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Angus 17-05-2023 21:52

Le ragioni dell'immobilità
 
Avete anche voi l'impressione che molte persone sofferenti rifiutino di attivarsi per ridurre il proprio malessere? Intendo attivarsi realmente, non fare una pantomima.

Non mi riferisco a chi ha problemi oggettivi insormontabili, naturalmente.

Se sì, quali credete che siano le ragioni?

FrizioNando 17-05-2023 22:03

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Si chiama a livello psicologico CONFORT ZONE

Si costruisce intorno a sè il proprio "castello mentale" di protezione e ci si cala dentro rimanendo nel "limbo" per mesi o anni, perchè al di fuori da quel castello abbiamo la convinzione di soffrire, di essere rifiutati, di fallire, di non farcela, di non essere in grado.

Più anni si sta dentro al castello più poi è difficile uscirne. Perchè apparentemente dentro al castello ci si sente protetti e sicuri, anche se non ci si rende conto che in realtà non si sta vivendo tutte le potenzialità che la vita ci offre. E' come non vivere, sprecare la vita.

A volte sono le casualità della vita a buttartici fuori "a forza" dal castello.
Io per 34 lunghissimi anni sono rimasto "dentro al castello" per quanto riguarda il mondo che attiene all'amore/sesso di una donna. Avevo paura di soffrire, di essere rifiutato, deriso, di non essere in grado ... e quindi sono rimasto evitante, senza nemmeno mai "provarci" con nessuna. Poi appunto a 34 anni la casualità: è stata una donna interessata sentimentalmente a me a buttarmi fuori a forza dal castello (sebbene mi abbia lasciato dopo poco)... ma è come se avessi visto per la prima volta il mondo là fuori, la luce. All'inizio non sei abituato, hai mille paure, ti senti abbagliato ... ma ora non riesco a farne a meno, voglio quel mondo, voglio quella luce, in cul* alla confort zone e al castello che mi ha imprigionato per metà della vita, voglio anche io godere del sesso, delle relazioni, e dell' amore reciproco.

Varano 17-05-2023 22:12

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
nel mio caso, più che immobilità ci sono progressi lentissimi e graduali che all'occhio esterno sembrano esasperanti. però da qualche tempo ho incominciato a concentrarmi su quello che mi riesce bene, tralasciando quello in cui non sono capace. rinunciando alla normalità, perché per vivere oggigiorno devi sapere fare un po' di tutto.

Darby Crash 17-05-2023 22:22

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838360)
Avete anche voi l'impressione che molte persone sofferenti rifiutino di attivarsi per ridurre il proprio malessere? Intendo attivarsi realmente, non fare una pantomima.

Non mi riferisco a chi ha problemi oggettivi insormontabili, naturalmente.

Se sì, quali credete che siano le ragioni?

no, non ho questa impressione. Non è che rifiutano di attivarsi; il fatto è che non ci riescono. Teoricamente vorrebbero attivarsi, ma nella pratica hanno dei blocchi, oppure si attivano ma solo in maniera temporanea ed effimera.

Angus 17-05-2023 22:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2838372)
no, non ho questa impressione. Non è che rifiutano di attivarsi; il fatto è che non ci riescono. Teoricamente vorrebbero attivarsi, ma nella pratica hanno dei blocchi, oppure si attivano ma solo in maniera temporanea ed effimera.

Sei sicuro che quella di cui parli non sia appunto una pantomima di attivazione?

euridice_ 17-05-2023 22:39

Io ho provato a cambiare ma non ho trovato accoglienza e poi mi sento diversa da tutti e quindi non ho niente a che fare con gli altri

Qwerty 17-05-2023 22:49

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Perché è più comodo aspettarsi che altri si adattano a noi che viceversa. Se questo succede e tutto sommato si sta bene così allora possiamo tenerci le nostre bizzarrie, ma se proprio situazione non ci piace sarebbe il caso di rivedere qualcosa.

Darby Crash 17-05-2023 22:54

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838374)
Sei sicuro che quella di cui parli non sia appunto una pantomima di attivazione?

direi di sì. Soltanto un masochista sceglierebbe di far soltanto finta di attivarsi rifiutando di voler uscire dal proprio stato di sofferenza.

è naturale voler fare il possibile per stare bene. Poi è chiaro che un conto è volere e un altro è mettere in pratica.

