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paccello 27-09-2010 20:16

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Clark_Kent (Messaggio 409586)
Direi senz’altro due serie e ben motivate, ovvero con frequentazioni regolari, intimità a tutti i livelli, vacanze assieme, presentazioni ai genitori, regalini & regaloni, progetti a due ecc. ecc.

Leggendo questo devo confessare che penso: che 2 coglioni. Non mi sento maturo nè in grado di reggere queste cose.

sheldom 27-09-2010 21:51

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
ti ringrazio davvero..credo che ogni gesto possa cambiare il corso delle cose e il futuro del mondo..credo che tu abbia contribuito a rendere ognuno di noi migliore..semplicemente con queste parole,parole che non si disperderanno mai ma che troveranno sempre coloro che le leggeranno..

caostotale23 27-09-2010 21:52

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da sheldom (Messaggio 409709)
ti ringrazio davvero..credo che ogni gesto possa cambiare il corso delle cose e il futuro del mondo..credo che tu abbia contribuito a rendere ognuno di noi migliore..semplicemente con queste parole,parole che non si disperderanno mai ma che troveranno sempre coloro che le leggeranno..

E' un post di due anni fa...:eek:

Winston_Smith 27-09-2010 21:53

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da caostotale23 (Messaggio 409711)
E' un post di due anni fa...:eek:

Ti sei perso gli aggiornamenti, non leggere solo il primo post.

Winston_Smith 27-09-2010 21:56

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 409594)
Ecco winston, la cosa particolare è che la gente omette sempre di dire di cosa parla, e spesso non lo ricorda nemmeno.
Quando aprii la mia discussione sullo small talk intuivo quella che in realtà non è solo un problema, ma una vera e propria voragine.
E' come se ci fosse uno scoglio enorme, megagalattico, che vedono solo alcuni e che per altri non esiste. E non è solo la timidezza, non è solo un "blocco mentale".

@Clark Kent: capisco tutte le tue argomentazioni, io probabilmente saprei fare quello che hai fatto tu. Però non saprei fare il resto, a partire dalla parte evidenziata in neretto..c'è proprio un vuoto pneumatico..

Quoto anch'io. Ammesso e non concesso che fossi riuscito a ballare ad un livello perlomeno decente, non so cosa sarei riuscito a farfugliare. Lo so che non si parla di equazioni differenziali, ma il mio problema è proprio che letteralmente non saprei cosa dire, oppure mi spremerei le meningi per dire probabilmente qualcosa di fuori luogo, forzato e balbettando, magari.
Inoltre molto contava l'atmosfera della sala da ballo: se uno ha interessi molto meno "interessanti" per la maggioranza delle donne, diventa molto più difficile, imho (di che czz si parla?).

sheldom 27-09-2010 22:03

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 409713)
Ti sei perso gli aggiornamenti, non leggere solo il primo post.

Grazie winston per avermi difesa!:yes:

Winston_Smith 27-09-2010 22:04

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
De nada, ma cmq non credo che caos volesse attaccare :)

paccello 27-09-2010 23:15

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 409717)
Quoto anch'io. Ammesso e non concesso che fossi riuscito a ballare ad un livello perlomeno decente, non so cosa sarei riuscito a farfugliare. Lo so che non si parla di equazioni differenziali, ma il mio problema è proprio che letteralmente non saprei cosa dire, oppure mi spremerei le meningi per dire probabilmente qualcosa di fuori luogo, forzato e balbettando, magari.
Inoltre molto contava l'atmosfera della sala da ballo: se uno ha interessi molto meno "interessanti" per la maggioranza delle donne, diventa molto più difficile, imho (di che czz si parla?).

Non vorrei essere trito, ma lo small talk, come tante altre cose, si migliora con la pratica, stando con le persone. Meglio se persone non completamente diverse da noi.

HurryUp 28-09-2010 01:47

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Sono del parere che qualunque forma di comunicazione basata sulla correzione dei blocchi attraverso la riprogrammazione del proprio pensiero e l'audace collaudo della propria espressività nelle situazioni sociali estroverse sia un metodo, seppur stimolante e migliore dell'inattività, inadeguato per una razza intelligente. La migliore comunicazione è quella dove si possa comunicare e giustificare (nel senso di spiegare) qualunque blocco in qualunque situazione sociale, cioè tale che si possa dire in un pub "in questa circostanza ho un blocco perchè... etc...", detto non per attirare l'attenzione e la commiserazione, o per girare intorno al problema, ma per dare semplicemente l'informazione neutra della verità senza mascherarla, senza dover sottostare alla convenzione di dover dare un'immagine sicura. Questa è la comunicazione di una razza intelligente, altrimenti non meriteremmo l'intelligenza dataci dalla natura.
Per quanto stimolanti ed esaltanti le gratificazioni date dalla conquista dell'audacia nello sperimentare le possibilità di sblocco insite nei timidi e i risultati, è una soluzione indegna dell'intelligenza umana, che è chiamata a migliorare la qualità della comunicazione superando il più possibile ogni residuo della comunicazione animale fondato sull'immagine e sulla vittoria del più forte o del più scaltro.
PS: non c'è riferimento implicito a casi particolari testimoniati in questo topic.

