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vikingo 03-07-2022 18:37

Esatto io ad un certo punto ho desistito e ho scelto la mia strada perché non volevo fare tappezzeria o essere ricordato di meno..perché quello più esuberante doveva prendersi il like .parlo nei gruppi sopra 7 persone,fino a 3 4 persone mai avuto problemi,sempre preferiti..una decina di amici più o meno stretti in vita mia li ho avuti,oggi 2,2 amiche donne importanti,e la sfera sentimentale carente,con le 2 della primavera,sono uscito con 5 donne in 34 anni..però non tornavo ad uscire dal 2015,e non era scontato succedesse,ci sono persone anche qui dentro che non hanno relazioni da anni,e alla fine e come non averle..

Levi98 03-07-2022 18:38

Quote:

Originariamente inviata da Keith (Messaggio 2725355)
Si, si possono anche fare queste cose, c'è chi come me ce la faceva, e seppur di meno, ancora un po' ce la fa.. però sei a margini, sei uno che c'è tanto per.. uno che non verrà mai ricordato.. e se lì c'è una donna nuova non succederà mai che questa si interesserà affinché ti riveda.. con gli altri ,quelli belli o interessanti succede spesso.. uno che lo chiamano in memoria di vecchi momenti trascorsi insieme.. non nego che certe volte si possa essere invitati anche per pietà.. per fare del bene forse, oppure per pulirsi la coscienza. Una cosa che mi ha sempre angosciato da che ho memoria è che ritorni a casa allo stesso modo in cui sei uscito.. nessuna emozione nuova, nessuna crescita, niente di nuovo che è nato.. e via così fino alla prossima uscita..

Solitamente queste dinamiche succedono nei gruppi formati per "forza", tipo ad un corso oppure a scuola, dove ci si deve frequentare perché messi lì e non perché ci si è scelti.
In questi casi capita che fanno un'uscita o una pizzata e ti invitano, forse per pietà, ma se ci sei o no non cambia nulla, sei quello che parla poco e non è interessante.
Io anche ero quello invitato tanto per.
Ci andavo, ma non ero poi così incluso nel gruppo come altri, ero ai margini, appunto.

limitless 03-07-2022 18:42

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Sono riuscito ad iniziare a recuperare qualcosa solo verso i 24 anni, diciamo che alcuni progressi sono stati fatti, ma niente di paragonabile all'esperienza di un mio coetaneo, anzi penso di aver raggiunto il massimo aspirabile.

Maximilian74 03-07-2022 18:44

Re: Non c'è niente da raccontare
 
A pensarci bene, che brutto però essere invitati per pietà.
È vero comunque, se parli poco non sei interessante.
Le dinamiche che regolano i rapporti fra le persone sono molto più complicate di quello che si possa credere.
Io non credo molto alla sincerità dei rapporti fra le persone, parlo in generale. Credo che ci sia di base sempre un interesse a mo di tornaconto.
Poi è solo una mia opinione è

Maximilian74 03-07-2022 18:57

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2725374)
Infatti, c'è sempre troppa confusione quando si parla del davvero niente.
Non riesco a credere alle persone che ti dicono che "ce l'hanno fatta", mi sembrano tutti bugiardi che hanno fatto leva su delle precedenti fortune o che magari ti raccontano una bugia, o che ancora non hanno visto il vero tramonto e che sostanzialmente sono sempre in ballo.
Ma allora come si cambia? C'è qualche direzione o punto di svolta che non si prende per paura?
Presto avrò anch'io quarant'anni...

So che la mia risposta può sembrare troppo cruda, fredda, cinica, sicuramente può anche dare fastidio, qualcuno dirà che bisogna vedere sempre positivo, sperarci, crederci. Tutte parole molto belle, per carità.
Ma quando tu chiedi se c'è qualche punto di uscita, la risposta che posso darti secondo la mia esperienza personale con questi problemi è :dipende.
Se I disturbi sono a uno stadio grave, tale da aver compromesso in modo irreversibile il funzionamento sociale, bisogna essere onesti con sé stessi e pensare, riflettere, se è il caso di iniziare un percorso di accettazione. Sia chiaro, é un percorso doloroso, difficile, ma forse l'unico se la situazione è veramente grave e se si è arrivati a una certa età.
Se i disturbi sono di una intensità meno incisiva, e se si ha un'età dai 15 ai 25,(ma io non sono nessuno, è solo una mia opinione), secondo me c'è ancora qualche margine di miglioramento della situazione. In ogni caso avere questi problemi è veramente una brutta rogna, credo che su questo siamo tutti più o meno d'accordo.

