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Teal 12-10-2022 21:34

Digitalizzazione e fobia sociale
 
Secondo voi per chi ha problemi sociali la digitalizzazione é stata d’aiuto? Il fatto di poter fare molte cose e poter accedere a molti servizi seduti comodamente a casa davanti ad uno schermo ha fornito un rifugio sicuro per tanti che hanno questo tipo di problemi? O paradossalmente questa comodità ha evitato loro di doversi esporre forzatamente con le altre persone nel mondo e quindi gli ha risparmiato degli sforzi che avrebbero potuto, invece, essere molto utili? Insomma dai, anche solo fino a 30 anni fa in quanti potevano permettersi di vivere tappati in casa? Non c’era lo smartworking, non c’era l’home banking, non c’era lo Spid, non c’erano la spesa e lo shopping online, non c’erano le piattaforme di streaming etc., eri costretto ad interagire molto di più con gli altri, a gestire conflitti, incomprensioni o altre situazioni varie (ad esempio, ma chi cerca più di abbordare qualcuno per strada o sull’autobus? Una volta succedeva, eccome…) anche solo a livello superficiale.

E col metaverso come la mettiamo? Tra pochi anni ci saranno un sacco di persone che avranno attacchi di panico anche solo alla vista di un altro essere umano in carne ed ossa temo:Dno dai, esagero ma non la vedo benissimo…

Crepuscolo 12-10-2022 21:41

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Ci sono anche aspetti negativi, un esempio è che grazie ai social le persone possono capire subito che tipo sei, se hai pochi amici, se non esci spesso... È più difficile camuffarsi insomma.

Comunque ora che ci penso, nella vita di tutti i giorni, parlando di cose pratiche, la digitalizzazione non mi ha stravolto la vita, perché non faccio smartworking, su internet compro raramente e a rimorchiare non mi è ancora stato utile. Mi è utile principalmente per cercare notizie che mi interessano e per parlare con qualcuno attraverso forum o chat.

Dark97 12-10-2022 22:24

Mi viene in mente il cyberbullismo...ci sono ragazzi che si sono suicidati a causa di questo problema...
Ricordo la notizia di una ragazza che si era suicidata a causa di un video compromettente, che avevano pubblicato sui social a sua insaputa.
Credo che possa peggiorare anche la fobia sociale, dato che può essere causata dal bullismo, discorso valido soprattutto per gli adolescenti.
Anni addietro, magari bastava cambiare scuola e il problema era risolto o quasi ..oggi é più difficile camuffarsi, come ha detto crepuscolo.

A me personalmente la tecnologia non ha dato chissà quale aiuto...scrivo sul forum, mi svago e ok...ma i problemi rimangono.

Trinacria 12-10-2022 22:42

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Ha pro e contro. Da un lato ti evita di affrontare personalmente una serie di situazioni difficili ma così ti porta a chiuderti ancora di più e non affrontare mai i problemi.

David Brent 12-10-2022 22:43

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2765844)
Ma hai elencato tante (non tutte) cose che persone con questo tipo di problema non avrebbero a prescindere.
Lo smartworking è un settore per persone con istruzione, che hanno affrontato diverse sfide sociali tra esami e tirocini.
Anche fosse un artista nato dal nulla si dovrebbe sempre confrontare per farsi conoscere, vendere o pubblicare.
Considerando poi che la fobia si porta dietro volentieri problemi di apprendimento, ansia, disturbi cognitivi e depressioni...
Con queste premesse non ti assumono per nessun smartworking.
(Sinceramente non saprei dove iniziare).
E ovviamente tutto il resto viene di conseguenza (no soldi = no banking, no shopping, no cinema, niente).
Digitalizzare non ha reso facile ottenere nulla.
Non ha aiutato e non aiuterà mai in sostanza chi inizia dal primo momento con la fobia.
Aiuta solo chi in primo scatto di giovinezza, senza fobia, ha il potere di ottenere.

appunto, chi è che può lavorare in smartworking io non di sicuro

sagoma 12-10-2022 23:24

Lo smartworking è il male (esagero, in realtà so bene che ha i suoi vantaggi).