Winston_Smith 28-09-2010 11:12

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Dovrebbe esserci più gente che la pensa come te, HurryUp, sono serio. Fanculo alla vittoria del più forte e del più scaltro, usciamo dalla giungla.

Robedain 28-09-2010 11:14

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp (Messaggio 409884)
Sono del parere che qualunque forma di comunicazione basata sulla correzione dei blocchi attraverso la riprogrammazione del proprio pensiero e l'audace collaudo della propria espressività nelle situazioni sociali estroverse sia un metodo, seppur stimolante e migliore dell'inattività, inadeguato per una razza intelligente. La migliore comunicazione è quella dove si possa comunicare e giustificare (nel senso di spiegare) qualunque blocco in qualunque situazione sociale, cioè tale che si possa dire in un pub "in questa circostanza ho un blocco perchè... etc...", detto non per attirare l'attenzione e la commiserazione, o per girare intorno al problema, ma per dare semplicemente l'informazione neutra della verità senza mascherarla, senza dover sottostare alla convenzione di dover dare un'immagine sicura. Questa è la comunicazione di una razza intelligente, altrimenti non meriteremmo l'intelligenza dataci dalla natura.
Per quanto stimolanti ed esaltanti le gratificazioni date dalla conquista dell'audacia nello sperimentare le possibilità di sblocco insite nei timidi e i risultati, è una soluzione indegna dell'intelligenza umana, che è chiamata a migliorare la qualità della comunicazione superando il più possibile ogni residuo della comunicazione animale fondato sull'immagine e sulla vittoria del più forte o del più scaltro.
PS: non c'è riferimento implicito a casi particolari testimoniati in questo topic.

Il tuo discorso è interessante, significherebbe poter parlare a chiunque come un libro aperto dei propri problemi senza doversene vergognare ma, anzi, aspettandosi un aiuto solidale da parte dei presenti.
Significa poter dire sempre e liberamente ciò che si prova, ciò che si pensa senza più paura del giudizio altrui...
Ma questo implica un radicale cambio di mentalità nella coscienza collettiva dell'umanità, basato sulla fiducia, il rispetto e l'amore incondizionato verso il prossimo: la situazione attuale è che spesso non ci fidiamo l'uno dell'altro, ci sentiamo divisi e separati per tanti motivi, c'è poca sana e vera comunicazione...

MoonwatcherII 28-09-2010 17:15

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
CK il tuo modello di superuomo "vincente" non ci ha convinto del tutto, lo troviamo poco umano ed anche poco intelligente. :D

Scherzi a parte, a me continua a fare un po' effetto il fatto che dici che la terapia ha tirato fuori la tua parte emotiva, la capacità di "sentire" piuttosto che di capire, ma in tutti i tuoi post io ho sempre avvertito e continuo ad avvertire una grandissima capacità di riflessione, ma proprio poca emotività. Esattamente l'opposto insomma. Probabilmente mi dirai che è stato stupefacente anche per te scoprire come queste due "anime" possano coesistere in te, magari mi dirai anche che dipende dal mezzo di comunicazione. A me però stride lo stesso. :)

Winston_Smith 28-09-2010 17:30

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410090)
CK il tuo modello di superuomo "vincente" non ci ha convinto del tutto, lo troviamo poco umano ed anche poco intelligente. :D

Scherzi a parte, a me continua a fare un po' effetto il fatto che dici che la terapia ha tirato fuori la tua parte emotiva, la capacità di "sentire" piuttosto che di capire, ma in tutti i tuoi post io ho sempre avvertito e continuo ad avvertire una grandissima capacità di riflessione, ma proprio poca emotività. Esattamente l'opposto insomma. Probabilmente mi dirai che è stato stupefacente anche per te scoprire come queste due "anime" possano coesistere in te, magari mi dirai anche che dipende dal mezzo di comunicazione. A me però stride lo stesso. :)

O magari l'emotività la mette in evidenza solo con le donne...scherzo :D

Clark_Kent 29-09-2010 14:02

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 407724)
Io invece avrei anche problemi nel tener desto l'interesse durante la conversazione, perché non credo di avere granché da dire, o almeno di non avere granché di abbastanza interessante per lei da dire.

