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Angus 19-05-2023 22:41

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
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Originariamente inviata da Abuela (Messaggio 2838855)
Io ho avuto la mia prima crisi di identità a 17 anni, e mi sa che ci sto ancora nel bel mezzo :sisi: no comunque sto iniziando a capire quel che dici e mi fa paura, o meglio, sono troppo stanca per fermarmi a pensare, o meglio, mi fa paura

Al tempo stesso mi pare una visuale un po' distaccata dal mondo, tipo definire la propria identità a prescindere da tutto e tutti, una cosa un po' ascetica

Spaventoso da dire, ma io credo che sia il mondo a distaccarsi da te ogni volta che ti butta addosso cose del genere di cui sopra. Grazie A. di aver preso sul serio la cosa.

cuginosmorfio 19-05-2023 23:05

Non siamo altro che animali. Se non ci definiamo in base al proprio vissuto od al confronto con la società non saremmo più di qualsiasi altro animale.

Un bambino sa chi è? No. Solo un cucciolo di animale. Tutto ciò che viene dopo lo definisce la società e l'esperienza.

Angus 19-05-2023 23:19

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
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Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2838862)
Non siamo altro che animali. Se non ci definiamo in base al proprio vissuto od al confronto con la società non saremmo più di qualsiasi altro animale.

Un bambino sa chi è? No. Solo un cucciolo di animale. Tutto ciò che viene dopo lo definisce la società e l'esperienza.

Sorvolo su "civiltà vs bestialità".

Il tuo vissuto non si riduce di certo a "viaggiare", "amare la pizza", "evitare lo sguardo delle persone", ecc. Non mi sembra di parlare di fantascienza. Non è che non esistano persone che si identificano in altro che non sia lavoro, hobbies, tic caratteriali, peso corporeo, ecc.

Perché è tanto difficile riconoscersi incolti, rozzi, superficiali?

SMS94 19-05-2023 23:25

Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838360)
Avete anche voi l'impressione che molte persone sofferenti rifiutino di attivarsi per ridurre il proprio malessere? Intendo attivarsi realmente, non fare una pantomima.

Secondo me bisogna anche vedere se il motivo del proprio malessere dipende da se stessi o da altro.
Spesso infatti si soffre per cose che accadono per colpa di altre persone, del caso o comunque di eventi che non possiamo controllare, quindi non è che anche attivandosi uno possa fare molto...

Xchénnpossoreg? 19-05-2023 23:50

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838834)
Capisci qual è il mio punto?

Sì, lo capisco (o almeno credo).
Per te c'è una netta distinzione tra ciò che siamo e quello che facciamo.
Di base prendi le distanze dai vari problemi/blocchi perché non ti rivedi in loro (non rappresentano la tua identità).
Sei altro (e da qui il discorso sull'attivazione).

Giusto?

Angus 20-05-2023 00:00

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Xchénnpossoreg? (Messaggio 2838866)
Sì, lo capisco (o almeno credo).
Per te c'è una netta distinzione tra ciò che siamo e quello che facciamo.
Di base prendi le distanze dai vari problemi/blocchi perché non ti rivedi in loro (non rappresentano la tua identità).
Sei altro (e da qui il discorso sull'attivazione).

Giusto?

Sì. Secondo me, finché ti identifichi con il tuo carattere non hai alcuno spazio per capirlo davvero e per cambiarlo. Ma, al di là del cambiare azioni, non senti di vivere una vita davvero tua.

Ed è anche (addirittura) una cosa umiliante, mortificante. Ci sta che qualcuno che deve "usarti" metta in risalto solo certi aspetti, semplificando. Ma farlo tu stesso/a...?

XL 20-05-2023 06:59

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838869)
Sì. Secondo me, finché ti identifichi con il tuo carattere non hai alcuno spazio per capirlo davvero e per cambiarlo. Ma, al di là del cambiare azioni, non senti di vivere una vita davvero tua.

Ma perché deve essere cambiato proprio il carattere?
E perché una persona dovrebbe identificare un problema o elementi di disturbo nel carattere? :interrogativo:

La vita davvero tua, chi deve decidere quale sia?

Magari per una persona la vita davvero sua è proprio quella dove ha proprio certe caratteristiche ma possiede anche altre cose che adesso non ha.

Per me è proprio sbagliato il tuo ragionamento, ci sono cose con cui uno si identifica di più e cose con cui si identifica meno, ma non è che se ti identifichi non conosci la cosa, cosa c'entra? :nonso:

Se mi identifico con l'orientamento eterosessuale maschile allora sono all'oscuro che c'è questa tendenza in me?
E soprattutto, casomai questo orientamento creasse problemi e conflitti a livello sociale che producono disagi e sofferenze, dovrei tendere a voler cambiare l'orientamento per risolvere i conflitti?

vikingo 20-05-2023 07:03

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Non siamo fatti per vivere come bruti ma per seguir virtù e conoscenza,siamo animali ma evoluti grazie a dio,si può essere colti e animaleschi lo stesso

Maffo 20-05-2023 07:45

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Artemis_90 (Messaggio 2838394)
Come il solito non dormo e stavo vagando su you tube, per caso mi imbatto in un vecchio video di questo ragazzo,https://www.youtube.com/watch?v=zr64g1zxBE4 un video in cui stava "bene" ancora, decido così di iscrivermi, pensando di poter avere buone notizie, insomma mi ero incuriosita e volevo vedere come evolveva la sua situazione (mi sono anche vista tutte le pubblicità non skippandole perchè ho pensato "almeno ci guadagna qualcosa da me che sto qui a farmi gli affari suoi"). Vado a vedere qualche suo altro video e incappo nell'ultimo video caricato (quello che ho postato), appena lo apro capisco subito che è...terminale insomma, lo capisco dal viso, dagli occhi, perchè ho già visto quel viso e quello sguardo su persone a me care, ma ho pensato "magari è solo l'effetto della chemio" tra laltro lui parlava di tornare presto a fare video più lunghi, purtroppo non sarà così... guardo sotto nei commenti e apprendo che è venuto a mancare (e lo ammetto senza vergogna, mi sono usciti certi lacrimoni giganti mai visti prima nonostante non lo conoscessi, sono una frignona), mi ero iscritta solo 5 minuti prima.

