Quote:
Originariamente inviata da Nannerl
(Messaggio 2827865)
Il punto è proprio capire quello che si vuole fare, ciò che può incastrarsi con la propria indole e questo si capisce sì facendo esperienze ma prima ancora cercando "orientamento" nelle figure di riferimento, e infatti:
...da questo si evince quanto danno possono arrecare queste figure di "riferimento" quando sono tossiche e ti costringono anche se apparentemente non direttamente a imboccare strade che non sono affatto congeniali (primo errore), da qui un indossare la maschera affibbiata pur di non fallire o di restare nell'incertezza di doversi orientare da soli in alternativa a quella maschera (doppio errore), segue un inanellare caxxate una dopo l'altra
eh, è stato aiutato... e sicuramente non si è fatto condizionare dal mollare un indeterminato per l'incerto
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Il punto è che lui si è emancipato a 40 anni ed è diventato libero. A 40 anni sei perfettamente in grado di scegliere e se continui a comportarti in un certo modo è solo colpa tua, non più dei tuoi genitori. Non puoi ancora pensare ai genitori a 40 anni, non puoi più, ormai sei troppo grande per farlo. Non devi assolutamente. Cioè, se continui a pensare al passato, al fatto che hai fatto un certo tipo di vita, vivrai sempre lì dove sei, non ti muoverai di un millimetro. Ma a cosa ti serve? Certo, una vita infelice ti ha creato dei danni, più o meno gravi, ma il punto è che devi ottenere il meglio da ciò che hai, come fanno tutti. Non è facile lottare, cambiare, ma è l'unica via. Se qualcuno ti aiuta è più facile, senz'altro, l'aiuto bisogna chiederlo e chi potrà dartelo te lo darà, ma nel frattempo bisogna andare avanti anche solo facendo un passettino alla volta.
Esempio, così tanto per capir meglio:
1. Uno perde una gamba, magari correva anche, poi si avvilisce e non corre più, morendo dopo aver passato tutta la sua vita ad odiare chi gliel'aveva fatta perdere. Facendo una vita d'inferno.
2. Uno perde una gamba, correva anche, poi si avvilisce e per un po' non corre più, odierà a morte per un po' chi gliel'aveva tolta, ma ad un certo punto inizierà a capire, con degli aiuti o meno, che se continua così butterà la sua vita ad odiare quella persona fino alla morte. Si metterà una protesi, la migliore che potrà permettersi, e camminerà, o magari correrà anche, allenandosi, finché avrà le forze per farlo. Farà una vita d'inferno per un po', ma poi starà un po' meglio, facendo una vita molto più decente. Starà sempre male, forse, pensando a quando gli è stata tolta la gamba, ma starà sempre meno male, di uno che non ci ha nemmeno provato. La persona dell'esempio 2, secondo me, vivrà una vita migliore.