Considero i tuoi post fra gli interventi più lucidi, sensati e intelligenti che ho visto sul forum. Nessuna persona è così vuota da non poter assolutamente dare qualcosa agli altri, men che meno un uomo che dimostra qualità come le tue. Se hai queste doti possiedi probabilmente già tutto quello che ti serve per avvicinare una donna con la parola e il linguaggio. Probabilmente, non hai ancora trovato il modo di utilizzarle per i tuoi scopi, che è una cosa bene diversa da ritenere di non possederle affatto!

Clark_Kent 29-09-2010 14:10

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 409594)
Ecco winston, la cosa particolare è che la gente omette sempre di dire di cosa parla, e spesso non lo ricorda nemmeno.
Quando aprii la mia discussione sullo small talk intuivo quella che in realtà non è solo un problema, ma una vera e propria voragine.
E' come se ci fosse uno scoglio enorme, megagalattico, che vedono solo alcuni e che per altri non esiste. E non è solo la timidezza, non è solo un "blocco mentale".

@Clark Kent: capisco tutte le tue argomentazioni, io probabilmente saprei fare quello che hai fatto tu. Però non saprei fare il resto, a partire dalla parte evidenziata in neretto..c'è proprio un vuoto pneumatico..

Non si tratta di dimenticanza voluta né certo mi comporto così per reticenza. Non solo ho un’idea molto vaga e generale di quella conversazione, ma se per ipotesi mi trovassi in una situazione simili seguirei probabilmente un filo del tutto diverso.

Per chiudere con le richieste di conoscere cosa esattamente dissi o feci in un particolare momento, sintetizzo qui la conclusione a cui arrivai alla fine della terapia:

L’obiettivo non è dare una risposta alle domande “cosa faccio ora?”, “cosa le dico adesso?”, bensì arrivare ad una condizione dove non ha più senso porsi quelle particolari domande

Detto con una metafora automobilistica, è come guidare finalmente da esperti, senza pensare più ad acceleratore, frizione e cambio ma con un automatismo interiore che ci permettere di scegliere di volta in volta l’azione più opportuna. Nessuno si preoccupa di informarsi se in una certa strada qualcuno prima di lui ha messo la prima o la terza, bensì si sforza di acquisire quelle capacità che gli permettano di valutare da solo quel che è più giusto fare, a seconda dei singoli casi.

In punto chiave non è quindi un saper fare (cosa faccio, dove vado, cosa le dico, dove la porto, come mi vesto ecc. ecc.) bensì un essere: trovarsi cioè in uno stato senza blocchi mentali, senza limiti autoimposti senza inutili inibizioni, senza paure superflue. Raggiunta questa condizione tutto il resto diventa superfluo perché le qualità che permettono di relazionarci con successo sono state definitivamente interiorizzate, sono cioè una specie di zainetto che ci segue sempre, qualunque cosa facciamo e ovunque andiamo. Alcuni ci nascono, questo è fuori di dubbio, ma io mi metto fra quei fortunati: per me invece si tratta di abilità acquisite, da adulto, per mezzo di una terapia psicologica mirata.

Tornando al caso nostro, questo non si significa parlare a vanvera con il cervello in folle, bensì comunicare in modo tendenzialmente sano e naturale, senza preoccuparsi di gestire una conversazione come una partita di scacchi (pianificando mosse e contromosse) e senza l’ossessione che ogni parola venga pesata con il bilancino, implacabilmente giudicata e valutata, magari con il tormento che una virgola di più o di meno possa provocare una catastrofe. Semplicemente, comunicare per esprimere ciò che proviamo in modo autentico, senza maschere, tatticismi, secondi fini e così via.
Di una faccenda mi accorgo bene nel mio stato attuale: poche cose sono tanto evidenti (e risultano tanto scopertamente innaturali e repulsive) quanto una persona che parla cercando di seguire alla lettera un copione, o sforzandosi di aderire ad una scaletta mentale già preparata. Ovviamente ciò non vuol dire essere imprudenti, rinunciare agli spazi privati o venir meno ad un sano buon senso.