Fa molto riflettere questa cosa, non c'è tempo per fare una mazza in questa vita...è proprio questo il problema secondo me, pensiamo di avere tutto il tempo del mondo per cambiare, eppure il tempo è relativo, sembra infinito, ma non è poi così infinito. Se avessimo la percezione reale di quanto è effimero un tempo umano forse ci attiveremmo di più. Poi non so...forse è una cosa soggettiva, a me fa questo effetto rendermi conto di non avere tanto tempo, ma non so se sia così anche per gli altri.

Me ne sono visti anch'io un po' dei suoi video, RIP Marco, nell'ultimo video si vede che si era reso conto benissimo di come sarebbero finite le cose, ma un po' per YouTube, un po' perché era così di carattere ha continuato a dire "dai che mi ripiglio" fino all'ultimo.
Tranquilla che anche a me scendono i lacrimoni per queste cose...

È vero che non abbiamo molto tempo in questa vita, 90 anni possono sembrare tanti, in realtà non lo sono, e poi ci sono cose che possiamo fare solo da giovani, ad esempio avere una famiglia, già a 50 anni è troppo tardi per quella.

Sono contento di sentirla questa fretta, altrimenti non ci sarebbe nulla ad impedirmi di dormire tutto il giorno

Darby Crash 20-05-2023 08:58

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
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Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838869)
Sì. Secondo me, finché ti identifichi con il tuo carattere non hai alcuno spazio per capirlo davvero e per cambiarlo. Ma, al di là del cambiare azioni, non senti di vivere una vita davvero tua.

Ed è anche (addirittura) una cosa umiliante, mortificante. Ci sta che qualcuno che deve "usarti" metta in risalto solo certi aspetti, semplificando. Ma farlo tu stesso/a...?

Ma per non identificarsi col proprio carattere penso che basti notare come a seconda dei contesti ci si possa comportare in modi diversi e mostrare lati diversi del carattere. Oppure notare come il nostro carattere non sia lo stesso di quando si era piccoli.
Il carattere non è qualcosa di pietrificato e statico.

Tuttavia, anche non identificandosi con esso, può comunque risultare complicatissimo modificare alcuni comportamenti disfunzionali.

Daytona 20-05-2023 09:09

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838593)
Non so se mi sono spiegato, per attivazione intendevo quella post-trattamento, non la "frenesia" improduttiva precedente. Attivandosi, per come lo intendo io, l'ansia diminuisce, non aumenta. E non è una cosa faticosa come può essere smuoversi per un depresso (che non cammina ma si trascina). Mica siamo fatti per restare immobili. L'autoregolazione (che rende superfluo il "controllarsi") è una cosa normale per gli esseri umani, come respirare.

A me il parallelismo torna abbastanza.

Nel mio caso è stato così, e per assurdo uno stimolante mi ha calmato l'ansia, in situazioni sempre state ansiogene, più di quanto abbia fatto qualsiasi altro farmaco e/o terapia. Ma continuo a non cogliere la sfumatura giusta del tuo attivarsi. Per semantica mi viene in mente il lato pragmatico dell'alzare il culo dal divano, peró mica detto che facendolo l'ansia non aumenti, anzi...

Purple rain 20-05-2023 10:09

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838869)
Sì. Secondo me, finché ti identifichi con il tuo carattere non hai alcuno spazio per capirlo davvero e per cambiarlo. Ma, al di là del cambiare azioni, non senti di vivere una vita davvero tua.

Ed è anche (addirittura) una cosa umiliante, mortificante. Ci sta che qualcuno che deve "usarti" metta in risalto solo certi aspetti, semplificando. Ma farlo tu stesso/a...?

Per sentire di vivere una vita davvero tua occorre avere spazi concreti per esprimerti e sviluppare le tue potenzialità. Questo spesso non accade o accade solo per certi aspetti, per quanto ci si possa attivare nella maniera che intendi tu.
In generale mi sembra che nel tuo discorso manchi la giusta attenzione al contesto esterno, che è fondamentale, in un contesto favorevole lo stesso carattere che in altri contesti viene frustrato e sminuito, può vivere bene e trovare la propria dimensione.

Sul discorso delle parole usate sono anche d'accordo, ma non lo vedo così rilevante come te. Nel senso che da solo non penso che possa portare dei cambiamenti concreti, per questi ci vuole il contesto giusto.

Xchénnpossoreg? 20-05-2023 10:34

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
A volte (diciamo spesso e volentieri :sisi: ) non sento di vivere una vita davvero mia. Il mio problema principale è che non ho lo spazio necessario per esprimere le mie capacità e seguire le mie inclinazioni, come ha scritto anche Purple Rain.

Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838869)
Ma farlo tu stesso/a...?

Però le semplificazioni sono spesso funzionali alla narrazione della propria persona. Della serie "ti spiego come funziono, perché mi comporto in un modo piuttosto che un altro. Non sono scostante o distaccata, semplicemente provo molto imbarazzo in determinati contesti (timidezza)".