Angus 17-05-2023 23:08

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2838378)
direi di sì. Soltanto un masochista sceglierebbe di far soltanto finta di attivarsi rifiutando di voler uscire dal proprio stato di sofferenza.

è naturale voler fare il possibile per stare bene. Poi è chiaro che un conto è volere e un altro è mettere in pratica.

A me pare invece che ci sia una generale difficoltà a individuarsi, a mettersi al centro della propria vita. "Io non esisto", sembrano pensare o voler pensare un sacco di persone. Ma a partire da questo, dire "voglio cambiare la situazione" è appunto una pantomima. Prima bisognerebbe dire "io esisto".

muttley 18-05-2023 00:05

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2838378)
Poi è chiaro che un conto è volere e un altro è mettere in pratica.

Il discorso è che c'é uno scontro tra volontà dove una delle due, quella della zona di comfort, di quanto si conosce, finisce per prevalere sulla seconda, quella dell'ignoto. Si preferisce sperimentare il non vissuto con l'immaginazione, con le costruzioni ideali e astratte della mente. La volontà del nuovo è ancora troppo debole per essere vera volontà.

Angus 18-05-2023 00:29

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Non lo vedete quanto facilmente si finisce nella metafisica dei problemi astratti, non realmente sentiti personalmente, delle soluzioni non percepite come proprie? Chi parla di "zona di comfort" usa un concetto che ha messo a fuoco lui o che ha analizzato a sufficienza per avallarlo? Oppure si limita a ripetere una delle tiritere più comuni che si sentono in giro?

Ribadisco, da dove si dovrebbe partire se non da "io e la mia vita", quella reale però, non l'una o l'altra narrazione?

"Che cos'è quello che sto affrontando? Dove sono? Chi sono?"

Se non abbiamo risposto a questo (con i sensi, le emozioni e le parole), l'indisponibilità a muoversi mi sembra decisamente sensata. A meno di non esserci profondamente identificati con il personaggio di un racconto.

E quest'ultimo mi sembra appunto lo stallo di molti forumisti.

E' troppo intenso il dolore per affrontarlo, quindi ci si rifugia nella propria mente, in un sogno ad occhi aperti?

Non so, penso ci sia qualcos'altro che ci sfugge.

XL 18-05-2023 06:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838374)
Sei sicuro che quella di cui parli non sia appunto una pantomima di attivazione?

Definisci meglio pantomima, che cos'è? :nonso:

Alla fine mi sa che differenziare la pantomima da una persona che non riesce è solo una differenza di ordine morale, non sostanziale.

Siamo fatti di materia, e un po' tutto quel che decidiamo di fare dipende da questo stato sottostante, sia il tizio che è impossibilitato che il tizio che non vuole fare certe cose non le fanno perché non riescono, uno perché è impossibilitato, l'altro perché non vuole, ma anche il non volere è una sorta di impossibilità che diventa evidente e viene accettato solo quando ti etichettano come depresso, come se negli altri casi non fosse comunque vero che la forza volitiva è scarsa nei confronti di certe cose così come capita al depresso.

In realtà una persona desidererebbe stare bene, ma in concreto per arrivarci dovrebbe riuscire a fare una serie di cose, e se queste cose non le fa perché non vuole, o non vuole abbastanza (perché sgradevoli, perché non sopporta la frustrazione, perché non riesce ad essere costante anche su cose più semplici, perché ci sono pochi feedback iniziali) in concreto si può dire che c'è una sorta di conflitto.

In realtà se si tolgono certi ostacoli, la persona si vede che non è che non voleva in assoluto stare bene, perché poi magari non rifiuta certe cose, il problema è che c'è una sorta di conflitto allo stato dei fatti, e il blocco rimane.

Se io per stare bene dovessi, che so, ammazzare un parente stretto, potrei non volerlo fare, ma continuare a desiderare al contempo comunque a stare bene anche osservando che allo stato dei fatti attualmente l'unico modo per ottenere questo bene sarebbe ammazzare l'altro.

Uno alla Nerone ammazza la madre per diventare il capo ed eliminare un problema, un altro no, anche se potrebbe farlo. Uno poi si chiede, ma quell'altro non vorrebbe diventare il capo? Magari sì, ma è comunque più forte attualmente la resistenza ad ammazzare la madre.

Se le operazioni per stare bene diventano complicate da attuare, ed è complicato ripetere la stessa azione cento volte di seguito senza sbagliare rispetto al compierla una volta sola correttamente. Alcuni magari riescono, altri no.

