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Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Questa mattina mi è capitato di fare un po' di auto-riflessione, e di chiedermi per quale motivo io sia così, scusate il termine, sfigato.
Insomma, non parlo solo di amore, ma soprattutto di amicizie, sono 10 anni che non frequento persone della mia età, e considerando che ne ho 28 è più di un terzo della mia vita... La situazione è oggettivamente grave. Ed è proprio la gravità della mia situazione attuale che mi porta a pensare che nella mia vita ci debba essere qualcosa di palesemente "sbagliato", ci deve essere qualcosa di grosso, un grande trauma, un problema materiale che mi impedisce di vivere la socialità. E non riesco a trovarlo, onestamente credo di essere una persona "media" per molti aspetti della vita, caratterialmente timido, ma ho visto persone molto più timide di me, lavoro, personalità un po' credo di averne, aspetto fisico è abbastanza buono. Possibile che sia solo l'ansia sociale e il timore dei giudizi della gente ad avermi rinchiuso in casa per gli ultimi 10 anni? Forse non so farmi apprezzare? O non so far valere le mie opinioni? Almeno se avessi una diagnosi di depressione... O autismo... O qualsiasi altra cosa saprei perché mi ritrovo nella mia condizione, in questo momento invece non ho una risposta definitiva. Mi piacerebbe sentire qualche considerazione, se ne avete da fare, e mi piacerebbe anche sapere, se qualcuno si sente di dirlo, che impressione do all'esterno, anche se ci conosciamo solamente tramite il forum, non importa. |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Mai pensato di provare ad andare da qualche terapeuta?
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Personalmente me lo chiedo tutti i giorni...e sono ben più grande di te.
Purtroppo immagino proprio che ci sia qualcosa che non funziona bene in noi ma, credo, in parte centra anche la componente sfortuna. Nel senso che non si creano quasi mai quelle coincidenze, quelle situazioni favorevoli, per persone timide come noi, che possano aiutarci ad instaurare nuove conoscenze. Al crescere dell'età poi tutto si complica dannatamente per una serie di motivi. Essendo tu ancora piuttosto giovane, ti auguro di uscire fuori, in qualche modo, da questa spiacevole situazione, quanto prima possibile. |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
a 28 anni non sono più le amicizie di quando avevamo 13-14 anni (e già quelle...): molti sono avviati con famiglia, lavoro, hobbies, amanti ecc...per stare in un gruppo di normali/sociali (anche lavorativi), devi avere delle caratteristiche -secondo me- imprescindibili. È come presentare il CV ad un colloquio di lavoro: se non hai certe qualità richieste in quel settore, verrai scartato. Anche i rapporti umani sono così: curriculum, esaminatori, sei dentro/sei fuori.
Bisognerebbe anche avere una certa percezione di sé: io, così per dire, sono gatto e non posso mischiarmi con le tigri. Se sei passerotto, non puoi pretendere di mischiarti con le aquile* Non senza attuare cambiamenti come nella storia del brutto anatroccolo. La gente, la massa non è dovuta/interessata ad accettarti così come sei *https://www.ibs.it/messaggio-per-aqu.../9788868366179 |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
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Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
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Ti auguro lo stesso, ed anzi mi viene in mente uno dei miei vicini di casa che si è sposato (per la prima volta) qualche anno fa, quando aveva 55 anni/60 anni... Non ricordo di preciso. Quindi non è mai troppo tardi! |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
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Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Ah, ho pensato che con terapeuta intendessi psicologo, ho capito male io :miodio:
Con la psicologia al momento non sono interessato, ma con qualche altro tipo di professionista non escludo che potrebbe essere un' opzione, non si sa mai che qualcosa possa funzionare. |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
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Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Con determinati problemi, purtroppo, non sono gli altri a doversi adattare a noi.
Siamo noi che non siamo in grado di avere un funzionamento sociale normale come gli altri. Siamo disadattati sociali, è la parola stessa a spiegare tutto. Disadattato sociale, che non si adatta agli altri, alla normalità sociale degli altri. Non è quindi il contrario, non sono gli altri a dover adattarsi a noi che siamo incapaci sociali. Darà anche fastidio dirlo, ma purtroppo il succo di tutto il discorso è questo. Nessuno avrà mai voglia di aspettare, perdere tempo con una persona che ha queste incapacità sociali. Io sono arrivato a 49 anni senza nessuno, senza esperienze con una donna, senza amici, ma non è da adesso, il percorso parte da tanti anni fa. Già a 15,20 anni si capiva che c'era qualcosa che non andava, e purtroppo la cosa si è propagata negli anni, rimanendo sempre fuori da giri sociali eccetera, e la conseguenza è un totale isolamento sociale. Chi è più giovane, spero possa uscirne. È comunque vero che con più vai avanti con l'età, più diventa una corazza dura e difficile da penetrare |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
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Tutto in automatico, senza che io possa individuare un perché. Alcune cose le vedo: la mia inferiorità fisica, la voce è-la-Giordano, la pochissima maschilità... chiaramente metà dell'universo maschile come calcetto e simili mi è preclusa. Ma tanta gente che non alza un dito ha vita sociale. Probabilmente questo effetto può essere dovuto a diverse cause; in me ce ne sono alcune, in altri ne agiscono altre. Ho avuto un vissuto non dissimile da quello che hai descritto e con una decina d'anni più di te posso confermare che tutto peggiora. Dopo i 40 per me il peggioramento è stato letteralmente esponenziale. Mi sono spento e dubito che mi riaccenderò, qualsiasi metafora questo possa rappresentare. Per fortuna 28 anni sono un'età con ancora molte possibilità e auguro il meglio a tutti. |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Non pensi che forse stai male anche per un senso di dovere? Cioè che la vivi come una sorta di ricatto, "devi avere vita sociale altrimenti vali poco". Invece che un desiderio spontaneo. Perché se è così è naturale essere bloccati e non vivere con piacere le interazioni umane
