vista come cupa e introversa anche solo per la mia espressione facciale (anche perché non sorrido mai) e quando vengo inserita in una nuova compagnia faccio fatica ad aprirmi anche per parlare di cose serie, tanto più per scherzare. Poi oggi quando mi faccio conoscere dagli altri la prima cosa che faccio istintivamente è parlare dei mie problemi e del mio passato anche se in maniera positiva per sottolineare come io sia migliorata ultimamente però non ci riesco sempre e alcuni mi etichettano come problematica e infatti poi non hanno voglia di entrare in confidenza con me scherzando.
Immagino però come sia difficile fare ironia in un gruppo di persone per chi si sente a disagio con loro, la prima cosa anche lì è cercare le persone giuste ed è la cosa più complessa. |
Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
Io proprio non ce la faccio a ridere quando mi dicono qualcosa che dovrebbe essere divertente, mi viene come una paralisi alla faccia, e sono fintissimo. Mi dispiace perché magari trovo anche divertente il fatto, ma risulto forzato.
Gli altri invece ridono spesso a quello che dico, perché sanno comportarsi come si deve. |
Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
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Non me la sposerò mai una super-seriosa che non ride mai, che non fa mai scherzi o bischerate.. le sfingi le chiamo io.. vade retro. Certo, neanche mi piacciono le solarone, le allegrone perenni.. ci vuole una cosa bilanciata. |
Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
boh secondo me nei gruppi dove l amicizia nn è profonda il tizio che fa ridere lo fa perchè gli piace far ridere gli altri e gli altri lo chiamano per questo , nn c è una sorta di considerazione maggiore , nn è un usarsi a vicenda perchè detto cosi è piu brutto di quello che è in realtà però non esalterei troppo il concetto di considerazione maggiore o peggiore .
per es io avevo amici perchè facevo cazzate ed ero imprevedibile e cmq prendevo l iniziativa delle serate , mandandole in vacca poi lol però nn è che avessi piu considerazione , venivo cercato mi venivano sotto casa etc... ma era solo per il fatto che magari si divertivano , io mi divertivo e andava bene cosi , però nn la chiamerei " piu considerazione" .... ovvio che se stai muto tutto il tempo vieni cercato meno ma nn è che ti considerano meno è solo che nn " gli servi" , sempre detto un po troppo brutalmente |
Re: Il senso dell'umorismo nelle amicizie
ho senso dell'umorismo ma è tagliente e spesso le cose me le tengo per me, all'apparenza invece sembro scontroso e me l'hanno fatto notare ma mi va bene lo stesso. poi va a periodi, in questo periodo sono abbastanza chiuso e antipatico.
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