Se uno fa delle cose e un altro no, dei motivi dovranno pur esserci, ma mi ha sempre convinto poco la spiegazione "non vogliono stare bene", se uno rifiutasse direttamente quel che si ottiene alla fine, anche dandoglielo gratuitamente e senza sforzi, dovrebbe rifiutarlo comunque, ma in concreto il più delle volte non succede questa cosa qua.

Faccio un altro esempio in relazione al suicidio. Secondo me se liberalizziamo l'uso delle armi, medicine letali e quant'altro e rendiamo facilissimo l'accesso a queste cose aumenterebbe il numero di suicidi.

Ma perché aumenterebbe? :nonso:
Se prima le persone che volevano morire e non si buttavano di sotto non lo hanno fatto, dovrebbero continuare a non farlo anche con altri mezzi letali visto che non volevano anche prima, dato che la loro era una pantomima.
Se volevano davvero avrebbero vinto altre resistenze relative al continuare a stare nella loro comfort zone.

Mentre le cose poi in concreto non stanno così, queste spiegazioni sono farlocche e lo sono perché lo sanno tutti che un ostacolo o associare una cosa negativa ad un'azione da fare, per ottenere qualcosa che in genere si desidera ottenere, funziona da deterrente. Non fate mai andare i vigili in una certa zona del centro città, e le auto le si troveranno parcheggiate una sopra all'altra in quella zona, dopo la doppia e tripla fila si passerà a quella in verticale :mrgreen:.

La volontà non è una cosa diretta, del tipo uno vuole o non vuole fare qualcosa in assoluto, è condizionata dal contesto, da certi mezzi e da una miriade di altri fattori.

Anche una zanzara desidera succhiare il sangue, ma il deterrente causato dal cattivo odore (per lei) può funzionare in molti casi, e quindi poi cosa si dovrebbe concludere che le zanzare che non mangiano in queste situazioni non vogliono stare bene e nutrirsi?
Che non mangiano in questi casi perché vogliono stare nella loro comfort zone?

Sono solo giudizi morali anche questi, non spiegazioni.
Che poi comunque bisognerebbe definire lo star bene, e uno che vive con un blocco o con cose contrastanti interne bene non sta, non è che se poi ammazza la madre starà bene, sarà poi comunque divorato dai sensi di colpa rispetto ad un altro che non ha forte questa tendenza qua.

Io un sistema per vivere bene secondo i miei valori e quel che è importante per me non l'ho trovato e da solo non riesco a generarlo, al contempo non riesco a condividere i sistemi di valori di altri.

La spiegazione del mio blocco è questa qua. Se un ammalato non prende una medicina regolarmente, si dirà che la cura c'è ed è colpa dell'ammalato, ma qua mi sa che oltre al voler dare la colpa a qualcuno non è che ci si preoccupa di farlo star bene, se questo sistema di cura è davvero efficace perché poi l'ammalato muore?
Per colpa sua, e si chiude il discorso.

Mentre secondo me è comunque un discorso sbagliato perché un altro magari lo sa che la medicina quella persona non la assumerà regolarmente allo stato attuale dei fatti lasciando tutto così com'è.
Se la capacità collaborativa dell'ammalato è X, non si può pretendere un X+1 per la cura, questa cura che pretende una collaborazione dell'X+1 fallirà. Secondo me bisogna sempre assicurarsi che la collaborazione a seguire quel tipo di cura ci sia, altrimenti quella cura per quel tipo di ammalato è inutile, è una non cura.

Ad esempio se si curano le persone senza anestesia, è chiaro che la maggior parte non collaborerà nel ricevere delle cure tramite interventi chirurgici e cose simili. L'intervento in linea di principio si potrebbe svolgere lo stesso se una persona sopportasse il dolore senza muoversi o lamentarsi, ma l'efficacia effettiva di una cura è influenzata fortemente dall'abbattere i costi relativi alla collaborazione individuale che varia da individuo ad individuo.

Per questo per me le due cose dovrebbero andare insieme e non andrebbero separate come fanno attualmente.
Per misurare l'efficacia effettiva di una psicoterapia non dovrebbero prendere come casi fallimentari solo quelli che l'hanno seguita fino alla fine e non hanno ottenuto miglioramenti, ma anche quelli che l'hanno abbandonata prima.
Andrebbero testate così anche altri tipi di cure, così si riuscirebbe a misurare allo stesso tempo in parte quanta collaborazione richiedono. Questa non è una variabile ininfluente e trascurabile secondo me.


