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Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Ho un sacco di rabbia, delusione e frustrazione dentro per come sta andando la vita.
Ho due sorelle più piccole (24 e 20 anni) e tutt'e due hanno già portato più di una volta il ragazzo a pranzo a casa dei miei, escono, hanno la loro rete di amici, la maggiore delle due è sempre in giro per il mondo ogni fine settimana ecc. Per me invece ogni giorno è lo stesso, lavoro (7 giorni su 7, sempre stessi orari), vado a casa, ceno con i miei, guardo il telegiornale, gioco al PC e poi a letto. Ogni singolo giorno non cambia nulla. E ci ho provato a cambiare un po' le cose, ormai sono 10 anni che ci provo e non ci riesco, se leggo le cose che scrivevo per i forum anni fa, sono esattamente le stesse che scrivo adesso. A sto punto non so nemmeno più cosa ci sia di sbagliato nella mia testa e perché la gente continua a schifarmi. Amen fine della messa, fratelli e sorelle andate in pace :applauso: |
Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Ti capiamo e così per tanti forza e coraggio..
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Idem, a parte il lavoro (non ce la faccio più, non mi va più di fare niente, non mi va più di vedere colleghi eccetera a causa di depressione e apatia ed evitamento) e andare al supermercato a prendere quello che mi serve e il giro al cimitero a trovare nonni e parenti, sono fuori da tutto.
E intanto, al lavoro, mi tocca sentire dei successi personali degli altri, delle loro relazioni, amicizie, viaggi. E io sono sempre fermo al solito punto da sempre. Poi negli anni hai voglia a sentire le solite frasi "esci e fai come gli altri, e dai prima o poi cambierà anche per te la situazione, e dai prima o poi arriverà anche per te quella giusta, e dai, e dai su, su su...." Intanto gli anni sono passati e passano, e gli altri ottengono tutto in modo naturale, senza fatica, senza sforzi, perché non hanno questo genere di problemi e blocchi. |
Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Stesso io. Vedo andare avanti tutti quelli che conosco, tutti. Spesso con grandi miglioramenti, ma per il resto sempre in direzione positiva. A me accade il contrario: qualsiasi cosa mi peggiora. Giusto perché sono stati citati i games, devono avermi hackerato un account e cancellato il mio unico PG di un game che è, anzi, era, il mio unico svago. Non me la sento di ri-livellare un PG da zero e si chiude anche quel capitolo, anche l'incapacità di fare le cose più misere e poco impegnative è un riflesso di questi stati d'animo. Non mi diverte nemmeno più pornhub perché mi ricorda che io non potrei mai essere al posto di uno qualsiasi degli attori. Penso solo a quanta autostima si possa sviluppare potendo anche fare la comparsa in un porno.
E' vero che 9/10 del mondo se la passa male ma questa in cui vivo è la mia realtà, e con i parametri di misura di questa realtà sono uno di quelli nella coda della gaussiana che se la passa peggio. Lo dico sempre che se si saltano delle tappe importantissime nell'adolescenza e non si hanno carattere e fisico per recuperare (comunque solo nei limiti di qualche anno di ritardo) poi la vita è tutta in discesa. Certamente mi si potranno citare controesempi, ma con un singolo controesempio si dimostra qualsiasi tesi. E' la media che conta, e il traffico del forum sta lì a provarlo. |
Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Nella tua famiglia vieni criticato perché manchi di queste caratteristiche oppure è un pensiero tuo? C'è un modello che viene percepito come migliore?
Anche a casa mia io vengo criticata perché sono asociale per lunghissimi periodi ma loro hanno un metro di giudizio un po' troppo semplice (persona che esce tanto = felice, spensierata VS persona che sta sempre in casa = triste, depressa), cose campate in aria. Vengo molto criticata anche per il lavoro (lavoro d'ufficio in cui produci montagne di carta = lavoro vero, dignità VS lavoro che non rispecchia i loro standard = fallimento, perdita di tempo, bambinata), di nuovo cose campate in aria Forse vorresti aderire ad un modello che percepisci come vincente e quindi ti senti in difetto (ad esempio viaggiare o uscire sono azioni come altre, di per sé non implicano necessariamente felicità, a livello di stereotipo sì però, perché si ricollegano al benessere, al gruppo, alla sicurezza) |
Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
L'altro giorno in macchina, dopo aver preso il pane, salgo in macchina che era parcheggiata in una piazza, a un certo punto, poco distante, vedo una e uno che si baciano, anche non volendo, involontariamente ho visto la scena.
In quel momento mi sono sentito un corpo estraneo al mondo, a quelle cose, a quel genere di situazioni. Mi sono detto "io non ho potuto, non posso e non potrò mai avere quelle situazioni"... E infatti non le ho mai avute. Penso che chi è più o meno nella mia situazione possa capire cosa intendo dire. Ti senti non connesso col mondo, come se per te, per quelle cose, ci sia davanti un enorme cartello di divieto d'accesso con la scritta "tu non puoi, non ti è concesso, non sei all'altezza per queste cose, guarda e soffri in silenzio" |
Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Quante volte quando vedevo 2 baciarsi sentivo una strana sensazione,guardavo tipo perplesso,perché pensavo al mio vissuto e così gli altri come noi..
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Grazie per i commenti, un po' aiutano a sentirmi meno solo...!