Secondo me la digitalizzazione qualche danno l'ha fatto, più precisamente il poter comunicare, o meglio parlare, online anche con più persone in modo più o meno anonimo ma comunque protetto.
Mi pare che abbia contribuito alla separazione dalla realtà là fuori, che già c'era e ci sarebbe stata anche senza internet.
Pensavo in questi giorni che il fatto che posso per esempio esprimermi tranquillamente su questo forum mi diminuisce la frustrazione del non riuscire a farlo abbastanza IRL; non provo a fare le cose in modo migliore quando interagisco con persone dal vivo.
Non dico buongiorno quando entro in un piccolo supermercato, non mi impegno a favorire un minimo di conoscenza o di dialogo con le cassiere o con altri che ci lavorano, faccio tutto in modo svogliato e disinteressato (non lavoro in un negozio ma è una delle pochissime realtà che frequento fuori dagli schermi), perché tanto poi posso compensare ridando vita a quelle 'esperienze' descrivendole dal mio punto di vista e raccontandole con un po' di creatività o investimento psicologico non così giustificato quando vengo qui a postare. Scrivere e immaginare di esser letti mentre si parla della tipa con cui ci si è scambiati uno sguardo ti dà quell'impressione che sia successo qualcosa di particolare, ci metti più di quello che c'è stato o di cui puoi sapere nella storia che racconti e ci credi un po' pure tu.
Ma se riuscissi a dire qualche parola in più con la tipa di quel negozio e provassi a sondare il terreno capirei quanto c'è di possibile oltre quello sguardo, probabilmente proprio niente, e allora penserei a spostare l'attenzione da altre parti, e se le parti che frequento non offrono molto, potrei addirittura rischiare di attivarmi per cercare.
Sono andato un po' OT e ho probabilmente esagerato gli effetti del mondo virtuale ma dei collegamenti tra quest'ultimo e le cose che ho detto ci sono.
Sarebbe meglio vivere la vita reale per vivere e scrivere un libro per immergersi nell'immaginazione ma schivare per quanto possibile questi luoghi che ti stordiscono e non ti fanno più distinguere l'ipotetico e il reale.

Teal 13-10-2022 00:01

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da Rikott (Messaggio 2765862)
appunto, chi è che può lavorare in smartworking io non di sicuro

Nemmeno io, se é per quello. Era solo un esempio di una fra le moltissime cose, molte senza implicazioni finanziarie, che uno può fare al giorno d’oggi senza la necessità di portare il culo fuori dalla porta, e le conseguenze che questo può avere.

Hor 13-10-2022 10:00

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
L'ho scritto parecchie volte sul forum, ma almeno per i problemi che ho io la digitalizzazione e internet mi hanno salvato la vita.
Mi hanno permesso di trovare più volte lavoro, mi hanno permesso, tempo fa, di agganciarmi a persone che poi si sono tradotte in sbocchi sia professionali che creativi, mi permettono di interfacciarmi con tutta la macchina amministrativa e burocratica attenuando l'ansia e l'incapacità che altrimenti avrei se fosse tutto ancora analogico, mi permettono di esprimermi e sfogarmi tramite canali che, in un Mondo analogico, non esisterebbero, ma soprattutto mi hanno fatto scoprire che, per molti dei problemi in cui mi dibatto, non sono da solo, ci sono altre persone che lottano contro le stesse cose, proprio come me.

In sostanza, se fossi nato prima del Mondo digitale a quest'ora sarei senza lavoro, senza amici, ancora più alienato, ancora a casa dei miei genitori, mantenuto da essi e in attesa della loro morte per poi farmi fuori sperando di riuscirci.

Black_Hole_Sun 13-10-2022 10:10

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
No ha solo peggiorato le cose. Alternative false e specchietti per le allodole. Solo un motivo in più per passare le vita dietro un monitor fra quattro mura e li marcire e decomporsi lentamente, incentivi ad esistenze sempre più finte e vuote. La digitalizzazione aiuta sempre i soliti, chi aveva già gli strumenti ora può farne uso più comodamente, chi era nulla prima nulla è rimasto.

David Brent 13-10-2022 13:29

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2766028)
All'inizio credevo che lo smartworking fosse stato pensato per le persone con difficoltà a integrarsi fisicamente nel mondo del lavoro.
(Che fosse per una difficoltà mentale, stress e l'ansia o fisicamente per la distanza, con l'abbandono delle province).
Invece proprio per il cazzo, mi sembra ancora un privilegio.
Assegnato a persone con una sorta di raccomandazione, definita spesso dai titoli di studio o l'accomodamento di superiori o clienti.
Ho conosciuto un paio di ragazzi, tempo fa, che mi hanno fatto provare.
Mi hanno fatto accedere con il loro portatile a il loro database aziendale, mostrato come prendano i dati già elaborati da altri settori e come la loro funzione fosse in sostanza un doppio controllo.
(Nemmeno a mente ma attraverso un foglio di excel con il calcolo automatico).
Ho compilato un centinaio di dati facilmente.
Mi avevano pure fatto i complimenti per quanto ero veloce a digitare.
(In quel periodo passavo 18 ore al giorno nei videogiochi a spammare nelle chat per vendere spade leggendarie, digitavo come un mostro).
Ma questo non bastava, chi ti affida il lavoro vuole persone fidate e raccomandabili.
Quindi....niente anche in questo contesto...