Sul campo una cura che richiede una forte collaborazione di un insieme di persone affette da una certa patologia che non sono molto collaboranti ma che risulta efficiace al 100%, potrebbe essere meno efficace effettivamente di un'altra cura che non funziona sempre ma abbatte i costi di questa collaborazione.
Soprattutto in ambito psicologico questa cosa dovrebbe diventare ancora più rilevante, invece si tende a ritenere questa cosa come ininfluente nel misurare l'efficacia della cura stessa.
Non dovrebbe essere considerata una variabile esterna e accidentale o irrilevante per misurare l'efficacia della cura secondo me in ogni caso.

Se una cura richiede molto impegno bisogna ritenere che questa cura potrebbe risultare meno efficace sul campo e in termini ambientali di un'altra che richiede meno sforzi da parte dei pazienti. Questa cosa è rilevante proprio per testare l'efficacia di una cura per me.

Una cura autogestita rispetto ad una dove c'è una persona che ti somministra la medicina, potrebbero diventare molto diverse in termini di efficacia effettiva a seconda della patologia. Cose del genere influenzano e possono influenzare l'esito, ma non si tratta di effetto placebo, questo è ancora un altro effetto che per loro è ininfluente.

Kitsune 18-05-2023 07:02

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Sono le esperienze negative che precludono di farne di nuove.
Ad una brutta esperienza si può reagire diventando più forti, non facendosi influenzare o facendosi influenzare.
Probabilmente una persona che preferisce l'immobilità è il tipo di persona che si fa influenzare e non riesce a reagire.
Quando queste persone collezionano tante esperienze negative dicono basta e ha molto senso fin quando o la persona impara a reagire o quando ha l'assoluta certezza di fare esperienze positive.

Maffo 18-05-2023 07:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Dipende sempre da quanto una persona sta male, per chi sta davvero molto male reagire è difficile.

Poi onestamente cambiare atteggiamento non è per nulla facile anche se stai bene.

IO&EVELYN 18-05-2023 07:58

Io ho sempre pensato che sono assurdità queste, non si può andare contro se stessi, il proprio modo di essere e di fare, anche il discorso della volontà non tutti hanno una volontà grande,non tutti possono essere mr. Adesso cambio tutto e divento felice. Sono palle, non si può. Poi queste saranno sempre scuse alle orecchie di tanta gente, ma a me non importa.

claire 18-05-2023 08:01

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Si.
Tolte le difficoltà insormontabili, credo siano persone che traggono soddisfazione nel fare pena e lamentarsi, senza in realtà stare poi così male come dichiarano.

Crepuscolo 18-05-2023 08:51

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Io sono l'immobilità fatta persona. Non mi attivo per depressione, paura di trovarmi in situazioni sgradevoli, senso di inferiorità rispetto agli altri, incapacità di credere in me stesso, incapacità di capire quali siano le mie qualità e la strada che dovrei prendere nella vita, generale menefreghismo per gli obiettivi di vita.
Ma il punto principale è che non sono abituato a fare scelte nella mia vita, sono ancora rimasto bambino sotto certi aspetti, quindi è come se mi aspettassi che siano gli altri a dirmi cosa devo fare, come succedeva quando ero piccolo. Praticamente non sono in grado di decidere per me stesso.

Varano 18-05-2023 09:14

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Io sto male, ma starei peggio se dovessi cambiare. Se non troviamo nessuno che ci accetta ora con le nostre stravaganze è perché non compensiamo abbastanza queste.
È sufficiente aumentare il proprio valore, non serve fare la recita di quello normale.

Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk

Maffo 18-05-2023 09:40

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2838415)
È sufficiente aumentare il proprio valore, non serve fare la recita di quello normale.

In genere son d'accordo con il 95% di quel che Varano dice, e anche stavolta non facciamo eccezione :bene:

Trinacria 18-05-2023 09:48

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Credo che ci siano motivazioni diverse. Dipende da persona a persona e da caso a caso.
Io in questi giorni mi sento molto immobile e sento che sta andando sempre peggio.
Non ho chissà che problemi insormontabili e, nel mio piccolo, ci avevo provato a darmi da fare, almeno un minimo, a provare a uscire, a cercare qualcuno, ad aprirmi di più. Ma non ho visto i risultati, nemmeno un poco, e questa cosa mi ha abbattuto parecchio e invece di tentare di nuovo mi sono chiusa in me stessa. La convinzione che ormai sia tutto inutile mi ha bloccato.
In un certo senso preferisco stare ferma dove sono piuttosto che vedere un altro fallimento.