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E per carità, ci credo anch'io che prima o poi succederà, o meglio ci spero, certo che ogni anno che passa mi sembra sia sempre la stessa storia, e non sono piu fiducioso come una volta... Quote:
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Nel mio caso, ho imparato di aver davvero bisogno di relazioni, (i viaggi e divertimento un po' meno) sia strette che non, e mi piacerebbe molto sentirmi parte di una comunità e di una famiglia... sto un po' semplificando altrimenti scriverei troppo... Quote:
Questa mattina ho pensato di provare ad espormi un po'... poco alla volta, magari domenica esco e cerco un pretesto per parlare con i passanti... cose tipo chiedere indicazioni che in realtà non mi servono, senza importunare nessuno ovviamente. O magari mi siedo in un bar e provo a far due parole con quello del tavolino vicino.... Lo avevo fatto anni fa, ed un po' mi aveva aiutato a sbloccarmi, non so, la verità è che le sto provando tutte... |
Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Stessa identica e dannatissima cosa. A scorgere in continuazione le foto delle vite degli altri, cercando di immedesimarmi in loro poichè so che in confronto a quelle persone la mia vita è un fallimento. Un mio ex compagno di scuola ancora single ma che ora lavora come macchinista per ferrovie dello stato (stipendio anche superiore a quello di un carabiniere dei reparti carabinieri-appuntati dopo 5-10 anni di servizio), un altro ad accenture visto che sa programmare (anche se con L'IA in aumento i programmatori ora sono sul piede di guerra), l'altro carabiniere che si sposa con la nostra compagna, loro che si baciano, le foto con gli amici e co. Io invece? Niente...
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
La mia vita è vuota, senza acuti, senza le normali cose che hanno gli altri che non hanno questo genere di problemi, e l'amarezza ovviamente per la non vita su me stesso, é amplificata dall'aver deluso anche mia mamma.
Probabilmente pensava di vedere suo figlio sistemato come gli altri, con una famiglia e dei figli, più di una volta l'ho sentita dire che le sarebbe piaciuto avere nipotini. Lo so che la priorità è la mia situazione e non è che posso prendere di avere figli per fare felice lei, ma quando ha detto sta cosa, mi sono sentito sprofondare ancora di più, in colpa per aver deluso anche lei, a vedere un figlio che non ha una vita come gli altri. Si ho il diploma e il lavoro, ma c'è una bella differenza con gli altri che lavorano con me. Loro finito l'orario di lavoro escono e hanno una vita fuori, degli amici, dei figli, la compagna. Io esco e sono da solo,fuori da ogni contesto e da tutto. Un conto è affrontare il lavoro sapendo che fuori hai chi ti stima e apprezza lo stare con te, una compagna, una moglie, una famiglia, tutto ciò ti fa sentire apprezzato, desiderato, stimato, e di conseguenza è meno pesante affrontare il lavoro. Un altro conto è affrontare il lavoro sapendo che quando esci la tua vita è solitaria e vuota. Sono due condizioni ben diverse da un punto di vista psicologico, sul come affrontare e assorbire gli orari e la stanchezza del lavoro. Quello che a loro pesa 10,a me pesa 100 volte, in questo stato d'animo. |
Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Io non lo posso fare perchè non ho le possibilità economiche,ma secondo me puoi iniziare a fare qualcosa di diverso,come frequentare una palestra,un corso serale o non so,qualcosa che ti aiuti a conoscere gente nuova,lo so è molto difficile per noi fobici ma almeno puoi provarci.
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
Almeno voi avete fratelli e sorelle che possono dare soddisfazione ai vostri genitori.. io sono figlio unico e ricade tutto su di me, e ironia della sorte sono nato male.. niente nipoti, niente gioie.. una famiglia che si spegnerà nel dimenticatoio senza aver tramandato nulla, se non la mia stoltaggine.
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Re: Invidia per i successi degli altri, rabbia per i miei fallimenti
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Vedo evidentissimo questo tipo di schema, almeno a casa mia. La mia sensazione è che sia abbastanza generalizzato e le aspettative dei genitori si tarano sul massimo che possono pensare di avere. Appena ce l'hanno, quella diventa la nuova soglia. E infine non mi sembra un grosso problema non lasciare discendenza. E' solo questione della nostra prospettiva temporale limitata. Io di otto bisnonni ne ricordo solo una, ho trovato foto di famiglia e le ho tutte scansionate, so che sono parenti ma non so chi siano perché la memoria si è persa con i nonni. Mi sembra tanto il falso problema di mia madre che voleva vendere un appartamento per pagare la concessione della tomba di famiglia, che abbiamo per diversi decenni ancora. Poi con pazienza le ho spiegato che avrebbe solo posticipato un epilogo scontato, ovvero che comunque un giorno finirà tutto, che nessuno ci avrebbe ricordati e che se mai esiste un "dopo" sta solo nelle nostre azioni compiute in vita. Le ho fatto notare che non sappiamo nemmeno chi sono stati i nostri trisnonni e che nessuno di loro ci ha lasciato la "tomba pagata". Ma ha questo feticismo del corpo così sviluppato che ho dovuto faticare per convincerla. E qui lo stesso. Non lo vedo come un gran problema, so che dopo la mia morte forse qualcuno che mi ha conosciuto si ricorderà di me, poi l'abisso dell'oblio inghiottirà anche questo ricordo. |
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