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JohnReds2 24-12-2008 10:54

Quando la fobia è una marcia in più
 
Io soffro di una strana"sindrome"...la sindrome da "ebreo nella Germania nazista" :o .
Ho un grande timore che mi "scoprano", che sappiano che non sono propriamente normale, e quindi che succede? Faccio tutto il possibile affinché questo non accada. Solo che questo ha uno strano effetto collaterale.

A volte mi capita di fare cose, unicamente per non farmi scoprire, che farebbero in pochi.
Ad esempio: mi propongono di fare una cosa che al sociofobico/timido medio farebbe accapponare la pelle, una cosa "estroversona" diciamo, e io nel momento in cui me lo propongono sono all'istante dilaniato da un dubbio: da un lato non la vorrei assolutamente fare, dall'altro il fatto che non la voglio fare per problemi "indicibili" mi mette in crisi perché qualsiasi scusa mi sembra falsa e poco credibile, mi sento sotto torchio, penso che la verità venga fuori(come un ebreo nella WWII infatti).
E allora, tra un burrone e un altro, mi butto in quello meno profondo, ovvero accettare la proposta: il male massimo sarebbe venire scoperto e tirare giù la maschera.

Con questo meccanismo, però, ho accettato di fare cose che persino i normali non farebbero, poiché la "sindrome da ebreo nella germania nazista" mi rende un pochino paranoico, e mi sembra che potrei venir "scoperto" anche per cose che non farebbero moltissimi "normaloni".
Alla fine grazie a questo meccanismo non mi sono pentito di aver accettato, perché mi sono messo alla prova e ho fatto esperienze che alteimenti non avrei mai fatto.

In questo senso potrei definire una marcia in più(a volte) i miei problemi. Infatti la cosa buffa è che proprio così ho ottenuto risultati nel lavoro e nella vita superando altri "normali" più bravi di me magari, ma più pavidi.

A voi è mai successo?

Falcor 24-12-2008 12:33

la migliore balla che puoi dire è quella che hai bisogno di prendere un po di tempo e stare con te stesso.
Tu non hai nulla da rendere conto a nessuno,dunque puoi anche non dare spiegazioni se ti chiedono "cos'hai" e le solite menate.
Non farlo troppo però...sennò poi non resti arzillo :D
poi comunque non potrai farlo sempre perchè bene o male,un contatto sociale devi averlo per forza,dunque sarai costretto a farlo.
ma se adesso non te la senti,taglia corto...non morire di ansia,è inutile.
Tenta una terapia diversa invece,magari aiutandoti anche con metodi naturali tipo il training autogeno o cose simili,a me aiutano molto :D
quando "senti" che la paura inizia a sparire e inizi a chiederti "ma che mi succede??" allora potrai PIANO PIANO,tornare ad uscire.
Prima vuol dire suicidarsi.

icek 24-12-2008 13:34

Re: Quando la fobia è una marcia in più
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds2
Io soffro di una strana"sindrome"...la sindrome da "ebreo nella Germania nazista" :o .
Ho un grande timore che mi "scoprano", che sappiano che non sono propriamente normale, e quindi che succede? Faccio tutto il possibile affinché questo non accada. Solo che questo ha uno strano effetto collaterale.

A volte mi capita di fare cose, unicamente per non farmi scoprire, che farebbero in pochi.
Ad esempio: mi propongono di fare una cosa che al sociofobico/timido medio farebbe accapponare la pelle, una cosa "estroversona" diciamo, e io nel momento in cui me lo propongono sono all'istante dilaniato da un dubbio: da un lato non la vorrei assolutamente fare, dall'altro il fatto che non la voglio fare per problemi "indicibili" mi mette in crisi perché qualsiasi scusa mi sembra falsa e poco credibile, mi sento sotto torchio, penso che la verità venga fuori(come un ebreo nella WWII infatti).
E allora, tra un burrone e un altro, mi butto in quello meno profondo, ovvero accettare la proposta: il male massimo sarebbe venire scoperto e tirare giù la maschera.