Maffo 18-05-2023 09:49

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Crepuscolo (Messaggio 2838413)
Io sono l'immobilità fatta persona. Non mi attivo per depressione, paura di trovarmi in situazioni sgradevoli, senso di inferiorità rispetto agli altri, incapacità di credere in me stesso, incapacità di capire quali siano le mie qualità e la strada che dovrei prendere nella vita, generale menefreghismo per gli obiettivi di vita.
Ma il punto principale è che non sono abituato a fare scelte nella mia vita, sono ancora rimasto bambino sotto certi aspetti, quindi è come se mi aspettassi che siano gli altri a dirmi cosa devo fare, come succedeva quando ero piccolo. Praticamente non sono in grado di decidere per me stesso.

Secondo me ti stai buttando giù da solo, è vero che abbiamo tutti standard e aspettative diverse, e se ci mettiamo a confrontarci con gli altri non ne usciamo più, però prova ad affrontare qualche piccola scelta quotidiana (e sottolineo piccola) e cerca di viverla bene, anche il "mangio pizza o pasta stasera" può esser una scelta difficile per certe persone e non c'è niente di male.

L'importante secondo me è sbloccare un po' le cose senza crearsi ulteriori traumi

cuginosmorfio 18-05-2023 09:50

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Mancanza di volontà. E si ritorna al male assoluto che è la famiglia e sul come ti cresce sin da piccolo.
Poi di séguito tutto il resto: zero autostima, zona comfort da viziati ecc..ecc..

Trinacria 18-05-2023 10:03

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da cuginosmorfio (Messaggio 2838422)
E si ritorna al male assoluto che è la famiglia e sul come ti cresce sin da piccolo.

Io penso che la famiglia c'entri fino a un certo punto. Io e mio fratello siamo stati cresciuti nello stesso modo e siamo praticamente coetanei. Io sono sola come un cane mentre lui è pieno di amici, tutti lo vogliono e tutti lo cercano.

cuginosmorfio 18-05-2023 10:20

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Eh ma comunque c'entra. Poi si passa al problema numero 2: esperienze personali che creano delusioni o autostima poi volontà di reagire /agire o chudersi a riccio.
C'è chi sbaglia e non si arrende, c'è chi sbaglia e si arrende e c'è chi non fa nulla perché ha paura pure di respirare.

Poi arrivano quelli di 20 anni che non sono mai usciti di casa e vogliono spiegare come funziona tutto il Sistema. I viziati, come tanti filosofi.

sagoma 18-05-2023 10:24

Sì pero io non ho capito, a domande tipo "chi sono?" come bisogna arrivare a rispondere, cosa si deve fare per sapere di essere arrivati alla risposta corretta, e in che termini si deve dare questa risposta.
Sul cosa si vuole veramente è un tema già più affrontabile, anche se magari interdipendente col primo. Però comunque pur essendomi posto il dubbio spesso non è che poi riesca a giungere a una conclusione che mi fa attivare. Chi può dire cosa uno desidera realmente se non se stesso? Ma se in questo percorso incontra ostacoli, psicologici, che glielo impediscono cosa poi potrebbe fare?
Magari sperimentare, fare cose diverse e vedere come si reagisce. Anche tramite il lamentarsi, perché a meno che uno si limiti a "oh, come sto me adesso!", per sfogarsi su un forum o altrove può comunque provare a indagare il perché per poter descrivere poi meglio quello che sente. Non si toccheranno i punti cruciali delle questioni ma magari un po' ci si avvicina, rovistando mentalmente tra gli elementi che si ritengono insoddisfacenti nella propria vita.