Angus 20-05-2023 11:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Purple rain (Messaggio 2838902)
Per sentire di vivere una vita davvero tua occorre avere spazi concreti per esprimerti e sviluppare le tue potenzialità. Questo spesso non accade o accade solo per certi aspetti, per quanto ci si possa attivare nella maniera che intendi tu.
In generale mi sembra che nel tuo discorso manchi la giusta attenzione al contesto esterno, che è fondamentale, in un contesto favorevole lo stesso carattere che in altri contesti viene frustrato e sminuito, può vivere bene e trovare la propria dimensione.

Sul discorso delle parole usate sono anche d'accordo, ma non lo vedo così rilevante come te. Nel senso che da solo non penso che possa portare dei cambiamenti concreti, per questi ci vuole il contesto giusto.

Onestamente non credo che sia così. E' un luogo comune, un po' vittimista, un po' da psicoterapeuti. A "spegnerti" non sono le difficoltà, ma il credere a cose false. Se il contesto è negativo e tu fai finta che sia positivo. Se una persona ti è indifferente o ostile, e tu fai finta che ti sia amica. Se scambi impropriamente una persona che ti censura per un'autorità in grado/in diritto di farlo. Se una persona ti mente sistematicamente, tu te ne accorgi ma fai finta che le cose non stiano così.

Se il contesto è difficile, provi emozioni spiacevoli ma non per forza devi andare mentalmente in default e "perderti" :nonso:

Angus 20-05-2023 11:48

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
In più puzza un po' che "gli spazi concreti per esprimersi" coincidano spesso con status symbol legati a un certo gruppo.

XL 20-05-2023 11:58

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838914)
Onestamente non credo che sia così. E' un luogo comune, un po' vittimista, un po' da psicoterapeuti. A "spegnerti" non sono le difficoltà, ma il credere a cose false. Se il contesto è negativo e tu fai finta che sia positivo. Se una persona ti è indifferente o ostile, e tu fai finta che ti sia amica. Se scambi impropriamente una persona che ti censura per un'autorità in grado/in diritto di farlo. Se una persona ti mente sistematicamente, tu te ne accorgi ma fai finta che le cose non stiano così.

Se il contesto è difficile, provi emozioni spiacevoli ma non per forza devi andare mentalmente in default e "perderti" :nonso:

Ma prima tu hai parlato di vivere una vita piena essendo se stessi, ora quest'ultima cosa che dici cosa cavolo c'entra? :interrogativo:

Vuoi dire che qualsiasi sia il contesto tutti possono vivere una vita piena esprimendo se stessi?

Per me questa è una credenza errata, andrebbe dimostrato per bene che è vero ma non c'è alcuna evidenza che dimostra che questa cosa qua sia vera, che si può essere felici e vivere pienamente in modo indipendente dal contesto.

Uno o due casi dove una persona riesce ad essere felice in un contesto difficile, ostile e svalutante, grazie a caratteristiche fuori norma, non bastano mica, devi dimostrare che in ogni caso e in ogni situazione tutti possono vivere una vita piena.

Xchénnpossoreg? 20-05-2023 12:43

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da euridice_ (Messaggio 2838908)
.

Ti ringrazio per le parole gentili :)
Frequento posti e generalmente riesco a sviluppare dei rapporti cordiali ma tutto finisce lì.
La gente della mia età spesso ha una famiglia, il tempo è poco e la tendenza è quella di coltivare legami già consolidati piuttosto che cercarne di nuovi.
Inoltre devi mettere in conto il mio carattere, sono una persona chiusa, ho bisogno di pazienza e compatibilità per costruire qualcosa. Ho le mie colpe, ecco..

Delta80 20-05-2023 13:16

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
È capitato anche a me

Wrong 20-05-2023 17:33

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Se mi "muovo" faccio solo danni.

Purple rain 21-05-2023 14:10

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838914)
Onestamente non credo che sia così. E' un luogo comune, un po' vittimista, un po' da psicoterapeuti. A "spegnerti" non sono le difficoltà, ma il credere a cose false. Se il contesto è negativo e tu fai finta che sia positivo. Se una persona ti è indifferente o ostile, e tu fai finta che ti sia amica. Se scambi impropriamente una persona che ti censura per un'autorità in grado/in diritto di farlo. Se una persona ti mente sistematicamente, tu te ne accorgi ma fai finta che le cose non stiano così.

Se il contesto è difficile, provi emozioni spiacevoli ma non per forza devi andare mentalmente in default e "perderti" :nonso:

Penso che le difficoltà non necessariamente portino a perdersi/spegnersi. Però a lungo andare l'assenza di possibilità di sviluppo in linea con la propria persona puó portare a questo o comunque a vivere una vita molto al di sotto delle proprie potenzialità. E non mi sento vittimista ad affermarlo.
In generale quando leggo/sento questi discorsi mi sembra che si carichi il singolo di un'eccessiva responsabilità (se non addirittura colpevolizzazione, più o meno esplicita), mentre io penso che "nessuno si salva da solo" e senza il sostegno necessario (non mi riferisco alla psicoterapia ma a rapporti solidali tra persone), oltre alla possibilità di accedere a situazioni concrete che abbiano un senso per la persona, a volte può essere difficile uscire da loop negativi o situazioni di stallo.

Non sto negando che conti anche quello che hai scritto tu. Le strategie che hai menzionato le conosco bene perché a volte le metto in atto anch'io più o meno consapevolmente quando non mi sento abbastanza forte per fronteggiare situazioni difficili rimanendo me stessa. Però come mai quando sono con persone con cui mi sento a mio agio o in situazioni favorevoli riesco a essere piú facilmente me stessa? Per questo dico che il contesto è fondamentale. Non nego di avere delle difficoltà a esprimermi e affermarmi come persona anche per via di forti insicurezze ed emotività spiccata, però già il fatto di non sentirmi sola (quando capita) e di intravedere delle possibilità concrete che per me abbiano un senso, fa la differenza, mi fa sentire piu forte e speranzosa.

