FobiaSociale.com

FobiaSociale.com (https://fobiasociale.com/)
-   SocioFobia Forum Generale (https://fobiasociale.com/sociofobia-forum-generale/)
-   -   Le ragioni dell'immobilità (https://fobiasociale.com/le-ragioni-dellimmobilita-80723/)

Angus 17-05-2023 21:52

Le ragioni dell'immobilità
 
Avete anche voi l'impressione che molte persone sofferenti rifiutino di attivarsi per ridurre il proprio malessere? Intendo attivarsi realmente, non fare una pantomima.

Non mi riferisco a chi ha problemi oggettivi insormontabili, naturalmente.

Se sì, quali credete che siano le ragioni?

FrizioNando 17-05-2023 22:03

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Si chiama a livello psicologico CONFORT ZONE

Si costruisce intorno a sè il proprio "castello mentale" di protezione e ci si cala dentro rimanendo nel "limbo" per mesi o anni, perchè al di fuori da quel castello abbiamo la convinzione di soffrire, di essere rifiutati, di fallire, di non farcela, di non essere in grado.

Più anni si sta dentro al castello più poi è difficile uscirne. Perchè apparentemente dentro al castello ci si sente protetti e sicuri, anche se non ci si rende conto che in realtà non si sta vivendo tutte le potenzialità che la vita ci offre. E' come non vivere, sprecare la vita.

A volte sono le casualità della vita a buttartici fuori "a forza" dal castello.
Io per 34 lunghissimi anni sono rimasto "dentro al castello" per quanto riguarda il mondo che attiene all'amore/sesso di una donna. Avevo paura di soffrire, di essere rifiutato, deriso, di non essere in grado ... e quindi sono rimasto evitante, senza nemmeno mai "provarci" con nessuna. Poi appunto a 34 anni la casualità: è stata una donna interessata sentimentalmente a me a buttarmi fuori a forza dal castello (sebbene mi abbia lasciato dopo poco)... ma è come se avessi visto per la prima volta il mondo là fuori, la luce. All'inizio non sei abituato, hai mille paure, ti senti abbagliato ... ma ora non riesco a farne a meno, voglio quel mondo, voglio quella luce, in cul* alla confort zone e al castello che mi ha imprigionato per metà della vita, voglio anche io godere del sesso, delle relazioni, e dell' amore reciproco.

Varano 17-05-2023 22:12

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
nel mio caso, più che immobilità ci sono progressi lentissimi e graduali che all'occhio esterno sembrano esasperanti. però da qualche tempo ho incominciato a concentrarmi su quello che mi riesce bene, tralasciando quello in cui non sono capace. rinunciando alla normalità, perché per vivere oggigiorno devi sapere fare un po' di tutto.

Darby Crash 17-05-2023 22:22

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838360)
Avete anche voi l'impressione che molte persone sofferenti rifiutino di attivarsi per ridurre il proprio malessere? Intendo attivarsi realmente, non fare una pantomima.

Non mi riferisco a chi ha problemi oggettivi insormontabili, naturalmente.

Se sì, quali credete che siano le ragioni?

no, non ho questa impressione. Non è che rifiutano di attivarsi; il fatto è che non ci riescono. Teoricamente vorrebbero attivarsi, ma nella pratica hanno dei blocchi, oppure si attivano ma solo in maniera temporanea ed effimera.

Angus 17-05-2023 22:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2838372)
no, non ho questa impressione. Non è che rifiutano di attivarsi; il fatto è che non ci riescono. Teoricamente vorrebbero attivarsi, ma nella pratica hanno dei blocchi, oppure si attivano ma solo in maniera temporanea ed effimera.

Sei sicuro che quella di cui parli non sia appunto una pantomima di attivazione?

euridice_ 17-05-2023 22:39

Io ho provato a cambiare ma non ho trovato accoglienza e poi mi sento diversa da tutti e quindi non ho niente a che fare con gli altri

Qwerty 17-05-2023 22:49

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Perché è più comodo aspettarsi che altri si adattano a noi che viceversa. Se questo succede e tutto sommato si sta bene così allora possiamo tenerci le nostre bizzarrie, ma se proprio situazione non ci piace sarebbe il caso di rivedere qualcosa.

Darby Crash 17-05-2023 22:54

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838374)
Sei sicuro che quella di cui parli non sia appunto una pantomima di attivazione?

direi di sì. Soltanto un masochista sceglierebbe di far soltanto finta di attivarsi rifiutando di voler uscire dal proprio stato di sofferenza.

è naturale voler fare il possibile per stare bene. Poi è chiaro che un conto è volere e un altro è mettere in pratica.