Comunque uno dei motivi può essere che si ritenga tutto sufficientemente inutile. A volte, non sempre, ho questa sensazione, che qualunque svolta potrei dare alla mia vita il positivo che proverei all'inizio non si conserverebbe. Come se al cervello fosse stato inflitto un colpo fatale, che non l'ha ucciso ma l'ha reso disabile verso il provare contentezza o serenità per quanto possibile stabile nel tempo. E mica è detto che se si riconoscono eventuali vissuti traumatici del passato ci si ritrovi più vicini alla strada della guarigione. Però, sì, sarebbe comunque il primo step da dover in qualche modo affrontare, perché in mancanza di ciò, e se il motivo è quello, di sicuro si continuerà a brancolare nel buio delle carenze di volontà.

jak 18-05-2023 11:24

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Secondo me è una questione di costi/benefici.
Quanto mi costa in termini di sofferenza rimenere nella comfort zone e quanto mi costa uscirne? Se uscire costa più di rimanere la risposta più ovvia è l'immobilismo.
Sempre che possa esistere un beneficio. Per esempio prendiamo una persona socialmente inibita e isolata da anni e supponiamo che di punto in bianco decida di reinserirsi. Ha qualche possibilità? La risposta sulla base della mia esperienza è no. Per un semplice fatto, tu sei rimasto indietro e gli altri non si fermeranno per aspettarti. I tuoi coetanei hanno già maturato esperienze sociali, tu no. Ora se non sei riuscito a socializzare quando era il momento naturale (e dunque più facile per farlo) come puoi pensare di riuscirci dopo? Se non riesci a vedere la possibilità di raggiungere un traguardo per quale motivo dovrei aggiungere della sofferenza a quella che sto già vivendo?

Angus 18-05-2023 14:08

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Attenzione, io per "attivarsi" non intendo "fare una cosa qualsiasi", totalmente a casaccio o seguendo l'una o l'altra indicazione esterna, proveniente da un "esperto" oppure di moda/senso comune. Aprirsi di più, smettere di fumare, andare in disco o in palestra, "migliorarsi", cucinare la peperonata, fare il cammino di Santiago, ecc.

Intendo chiedersi quali sono le cose importanti per noi (ma quelle vere), qual è la nostra posizione rispetto agli altri, com'è fatto il mondo in cui viviamo. Ma chiederselo seriamente, con curiosità e passione, non come esercizio astratto pseudo-scolastico.

Insomma, prendersi sul serio e individuarsi, diventare più sensati, rispettosi di sè e liberi, senza illusioni in un senso o nell'altro.

Angus 18-05-2023 14:14

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Insomma, mi fare che il filo conduttore del malessere di un po' tutti sia una sorta di adhd, un clamoroso deficit di attenzione. Sembra che di prendere sul serio i propri bisogni, di ascoltarsi, di dialogare con sé, di rispettarsi, di aiutarsi, non importi a nessuno.

Crepuscolo 18-05-2023 14:24

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838467)
Attenzione, io per "attivarsi" non intendo "fare una cosa qualsiasi", totalmente a casaccio o seguendo l'una o l'altra indicazione esterna, proveniente da un "esperto" oppure di moda/senso comune. Aprirsi di più, smettere di fumare, andare in disco o in palestra, "migliorarsi", cucinare la peperonata, fare il cammino di Santiago, ecc.

Intendo chiedersi quali sono le cose importanti per noi (ma quelle vere), qual è la nostra posizione rispetto agli altri, com'è fatto il mondo in cui viviamo. Ma chiederselo seriamente, con curiosità e passione, non come esercizio astratto pseudo-scolastico.

Insomma, prendersi sul serio e individuarsi, diventare più sensati, rispettosi di sè e liberi, senza illusioni in un senso o nell'altro.

Fai degli esempi parlando di te, così forse capiamo meglio.

Darby Crash 18-05-2023 14:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838467)
Attenzione, io per "attivarsi" non intendo "fare una cosa qualsiasi", totalmente a casaccio o seguendo l'una o l'altra indicazione esterna, proveniente da un "esperto" oppure di moda/senso comune. Aprirsi di più, smettere di fumare, andare in disco o in palestra, "migliorarsi", cucinare la peperonata, fare il cammino di Santiago, ecc.

Intendo chiedersi quali sono le cose importanti per noi (ma quelle vere), qual è la nostra posizione rispetto agli altri, com'è fatto il mondo in cui viviamo. Ma chiederselo seriamente, con curiosità e passione, non come esercizio astratto pseudo-scolastico.

Insomma, prendersi sul serio e individuarsi, diventare più sensati, rispettosi di sè e liberi, senza illusioni in un senso o nell'altro.

non so, non mi risulta. Come fai a sapere che gli altri non sanno cos'è importante per loro e com'è fatto il mondo?