eh ma è così la maggior parte dei lavori potrebbero essere fatti da più o meno chiunque ma ci si accede soltanto se hai chissà che titoli, sono i lavori per ammazzare il tempo di cui parlava montale, per quello rosico, perchè per fare lavori da 1500 euro serve poco basta aver avuto una famiglia normale e una salute mentale normale e fare qualche percorso di formazione non troppo difficile

Keith 13-10-2022 14:44

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Secondo me ha peggiorato le attitudini. Se sei costretto a dover uscire di conseguenza poi sei anche più allenato. Questo per quanto riguarda le commissioni. Riguardo alla vita sociale penso che cambi poco, se non ci fosse stato internet ci sarebbe comunque stata la televisione, la radio e i videogiochi per passare il tempo. Io in adolescenza stavo quasi sempre a casa, e internet non era neanche nell'immaginazione degli inventori, semplicemente facevo altre cose.

CongaBlicoti_96 13-10-2022 22:02

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Grande risorsa che come ogni strumento bisogna saper utilizzare. La rivoluzione tecnica è stata una manna dal cielo per alcune realtà e ha aiutato a migliorare drasticamente svariati settori, che senza tali strumenti sarebbero fallite.
Sul Meta. Premetto che non stimo particolarmente Zuckerberg eticamente parlando. Ma devo ammettere che quando ha fatto il lancio con Meta e ha chiarito di che cosa si trattasse, ho dovuto a malincuore ammettere che molto probabilmente la sua sarà l'Invenzione innovativa per i prossimi anni. Io credo che sia una figata, dipende sempre da come la si sfrutta.

zitello 01-03-2023 12:56

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Nell'uso privato ognuno può vederla come vuole. Però nei portali si entra pure come operatori nel lavoro dipendente, quindi non per libera scelta. Nessuno ha l'obbligo esplicito di avere una carta d'identità elettronica o uno spid (il quale presuppone un telefono mobile), però vengono spesso sottointesi come requisito tecnico e facilmente non sono disponibili tutte le opzioni previste dalla normativa (spid, cie, cns...). La firma digitale magari è assegnata d'ufficio, mentre per spid e affini si fa presto a lasciarle da fare a ciascuno. Morto un Papa se ne fa un altro, e per svolgere una data funzione basterebbe assegnare di volta l'incarico, invece con la mania degli accrediti ognuno ha innanzitutto un profilo personale e poi ci appende le varie funzioni.

Impasse 01-03-2023 15:50

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
E' di aiuto per certe operazioni quali alcune postali, bancarie, pagamenti vari, ricerca di materiale, prenotazioni ecc. Però avrei voluto che la digitalizzazione fosse arrivata ad un punto tale da poter aiutare effettivamente chi ha certe problematiche come me sotto l'aspetto lavorativo. Dargli un'altra possibilità insomma.
Al momento il lavoro da remoto è solo qualcosa per "soliti noti" come dico io, cioè gente skillata professionalmente, meglio se con esperienza e/o soldi da investire e un bel pò di fortuna.
E poi non esiste un lavoro che si fa da remoto, esistono lavori che possono essere svolti anche da remoto. Quindi significa che prima devi avere le abilità necessarie per presentarti nel mercato del lavoro e poi devi avere anche la fortuna di essere assunto da chi cerca solo da remoto (o ingranare se ti metti in proprio).
Sotto l'aspetto relazionale a me ha cambiato poco e niente, non c'è poi molta differenza con il mondo "offline": soliti muri e imbecillità. Anche online cerco di interagire il meno possibile per non intossicarmi.

Levin 01-03-2023 15:53

Molto utile per trovare risorse e conoscenze e notizie, per evitare code negli uffici risparmiandoti magari l'impiegato sgarbato ma più in generale la gestione del contatto umano, tanto non è così che si impara a cavarsela nelle situazioni complicate, e tempo.
Non mi vengono in mente cose particolarmente negative, non rinuncio a fare niente di altro che voglio fare per stare davanti a computer e smartphone. Anche i libri se ho voglia di leggere posso farlo con quelli digitali, non ho un rapporto preferenziale con la carta.

Madame du Barry 01-03-2023 17:13

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Quote:

Originariamente inviata da sagoma (Messaggio 2765889)
Lo smartworking è il male (esagero, in realtà so bene che ha i suoi vantaggi).