Angus 17-05-2023 23:08

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2838378)
direi di sì. Soltanto un masochista sceglierebbe di far soltanto finta di attivarsi rifiutando di voler uscire dal proprio stato di sofferenza.

è naturale voler fare il possibile per stare bene. Poi è chiaro che un conto è volere e un altro è mettere in pratica.

A me pare invece che ci sia una generale difficoltà a individuarsi, a mettersi al centro della propria vita. "Io non esisto", sembrano pensare o voler pensare un sacco di persone. Ma a partire da questo, dire "voglio cambiare la situazione" è appunto una pantomima. Prima bisognerebbe dire "io esisto".

muttley 18-05-2023 00:05

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2838378)
Poi è chiaro che un conto è volere e un altro è mettere in pratica.

Il discorso è che c'é uno scontro tra volontà dove una delle due, quella della zona di comfort, di quanto si conosce, finisce per prevalere sulla seconda, quella dell'ignoto. Si preferisce sperimentare il non vissuto con l'immaginazione, con le costruzioni ideali e astratte della mente. La volontà del nuovo è ancora troppo debole per essere vera volontà.

Angus 18-05-2023 00:29

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Non lo vedete quanto facilmente si finisce nella metafisica dei problemi astratti, non realmente sentiti personalmente, delle soluzioni non percepite come proprie? Chi parla di "zona di comfort" usa un concetto che ha messo a fuoco lui o che ha analizzato a sufficienza per avallarlo? Oppure si limita a ripetere una delle tiritere più comuni che si sentono in giro?

Ribadisco, da dove si dovrebbe partire se non da "io e la mia vita", quella reale però, non l'una o l'altra narrazione?

"Che cos'è quello che sto affrontando? Dove sono? Chi sono?"

Se non abbiamo risposto a questo (con i sensi, le emozioni e le parole), l'indisponibilità a muoversi mi sembra decisamente sensata. A meno di non esserci profondamente identificati con il personaggio di un racconto.

E quest'ultimo mi sembra appunto lo stallo di molti forumisti.

E' troppo intenso il dolore per affrontarlo, quindi ci si rifugia nella propria mente, in un sogno ad occhi aperti?

Non so, penso ci sia qualcos'altro che ci sfugge.

XL 18-05-2023 06:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 2838374)
Sei sicuro che quella di cui parli non sia appunto una pantomima di attivazione?

Definisci meglio pantomima, che cos'è? :nonso:

Alla fine mi sa che differenziare la pantomima da una persona che non riesce è solo una differenza di ordine morale, non sostanziale.

Siamo fatti di materia, e un po' tutto quel che decidiamo di fare dipende da questo stato sottostante, sia il tizio che è impossibilitato che il tizio che non vuole fare certe cose non le fanno perché non riescono, uno perché è impossibilitato, l'altro perché non vuole, ma anche il non volere è una sorta di impossibilità che diventa evidente e viene accettato solo quando ti etichettano come depresso, come se negli altri casi non fosse comunque vero che la forza volitiva è scarsa nei confronti di certe cose così come capita al depresso.

In realtà una persona desidererebbe stare bene, ma in concreto per arrivarci dovrebbe riuscire a fare una serie di cose, e se queste cose non le fa perché non vuole, o non vuole abbastanza (perché sgradevoli, perché non sopporta la frustrazione, perché non riesce ad essere costante anche su cose più semplici, perché ci sono pochi feedback iniziali) in concreto si può dire che c'è una sorta di conflitto.

In realtà se si tolgono certi ostacoli, la persona si vede che non è che non voleva in assoluto stare bene, perché poi magari non rifiuta certe cose, il problema è che c'è una sorta di conflitto allo stato dei fatti, e il blocco rimane.

Se io per stare bene dovessi, che so, ammazzare un parente stretto, potrei non volerlo fare, ma continuare a desiderare al contempo comunque a stare bene anche osservando che allo stato dei fatti attualmente l'unico modo per ottenere questo bene sarebbe ammazzare l'altro.

Uno alla Nerone ammazza la madre per diventare il capo ed eliminare un problema, un altro no, anche se potrebbe farlo. Uno poi si chiede, ma quell'altro non vorrebbe diventare il capo? Magari sì, ma è comunque più forte attualmente la resistenza ad ammazzare la madre.

Se le operazioni per stare bene diventano complicate da attuare, ed è complicato ripetere la stessa azione cento volte di seguito senza sbagliare rispetto al compierla una volta sola correttamente. Alcuni magari riescono, altri no.