Con questo meccanismo, però, ho accettato di fare cose che persino i normali non farebbero, poiché la "sindrome da ebreo nella germania nazista" mi rende un pochino paranoico, e mi sembra che potrei venir "scoperto" anche per cose che non farebbero moltissimi "normaloni".
Alla fine grazie a questo meccanismo non mi sono pentito di aver accettato, perché mi sono messo alla prova e ho fatto esperienze che alteimenti non avrei mai fatto.

In questo senso potrei definire una marcia in più(a volte) i miei problemi. Infatti la cosa buffa è che proprio così ho ottenuto risultati nel lavoro e nella vita superando altri "normali" più bravi di me magari, ma più pavidi.

A voi è mai successo?

pensi di essere un po' border-line?

io da piccolo soffrivo,in senso lato,della sindrome di Stoccolma

cali 24-12-2008 13:40

se uno ha la fobia della normalità, la marcia è in folle

JohnReds 25-12-2008 18:49

Forse mi sono espresso un pò male...mi sono presentato come una specie da psicopatico :roll:

In realtà la spinta che sento è più un automatismo. Quando mi fanno una proposta, e presagisco che un mio rifiuto potrebbe far scaturire nell'altro la fatidica affermazione "ma sciogliti un pò!", oppure, "cavoli ma sei troppo timido!", o peggio "ma c'è qualche problema che non la vuoi fare?", tutte affermazioni che accrescono il mio imbarazzo parecchio, mi butto in un accettare senza riserve la proposta fattami, anche se magari è una proposta estroversona che preferirei evitare.
E a volte accetto proposte che magari potrebbero essere evitate con scuse credibili

In pratica la coscienza di avere blocchi "non normali" non mi rende capace di discernere bene quando si può non fare una cosa e venir giudicati normali e quando quella cosa non può essere evitata, poichè l'evitarla scatenerebbe sospetti negli altri sulla mia "normalità".

Il sentirmi giudicato "strano", o "sfigato", o anche il pensare che potrebberoi giudicarmi così anche se non ne hanno dato segno, mi da molta noia, perché aumenta quel senso di disagio e straniazione e del sentirmi "diverso, sporco" rispetto agli altri. Quindi meglio una figuraccia o un pò d'ansia al venir marchiato di una brutta fama.

Il punto è che con questo sistema ho fatto cose superando anche i normali, grazie al mio "coraggio involontario" nell'accetare sfide. Ho fatto viaggi, ad esempio, che non tutti avrebbero fatto, ma poi questa cosa col senno di poi mi ha arricchito tantissimo, anche se sul momento non ero propriamente felice. E anche al lavoro a volte sono più attivo e propositivo rispetto ad altri colleghi, tutto grazie a questo mio sempre farmi avanti per evitare sospetti...

infelice1 25-12-2008 20:08

si capita anche a me,anche quando mi sono rivisto dopo anni con questo amico,e mi invita di andare al bar e in giro,io quasi automaticamente ho detto ok,pur di non far sapere la mia situazione,le mie paure,ho fatto finta di essere normale e sono andato a mio rischio,perche' qualche figuraccia e' sempre dietro l'angolo,pero' e' andata bene,ormai se capita mi ci butto,allo stesso tempo pero',spero che non capitino certe occasioni..che roba contorta 8O

vetro 25-12-2008 20:35

Quote:

Il sentirmi giudicato "strano", o "sfigato", o anche il pensare che potrebberoi giudicarmi così anche se non ne hanno dato segno, mi da molta noia, perché aumenta quel senso di disagio e straniazione e del sentirmi "diverso, sporco" rispetto agli altri. Quindi meglio una figuraccia o un pò d'ansia al venir marchiato di una brutta fama.
Quind non hai raggiunto ancora un tuo equlibrio interno.Cerchi l'approvazione degli altri.Soddisfi gli altri perche' abbianoun giudizio positivo su di te ma vai contro te stesso.Va bene forzarsi a volte pero' bisogna manternere un giusto equilibrio altrimenti rischi di vivere solo nella misra in cui ti viene chiesto qualcosa dall'esterno.Devi seguire anche le tue inclinazioni.

esposizione 25-12-2008 23:23

La fobia non è una marcia in piu'

è come stare in folle

sveglia

JohnReds2 26-12-2008 03:23

Quote:

Originariamente inviata da vetro
Quind non hai raggiunto ancora un tuo equlibrio interno.Cerchi l'approvazione degli altri.Soddisfi gli altri perche' abbianoun giudizio positivo su di te ma vai contro te stesso.Va bene forzarsi a volte pero' bisogna manternere un giusto equilibrio altrimenti rischi di vivere solo nella misra in cui ti viene chiesto qualcosa dall'esterno.Devi seguire anche le tue inclinazioni.