Maffo 21-05-2023 19:40

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Wrong (Messaggio 2838995)
Se mi "muovo" faccio solo danni.

Relatable

Angus 21-05-2023 20:15

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Purple rain (Messaggio 2839238)
Penso che le difficoltà non necessariamente portino a perdersi/spegnersi. Però a lungo andare l'assenza di possibilità di sviluppo in linea con la propria persona puó portare a questo o comunque a vivere una vita molto al di sotto delle proprie potenzialità. E non mi sento vittimista ad affermarlo.
In generale quando leggo/sento questi discorsi mi sembra che si carichi il singolo di un'eccessiva responsabilità (se non addirittura colpevolizzazione, più o meno esplicita), mentre io penso che "nessuno si salva da solo" e senza il sostegno necessario (non mi riferisco alla psicoterapia ma a rapporti solidali tra persone), oltre alla possibilità di accedere a situazioni concrete che abbiano un senso per la persona, a volte può essere difficile uscire da loop negativi o situazioni di stallo.

Non sto negando che conti anche quello che hai scritto tu. Le strategie che hai menzionato le conosco bene perché a volte le metto in atto anch'io più o meno consapevolmente quando non mi sento abbastanza forte per fronteggiare situazioni difficili rimanendo me stessa. Però come mai quando sono con persone con cui mi sento a mio agio o in situazioni favorevoli riesco a essere piú facilmente me stessa? Per questo dico che il contesto è fondamentale. Non nego di avere delle difficoltà a esprimermi e affermarmi come persona anche per via di forti insicurezze ed emotività spiccata, però già il fatto di non sentirmi sola (quando capita) e di intravedere delle possibilità concrete che per me abbiano un senso, fa la differenza, mi fa sentire piu forte e speranzosa.

Nessuno si salva da solo, ma i forumisti non vogliono né farsi aiutare né manifestare in modo aperto il proprio reale disagio. In genere non lo conoscono nemmeno: ripetono cose dette da altri, che sia la versione banale dei difetti (timido, insicuro, troppo emotivo, ecc.) o quella più colta degli esperti. Insomma, mettono in scena un teatrino. Anche per questo non fanno seguire azioni alle parole che dicono (tranne i più masochisti) e girano a vuoto.

Per farsi le domande fondamentali (a partire da "cosa desidero/di cosa ho bisogno"), bisogna essere almeno un po' individuati, cioè attivi nel senso che ho espresso. Se non si è tali, oltretutto, non si riesce a capitalizzare davvero il supporto altrui (che viene frainteso) e nemmeno ad offrire supporto ad altri.

claire 21-05-2023 20:29

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Beata immobilità, quanti guai mi avrebbe risparmiato.
Ma non volevo e, più spesso, non potevo. Certe circostanze obbligano ad attivarsi. Certo, anche una certa indole.

varykino 22-05-2023 07:05

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838360)
Avete anche voi l'impressione che molte persone sofferenti rifiutino di attivarsi per ridurre il proprio malessere? Intendo attivarsi realmente, non fare una pantomima.

Non mi riferisco a chi ha problemi oggettivi insormontabili, naturalmente.

Se sì, quali credete che siano le ragioni?

secondo me no , secondo me nella mente umana alberga un calcolo che domina tutta l esistenza , anche senza accorgersene e cioè " il gioco vale la candela?"

e da li in poi c è chi dopo sto calcolo si mette in moto o sta fermo , dipende se vale la candela per il soggetto in questione.

poi ovvio ho escluso i casi quando uno vorrebbe ma non può per le ragioni piu disparate.


per fare un esempio è come se dici a un ragazzo o ragazza " ma si esci e divertiti , vai a ballare" la classica frase per farti muovere e uscire di casa ..... se la dici a un tizio che bene o male si diverte facendo ste cose è ovvio che funziona , se la dici a uno che odia e sta male , anche fisicamente a presenziare ste situazioni è ovvio che per lui è un peggiorare la situazione , in quel caso uscire peggiora la sua situazione .... poi magari il tizio continuerà a lamentarsi che non è in grado di divertirsi e vorrebbe uscire ma sa benissimo che quel tipo di divertimento non fa per lui e deve cmq trovarne un altro , certi nn so cosi onesti con loro stessi e continuano a dire che vorrebbero lo stesso uscire a ballare invece di ammettere che non sono in grado di divertirsi , almeno non in quel modo :sisi: proprio perchè dal loro punto di vista il gioco non vale la candela

Maximilian74 22-05-2023 09:10

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
C'è un aspetto fondamentale nel discorso.
Qui non si parla di persone abituate a certe uscite e divertimenti, a relazioni e che magari stanno attraversando un TEMPORANEO periodo no.
Qui si parla di persone isolate da tutto e da tutti, in molti casi da sempre o comunque da moltissimi anni.
Non è così automatico e semplice attivarsi e fare come gli altri.
Non bisogna dimenticare che gli altri che non hanno sti problemi ci sanno stare benissimo in mezzo alla gente, ne conoscono perfettamente i meccanismi, sanno come muoversi e comportarsi perché gli riesce spontaneo..
Ma dire a una persona che è a zero in tutto da sempre, come fai a dirgli su su dai attivati che la fuori c'è un mondo che ti aspetta e poi accusarla che non si dà una mossa?
Come ogni situazione, bisogna esserci dentro per capirla fino in fondo.
Troppo facile dire sei tu il coglione che non ti svegli.
Non è così semplice, non funziona così.