Secondo me la digitalizzazione qualche danno l'ha fatto, più precisamente il poter comunicare, o meglio parlare, online anche con più persone in modo più o meno anonimo ma comunque protetto.
Mi pare che abbia contribuito alla separazione dalla realtà là fuori, che già c'era e ci sarebbe stata anche senza internet.
Pensavo in questi giorni che il fatto che posso per esempio esprimermi tranquillamente su questo forum mi diminuisce la frustrazione del non riuscire a farlo abbastanza IRL; non provo a fare le cose in modo migliore quando interagisco con persone dal vivo.
Non dico buongiorno quando entro in un piccolo supermercato, non mi impegno a favorire un minimo di conoscenza o di dialogo con le cassiere o con altri che ci lavorano, faccio tutto in modo svogliato e disinteressato (non lavoro in un negozio ma è una delle pochissime realtà che frequento fuori dagli schermi), perché tanto poi posso compensare ridando vita a quelle 'esperienze' descrivendole dal mio punto di vista e raccontandole con un po' di creatività o investimento psicologico non così giustificato quando vengo qui a postare. Scrivere e immaginare di esser letti mentre si parla della tipa con cui ci si è scambiati uno sguardo ti dà quell'impressione che sia successo qualcosa di particolare, ci metti più di quello che c'è stato o di cui puoi sapere nella storia che racconti e ci credi un po' pure tu.
Ma se riuscissi a dire qualche parola in più con la tipa di quel negozio e provassi a sondare il terreno capirei quanto c'è di possibile oltre quello sguardo, probabilmente proprio niente, e allora penserei a spostare l'attenzione da altre parti, e se le parti che frequento non offrono molto, potrei addirittura rischiare di attivarmi per cercare.
Sono andato un po' OT e ho probabilmente esagerato gli effetti del mondo virtuale ma dei collegamenti tra quest'ultimo e le cose che ho detto ci sono.
Sarebbe meglio vivere la vita reale per vivere e scrivere un libro per immergersi nell'immaginazione ma schivare per quanto possibile questi luoghi che ti stordiscono e non ti fanno più distinguere l'ipotetico e il reale.

Per quale motivo dovrei intraprendere una qualunque forma di socializzazione con una cassiera/e del supermercato? Il senso quale sarebbe?
Sono li per lavorare, non siamo a scuola o in un gruppo ricreativo.
Buongiorno/Buonasera fine.
Ora anche per fare la spesa ho bisogno di avere skill sociali?
Inoltre non è prassi sentire che la maggior parte delle persone che lavorano in un supermercato farebbero volentieri a meno delle inutile chiacchiere che giornalmente, per 8 ore al giorno devono subirsi dai clienti.
Sul discorso smart working penso che debba essere la normalità.
Ovviamente solo sul tipo di occupazione lavorativa nel quale non vi è bisogno della presenza fisica.
Oltre a ridurre notevolmente lo stress, vi sono notevoli vantaggi.
-In primis non hai l'ansia di fare tardi la mattina, lavorando da casa non hai bisogno di vestirti e prepararti.
-Riduci enormemente i costi della benzina, per chi lavora lontano da casa a fine anno sono migliaia di euro risparmiati.
-Non vi sono inutili competizioni e rapporti forzati tra colleghi.
-Hai molto più tempo per te stesso e la giornata dura di più.
Ripeto ho ex conoscenti e anche familiari stretti che lavorano da anni solo in smart working e ci metterei la firma domani stesso per avere un lavoro del genere e gestire la mia giornata a mio piacimento.

ocelot83 01-03-2023 17:32

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
può essere sia un pro che un contro, dipende sempre da come viene utilizzata

Black_Hole_Sun 02-03-2023 07:27

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
No l'esatto opposto, è stata solo un motivo in più per stare chiusi in casa a vivere un'esistenza di plastica. Far finta di aprirsi e comunicare da dietro uno schermo fra 4 mura, l'illusione di una vita parallela che non esiste e non potrà mai esistere. Non essendo io fobico ma depresso cronico non mi è mai fregato nulla, comunque il mio cervello mi dice che la vita fa schifo e non che le persone fanno paura, quindi non aiuta e non fa danno.

Silent 02-03-2023 12:46

Re: Digitalizzazione e fobia sociale
 
Da un lato la digitalizzazione aiuta per evitare delle situazioni stressanti e ansiogene, ma dall'altro secondo me rende chi soffre di problemi sociali ancora più isolato dalle altre persone, soprattutto nei social.

Demiurgo 02-03-2023 14:40

No, secondo me la digitalizzazione ha portato ancora più isolamento e a ignorare quelle abilità sociali che invece sono importanti quando occorre interagire con altri.

(e prima o poi tocca)


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