Re: Le ragioni dell'immobilità
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L'importante secondo me è sbloccare un po' le cose senza crearsi ulteriori traumi |
Re: Le ragioni dell'immobilità
Mancanza di volontà. E si ritorna al male assoluto che è la famiglia e sul come ti cresce sin da piccolo.
Poi di séguito tutto il resto: zero autostima, zona comfort da viziati ecc..ecc.. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
Eh ma comunque c'entra. Poi si passa al problema numero 2: esperienze personali che creano delusioni o autostima poi volontà di reagire /agire o chudersi a riccio.
C'è chi sbaglia e non si arrende, c'è chi sbaglia e si arrende e c'è chi non fa nulla perché ha paura pure di respirare. Poi arrivano quelli di 20 anni che non sono mai usciti di casa e vogliono spiegare come funziona tutto il Sistema. I viziati, come tanti filosofi. |
Sì pero io non ho capito, a domande tipo "chi sono?" come bisogna arrivare a rispondere, cosa si deve fare per sapere di essere arrivati alla risposta corretta, e in che termini si deve dare questa risposta.
Sul cosa si vuole veramente è un tema già più affrontabile, anche se magari interdipendente col primo. Però comunque pur essendomi posto il dubbio spesso non è che poi riesca a giungere a una conclusione che mi fa attivare. Chi può dire cosa uno desidera realmente se non se stesso? Ma se in questo percorso incontra ostacoli, psicologici, che glielo impediscono cosa poi potrebbe fare? Magari sperimentare, fare cose diverse e vedere come si reagisce. Anche tramite il lamentarsi, perché a meno che uno si limiti a "oh, come sto me adesso!", per sfogarsi su un forum o altrove può comunque provare a indagare il perché per poter descrivere poi meglio quello che sente. Non si toccheranno i punti cruciali delle questioni ma magari un po' ci si avvicina, rovistando mentalmente tra gli elementi che si ritengono insoddisfacenti nella propria vita. Comunque uno dei motivi può essere che si ritenga tutto sufficientemente inutile. A volte, non sempre, ho questa sensazione, che qualunque svolta potrei dare alla mia vita il positivo che proverei all'inizio non si conserverebbe. Come se al cervello fosse stato inflitto un colpo fatale, che non l'ha ucciso ma l'ha reso disabile verso il provare contentezza o serenità per quanto possibile stabile nel tempo. E mica è detto che se si riconoscono eventuali vissuti traumatici del passato ci si ritrovi più vicini alla strada della guarigione. Però, sì, sarebbe comunque il primo step da dover in qualche modo affrontare, perché in mancanza di ciò, e se il motivo è quello, di sicuro si continuerà a brancolare nel buio delle carenze di volontà. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
Secondo me è una questione di costi/benefici.
Quanto mi costa in termini di sofferenza rimenere nella comfort zone e quanto mi costa uscirne? Se uscire costa più di rimanere la risposta più ovvia è l'immobilismo. Sempre che possa esistere un beneficio. Per esempio prendiamo una persona socialmente inibita e isolata da anni e supponiamo che di punto in bianco decida di reinserirsi. Ha qualche possibilità? La risposta sulla base della mia esperienza è no. Per un semplice fatto, tu sei rimasto indietro e gli altri non si fermeranno per aspettarti. I tuoi coetanei hanno già maturato esperienze sociali, tu no. Ora se non sei riuscito a socializzare quando era il momento naturale (e dunque più facile per farlo) come puoi pensare di riuscirci dopo? Se non riesci a vedere la possibilità di raggiungere un traguardo per quale motivo dovrei aggiungere della sofferenza a quella che sto già vivendo? |
Re: Le ragioni dell'immobilità
Attenzione, io per "attivarsi" non intendo "fare una cosa qualsiasi", totalmente a casaccio o seguendo l'una o l'altra indicazione esterna, proveniente da un "esperto" oppure di moda/senso comune. Aprirsi di più, smettere di fumare, andare in disco o in palestra, "migliorarsi", cucinare la peperonata, fare il cammino di Santiago, ecc.