XL 22-05-2023 10:16

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2839324)
Nessuno si salva da solo, ma i forumisti non vogliono né farsi aiutare né manifestare in modo aperto il proprio reale disagio. In genere non lo conoscono nemmeno: ripetono cose dette da altri, che sia la versione banale dei difetti (timido, insicuro, troppo emotivo, ecc.) o quella più colta degli esperti. Insomma, mettono in scena un teatrino. Anche per questo non fanno seguire azioni alle parole che dicono (tranne i più masochisti) e girano a vuoto.

Per farsi le domande fondamentali (a partire da "cosa desidero/di cosa ho bisogno"), bisogna essere almeno un po' individuati, cioè attivi nel senso che ho espresso. Se non si è tali, oltretutto, non si riesce a capitalizzare davvero il supporto altrui (che viene frainteso) e nemmeno ad offrire supporto ad altri.

Ma sei tu che vuoi fraintenderlo perché supponi che l'altro non sappia cosa desidera.
Molti esprimono il bisogno di avere una persona con cui far l'amore ed interagire in certi modi, mi pare sia chiaro, ma per caso qualcuna o qualcuno poi si fa avanti per soddifarlo nel momento in cui lo conosce?

Il problema di fondo è questo.

Gli altri conosciuti certi nostri bisogni perché dovrebbero aiutarci? :nonso:

E' questa motivazione qua che manca. il problema non è certo di comunicazione, spesso lo si è detto ed esplicitato in tutte le salse di cosa si ha bisogno, ma il contesto in cui viviamo semplcemente non è ben disposto ad aiutarci come vogliamo noi.

Cosa fa allora il contesto? Si inventa questa storia dei bisogni reali, io esprimo un bisogno, che so vorrei delle effusioni da una donna, e il contesto inizia a cercare di inculcarmi che è un mio bisogno in sé imparare a corteggiarla per convincerla a fare queste cose, ma alla fine non è un bisogno mio saperla corteggiare secondo certi schemi sociali, magari mi crea pure un enorme disagio e spesa questa cosa, il mio bisogno magari consiste nel ricevere quelle effusioni, il resto rappresenta una spesa per soddisfarlo.

Oppure che so uno chiede un appartamento in cui vivere e ti rispondono dicendoti che in realtà tu hai bisogno di lavorare per pagartelo e non di un tetto sulla testa, è questo il tuo reale bisogno, lavorare. Ma di nuovo, questa è la spesa o il costo per ottenere la cosa, se si potesse ottenere direttamente il bene, il bisogno sarebbe soddisfatto comunque.
A me lavorare serve per pagarmi un tetto sulla testa, è un mezzo non un bisogno mio, un mio bisogno reale, questo mi sembra un vincolo sociale da soddisfare, non un mio bisogno, ma ecco qua che grazie al linguaggio e tutte queste forme di manipolazione mentali (sempre create da certe ambiguità linguistiche) poi uno viene "educato", ed è qua che poi uno ripete a pappagallo certe cose, è il contrario di quel che sostieni.

All'inizio hai l'acquolina in bocca a causa dell'arrosto, ti mettono alla catena e solo poi ti danno l'arrosto e a lungo andare ti pare che la catena rappresenta un bisogno reale, ti viene l'acquolina in bocca prima, ma invece l'unico bisogno veramente reale era proprio strafogarsi l'arrosto.
Questi alla fine sono i bisogni reali, in diversi casi magari si riducono a tre o quattro cose abbastanza bestiali, non tutta la grande cultura civile, la religione, la morale e qualsiasi altra piega abbia preso questa cosa, è tutto un finto bisogno.
Chi non riesce ad adattarsi a questi bisogni fittizi qua (condizione senza la quale in certi contesti non si riescono a soddisfare quelli sostanziali) per poter poi soddisfare quelli veramente reali, deve essere convinto che non ha compreso quali siano i suoi reali bisogni, mentre i bisogni magari per certe persone erano bere, mangiare bene e secondo l'istinto (perché mi pare ci prenda più questo che tutte le diete metaboliche che cercano di inculcare altri), dormire, vivere in un ambiente pulito e non troppo caldo o freddo, muoversi abbastanza liberamente (non la palestra), trombare abbastanza spesso e avere contatti fisici con persone che attraggono e avere un po' di compagnia sociale senza troppe condizioni.

Certe cose le dico proprio in modo brutale perché questi discorsi che fai sono proprio le più grosse paraculate che io sto sorbendomi in continuazione da quando ho iniziato ad avere un po' di coscienza dopo esser nato.

E queste paraculate mi infastidiscono in una maniera enorme.

Io mi voglio fare aiutare e come (come credo tutti quelli che chiedono aiuto), ma l'aiuto che chiedo non me lo dà nessuno. O perché non è ben disposto, o perché incapace. Ma una marea di cose, in linea di principio, potrebbero farmi stare meglio, essere meno triste e depresso di come lo sono ora.

Se potessi parlare con una persona abbastanza brava e di compagnia ogni giorno, ad esempio, andrebbe meglio, ma le persone che fanno questa cosa qua si fanno pagare almeno una cinquantina di euro all'ora e se le pagassi andrei sul lastrico. Dovrei trovare un modo per pagarle in natura, ed anche qua non è detto che poi io riesca a far quadrare il bilancio complessivo perché quel che potrei offrire mi costerebbe in termini emotivi più di quel che otterrei e il guaio verrebbe reiterato.

Tu non afferri che qua c'è un problema di economia dietro a tutte 'ste menate del cavolo.