Ezp97 03-07-2022 18:57

Quote:

Originariamente inviata da limitless (Messaggio 2725370)
Sono riuscito ad iniziare a recuperare qualcosa solo verso i 24 anni, diciamo che alcuni progressi sono stati fatti, ma niente di paragonabile all'esperienza di un mio coetaneo, anzi penso di aver raggiunto il massimo aspirabile.

Specifica però, eri a zero totale? Nel senso niente amici o conoscenze da ricontattare? Perché la vedo dura come me e molti altri che non hanno manco un contatto di un coetaneo per uscire o gli ex compagni di scuola sono troppo avanti e non ti filano giustamente.

Ezp97 03-07-2022 19:00

Quote:

Originariamente inviata da dottorzivago (Messaggio 2725339)
Io dalla bolla sono uscito a 33 anni ed è stata dura, ho la mia rete sociale ma non è paragonabile a chi è cresciuto "normale". Io devo ringraziare anche il mio lavoro....lavoro in un ambiente dove l'82% sono donne quindi questo mio tabu che mi limitava tantissimo si è attenuato tanto.
Ho smpre detto che lo spartiacque è 23/24 anni.....li puoi,volendo, tranquillamente rimettere in carreggiata la situazione.
Dopo è tutto TUTTO piu complicato

Una volta forse lo spartiacque era a 23/24 anni oggi direi massimo 18/20 anni poi è veramente tostissima trovare qualcuno considerando che a 23 anni oggi sono quasi tutti fidanzati e non ti filano manco se li paghi...te come hai fatto a 33 anni? A quell'età molti sono ben che spacciati.

vikingo 03-07-2022 19:02

Calissano se lo sono dimenticati ma di che parliamo,ricco bello e famoso,l'oblio può toccare a tutti..io voglio vedere se a Ragusa con questo fisico in un posto dove vikingo non sanno chi sia si avvicina una donna..tutto passa da lì..perché se succede,vuol dire che mi sono reso interessante,e chiaramente un esperimento sociale..

vikingo 03-07-2022 19:04

E a 34 anni siamo ai titoli di coda..

Ezp97 03-07-2022 19:07

Quote:

Originariamente inviata da Maximilian74 (Messaggio 2725378)
So che la mia risposta può sembrare troppo cruda, fredda, cinica, sicuramente può anche dare fastidio, qualcuno dirà che bisogna vedere sempre positivo, sperarci, crederci. Tutte parole molto belle, per carità.
Ma quando tu chiedi se c'è qualche punto di uscita, la risposta che posso darti secondo la mia esperienza personale con questi problemi è :dipende.
Se I disturbi sono a uno stadio grave, tale da aver compromesso in modo irreversibile il funzionamento sociale, bisogna essere onesti con sé stessi e pensare, riflettere, se è il caso di iniziare un percorso di accettazione. Sia chiaro, é un percorso doloroso, difficile, ma forse l'unico se la situazione è veramente grave e se si è arrivati a una certa età.
Se i disturbi sono di una intensità meno incisiva, e se si ha un'età dai 15 ai 25,(ma io non sono nessuno, è solo una mia opinione), secondo me c'è ancora qualche margine di miglioramento della situazione. In ogni caso avere questi problemi è veramente una brutta rogna, credo che su questo siamo tutti più o meno d'accordo.

Si ma in quei casi è un altro discorso ma già io mi vedo fottuto non avendo Nessun problema ma semplicemente sono rimasto troppi anni fuori dai giri e a casa, nella tana, anche per colpa di gentaglia che credevo mia amica.

Maximilian74 03-07-2022 19:52

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2725401)
Sono d'accordo la positività gratuita è insopportabile..
Sull'accettazione un po meno, continuo a credere di potermi ribellare.
La domanda è se ribellarsi possa aiutare a cambiare, se non si cambia perché non si è pronti a fare cambi drastici.
Anche cose assurde tipo diventare un pescatore di granchi, sacco in spalla, o diventare un senzatetto vagabondo.
Cambiamenti forti e totali che spazzano via questa vita di niente.
Un baratto drastico tra decine di anni di niente e l'incognita probabilmente negativa.
Ma anche se fosse, negativa come la morte, partire per la guerra in ucraina.
Sono questi cambiamenti drastici che ci mancano?
Che forse la gente comune fa più semplicemente ma che a mente calda o fredda noi non ci riusciamo mai?

