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Ne vale veramente la pena?
Nel film "Jurassic Park", film del 1993, Ian Malcolm spiegava la teoria del caos con una metafora: "il battito d'ali di una farfalla a Pechino provoca la pioggia a New York".
Nella società odierna del mondo occidentale la teoria del caos avviene invece secondo questo schema: - a 14 anni non cominci a postare su Instagram o su Tik Tok le storie dei primi rimorchi e delle prime serate con i "fra" - a 20 anni sei un giovane disagiato, solo, pieno di problemi e con la vita che man mano gli sguscia via - a 40 anni sei scapolo, i tuoi genitori non diventeranno mai nonni, in casa tua non ci saranno foto e album di ricordi - quando sarai vecchio nessuno ti verrà ad assistere se sarai malato - al tuo funerale potrebbe non esserci nessuno Ora, è vero che la nostra vita dobbiamo trascorrerla per forza in questa realtà e siccome di vite ce n'è una sola dispiace sempre buttarla via, ma alla luce di ciò che ho detto in precedenza, secondo voi vale veramente la pena disperarsi per non riuscire a inserirsi e quindi a vivere in un mondo così stupido, futile e privo di valori? Ma se alla fine quelli che sono sempre stati sbagliati non fossimo noi ma bensì coloro che continuano ad alimentare questo sistema perverso? È logico continuare a dannarci l'anima chiedendoci se saremo mai all'altezza dei LORO canoni (non dei nostri) che sono così assurdi anche rispetto a quelli di epoche passate considerate come "secoli bui" ma nei quali postare le foto su instagram dalle Baleari non era ancora una priorità per potersi riprodurre e portare avanti la specie... Io ci sto riflettendo seriamente. |
Re: Ne vale veramente la pena?
No, non e vero che dobbiamo per forza seguire questi canoni che riteniamo non adatti a noi. Però bisogna avere il coraggio di "essere" diversi e di accettarlo .Non per forza diverso è sinonimo di disagiato. Lo si è solamente se si continua ad inseguire un ideale imposto da fattori sociali e ambientali circostanti, oltretutto avendo di questi ultimi un'opinione così negativa. Banalmente, l'essere abbastanza controcorrente da riconoscere questa caratteristica personale, accettarlo e vivere bene anche per questo.
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Per quanto possa essere concorde con alcuni punti, secondo me sopravvaluti il ruolo dei social.
La questione vita sociale è un pó più ampia di così. |
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Re: Ne vale veramente la pena?
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Questi social vengono troppo abusati, se non li hai o li usi poco vieni considerato strano |
Se l occidente fa così schifo e pensi che l oriente è meglio perché non vai in oriente? Magari li ritrovi te stesso... qua non c è la cortina di ferro come nell urss, chi vuole andarsene può andarsene, trasnistria, russia, cina, india, korea del nord... i fallimenti che noi attribuiamo alla società sono fallimenti personali, cosa dovrebbe fare la società obbligarecdonne o uominiva essere nostri amici o partner?
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Non si può chiudere tutto continuando a pensare di poter fare una vita equilibrata. Quello su cui occorrerebbe riflettere è se esista un modo di socializzare più in linea con le tue corde. |
Re: Ne vale veramente la pena?
I social sono il simbolo di una società sempre più ossessionata con l'apparenza, vendere l'immagine "vincente" di sé che non corrisponde in alcun modo alla realtà. Chi è privo di social o poco attivo su quelle piattaforme viene messo alla gogna.
Le persone alimentano questo macchinario. E' un concedersi a questa realtà malata, solo per integrarsi un po' socialmente; non ne vale la pena. Il desiderio di mettermi in vetrina è inesistente. Non è mai pesata l'assenza dei social nella mia vita. Facebook, Instagram, per me non hanno utilità. Amici non ne ho né credo nell'idea di amicizia e odio fotografarmi, non ho motivo di esistere sui social, nulla da condividere. |
Re: Ne vale veramente la pena?
si crede che l'unica alternativa alla solitudine sia una vita vuota fatta di ostentazione e ricerca di approvazione sui social e conversazioni futili. È un manicheismo molto estremo, o sei una persona senza interiorità e ti adatti bene al mondo crudele e senza anima delle interazioni umane, o sei una persona ricca interiormente condannata a stare sola.