E' troppo divertente poi quando dicono a qualcuno "Ti lascio per il tuo bene, così impari" e magari dopo un po' quella persona abbandonata a se stessa fa pure una brutta fine, s'è visto proprio come quell'azione ha aiutato l'altro a stare meglio :mrgreen:.
Come può essere vero che questa cosa la si fa per il bene altrui se poi quell'altro fa pure una brutta fine?
E' chiaro voleva fare quella brutta fine.
Che sia assurda poi questa descrizione di quel che è avvenuto è evidente, ovviamente non per il discorso dei ben pensanti, per cui non si sa perché mai una marea di gente vuole il proprio peggio.

A me pare che i nostri reali bisogni e disagi secondo il discorso di altri sono in realtà bisogni e disagi di questi altri, e cercano in continuazione di convincerci che i loro bisogni sono i nostri.
A me questa cosa infastidisce tantissimo.
Se un altro ha bisogno di lasciarmi non mi racconti frottole, non dica poi che sono io ad avere bisogno di essere lasciato per crescere e maturare, e menate varie.
Io stavo magari bene così con l'altro, è l'altro che non era ben disposto, che aveva bisogno di lasciarmi e allontanarsi, questa è la verità, poi si ribaltano le cose e si dice a me di non essere sincero e non esprimere chiaramente quel di cui ho bisogno?
Che volevo lasciare io e non l'ho fatto?

Mi fa innervosire questa cosa, tantissimo :moltoarrabbiato:.


I bisogni base reali non si fa mica fatica a soddisfarli una volta ottenuti l'oggetto o la situazione adatti, è per arrivarci che si fa fatica ma i modi per arrivarci sono bisogni indotti, mezzi per soddisfare quelli reali.
Non ci vuole quasi nulla a riconoscerli quelli veri, ammesso che uno non è stato già rincretinito per bene da certi discorsi.
Questi sì che si ripetono sempre.

Per me delle persone soffrono, muoiono o fanno una brutta fine perché per il consorzio sociale sono sacrificabili, e va bene così, punto. Questa è la verità di fondo, poi uno se ne vuole raccontare un'altra, ma non ce n'è nessun'altra. Non c'è proprio nessuno sulla faccia della terra che vuole star male e rifiuterebbe l'aiuto vero di cui necessita, non quello falso, o non funzionale e così via.

Se uno per strada mi chiede soldi e io non glieli do, mi è chiaro che non voglio aiutarlo in questo senso, lui esprime un bisogno o un'esigenza, io gli dico di no, ma gli dico di no, non per il suo bene, per il mio e non invento scemenze varie, è una cosa che faccio per me, non per lui.

Purple rain 22-05-2023 10:34

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2839324)
Nessuno si salva da solo, ma i forumisti non vogliono né farsi aiutare né manifestare in modo aperto il proprio reale disagio. In genere non lo conoscono nemmeno: ripetono cose dette da altri, che sia la versione banale dei difetti (timido, insicuro, troppo emotivo, ecc.) o quella più colta degli esperti. Insomma, mettono in scena un teatrino. Anche per questo non fanno seguire azioni alle parole che dicono (tranne i più masochisti) e girano a vuoto.

Per farsi le domande fondamentali (a partire da "cosa desidero/di cosa ho bisogno"), bisogna essere almeno un po' individuati, cioè attivi nel senso che ho espresso. Se non si è tali, oltretutto, non si riesce a capitalizzare davvero il supporto altrui (che viene frainteso) e nemmeno ad offrire supporto ad altri.

Sinceramente i tuoi mi sembrano perlopiù pregiudizi, non conoscendo direttamente gli utenti non puoi sapere davvero cosa vogliono/non vogliono, se hanno o meno consapevolezza di sé stessi e dei propri bisogni, ecc.
Inoltre trovo particolarmente presuntuoso e sminuente il considerare come non reali le manifestazioni di disagio e pensieri dei forumisti. Visto che stai rispondendo a me, io nel messaggio che hai citato ho espresso un pensiero che considero mio e reale, e dietro il quale c'è parte del mio vissuto personale. Non sarò entrata nei dettagli del mio vissuto, ma ho cercato di esprimere del mio e che venga addirittura etichettato come non reale e parte di un 'teatrino' lo trovo sgradevole e me ne dispiaccio, perché non è così.
Poi puoi continuare a pensare quello che vuoi, ma sappi che questo tuo atteggiamento giudicante e poco aperto di sicuro non incoraggia il dialogo e l'apertura altrui.

sagoma 22-05-2023 10:35

Io provo a farmi quelle domande ("cosa desidero realmente" e simili), ma non è che sia andato oltre al cercare come in un posto buio e vuoto. Oppure potrebbe anche esserci dall'altra parte come una barriera rimbalzante. Se anche provo, la risposta che dovrebbe arrivare sembra essere contenuta in un essere non senziente o cosciente e che non sa comunque "raccoglierla" e formularla, sempre premettendo che esista qualche verità interiore così importante che non si conosce e che non si sblocca.
Per questa cosa non capisco molto i tentativi di spronare, o di far loro la morale, così tanto altri utenti che si lamentano a vuoto, scuoterli se non sono connessi dentro servirà a fargli toccare quei collegamenti così profondi che gli servirebbero?
Contemporaneamente non mi ritrovo neanche nell'atteggiamento di chi non vuole prendersi nessuna responsabilità, ma più che di responsabilità (perché si ma dà fastidio parlare in senso morale, in quanto non mi sento del tutto a posto da quel punto di vista e neanche mi interessa moltissimo) parlerei di ricerca di un punto di vista diverso per arrivare a una nuova consapevolezza, di chi rifiuta qualsiasi tentativo di fare qualsiasi cosa (che fosse anche salire su una montagna isolata e dedicarsi alla meditazione) e chiede e pretende sempre dagli altri e dal mondo che si attivino perché vengano esauditi i suoi desideri rimanendo però lui / lei fermo ad aspettare a mani aperte la grazia e contemporaneamente contestando, criticando e a volte disprezzando, chi sembra non volergliela dare (la grazia, oppure altra cosa molto ricercata dagli incels*).