Intendo chiedersi quali sono le cose importanti per noi (ma quelle vere), qual è la nostra posizione rispetto agli altri, com'è fatto il mondo in cui viviamo. Ma chiederselo seriamente, con curiosità e passione, non come esercizio astratto pseudo-scolastico. Insomma, prendersi sul serio e individuarsi, diventare più sensati, rispettosi di sè e liberi, senza illusioni in un senso o nell'altro. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
Insomma, mi fare che il filo conduttore del malessere di un po' tutti sia una sorta di adhd, un clamoroso deficit di attenzione. Sembra che di prendere sul serio i propri bisogni, di ascoltarsi, di dialogare con sé, di rispettarsi, di aiutarsi, non importi a nessuno.
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Poi comunque potrebbero saperlo ma restare comunque immobili. Perché un conto è fare un esercizio di pensiero riflessivo anche con curiosità e passione come tu dici, altra cosa è agire concretamente nella realtà producendo cambiamenti significativi. Penso che la persona più consapevole e introspettiva del mondo potrebbe anche essere la più immobile del mondo e trascorrere le ore a riflettere fissando le pareti. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Quindi si può essere immobili non tanto perché si vuole esserlo, ma perché si ha paura di muoversi, o non si sa come farlo. Se essere immobili corrispondesse a una volontà, allora non ci sarebbe nessun problema. Sei immobile ed è una tua volontà? Perfetto, allora stai alla grande perché vivi esattamente nel modo che preferisci! |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Per quanto riguarda le cose importanti per me, forse il più scabroso che provo (e ho) un bisogno di accudimento, cura, dialogo, guida, informazioni, risorse. Se lo riconosco (non a chiacchiere ma sentendolo, prendendolo sul serio), mi sento me stesso ma in una situazione difficile, in cui sono vulnerabile e provo emozioni molto intense, potenzialmente anche negative (ovviamente). Se lo nego, è tutto infinitamente più facile e io sono più tranquillo, come un mare sul quale è stato versato un barile di petrolio, ma sono anche più distaccato (non mi sento), vivo una vita che non è davvero mia e, incidentalmente, rischio di volare con la testa nel mare della metafisica: patologie, modi di essere, segni zodiacali, passeggiate per sconfiggere la timidezza. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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La convinzione di non poter superare l'ostacolo. Le esperienze negative precedenti. La paura. Quel famoso "e poi?". L'autostima sotto le scarpe. Varie ed eventuali (problemi in ambito economico, familiare, ecc ecc). Alla fine non c'è una risposta univoca, i blocchi sono spesso formati da tanti tasselli. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Se non lo appassionano certe cose? Se della propria posizione rispetto ad altri non frega una mazza? :nonso: Come fai a chiederti con passione e curiosità qualcosa che non ti appassiona e nemmeno ti incuriosisce? |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Mi riferisco a essere umani senzienti, autointeressati, non oltre una certa età e privi di magagne imponenti. Per loro certe domande sono interessanti e basta, gli uomini funzionano così, non è che i gusti son gusti. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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Re: Le ragioni dell'immobilità
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Poi come ho scritto altrove ci sono convinzioni più base e convinzioni periferiche, quelle principali non so se si riescono a smontare. Se fosse facile smontare certe convinzioni potremmo rendere non razzisti i razzisti e così via, ma non credo sia fattibile. Bisogna vedere se si riesce a smontarle, e se uno ne è molto convinto di certo non potrà essere un alleato nello smontarle. In linea di principio si potrebbe smontare tutto, in pratica si riesce solo qualche volta. L'attivazione come dovrebbe funzionare? Facciamo un esempio, se uno non crede in dio e vuol modificare questa credenza e iniziare a crederci, ma adesso crede genuinamente siano tutte fregnacce, cosa dovrebbe fare per riuscire? Secondo me la motivazione per cui uno pensa "sarebbe meglio se nel mondo ci fosse una divinità che aiuta" non riesce a produrre una genuina convinzione che ci sia davvero. |
Re: Le ragioni dell'immobilità
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