Re: Madri rabbiose
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Piuttosto spezzare una lancia a favore dei genitori frustrati e a favore del fatto di provare ad averne più comprensione. Credo sarebbe salvifico per entrambe le parti. Capisco sia difficile se non impossibile farlo se si sono prese delle botte o batoste emotive di altro tipo. |
Re: Madri rabbiose
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Re: Madri rabbiose
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La questione riguardante l'empatia è invece correlata all'educazione e a quanto sia stata sviluppata l'affettività. Goleman per esempio ne parlò abbondantemente in molti testi e trattati sulla sociologia e le relazioni umani. Chi non riesce ad avere empatia con l'altra, indipendentemente dal sesso è perché è carente in questo ambito e nell'intelligenza emotiva. Però anche il rifiutarsi di vederla nell'altro è segno di chiusura e di mancanza di strumenti per captarla. ( non mi sto riferendo direttamente a te, è in generale ) Io per esempio ho avuto più problemi di comunicazione e comprensione con mia madre, rispetto che con mio padre. Nel senso che mi sono sempre sentita più capita da lui. E infatti caratterialmente sono molto simile. Credo che dipenda più che altro dal carattere e il modo di porsi della persona. Ammetto che mi ha fatto sorridere questa tua invettiva verso la psicoanalisi. Può essere che sia anche come dici tu, ma alla fine e solo un ulteriore mezzo per noi umani di capire alcuni meccanismi sociali e comportamentali. E alla fine è evidente che nessuno ci capisce mai un tubo. Ma è affascinante anche per questo. |
Re: Madri rabbiose
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Re: Madri rabbiose
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Solo negli ultimi decenni ci sono stati passi da gigante, c'è più accortezza anche verso gli animali... Comunque non vanno giustificati quei genitori violenti a loro volta maltrattati e menati dai loro genitori (scusa la ripetizione), fare figli non è un obbligo e se sai di essere in un certo modo ti conviene evitare, in primis per l'ipotetico figlio ma anche per te stesso Purtroppo di fronte all'egoismo non c'è ragione che tenga |
Re: Madri rabbiose
Non esiste il manuale della genitorialità.
Non esiste il test attitudinale alla genitorialità. Ergo, i genitori sono persone come gli altri , con le loro debolezze. I genitori non sanno con quale tipo di figlio dovranno confrontarsi, bello, brutto, timido estroverso , sano o malato etc . E come mi risponde mia madre quando le faccio delle critiche " ce la sapremo ridire quando diventerai madre " . Ad eccezione dei casi di figlicidio o abbandono o violenze , io cerco sempre di dare una possibilità ai genitori che sbagliano. E gli sono grata per avermi messa al mondo e di essersi presi cura di me al meglio delle loro possibilità. E trovo anche molto irritante l'espressione " mica gliel'ho chiesto io di mettermi al mondo " |
Re: Madri rabbiose
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Re: Madri rabbiose
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Ho come l'impressione che questi piccoli tiranni se la godano nel rendere il più incubo possibile la vita ai loro stessi figli, come fosse una vocazione... Come hai scritto anche tu, difficile riscattarsi dopo aver passato infanzia e adolescenza infernali, fortunati quelli che ci riescono |
Re: Madri rabbiose
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lui era violento con me, ma io lo ero di più con tutto quello che mi circondava. |
Re: Madri rabbiose
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C'è l'imposizione di non tradire il compagno o la compagna e si cornificano praticamente tutti, stai a vedere che le norme sociali impongono a una donna di non andare in un bar a prendersi un caffé con un tizio? Per me non regge questa lettura relativa alle norme, c'è qualcosa a monte che spinge le persone a comportarsi così, le norme sociali al più potrebbero cercare di mitigare le differenze che ci sono a monte. |
Re: Madri rabbiose
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Re: Madri rabbiose