* ma in genere anche da un po' di tutti gli uomini

Angus 22-05-2023 10:43

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Purple rain (Messaggio 2839442)
Sinceramente i tuoi mi sembrano perlopiù pregiudizi, non conoscendo direttamente gli utenti non puoi sapere davvero cosa vogliono/non vogliono, se hanno o meno consapevolezza di sé stessi e dei propri bisogni, ecc.
Inoltre trovo particolarmente presuntuoso e sminuente il considerare come non reali le manifestazioni di disagio e pensieri dei forumisti. Visto che stai rispondendo a me, io nel messaggio che hai citato ho espresso un pensiero che considero mio e reale, e dietro il quale c'è parte del mio vissuto personale. Non sarò entrata nei dettagli del mio vissuto, ma ho cercato di esprimere del mio e che venga addirittura etichettato come non reale e parte di un 'teatrino' lo trovo sgradevole e me ne dispiaccio, perché non è così.
Poi puoi continuare a pensare quello che vuoi, ma sappi che questo tuo atteggiamento giudicante e poco aperto di sicuro non incoraggia il dialogo e l'apertura altrui.

Ho detto "i forumisti", ma mi riferivo solo a una parte di persone e comportamenti.

Angus 22-05-2023 11:09

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Purple rain (Messaggio 2839442)
Inoltre trovo particolarmente presuntuoso e sminuente il considerare come non reali le manifestazioni di disagio e pensieri dei forumisti.

Questo in particolare comunque mi sembra davvero ingiusto. Le manifestazioni di disagio sono ("secondo me", se preferisci, così siamo tutti umili) per il 90% lamenti che non hanno molto a che fare con la realtà. Pensieri ossessivi arbitrari, cose inventate di sana pianta, critiche verso gli altri o il mondo intero sentite e ripetute a pappagallo. Davvero ci manca solo di prenderle sul serio.

Il disagio c'è sicuramente, ma quasi nessuno è trasparente nel comunicare quale sia. Come ho scritto, molti nemmeno lo sanno, non essendoselo mai chiesto.

Presuntuoso? Forse. Sminuente però non direi. Mi sembra anzi di dipingere le persone a cui mi riferisco meglio di quanto pensino e dicano di sé loro stesse.

muttley 22-05-2023 11:27

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Sono assolutamente d'accordo con Angus e assolutamente in disaccordo con XL

Xchénnpossoreg? 22-05-2023 11:27

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Conosco i miei bisogni e in parte coincidono con ciò che vorrei ottenere (cosa non sempre così scontata).
Per esempio, nella vita mi sono spesso sentita poco centrata. È quasi come se vivessi all'ombra senza prendere davvero il controllo.
Tale consapevolezza è sbocciata nell'adolescenza ovvero quell'età generalmente egoista, basata su desideri, paure e sogni. Gli altri erano molto centrati, c'erano unicamente loro e questo era un bene perché nel tempo hanno imparato a "tararsi" nel modo giusto.
Io questa possibilità non l'ho avuta e di conseguenza non ho sviluppato certe capacità.
A volte è possibile recuperare nel corso degli anni ma a me non è successo per vari motivi e ormai sono ciò che sono.
Per carità, non mi lamento (o almeno non troppo :sisi: ) ma la consapevolezza non mi porta da nessuna parte. Meglio saperlo che ignorarlo anche per non incolpare inutilmente gli altri/il mondo crudele/la vita però..
Boh, alla fine serve tanta pazienza. :nonso:

cuginosmorfio 22-05-2023 13:15

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2839453)
Sono assolutamente d'accordo con Angus e assolutamente in disaccordo con XL

io sono in disaccordo con entrambi

Angus 22-05-2023 14:01

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Xchénnpossoreg? (Messaggio 2839454)
Conosco i miei bisogni e in parte coincidono con ciò che vorrei ottenere (cosa non sempre così scontata).
Per esempio, nella vita mi sono spesso sentita poco centrata. È quasi come se vivessi all'ombra senza prendere davvero il controllo.
Tale consapevolezza è sbocciata nell'adolescenza ovvero quell'età generalmente egoista, basata su desideri, paure e sogni. Gli altri erano molto centrati, c'erano unicamente loro e questo era un bene perché nel tempo hanno imparato a "tararsi" nel modo giusto.
Io questa possibilità non l'ho avuta e di conseguenza non ho sviluppato certe capacità.
A volte è possibile recuperare nel corso degli anni ma a me non è successo per vari motivi e ormai sono ciò che sono.
Per carità, non mi lamento (o almeno non troppo :sisi: ) ma la consapevolezza non mi porta da nessuna parte. Meglio saperlo che ignorarlo anche per non incolpare inutilmente gli altri/il mondo crudele/la vita però..
Boh, alla fine serve tanta pazienza. :nonso:

E senti che è troppo tardi per provare a vivere meglio?

Teal 22-05-2023 15:02

Re: Le ragioni dell'immobilitá
 
Conta molto anche il contesto in cui viviamo. Una volta era più facile emanciparsi dalla famiglia, cercare la propria strada, imparare a badare a sé stessi e a provvedere da soli ai propri bisogni perché erano minori, e le opportunità maggiori. L’enorme progresso materiale degli ultimi decenni ha alzato gli standard economici ed estetici ai quali molti si vorrebbero uniformare, e ha indotto ad una trasformazione radicale di quelli che sono percepiti come bisogni.