Quote:

Originariamente inviata da esposizione
La fobia non è una marcia in piu'

è come stare in folle

sveglia

Ma io non infatti non dico che è un bene avere certi problemi. Anzi, vorrei non averne e fare a meno di questa "marcia in più"...ma, nell'attesa di "guarire", a volte avere qualche effetto collaterale positivo può che far bene...anche se complessivamente il bilancio è fortemente negativo.
Ho solo riportato un'esperienza che ho vissuto, a volte può essere rincuorante sapere che non tutto quello che ci accade in questo momento di "transizione" è negativo.

Poison2 26-12-2008 11:20

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UltraFobic 26-12-2008 12:22

Quote:

Originariamente inviata da Poison2
siamo tutti un po ebrei 8)

peccato che nel muro dove piango io ce fanno pure la pipì i cani, che sfiga!

KKrobertoKK 29-12-2008 18:01

Quote:

Originariamente inviata da JohnReds
Forse mi sono espresso un pò male...mi sono presentato come una specie da psicopatico :roll:

In realtà la spinta che sento è più un automatismo. Quando mi fanno una proposta, e presagisco che un mio rifiuto potrebbe far scaturire nell'altro la fatidica affermazione "ma sciogliti un pò!", oppure, "cavoli ma sei troppo timido!", o peggio "ma c'è qualche problema che non la vuoi fare?", tutte affermazioni che accrescono il mio imbarazzo parecchio, mi butto in un accettare senza riserve la proposta fattami, anche se magari è una proposta estroversona che preferirei evitare.
E a volte accetto proposte che magari potrebbero essere evitate con scuse credibili

In pratica la coscienza di avere blocchi "non normali" non mi rende capace di discernere bene quando si può non fare una cosa e venir giudicati normali e quando quella cosa non può essere evitata, poichè l'evitarla scatenerebbe sospetti negli altri sulla mia "normalità".

Il sentirmi giudicato "strano", o "sfigato", o anche il pensare che potrebberoi giudicarmi così anche se non ne hanno dato segno, mi da molta noia, perché aumenta quel senso di disagio e straniazione e del sentirmi "diverso, sporco" rispetto agli altri. Quindi meglio una figuraccia o un pò d'ansia al venir marchiato di una brutta fama.

Il punto è che con questo sistema ho fatto cose superando anche i normali, grazie al mio "coraggio involontario" nell'accetare sfide. Ho fatto viaggi, ad esempio, che non tutti avrebbero fatto, ma poi questa cosa col senno di poi mi ha arricchito tantissimo, anche se sul momento non ero propriamente felice. E anche al lavoro a volte sono più attivo e propositivo rispetto ad altri colleghi, tutto grazie a questo mio sempre farmi avanti per evitare sospetti...

Anch'io ho passato (forse ne passo tutt'ora) periodi simili a quelli che hai
descritto. Pur di non sentirmi dire che ero timido (una critica che mi feriva a morte) mi imponevo di fare cose che erano esattamente all'opposto del mio carattere di timido, (parlare ad ogni costo, essere sempre al centro dell'attenzione degli amici) come se dovessi sempre dimostrare l'opposto di quello che in realtà sono...
Un passo ulteriore (verso l'equilibrio psichico) l'ho fatto quando ho cominciato ad "accettare" le critiche di "timido". Molto spesso infatti non c'è cattiveria in chi lo dice, e se anche ci fosse non sarebbe il disastro peggiore che possa capitare... è soltanto l'opinione di chi parla e non
un dato oggettivo valido sempre... per cui, banalmente, dopo aver seguito un lungo percorso... bisogna cominciare anche ad essere se stessi e trovare un "proprio stile"...
ciao


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