Se uno fa delle cose e un altro no, dei motivi dovranno pur esserci, ma mi ha sempre convinto poco la spiegazione "non vogliono stare bene", se uno rifiutasse direttamente quel che si ottiene alla fine, anche dandoglielo gratuitamente e senza sforzi, dovrebbe rifiutarlo comunque, ma in concreto il più delle volte non succede questa cosa qua.

Faccio un altro esempio in relazione al suicidio. Secondo me se liberalizziamo l'uso delle armi, medicine letali e quant'altro e rendiamo facilissimo l'accesso a queste cose aumenterebbe il numero di suicidi.

Ma perché aumenterebbe? :nonso:
Se prima le persone che volevano morire e non si buttavano di sotto non lo hanno fatto, dovrebbero continuare a non farlo anche con altri mezzi letali visto che non volevano anche prima, dato che la loro era una pantomima.
Se volevano davvero avrebbero vinto altre resistenze relative al continuare a stare nella loro comfort zone.

Mentre le cose poi in concreto non stanno così, queste spiegazioni sono farlocche e lo sono perché lo sanno tutti che un ostacolo o associare una cosa negativa ad un'azione da fare, per ottenere qualcosa che in genere si desidera ottenere, funziona da deterrente. Non fate mai andare i vigili in una certa zona del centro città, e le auto le si troveranno parcheggiate una sopra all'altra in quella zona, dopo la doppia e tripla fila si passerà a quella in verticale :mrgreen:.

La volontà non è una cosa diretta, del tipo uno vuole o non vuole fare qualcosa in assoluto, è condizionata dal contesto, da certi mezzi e da una miriade di altri fattori.

Anche una zanzara desidera succhiare il sangue, ma il deterrente causato dal cattivo odore (per lei) può funzionare in molti casi, e quindi poi cosa si dovrebbe concludere che le zanzare che non mangiano in queste situazioni non vogliono stare bene e nutrirsi?
Che non mangiano in questi casi perché vogliono stare nella loro comfort zone?

Sono solo giudizi morali anche questi, non spiegazioni.
Che poi comunque bisognerebbe definire lo star bene, e uno che vive con un blocco o con cose contrastanti interne bene non sta, non è che se poi ammazza la madre starà bene, sarà poi comunque divorato dai sensi di colpa rispetto ad un altro che non ha forte questa tendenza qua.

Io un sistema per vivere bene secondo i miei valori e quel che è importante per me non l'ho trovato e da solo non riesco a generarlo, al contempo non riesco a condividere i sistemi di valori di altri.

La spiegazione del mio blocco è questa qua. Se un ammalato non prende una medicina regolarmente, si dirà che la cura c'è ed è colpa dell'ammalato, ma qua mi sa che oltre al voler dare la colpa a qualcuno non è che ci si preoccupa di farlo star bene, se questo sistema di cura è davvero efficace perché poi l'ammalato muore?
Per colpa sua, e si chiude il discorso.

Mentre secondo me è comunque un discorso sbagliato perché un altro magari lo sa che la medicina quella persona non la assumerà regolarmente allo stato attuale dei fatti lasciando tutto così com'è.
Se la capacità collaborativa dell'ammalato è X, non si può pretendere un X+1 per la cura, questa cura che pretende una collaborazione dell'X+1 fallirà. Secondo me bisogna sempre assicurarsi che la collaborazione a seguire quel tipo di cura ci sia, altrimenti quella cura per quel tipo di ammalato è inutile, è una non cura.

Ad esempio se si curano le persone senza anestesia, è chiaro che la maggior parte non collaborerà nel ricevere delle cure tramite interventi chirurgici e cose simili. L'intervento in linea di principio si potrebbe svolgere lo stesso se una persona sopportasse il dolore senza muoversi o lamentarsi, ma l'efficacia effettiva di una cura è influenzata fortemente dall'abbattere i costi relativi alla collaborazione individuale che varia da individuo ad individuo.

Per questo per me le due cose dovrebbero andare insieme e non andrebbero separate come fanno attualmente.
Per misurare l'efficacia effettiva di una psicoterapia non dovrebbero prendere come casi fallimentari solo quelli che l'hanno seguita fino alla fine e non hanno ottenuto miglioramenti, ma anche quelli che l'hanno abbandonata prima.
Andrebbero testate così anche altri tipi di cure, così si riuscirebbe a misurare allo stesso tempo in parte quanta collaborazione richiedono. Questa non è una variabile ininfluente e trascurabile secondo me.