É sicuramente tutto più difficile, ci sono tanti vecchi che hanno in mano quasi tutte le rendite e le proprietà, e vivono molto a lungo, i giovani (non tutti, ovviamente) vivono in una condizione infantilizzata data da una società più permissiva, accogliente e disposta al mantenimento in ambito familiare e all’assecondamento della ricerca di soddisfazioni velleitarie, che contrasta con un mondo esterno più competitivo, giudicante e pessimista.

Ho azzardato un punto di vista sociologico più che psicologico, che comunque rimane l’ambito dominante, anche se viene molto influenzato da fattori derivanti dalla contemporaneitá, ma la varietà delle risposte date qua dentro mi pare renda arduo l’arrivare a conclusioni generali.

varykino 22-05-2023 15:51

Re: Le ragioni dell'immobilitá
 
Quote:

Originariamente inviata da Teal (Messaggio 2839522)
Conta molto anche il contesto in cui viviamo. Una volta era più facile emanciparsi dalla famiglia, cercare la propria strada, imparare a badare a sé stessi e a provvedere da soli ai propri bisogni perché erano minori, e le opportunità maggiori.

a parte questo che è vero,oltre a piu facile io c aggiungerei che non conviene proprio a meno che non sei costretto , per quello si ritorna al gioco che nn vale la candela.

a meno che nn emergi e hai un po di stabilità puoi solo giocare a fare il finto indipendente tipo che l acqua te la pagano i tuoi , mezzo affitto lo paghi tu etc... giochi a fare il finto indipendente . se invece lavori e ti privi di tutto questo vivendo coi genitori dopo 10 anni sei praticamente ricco :sisi: ovvio che la gente nn si muove

anahí 22-05-2023 16:42

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Comunq io penso che il senso di non riuscire ad ottenere qualcosa non dia il senso di frustrazione profonda che da' il non sapere proprio cosa si vuole.

Nel primo caso puoi chiederti quale delle cose raggiungibili ti porta piu' vicino a sentirti come ti vuoi sentire. Se non lo sai, sperimentare. E c'e' scoperta. C'e' evoluzione. Si agisce con una certa decisione. Nel secondo nel migliore dei casi sei in un loop di desideri finti e temporanei il cui esaudimento non ti appaga mai del tutto. E se si agisce e non ci si stufa lo si fa con ansia, mai convinti.

Non credo sia facile prendere il controllo di questo e ascoltare se stessi; ci sono tanti, tanti modi di vivere molto facilmente disponibili che atrofizzano questa capacita'. E per una persona molto giu' puo' essere difficilissimo trovare le energie per opporsi se le viene mandato il messaggio "cio' che vuoi non conta". Per me se si puo' ne vale davvero la pena, perche' trovo impagabile il senso che un vero desiderio e' stato appagato e quel senso di essersi finalmente esposti a qualcosa che proprio hits the spot.

Angus 22-05-2023 19:12

Re: Le ragioni dell'immobilitá
 
Quote:

Originariamente inviata da Teal (Messaggio 2839522)
Conta molto anche il contesto in cui viviamo. Una volta era più facile emanciparsi dalla famiglia, cercare la propria strada, imparare a badare a sé stessi e a provvedere da soli ai propri bisogni perché erano minori, e le opportunità maggiori. L’enorme progresso materiale degli ultimi decenni ha alzato gli standard economici ed estetici ai quali molti si vorrebbero uniformare, e ha indotto ad una trasformazione radicale di quelli che sono percepiti come bisogni.

É sicuramente tutto più difficile, ci sono tanti vecchi che hanno in mano quasi tutte le rendite e le proprietà, e vivono molto a lungo, i giovani (non tutti, ovviamente) vivono in una condizione infantilizzata data da una società più permissiva, accogliente e disposta al mantenimento in ambito familiare e all’assecondamento della ricerca di soddisfazioni velleitarie, che contrasta con un mondo esterno più competitivo, giudicante e pessimista.

Ho azzardato un punto di vista sociologico più che psicologico, che comunque rimane l’ambito dominante, anche se viene molto influenzato da fattori derivanti dalla contemporaneitá, ma la varietà delle risposte date qua dentro mi pare renda arduo l’arrivare a conclusioni generali.

D'accordo, ma questi fattori non spiegano l'immobilità (anche rispetto ad essi). Ho proprio un senso di suicidio esistenziale che ha caratterizzato le ultime generazioni. Manca proprio l'individuo, è tutto appiattito su un "noi" arbitrario ma dato per scontato, addirittura naturale. E ai suddetti suicidi non sembra fregare nulla. Boh.

Angus 22-05-2023 19:17

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Forse aveva ragione Foucault: il "noi" del passato era un potere esplicito, che poteva essere visto e contestato. Oggi invece è diventato più implicito e nascosto e passa inosservato. Esercita una pressione imponente ma mistificata, falsamente gentile, ed è come se nulla fosse. Ci siamo risparmiati l'eroina e i padri coi fucili, ma abbiamo i ricoveri virtuali e i sintomi psicologici strani.

CamillePreakers 22-05-2023 19:31

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2839438)
[B]A me pare che i nostri reali bisogni e disagi secondo il discorso di altri sono in realtà bisogni e disagi di questi altri, e cercano in continuazione di convincerci che i loro bisogni sono i nostri.
A me questa cosa infastidisce tantissimo. ]

sante parole.


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