Poi comunque potrebbero saperlo ma restare comunque immobili. Perché un conto è fare un esercizio di pensiero riflessivo anche con curiosità e passione come tu dici, altra cosa è agire concretamente nella realtà producendo cambiamenti significativi.
Penso che la persona più consapevole e introspettiva del mondo potrebbe anche essere la più immobile del mondo e trascorrere le ore a riflettere fissando le pareti.

Darby Crash 18-05-2023 14:45

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2838388)
Il discorso è che c'é uno scontro tra volontà dove una delle due, quella della zona di comfort, di quanto si conosce, finisce per prevalere sulla seconda, quella dell'ignoto. Si preferisce sperimentare il non vissuto con l'immaginazione, con le costruzioni ideali e astratte della mente. La volontà del nuovo è ancora troppo debole per essere vera volontà.

sì, c'è uno scontro, è vero. Tuttavia alla parte che ci blocca nell'agire non darei il nome di volontà. Non c'è il pensiero "desidero restare nella zona di comfort", come se all'interno di questa zona ci si stesse bene e ci si volesse realmente stare. C'è piuttosto il pensiero "ho paura di uscirne".
Quindi si può essere immobili non tanto perché si vuole esserlo, ma perché si ha paura di muoversi, o non si sa come farlo.
Se essere immobili corrispondesse a una volontà, allora non ci sarebbe nessun problema. Sei immobile ed è una tua volontà? Perfetto, allora stai alla grande perché vivi esattamente nel modo che preferisci!

Angus 18-05-2023 15:11

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Crepuscolo (Messaggio 2838472)
Fai degli esempi parlando di te, così forse capiamo meglio.

Li ho fatti nel messaggio precedente.

Per quanto riguarda le cose importanti per me, forse il più scabroso che provo (e ho) un bisogno di accudimento, cura, dialogo, guida, informazioni, risorse. Se lo riconosco (non a chiacchiere ma sentendolo, prendendolo sul serio), mi sento me stesso ma in una situazione difficile, in cui sono vulnerabile e provo emozioni molto intense, potenzialmente anche negative (ovviamente). Se lo nego, è tutto infinitamente più facile e io sono più tranquillo, come un mare sul quale è stato versato un barile di petrolio, ma sono anche più distaccato (non mi sento), vivo una vita che non è davvero mia e, incidentalmente, rischio di volare con la testa nel mare della metafisica: patologie, modi di essere, segni zodiacali, passeggiate per sconfiggere la timidezza.

Crepuscolo 18-05-2023 15:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838482)
Li ho fatti nel messaggio precedente.

Per quanto riguarda le cose importanti per me, forse il più scabroso che provo (e ho) un bisogno di accudimento, cura, dialogo, guida, informazioni, risorse. Se lo riconosco (non a chiacchiere ma sentendolo, prendendolo sul serio), mi sento me stesso ma in una situazione difficile, in cui sono vulnerabile e provo emozioni molto intense, potenzialmente anche negative (ovviamente). Se lo nego, è tutto infinitamente più facile e io sono più tranquillo, come un mare sul quale è stato versato un barile di petrolio, ma sono anche più distaccato (non mi sento), vivo una vita che non è davvero mia e, incidentalmente, rischio di volare con la testa nel mare della metafisica: patologie, modi di essere, segni zodiacali, passeggiate per sconfiggere la timidezza.

Quando hai capito che queste cose sono importanti per te? Fin da subito o con il tempo, con l'esperienza?

Angus 18-05-2023 15:35

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Crepuscolo (Messaggio 2838485)
Quando hai capito che queste cose sono importanti per te? Fin da subito o con il tempo, con l'esperienza?

Mi era chiaro fin dalla primissima adolescenza. Poi me ne sono dimenticato per un po', infine mi è tornato in mente.

Xchénnpossoreg? 18-05-2023 16:06

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838360)
Se sì, quali credete che siano le ragioni?

L'assenza di prospettive o possibilità.
La convinzione di non poter superare l'ostacolo.
Le esperienze negative precedenti.
La paura.
Quel famoso "e poi?".
L'autostima sotto le scarpe.
Varie ed eventuali (problemi in ambito economico, familiare, ecc ecc).

Alla fine non c'è una risposta univoca, i blocchi sono spesso formati da tanti tasselli.