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Testo A "Mi sento frustrata perché non trovo un uomo con cui c'è attrazione reciproca. Diverse ricerche di scienze cognitive hanno evidenziato che le donne hanno un'intelligenza verbale superiore a quella degli uomini, mentre gli uomini hanno punteggi più alti di intelligenza spaziale" Testo B "Con gli uomini oramai ci ho rinunciato. A me che sono brutta capitano solo sfigati o poveri. Che devo fare, andare con uno calvo o povero per disperazione? Un po' di rispetto per me stessa ancora ce l'ho. Ma poi io penso, ne vale davvero la pena di avere un uomo? È veramente una rottura dover spiegare loro sempre tutto, hanno problemi di comprensione del testo ed è impossibile far loro capire le cose. Ci sono ricerche su ricerche che lo dicono" Il cosiddetto contenuto è lo stesso: la persona è frustrata con l'altro sesso e riferisce di uno studio in cui è emerso che gli uomini sono meno abili verbalmente. Ma de uno accusasse la persona A di misandria sarebbe un po' una paranoia mentre secondo me la persona B chiaramente ha un sacco ma un sacco di risentimento verso gli uomini, e se un povero o un calvo si offendessero io riterrei che è più che giustificato. La seconda persona sta esprimendo un sacco di risentimento e quasi odio ma la prima no. La persona B secondo me non potrebbe dire "ma io sto solo dicendo la verità! È la scienza che lo dice! Se qualcuno interpreta male le mie parole non è colpa mia!". È la persona A quella che è genuinamente neutra. Ecco, tanti utenti sul forum sono la versione maschile della persona B, ma credono di essere la persona A. Qualche thread fa qualcuno si lamentava perché la gente qui si concentra sulla forma e non sul contenuto. Anche il testo A e il testo B hanno un contenuto molto simile. Ma sono forse equivalenti? La differenza tra i due testi è irrilevante? Mi sembra proprio di no. Non è "forma" è proprio il sentimento che c'è dietro. È l'ostilità e il risentimento che urtano. (Non sei comunque tu personalmente a cui mi riferisco, perché non mi pare di avere letto cose offensive da parte tua. Nel tuo caso e in molti altri più che altro dico: ma come fate a non accorgervi del perché ferisce quello che dicono gli altri) Inviato dal mio Redmi Note 7 utilizzando Tapatalk |
Re: Madri rabbiose
Ma il rapporto con gli uomini è difficile nei due casi (A e B) indipendentemente dai rapporti col padre.
Non è che se una disprezza i calvi o i poveri o i bassi (mettiamoci anche questi :mrgreen:) dipende dal cattivo rapporto col padre, che magari era pure benestante e i capelli li aveva tutti in testa. Non è che una disprezza queste persone perché disprezzava il padre, magari è vero che non le vuole come partner, ma è una preferenza diffusa. Io non nego che possa venir fuori un risentimento addizionale dovuto a una certa forma di incomunicabilità, ma poi possono esserci altre forme di risentimento dovute ad altri fattori. Nel secondo caso mi pare chiaro che è la limitazione di scelta il problema grosso. Se la persona poteva stare col suo bell'imbusto non li avrebbe calcoltati di striscio gli altri in quel senso. Se disprezzi i calvi e i poveri poi non disprezzi gli uomini, ma una parte di questi come partner, non penso che se a una serve un medico bravo se ne trova uno calvo ne cerca un altro. Comunque io mi sto convincendo sempre di più che per capire qualcuno perfettamente non si può fare altro che "diventare l'altro", più si è distanti dal mondo di esperienze vissute in prima persona dell'altro più si sarà incapaci di capire davvero perché agisce in certi modi che a noi sembrano irrazionali o bizzarri. Se dici qualcosa a qualcuno e questo si arrabbia, e poi dici che non avevi intenzione di farlo arrabbiare, mi sembra chiaro che la testa dell'altro non hai compreso come funziona e cosa prova, perché se l'avessi capito, avresti saputo che le cose che gli hai detto avrebbero suscitato quella reazione. Poi se l'intenzione era quella di farlo arrabbiare allora hai centrato il bersaglio. Perché non l'hai capito? Perché tu non sei l'altro, quelle parole per te erano quasi insignificanti, nell'altra persona adesso invece producono questo effetto qua e lo avresti vissuto in prima persona se fossi stata/o l'altro. Si parla di intelligenza emotiva, ma chi è che capisce davvero gli altri? Ad esempio se i ricchi di successo capissero i poveri