Farsi conoscere
Vi siete mai interrogati sulle dinamiche sottese alla conoscenza reciproca tra due persone?
Ho sempre dato per scontato che il conoscersi risultasse dall'ascolto e da un'osservazione dei comportamenti dell'altro, del suo modo di interagire con l'ambiente, con me e con la stessa relazione. Quindi in qualche modo tendo a dedurre tratti e caratteristiche dell'altra persona attraverso appunto l'osservazione. Ovviamente anche raccontarsi è importante, quindi la raccolta diretta di informazioni. Ma ho la sensazione che la maggior parte delle persone consideri il processo di conoscenza unicamente come un chiacchiericcio costante, un continuo aggiungere pezzi al puzzle attraverso una sorta di intervistarsi continuo, che può avere senso quando ancora non si sa nulla l'uno dell'altro, ma poi? Non rimane unicamente l'ascolto, l'osservazione e la condivisione spontanea all'occorrenza dei propri pensieri? Al termine di una relazione di due anni e mezzo mi viene recriminato di non essermi mai fatta conoscere e di non essermi mai interessata a conoscere l'altro. Come spiegare che non so come si faccia? Che sono sempre andata a tentoni o sempre cercato di emulare uno schema di riferimento forse fallace, con questa persona, con tutte le persone che ho incontrato nella mia vita. Perché persino il farsi conoscere deve tradursi nell'ennasima performance sociale? |
Re: Farsi conoscere
Quando si conosce un'altra persona non esiste il manuale di istruzioni, tutti vanno a tentoni, specialmente noi che non abbiamo grande esperienza sociale. In generale si può dire che tutti improvvisano. Non capisco molto il rimprovero che ti è stato fatto.
Comunque la comprensione reciproca totale è molto difficile, ognuno di noi inconsapevolmente "aggiunge" elementi che sono solo deduzioni non sempre vere, quindi probabilmente l'altra persona non ha capito fino in fondo le tue difficoltà. |
Re: Farsi conoscere
È la curiosità che deve guidarti, non può essere una cosa da apprendere.
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Re: Farsi conoscere
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Re: Farsi conoscere
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A un certo punto non dico si esaurisca ma cambia forma. O comunque pur avendola si fa magari più fatica a canalizzarla. |
Re: Farsi conoscere
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Ecco perché prima o poi li mollo. |
A me viene da domandarti come ha fatto questo a iniziare una relazione con te se dice di non averti mai conosciuto :interrogativo:
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Le persone che accusano l'altro di non essersi fatti conoscere tendenzialmente sono quelle a cui importa meno dell'altro ossia, per dirla in modo più morbido, sono quelle che pensano sia debolezza voler conoscere troppo l'altro e quindi delegano all'altro tutto il lavoro. Vogliono essere in controllo nel rapporto ed essere la parte forte che non ha bisogno di niente. Anche nelle amicizie.
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Re: Farsi conoscere
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Vorrei entrare nella quotidianità di due normie per capire se loro mantengono questa trama di condivisione di esperienze e pensieri intimi così fitta anche dopo mesi/anni. |
Re: Farsi conoscere
e il bello è che poi ascoltano solo quello che vogliono ascoltare, per poi parlare con te sempre delle solite cose salvo poi rivendere i tuoi punti deboli agli altri, sembra che la conoscenza nasca da questo rito simile alla danza per dinamica.
Io resto dell'idea che quasi tutti vadano per simpatia a pelle e che se gli stai simpatico non esiste riservatezza o timidezza che tenga, anche a me in passato è stata rivolta la tua stessa critica, non sarò stato esente da colpe, ma anche loro.... |
Re: Farsi conoscere
Conoscere qualcosa significa saperlo prevedere. Ad esempio se conosci un posto, sai ad esempio se è al chiuso o all'aperto, sai dove ci sono le sedie e i tavolini, la cassa e il bagno.
Se conosci una canzone, sai quale sarà la prossima nota che ti aspetti o le parole da pronunciare. Così è anche con le persone: quando dici di conoscerla, sai cosa attenderti da lei, ti aspetti determinate reazioni a certe situazioni, e quindi, dal momento che essenzialmente noi umani siamo scimmie piene di serpenti (cit.) e capaci di una ferocia e di una crudeltà sorprendenti, conoscersi è una sensazione piacevole, specie se ci si conosce per sapere se ci si vuole bene, se si vuole condividere un pezzo della propria esistenza e fino a che misura, e così via. Tuttavia c'è anche da dire che a differenza della maggioranza delle cose, dalle persone ci aspettiamo anche un po' di ingaggio. E' il rapporto con l'imprevedibile che ci permette anche di conoscere noi stessi (sapere che faremmo e come reagiremmo in una data situazione). Secondo me può essere un bene che non ci sia una conoscenza totale in una coppia, per lo meno nei primi anni, per mantenere dinamicità e non cadere vittime della noia. Io credo che la vita sia un cercare continuamente di trovare un equilibrio tra ordine e caos. Quindi tra conoscenza e scoperta, tra noto e ignoto. Un equilibrio che il tuo ex evidentemente ha ritenuto fosse venuto a mancare (a meno di non essere lui un sostenitore della teoria secondo cui la conoscenza totale sin dall'inizio è elemento sine qua non per la stabilità di una relazione). La frase del tuo ex può quindi essere letta così: "non so dire chi sei e ciò mi causa frustrazione". Nel tuo post hai evidenziato due possibili modalità per la conoscenza di qualcuno. Desumerla dai comportamenti, oppure dalle verbalizzazioni. Io penso che la prima modalità superi in fedeltà e accuratezza di gran lunga la seconda. Quando ci raccontiamo, inseriamo inevitabilmente delle distorsioni legate al fatto che neanche noi ci conosciamo poi così completamente. Magari possiamo avere dei lati oscuri e inesplorati; magari convinzioni su di noi che sono totalmente errate. Prendendo questo punto di vista, il fatto che lui lamenti l'incapacità di conoscerti e il tuo presunto non impegno ad aiutarlo indica che non è stato in grado di comprenderti dalle tue azioni e comportamenti, e questo potrebbe portare a domandarti se pensi di essere sempre stata coerente nel tuo agire, o se non l'hai involontariamente messo in difficoltà comportandoti in maniera imprevedibile in certe situazioni. |
Re: Farsi conoscere
Sono d'accordo su tutta la linea, soprattutto sostengo strenuamente l'idea che la componente di incognita sia necessaria per mantenere vivo un rapporto.