XL 18-05-2023 17:57

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838467)
Intendo chiedersi quali sono le cose importanti per noi (ma quelle vere), qual è la nostra posizione rispetto agli altri, com'è fatto il mondo in cui viviamo. Ma chiederselo seriamente, con curiosità e passione, non come esercizio astratto pseudo-scolastico.

E se a uno il mondo circostante non lo incuriosisce?
Se non lo appassionano certe cose?
Se della propria posizione rispetto ad altri non frega una mazza? :nonso:
Come fai a chiederti con passione e curiosità qualcosa che non ti appassiona e nemmeno ti incuriosisce?

Angus 18-05-2023 18:02

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2838508)
E se a uno il mondo circostante non lo incuriosisce?
Se non lo appassionano certe cose?
Se della propria posizione rispetto ad altri non frega una mazza? :nonso:
Come fai a chiederti con passione e curiosità qualcosa che non ti appassiona e nemmeno ti incuriosisce?

XL, perché parliamo sempre delle stesse cose?
Mi riferisco a essere umani senzienti, autointeressati, non oltre una certa età e privi di magagne imponenti. Per loro certe domande sono interessanti e basta, gli uomini funzionano così, non è che i gusti son gusti.

Angus 18-05-2023 18:08

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Xchénnpossoreg? (Messaggio 2838488)
L'assenza di prospettive o possibilità.
La convinzione di non poter superare l'ostacolo.
Le esperienze negative precedenti.
La paura.
Quel famoso "e poi?".
L'autostima sotto le scarpe.
Varie ed eventuali (problemi in ambito economico, familiare, ecc ecc).

Alla fine non c'è una risposta univoca, i blocchi sono spesso formati da tanti tasselli.

Però perché proponi questi fattori come un dato immodificabile? A me sembrano convinzioni molto determinate dal contesto, altro che cose oggettive, e l'attivazione di cui parlo potrebbe capirle e sormontarle.

XL 18-05-2023 18:38

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838513)
XL, perché parliamo sempre delle stesse cose?
Mi riferisco a essere umani senzienti, autointeressati, non oltre una certa età e privi di magagne imponenti. Per loro certe domande sono interessanti e basta, gli uomini funzionano così, non è che i gusti son gusti.

Che gli uomini debbano funzionare così non c'è alcuna evidenza per me.

Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838518)
Però perché proponi questi fattori come un dato immodificabile? A me sembrano convinzioni molto determinate dal contesto, altro che cose oggettive, e l'attivazione di cui parlo potrebbe capirle e sormontarle.

Anche le convinzioni che tu chiami "oggettive" sono state in parte determinate dal contesto in cui viviamo.
Poi come ho scritto altrove ci sono convinzioni più base e convinzioni periferiche, quelle principali non so se si riescono a smontare. Se fosse facile smontare certe convinzioni potremmo rendere non razzisti i razzisti e così via, ma non credo sia fattibile.
Bisogna vedere se si riesce a smontarle, e se uno ne è molto convinto di certo non potrà essere un alleato nello smontarle.
In linea di principio si potrebbe smontare tutto, in pratica si riesce solo qualche volta.

L'attivazione come dovrebbe funzionare?

Facciamo un esempio, se uno non crede in dio e vuol modificare questa credenza e iniziare a crederci, ma adesso crede genuinamente siano tutte fregnacce, cosa dovrebbe fare per riuscire?

Secondo me la motivazione per cui uno pensa "sarebbe meglio se nel mondo ci fosse una divinità che aiuta" non riesce a produrre una genuina convinzione che ci sia davvero.

Angus 18-05-2023 20:44

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
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Originariamente inviata da XL (Messaggio 2838532)
Facciamo un esempio, se uno non crede in dio e vuol modificare questa credenza e iniziare a crederci, ma adesso crede genuinamente siano tutte fregnacce, cosa dovrebbe fare per riuscire?

Secondo me la motivazione per cui uno pensa "sarebbe meglio se nel mondo ci fosse una divinità che aiuta" non riesce a produrre una genuina convinzione che ci sia davvero.

Potrebbe chiedersi cosa si intende per dio, qual è funzione psicologica di tale costrutto, perché si sente spinto a privilegiare una considerazione astratta e in fondo superficialissima ("sono tutte fregnacce") a un potenziale maggior benessere. Potrebbe chiedersi come erano visti i credenti nel contesto in cui è cresciuto, come sono visti in quello in cui vive. E così via.


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