Il coraggio di dire di no
I miei genitori vorrebbero procurarmi un piccolo impiego. Sono convinti che in questo modo io diventerò più maturo e mi porrò meno aspettative infantili.
Io sto molto male, entro nel panico per ogni piccolo problema da affrontare, in più soffro di deficit di attenzione. Accetterò eventualmente l'impiego, ma ho fatto una promessa a me stesso: non appena avvertirò un peggioramento dal punto di vista psicologico, mollerò tutto senza pensarci due volte, e al diavolo il giudizio altrui! Lavorare per vivere sì, lavorare per ammalarsi proprio no! |
Re: Il coraggio di dire di no
fai bene ma stabilirei un periodo minimo dopo il quale decidere. i primi giorni sono i peggiori, almeno per me...già dopo un mese si può prendere decisioni migliori, però dopo 2-3 giorni è solo una sconfitta. ovviamente dovresti procurarti un arsenale di ansiolitici per i primi tempi, in caso di probabile necessità
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Re: Il coraggio di dire di no
Quindi puoi andare avanti senza lavorare? Non credo che ci siano alternative.
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Re: Il coraggio di dire di no
Se ti aspetti di sentirti uguale/ meglio di prima, e da subito, è inutile.
Credo sia inevitabile,almeno al primo impatto, risentire di più delle proprie problematiche psicologiche in una situazione nuova. Questo succede anche ai normaloni i primi giorni di lavoro. Ogni novità porta una piccola o grande crisi, però crisi vuol dire anche cambiamento. Sta a te decidere se vuoi provare a stare un po' peggio in vista di poter migliorare la tua condizione, o non rischiare niente. Insomma se hai il coraggio di dire di sì. |
Re: Il coraggio di dire di no
Mi sembra il peggiore atteggiamento che puoi assumere in questo caso, parti pervenuto e a meno di miracoli abbandonerai il lavoro.
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Re: Il coraggio di dire di no
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Re: Il coraggio di dire di no
I cambiamenti sono fonte di ansia per tutti ,con questo non voglio assolutamente minimizzare la questione ma purtroppo il lavoro è fondamentale per vivere ,troverai ben poche persone che ti diranno che il loro lavoro è idilliaco . Ti consiglio di provarci e di non partire prevenuto. Considera anche che purtroppo i genitori non sono eterni ,questo dovrebbe mettere molta più ansia .
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Re: Il coraggio di dire di no
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Re: Il coraggio di dire di no
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Re: Il coraggio di dire di no
Niente di personale ma il coraggio ci vorrebbe a dire di si riferito al titolo, per un fobico soprattutto che deve trovare molta forza per tuffarsi in nuove avventure.
Però se una persona ha la forza di fare un viaggio importante come un transatlantico potrebbe trovare anche la forza di provare a lavorare, il lavoro è un universo a parte e a meno che non si sia benestanti è meglio imbarcarsi appena possibile, perchè il lavoro è sofferenza soprattutto da dipendenti e tocca farsi una corazza affrontandolo. |
Re: Il coraggio di dire di no
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Se riesci comunque a vivere tranquillamente e non hai debiti da pagare fai bene secondo me, uno non può esaurirsi totalmente per lavorare. |
Se la tua paura è quella di iniziare un nuovo lavoro, di come rapportarti con persone e colleghi ti capisco benissimo: anche a me spaventa tantissimo qualsiasi tipo di novità.. qualsiasi nuova relazione con qualunque persona.. ma riguardo il lavoro io ti posso raccontare la mia, quello che scritto a un altro utente qualche giorno fa: ho iniziato a lavorare da giovanissimo: un po nell'azienda di famiglia, un po aiutavo un muratore, un giardiniere, ecc..ora ho un lavoro stabile da oltre dieci anni.. diciamolo, il lavoro è una rottura di cazzo!!! Ma indispensabile!! avendo anch'io moltissimi problemi sociali, il lavoro mi ha dato tanto: mi ha insegnato come affrontare questa società malata di merda, mi ha insegnato a distinguere la brava gente dai pezzi di merda, mi ha reso più sicuro nei rapporti sociali!! Comincia senza farti tante paranoie! Se poi capisci che non è l'ideale sei sempre in tempo a dire no!!