Questa può andarsi a perdere in qualsiasi momento, una volta esauritosi il mistero anche l'interesse va a scemare perché il desiderio di approfondire viene dalla consapevolezza di non conoscere. Però come dice Stan Kezza a volte forse ci si aspetta ci debba per forza essere dell'altro dove dell'altro non c'è. O quantomeno non si può pretendere sia accessibile alla bisogna. Io poi personalmente per prima credo ci sia poco in me da conoscere, e difficilmente anche dopo anni riesco ad avere chiara in testa l'identikit di una persona a me cara. Anche perché ritengo sia presuntuoso pretendere di definire secondo i tuoi schemi qualcosa che necessariamente sfugge alla comprensione perché non è totalmente traducibile né in parole né in segni. Quello che sono non lo so nemmeno io e non sono sicura nemmeno di ciò che esprimo più o meno consciamente all'esterno. E non so se chi mi circonda abbia più consapevolezza di quanta ne abbia io di se stesso o semplicemente si racconti una storia perché siamo bombardati dall'immaginario secondo cui la conoscenza di sé stessi, saper definire nettamente la propria identità e portarla nel mondo sia imprescindibile. |
Re: Farsi conoscere
Quando vi lasciate ritornate tutti/e qui :mrgreen:
fatta questa premessa un po' maligna posso dire che anche la mia ex non mi chiedeva mai niente, anche se io non avevo problemi a raccontare qualsiasi cosa di me, in quanto il nostro rapporto è nato quando lei già conosceva tutte le mie sfighe. Lei non faceva mai domande, su nulla, io gli chiesi anche il perché e mi rispose che non gli veniva spontaneo, che era fatta così e non ne sentiva il bisogno, gli andava bene così. Io ho accettato serenamente questo suo limite/caratteristica. L'importante però è parlarne durante la storia, per non farla finire. Parlarne e recriminare a storia finita non penso sia utile. |
Re: Farsi conoscere
Secondo me il punto non riguarda tanto la conoscenza reciproca bensì la distanza.
Riporto un breve passaggio del tuo intervento: "Al termine di una relazione di due anni e mezzo mi viene recriminato di non essermi mai fatta conoscere e di non essermi mai interessata a conoscere l'altro" Se ci pensi è un po' come dire "mi hai tenuto a distanza e non hai mai fatto nulla per entrare nel mio mondo". Per farla breve, questo ragazzo probabilmente ti ha percepita (almeno nell'ultimo periodo) lontana, sfuggente. Non era e non è colpa tua. Non sei sbagliata. Evidentemente avete delle chiavi di lettura personali molto diverse e ben vengano. Quel suo cercare di scavare e andare oltre probabilmente era un modo per sentirti più vicina. L'intesa giusta non ha bisogno di grandi discorsi, in particolare dopo un po' di anni. Certe recriminazioni servono a poco e forse sono più che altro un mezzo per sfogare la rabbia (o il malcontento, la frustrazione).. quando finiscono le storie se ne dicono di ogni, è normale. Capita di non essere sulla stessa lunghezza d'onda, siamo persone diverse e può succedere.. |
Re: Farsi conoscere
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Re: Farsi conoscere
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Re: Farsi conoscere
Guarda, Valentina si e' rifatta viva! :)
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Sei sicura che sia una critica vera, e non un buttare qualche colpa addosso a te, per non dover confessare le sue colpe? |
Re: Farsi conoscere
Io generalmente sono una che si fa conoscere poco e niente. Parlo poco di me, di quello che penso e di quello che mi succede. Di conseguenza penso che le persone che mi conoscono veramente forse non arrivano nemmeno a 3. Per farti conoscere a pieno da qualcuno devi avere molta fiducia in questa persona al punto da aprirti e lasciare che ti conosca, altrimenti ci sarà sempre un muro che impedirà di vedere del tutto cosa c'è dentro.
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Re: Farsi conoscere
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Comunque il fatto che fosse a conoscenza della tua condizione e dei tuoi disagi non implica che tutto il tuo mondo si esaurisse in quelli. Che domande ti aspettavi che facesse? Tu a tua volta cercavi di stimolare dialoghi in questo senso e trovavi un muro o semplicemente aspettavi che lei tirasse fuori spunti in questo senso? È anche vero che per noi che fatichiamo ad aprirci servono condizioni ottimali per poter fare quel passetto in più, che di certo non si producono avendo una routine fissa di just eat, nerflix e nanna come nel caso mio e del mio ex nell'ultimo periodo del nostro rapporto. Non so la vostra routine invece in cosa consistesse ma presumo fosse altrettanto poco favorevole. |
Re: Farsi conoscere
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