Ma socializzare non vuole dire spegnere cervello ed emozioni ed entrare in un mondo di zombie. Penso che ci si convinca di questo perché fa male pensare di starsi perdendo qualcosa di bello e arricchente. Ma invece socializzare può essere proprio così, se si trovano persone abbastanza affini. E il mondo è molto molto più vario di quella caricatura che se ne fa qui. Si tratta di ingegnarsi a trovare queste persone affini. Per esempio alcune persone hanno degli interessi molto di nicchia o comunque si accendono solo con argomenti specifici e non sanno fare small talk (e già questo è molto molto comune). Per queste persone penso può essere una soluzione molto valida fare conoscenze online in forum di argomenti specifici se irl hanno un ambiente sfavorevole. In un forum di letteratura non penso che l'interazione sia basata sul vantarsi delle foto delle vacanze, no? Questo forum forse è un esempio illustrativo perché persone disagiate irl interagiscono tra loro parlando di società e della mente umana in una maniera sentita e profonda. Già questa è una forma di socializzazione non superficiale |
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In ogni caso vedo che questa discussione sta degenerando diventando un dibattito su quanto siano decisivi o meno i social, ma non era questo ciò di cui intendevo parlare, i social sono solo una parte ma il nocciolo della questione erano le esperienze sociali durante l'adolescenza, quelle che formano il tuo carattere nonché la tua personalità e quindi se non le vivi arrivi a una certa età che, oltre a essere solo e non avere nessun contatto esterno a casa tua, sei anche completamente inabile alle relazioni sociali perché non hai nulla da offrire nei rapporti con altre persone, questo ti porta a una vita di stenti in tale ambito e ti condanna a un isolamento irreversibile. Io non so se andrò a finire in questo modo perché sono ancora nella fase adolescenziale, ma leggendo quanto raccontano altri utenti più adulti in questo forum, la mia vita sta prendendo esattamente questa direzione. |
Re: Ne vale veramente la pena?
Io ho l'impressione che i primi a fissarvi su queste cose siete voi. Se già voi per primi date tutta questa importanze a questi aspetti, come pretendete che gli altri facciano diversamente.
Quel mondo descritto da te è futile e privo di valori ma non sono mica tutti così. Spesso mi sembra di vedere più invidia che una vera e propria indignazione. |
Re: Ne vale veramente la pena?
Di essere popolare sui social e di avere dei figli per riempire l'album di famiglia non me ne frega niente. Mi basterebbe avere un paio di amici su cui contare (questi li ho) e trovare una ragazza con cui essere complice e passare del tempo insieme, sviluppando un rapporto più o meno profondo.
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Giusto, sbagliato, ognuno dovrebbe vivere nel modo che sente più vicino a ciò che realmente è.
Non mi importa più di tanto se uno ama mettersi in vetrina e fotografarsi in ogni momento della giornata, so solo che siamo diversi e quindi difficilmente compatibili. Comunque, secondo me i social non sono nemmeno così da demonizzare, so solo che io si che ho passato l’adolescenza chiusa in camera senza nemmeno un contatto umano, sia virtuale che non, perché allora queste cose stavano nascendo, e io non avevo internet, bene o male oggi per quanto sei solo apri il pc e ti puoi sfogare su un forum, apri i social e vedi il mondo, puoi interagire, non so cosa avrei dato per avere almeno una di queste cose in quei momenti. Non è nulla, ma ti fa sentire comunque parte di qualcosa. |
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Poi cosa vuol dire "non sono tutti così"? Perché la socialità dai 14 ai 25 anni non è fondamentale? C'è qualche persona del mondo dei normali che potrebbe considerarla "futile" come dici tu? |
Re: Ne vale veramente la pena?
ragazzo sei giovane ma prometti bene, a 16 anni ragioni meglio di utenti che sono qua da 20 anni. giovani fobici crescono...
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Re: Ne vale veramente la pena?
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Re: Ne vale veramente la pena?
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