Clark_Kent 29-09-2010 14:14

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 410090)
CK il tuo modello di superuomo "vincente" non ci ha convinto del tutto, lo troviamo poco umano ed anche poco intelligente. :D

Scherzi a parte, a me continua a fare un po' effetto il fatto che dici che la terapia ha tirato fuori la tua parte emotiva, la capacità di "sentire" piuttosto che di capire, ma in tutti i tuoi post io ho sempre avvertito e continuo ad avvertire una grandissima capacità di riflessione, ma proprio poca emotività. Esattamente l'opposto insomma. Probabilmente mi dirai che è stato stupefacente anche per te scoprire come queste due "anime" possano coesistere in te, magari mi dirai anche che dipende dal mezzo di comunicazione. A me però stride lo stesso. :)

Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 410096)
O magari l'emotività la mette in evidenza solo con le donne...scherzo :D

Entrambe le osservazioni sono verissime e l'ipotesi di Winston Smith è meno scherzosa di quel che sembra.

Immaginiamo che io rievochi sul forum un momento particolarmente bello ed emozionante fra i tantissimi che ho vissuto. Poniamo che lo descriva utilizzando tutta l’espressività di cui potrei essere capace, così da darne un quadro vivido e realistico, che renda perfettamente tutte le emozioni e le sensazioni. Immaginiamo inoltre che questo racconto non si limiti ad una semplice traccia, ma che sia una narrazione efficace, colma di struggimento, emotività e trasporto.

Che senso avrebbe tutto questo? Direi nessuno:

Non avrebbe infatti utilità per me stesso, poiché quelle vicende sono legate a conquiste ormai ben consolidate, quindi non aggiungerebbe nulla al mio percorso personale. Non avrebbe utilità per chi legge, poiché la sola descrizione del risultato lascia di solito il tempo che trova, ed anzi rischia di alimentare dispetto, rabbia, invidia o perlomeno un sordo rosicare a vuoto.

Se invece descrivo il percorso che ho fatto per arrivare a quella specifica situazione la cosa mi sembra molto diversa, perché do informazioni utilissime per qualcuno che vorrebbe seguire i miei passi. Ovvio che tutto ciò deve essere comunicabile e non limitarsi ad una serie di immagini seducenti, per quanto belle esse possano essere. Quindi devo trasmettere il mio messaggio in modo chiaro e ordinato, usando argomentazioni ben costruite e passaggi logici chiari. Diversamente tutto sarebbe inutile.

Si tratta di due campi del tutto diversi: se comunico con un donna in rapporto sentimentale, uso il linguaggio per trasmettere emozioni, nella vita di tutti i giorni, come appunto in questo caso, lo impiego per trasmettere informazioni.

MoonwatcherII 29-09-2010 15:56

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
La tua argomentazione mi ha convinto CK.

(mi ha convinto che quello che pensavo è vero :D)

too_shy 29-09-2010 16:09

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
lo psicologo di clark kent deve essere un superman per aver fatto un lavoro così buono, sopratutto se si pensa che, almeno su questo forum, nessuno di quelli che hanno fatto anni di terapia ha mai raggiunto risultati anche solo minimamente paragonabili ai suoi.

MoonwatcherII 29-09-2010 16:16

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Ma poi soprattutto risultati così stravolgenti in così poco tempo.

Mah...

http://1.bp.blogspot.com/_KADlG1ngwS...tumbleweed.jpg

Robedain 29-09-2010 17:13

Re: La mia vittoria: una testimonianza. La storia completa.
 
Quote:

Originariamente inviata da Clark_Kent (Messaggio 410428)

L’obiettivo non è dare una risposta alle domande “cosa faccio ora?”, “cosa le dico adesso?”, bensì arrivare ad una condizione dove non ha più senso porsi quelle particolari domande

In punto chiave non è quindi un saper fare (cosa faccio, dove vado, cosa le dico, dove la porto, come mi vesto ecc. ecc.) bensì un essere: trovarsi cioè in uno stato senza blocchi mentali, senza limiti autoimposti senza inutili inibizioni, senza paure superflue. Raggiunta questa condizione tutto il resto diventa superfluo perché le qualità che permettono di relazionarci con successo sono state definitivamente interiorizzate, sono cioè una specie di zainetto che ci segue sempre, qualunque cosa facciamo e ovunque andiamo. Alcuni ci nascono, questo è fuori di dubbio, ma io mi metto fra quei fortunati: per me invece si tratta di abilità acquisite, da adulto, per mezzo di una terapia psicologica mirata.

Tornando al caso nostro, questo non si significa parlare a vanvera con il cervello in folle, bensì comunicare in modo tendenzialmente sano e naturale, senza preoccuparsi di gestire una conversazione come una partita di scacchi (pianificando mosse e contromosse) e senza l’ossessione che ogni parola venga pesata con il bilancino, implacabilmente giudicata e valutata, magari con il tormento che una virgola di più o di meno possa provocare una catastrofe. Semplicemente, comunicare per esprimere ciò che proviamo in modo autentico, senza maschere, tatticismi, secondi fini e così via.

Senza parole... :clap:


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