Io mi sono accorta che evidentemente la sentivo così perché durante il lockdown ero tutta contenta perché siccome non c'era per nessuno la possibilità di socializzare mi sentivo come sollevata da un obbligo |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
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Grazie per gli auguri e grazie anche a Maximilian che non riesco a quotare in questo momento :) :bene: |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
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Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Non c'è una cosa in particolare, un generale sotto la media praticamente in ogni aspetto. Sono sempre risultato scadente in tutto, non importa se mi impegnavo o meno, sempre indietro e sempre in fallimento. Non compenso ad esempio una scarsa fisicità con l'inteliggenza, o viceversa. Sono semplicemente manchevole in tutto. E non sarebbe neanche un dramma se questa società non ti mettesse in croce per tutti i giorni della tua vita fino a quando non esali l'ultimo respiro. Tutti eventi relativi alla manchevolezza che sfociano inevitabilmente nel malessere psicologico sopratutto nella depressione. Non sarei depresso se nella mia condizione non mi ritrovassi sempre escluso, ignorato e nelle migliore delle ipotesi trattato a pesci in faccia, ma non è colpa di nessuno sono venuto su male e basta. SE non ho la possibilità di stare al passo della vita vieni schiacciato da essa, non è colpa degli altri se sono un essere patetico e inutile, ognuno fa quel che deve fare per vivere al meglio. Il massimo che posso fare è stare male, non c'è altra via.
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Io da bambino e adolescenza non ero così, avevo già qualche problema nell infanzia probabilmente a causa di un episodio di bullismo ma più che sfigato a un occhio esterno risulto strano, ero sempre un pò più chiuso rispetto agli estroversoni ma potevo starci insieme addirittura stavo in un gruppo dove ci insultavamo di continuo per scherzare anche in modo pesante e stavo al gioco e spesso e a periodo ero pure estroverso, il cambiamento è avvenuto sia per depressione post rottura con la one itis sia quando ho iniziato ad allontanarmi dagli amici ho iniziato a fare lo gnorri l imborghesito, il superiore, ho iniziato a vedere cavilli in ogni in ogni persona e invece che discuterci mi allontanavo e adesso sono mezzo impantanato in questa apatia e sono spuntati pure dolori psicosomatici, mi sono isolato ma ho fatto l asceta al contrario, ho fatto il disceta
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Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Nel mio caso non ho nemmeno più interesse nel socializzare con i miei coetanei.
Hanno una vita talmente distante da quella del sottoscritto che risulta ridicolo e fuori luogo anche il paragone. Non ho nemmeno 1/4 delle loro esperienze. Inoltre sono rimasto in un limbo adolescenziale fatto di interessi e passioni che difficilmente hanno un riscontro positivo tra quelli della mia età. |
Re: Alle volte mi chiedo che c'è di sbagliato in me
Io sono stato peggio con l'auto riflessione, nel 2021 ho avuto una crisi depressiva fortissima dopo essermi reso conto che la mia vita era un inferno, ho vissuto troppi anni con la fobia sociale, sempre con atteggiamenti strani e infantili e la voglia di rinchiudermi in casa a giocare ai videogiochi, da 2 anni a sta parte sto cercando di migliorarmi, ma ancora non riesco a lavorare, non riesco a fare amicizia genuina con nessuno, sono in una trappola tra il volermi sbloccare e la voglia di isolarmi per sempre dalla società.
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Per quanto riguarda però l'ultimo punto, da me quotato, posso dirti che il problema più grande, ad un certa età, non è più la difficoltà socializzativa quanto piuttosto la mancanza di opportunità di poter socializzare. Questo perché i pochi conoscenti che si hanno sono praticamente tutte persone che sono in una fase avanzata della propria vita, ovvero sono perlopiù fidanzati e sposati, spesso con famiglia. Nell'ultimo anno ho cercato di ribaltare le mie difficoltà nel socializzare nell'unico posto dove mi è data possibilità di farlo, ovvero sul posto di lavoro. Mi sono dato da fare cercando di parlare un pò con tutti ed effettivamente ho constatato un netto miglioramento sotto questo aspetto. Perfino i miei colleghi mi hanno detto che sono molto cambiato da quando sono arrivato da loro. Il problema? Sono tutte persone troppo giovani oppure fidanzate/sposate, con cui al massimo puoi organizzare una cena una tantum ogni tot mese. Nessuno quindi che potrei frequentare con continuità. Questa è la differenza/problema principale rispetto a quando sei giovane. Sotto una certa età puoi facilmente incontrare gente libera da impegni e frequentabile con continuità. Magari avessi avuto, almeno 10 anni fa, questa consapevolezza, la voglia di cambiare, il coraggio che invece ho ritrovato oggi...temo però che il treno ormai sia passato e perso definitivamente e non credo avrò altre opportunità, purtroppo... |
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Vero, abbiamo sofferto la reclusione meglio degli altri perché eravamo già abituati e, come dici, ci sentivamo più sollevati psicologicamente ma in realtà non abbiamo ottenuto altro se non incancrenire il problema. Personalmente me ne sono reso conto solo dopo tornando al lavoro in ufficio. |
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