falliti (e viceversa) vivremmo in un mondo ben diverso, invece io quel che vedo è che viene a crearsi un conflitto tra classi (non solo economiche) e infine anche tra i sessi. Molti dicono che c'è una soluzione, ma io vedo solo soluzioni che vanno verso l'incomprensione di alcune parti in conflitto, penso sempre che il conflitto resterà in piedi e l'incomprensione continuerà sempre a regnare tra analisti e analizzati, tra uomini e donne, tra ricchi e poveri, tra sfigati e non, tra giovani e vecchi, tra estroversi e introversi, e non c'è niente da fare, illudersi che le cose si appianano finisrà solo col far deflagrare in modo ancora più violento tutti i conflitti perché poi bisognerà fare i conti con un'altra aspettativa che si crede concreta e che verrà frustrata. Alle favole di persone come Scardovelli (quasi sicuramente lo conoscete) io non ci credo, oltretutto trovo sempre un po' paraculo assumere un particolare punto di vista (morale, esperienziale e così via) e sostenere che questo punto di vista favorirà gli interessi di tutti. |
Re: Madri rabbiose
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Ma piuttosto che qua dentro tutte le donne più o meno sono trattate con ostilità come se fosse colpa nostra se c'è gente la fuori che scrive lettere d'amore a ted bundy. Come se ci fosse una colpa di tutte le donne e noi dobbiamo rispondere di questo. Una si sente quasi in dovere di giustificare e dire "no ma io sono buona non sono una serpe", e se una lo fa viene anche accusata di mentire. Questo è la cosa che dà fastidio. Riguardo all'empatia io penso che non ci sia mai comprensione piena. Però per esempio persone emarginate in modi diversi possono capirsi tra loro. Però io credo che anche se non capisco posso lo stesso avere riguardo. Per esempio se dico l'alfabeto (azione a caso) e un mio amico mi dicesse "non dire l'alfabeto quando lo fai mi sento ferito". Allora io non capirei proprio però lo stesso posso dire "ok scusa veramente non lo immaginavo, non lo farò più. Scusa ancora". Qualcosa così. Invece di dire "madonna che nazi che sei non si può fare niente che è questa storia. Anzi ora lo rifaccio. A B C D ...". Comunque la persona che hai nominato non la conosco, io comunque penso che il dialogo esiste apposta, e non bisogna fissarsi su quel nucleo di incomprensione che rimane. Più che altro perché l'incomprensione, un fondo di incomprensione almeno, esiste proprio tra tutti i singoli esseri umani. Non ci sarà mai una persona che comprende un'altra perfettamente. Però ci si può venire incontro |
Re: Madri rabbiose
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In conflitto non vanno introversi ed introversi, ma introversi ed estroversi. Penso che ci possa essere un buon livello di comprensione con persone con vissuti analoghi in relazione a certe problematiche, lo.si vede anche nel forum, non è che tutti non comprendono tutti, si creano fazioni. Sono le persone single da secoli di sesso maschile che vanno contro altre persone in condizioni analoghe? Mi sembra di no. Il conflitto viene a crearsi tra persone che hanno questi vissuti e persone che hanno altri vissuti. Per me ci sono dei muri invalicabili che impediscono alle persone di comprendersi finché le persone restano molto diverse tra loro in tal senso, solo se si condividono certe esperienze, modi di sentire e giudicare si può immaginare una condizione di pace e comprensione. Altrimenti ci saranno giudizi negativi reciproci tra certe categorie, soprattutto quando si affrontano certi temi, secondo me o li si evita questi temi, o li si affronta, ma affrontarli significa "andare in guerra", lo vedo chiaramente anche in ambito politico, c'è uno scontro, una negoziazione violenta. Io solidarietà da certe persone dell'altro sesso in relazione a certe problematiche non la cerco più. E nemmeno da persone dello stesso sesso che hanno avuto altre esperienze. Mi piacerebbe ma in pratica io non la vedo davvero. Apprezzo la buona volontà, ma non basta, poi emergono certe cose in certi discorsi e ci si rende conto che questa solidarietà garantita a parole non c'era davvero. |
Re: Madri rabbiose
La solidarietà è qualcosa che dovrebbe risultare reciproco esattamente come la comprensione. Anche se si hanno idee o vissuti differenti.