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Re: Il coraggio di dire di no
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I cinesi in genere emigrano ma per fare piccola media impresa(secondo me non è il tipo di emigrazione che ora serve in Italia, anche se pagano le tasse distrugge i nostri piccoli imprenditori e agevolano l'importazione di prodotti di scarsa fattura, magari evadendo diverse gabelle etc). Forse ho capito male, pensavo andasse in USA per vacanza, se ci va a lavorare grande stima, meglio per lui. Ah e poi Italiano medio non lo vedo come un insulto, è un complimento, gli Italiani medi hanno amici famiglie etc, io ho solo il lavoro sono un asociale che contribuisce al sistema pagando le tasse ma usufruendone al minimo, è già due volte di fila che ho rifiutato il ricovero per curarmi a casa e non gravare sull'ospedale, come diceva un vecchio motto delle Solovki: da noi tutto, a noi niente. |
Re: Il coraggio di dire di no
Se potessi ne farei a meno di lavorare fidati, mi sembra che confondi una esigenza per una cosa che si fa con piacere, anche oggi ho preso un bel paio di batoste emotive a lavoro eppure devo andare avanti, non ho spazio di manovra non mi campa nessuno.
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Re: Il coraggio di dire di no
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Magari genitori pensano che lavorando faccia un poco di socialità e questo possa aiutarlo. Poi si può sempre licenziare. |
Re: Il coraggio di dire di no
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Ti ci vorrei vedere a essere codardo come a me, anche oggi a lavoro rotture di coglioni con persone ubriache e manesche. Io di lavori ne ho cambiati una decina, per restare disoccupato devo diventare invalido, se no qualcosa lo trovo, perchè lo voglio trovare e il lavoro c'è. |
Re: Il coraggio di dire di no
Ci saranno questi momenti, ci saranno le giornate no, ci saranno le riprese e gli scontri.
L'inizio sarà molto dura, ambiente nuovo, gente nuova. Senso di inettitudine. Dopo la fase iniziale le cose miglioreranno. Questa fase dura da persona a persona. Per un fobico è molto lunga. Il discorso mollare tutto è giusto tenerlo presente quando è giustificato, quando hai dei colleghi o un capo orribili, in caso di mobbing, in caso di crisi del settore in cui operi. Ma devi resistere perché i soldi servono, perché l'esposizione aumenterà la tua resistenza alle situazioni del mondo del lavoro. Almeno resisti per un mese o due poi tira le somme per capire se ci sono progressi in meglio o pensi sarà sempre dura. Non devi lavorare solo per i soldi, non dico debba piacerti ma devi fare in modo che il lavoro ti dia qualcosa di più, un certo senso di realizzazione ed infine è inutile dire che se stai male adesso sotto l'ala dei tuoi quando sarai da solo senza soldi è un inferno di disagio, precarietà, incertezza e distruzione totale della tua comfort zone. Evita di arrivare a trovarti in quel futuro, in un futuro del genere dopo non hai più scelte e sei obbligato a fare cose che trovi oggi orribili. |
Re: Il coraggio di dire di no
Il lavoro mi ha dato uno stipendio per 25 anni ma per il resto è stato sempre e solo una merda, non nobilita un cazzo ti uccide solo un giorno dopo l'altro. E' solo un ricatto, dai in cambio la tua vita per non morire di fame, ma comunque alla fine ti uccide. Serve solo a tenere bassa l'aspettativa di vita, una catena di montaggio di infarti, ictus e tumori oltre che malattie mentali.
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Re: Il coraggio di dire di no
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