Sul campo una cura che richiede una forte collaborazione di un insieme di persone affette da una certa patologia che non sono molto collaboranti ma che risulta efficiace al 100%, potrebbe essere meno efficace effettivamente di un'altra cura che non funziona sempre ma abbatte i costi di questa collaborazione.
Soprattutto in ambito psicologico questa cosa dovrebbe diventare ancora più rilevante, invece si tende a ritenere questa cosa come ininfluente nel misurare l'efficacia della cura stessa.
Non dovrebbe essere considerata una variabile esterna e accidentale o irrilevante per misurare l'efficacia della cura secondo me in ogni caso.

Se una cura richiede molto impegno bisogna ritenere che questa cura potrebbe risultare meno efficace sul campo e in termini ambientali di un'altra che richiede meno sforzi da parte dei pazienti. Questa cosa è rilevante proprio per testare l'efficacia di una cura per me.

Una cura autogestita rispetto ad una dove c'è una persona che ti somministra la medicina, potrebbero diventare molto diverse in termini di efficacia effettiva a seconda della patologia. Cose del genere influenzano e possono influenzare l'esito, ma non si tratta di effetto placebo, questo è ancora un altro effetto che per loro è ininfluente.

Kitsune 18-05-2023 07:02

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Sono le esperienze negative che precludono di farne di nuove.
Ad una brutta esperienza si può reagire diventando più forti, non facendosi influenzare o facendosi influenzare.
Probabilmente una persona che preferisce l'immobilità è il tipo di persona che si fa influenzare e non riesce a reagire.
Quando queste persone collezionano tante esperienze negative dicono basta e ha molto senso fin quando o la persona impara a reagire o quando ha l'assoluta certezza di fare esperienze positive.

Maffo 18-05-2023 07:32

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Dipende sempre da quanto una persona sta male, per chi sta davvero molto male reagire è difficile.

Poi onestamente cambiare atteggiamento non è per nulla facile anche se stai bene.

IO&EVELYN 18-05-2023 07:58

Io ho sempre pensato che sono assurdità queste, non si può andare contro se stessi, il proprio modo di essere e di fare, anche il discorso della volontà non tutti hanno una volontà grande,non tutti possono essere mr. Adesso cambio tutto e divento felice. Sono palle, non si può. Poi queste saranno sempre scuse alle orecchie di tanta gente, ma a me non importa.

claire 18-05-2023 08:01

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Si.
Tolte le difficoltà insormontabili, credo siano persone che traggono soddisfazione nel fare pena e lamentarsi, senza in realtà stare poi così male come dichiarano.

Crepuscolo 18-05-2023 08:51

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Io sono l'immobilità fatta persona. Non mi attivo per depressione, paura di trovarmi in situazioni sgradevoli, senso di inferiorità rispetto agli altri, incapacità di credere in me stesso, incapacità di capire quali siano le mie qualità e la strada che dovrei prendere nella vita, generale menefreghismo per gli obiettivi di vita.
Ma il punto principale è che non sono abituato a fare scelte nella mia vita, sono ancora rimasto bambino sotto certi aspetti, quindi è come se mi aspettassi che siano gli altri a dirmi cosa devo fare, come succedeva quando ero piccolo. Praticamente non sono in grado di decidere per me stesso.

Varano 18-05-2023 09:14

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Io sto male, ma starei peggio se dovessi cambiare. Se non troviamo nessuno che ci accetta ora con le nostre stravaganze è perché non compensiamo abbastanza queste.
È sufficiente aumentare il proprio valore, non serve fare la recita di quello normale.

Inviato dal mio moto g32 utilizzando Tapatalk

Maffo 18-05-2023 09:40

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2838415)
È sufficiente aumentare il proprio valore, non serve fare la recita di quello normale.

In genere son d'accordo con il 95% di quel che Varano dice, e anche stavolta non facciamo eccezione :bene:

Trinacria 18-05-2023 09:48

Re: Le ragioni dell'immobilità
 
Credo che ci siano motivazioni diverse. Dipende da persona a persona e da caso a caso.
Io in questi giorni mi sento molto immobile e sento che sta andando sempre peggio.
Non ho chissà che problemi insormontabili e, nel mio piccolo, ci avevo provato a darmi da fare, almeno un minimo, a provare a uscire, a cercare qualcuno, ad aprirmi di più. Ma non ho visto i risultati, nemmeno un poco, e questa cosa mi ha abbattuto parecchio e invece di tentare di nuovo mi sono chiusa in me stessa. La convinzione che ormai sia tutto inutile mi ha bloccato.
In un certo senso preferisco stare ferma dove sono piuttosto che vedere un altro fallimento.


Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 02:55.

Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.