Diverso se non si ha nemmeno l'intenzione di mettersi in discussione ed essere aperto/a anche a ideali lontani dai propri. In quel caso, direi che si , allora è inutile anche cercare di comunicare, proprio perché evidentemente che ambo le parti non hanno gli strumenti per scavalcare quel muro di incompatibilità e incontrarsi. Allora si alza bandiera bianca, senza che sia iniziata la guerra e si concorda sul fatto che si è diversi e non c'è modo di capirsi. Pacificamente. Esattamente come la questione del topic. Bisogna accettare che anche con le proprie madri, rabbiose o non, possono esserci delle incomprensioni infinite, senza che la colpa sia direttamente di uno o dell'altro. |
Re: Madri rabbiose
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Se si può ignorare a vicenda la questione (se non coinvolge tante cose) è un conto, semplicemente si ignora il conflitto e ci si occupa di altro, ma non è comunque una resa. Nessuno dei due si è arreso all'altro o alle ragioni dell'altro, dietro questa pace apparente regna comunque un darsi torto reciproco, consapevoli di questo ci si occupa di altro con queste persone, questo è il massimo che si può fare se si vuole evitare il conflitto. Io non do ragione a qualcuno per salvare una relazione, al più posso dirgli "non ne parliamo proprio della faccenda e facciamo altro, tanto io non cambio idea in base alle solite cose che ripeti e mi pare nemmeno tu, se vogliamo aprire un conflitto sulla questione e vuoi continuare, continuiamo, io se non sono convinto non mi arrendo, se non sono persuaso in relazione all'idea che ti sei costruito di me, delle mie intenzioni e così via in relazione a certe faccende e ti dico che lo sono per farti contento/a ti prendo per il culo". Con l'altro sesso e alcune persone con cui discuto su certi temi è il massimo che riuscirei a fare, e lo direi con onestà. Poi non significa nulla "mettersi in disccussione" sono frasi fatte che si possono applicare a chiunque quando sorgono controversie, io devo mettere in discussione certe cose che ho vissuto provato e così via, l'altro però non può mettere in discussione comunque le sue idee relative a me? :nonso: |
Re: Madri rabbiose
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Come hai detto tu, le vie sono molteplici. Ci si può accordare per ignorare il problema, baipassandolo senza nemmeno provare impegnandosi nel superarlo, ma facendo finta di essere in pace. Oppure si prova a fare un lavoro intenso per comprendersi e appurare magari di essere in disaccordo. O ancora, le due parti si ignorano completamente. E se si pensa che dall'altra parte non possa indipendentemente da tutto, arrivare una qualsiasi forma di solidarietà è comprensione (quasi per partito preso), allora non ha senso nemmeno rimanerci male o comunicare secondo me. |
Re: Madri rabbiose
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Certo che se io apro una disccussione nel forum e intervengono altre persone che portano il punto di vista delle categorie che ritengo non solidali, si apre quanto meno un conflitto dialettico. Ci si può ignorare? :nonso: Credo di no. |
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