Nel tuo messaggio c'è un punto importante "la gente comune fa le cose semplicemente, noi no."
Noi no perché abbiamo problemi che sono il muro, il blocco che impedisce di fare tutto.
Sul cambiamento drastico, capisco cosa vuoi dire, però lo vedo un aspetto che può magari migliorare la persona per sé stessa, su cose che uno farebbe da solo con sicurezza, senza blocchi, ma non credo che serva ad avere chances nei rapporti con gli altri, perché con gli altri bisogna saperci stare, ci sono regole non scritte, varie sfaccettature, meccanismi sociali che non sono così semplici come possa sembrare. Il cambiamento drastico su se stessi si può fare, ma appunto lo vedo più come un reagire ai problemi che porta a fare cose che prima non facevi, ma sempre da solo, ho forti dubbi che possa aiutare a cambiare le sorti per quanto riguarda i rapporti con gli altri. Anche qui, voglio precisare che è solo una mia opinione, non è assolutamente detto che sia così

vikingo 03-07-2022 20:04

Un neurodiversi ho gli insegni certi meccanismi sociali a 18 anni,o a 34 anni fa quello che può si adatta,si maschera cerca di non far filtrare diversità,ma al massimo introversione,ma non so neanche dove possa arrivare col carattere..a maggior ragione se deve imparare a 30 anni certe cose,per ottenere qualcosa se non si sa cosa sia..questa psicologa e molto brava però se mi rendo conto,che per ottenere quello che voglio io..e troppo tardi mollerò..e uscito se capiterà con qualche altro introverso,o Asperger o solitario fine..in qualsiasi posto del mondo..non mi ricordo l'ultima volta che sono uscito con più di 5 persone credo il 2019..o 2020..e ad un certo punto uno si mette in gioco ma poi si accetta..

Lele1997 03-07-2022 20:30

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Ma sono strasicuro che l’aver poco da raccontare sia una chiara conseguenza e pensiero pessimistico dovuto all’ansia, semplice.. l’ansia deve manifestarsi in qualche modo e spesso anche a me capita di domandarmi incessantemente “Che cosa dirò? Che cosa farò? E se non ho nulla da raccontare?” Tutto questo, guarda caso, me lo domando spesso durante l’ansia anticipatoria, poi ovviamente nelle situazioni riesco a sbloccarmi e scopro che alla fin fine ho delle cose da raccontare, so di poter raccontare qualcosa ..
se solo ci si lasciasse andare istintivamente meglio di così riusciremmo anche a togliere di mezzo questi pensieri, certo magari non diventeremmo mai dei trascinatori di gruppi o degli indiscussi estroversi chiacchieroni pieni di cose da dire e raccontare, ma almeno non avremo la fissazione e la convinzione di non saper raccontare nulla di interessante.. tutta ansia, “solo ansia”

Svalvolato 03-07-2022 20:42

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Stessa situazione mia al lavoro (unico ambito dove mi interfaccio con qualcuno). Quando partono a raccontare quello che hanno fatto, più o meno recentemente, io sparisco totalmente. Ascolto, ma è come se parlassero di un'altra dimensione; viaggi, uscite, programmi ecc...
Io invece il nulla cosmico, infatti mi chiedono giusto al massimo come sto, qualunque altra domanda sarebbe inutile, un manichino avrebbe più risposte da dare.

Barracrudo 03-07-2022 20:48

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Ma piu che raccontare io direi sapere, ci sono poche cose che si sa e di cui si può parlare, avendo poche esperienze dirette in generale si può solo vaneggiare con la teoria x molti x questo bisogna sperimentare anche x conoscere se stessi

limitless 03-07-2022 20:48

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Quote:

Originariamente inviata da Ezp97 (Messaggio 2725379)
Specifica però, eri a zero totale? Nel senso niente amici o conoscenze da ricontattare? Perché la vedo dura come me e molti altri che non hanno manco un contatto di un coetaneo per uscire o gli ex compagni di scuola sono troppo avanti e non ti filano giustamente.

Eccome se ero a zero, è stato l'incastro di alcune situazioni a portarmi ad avere dei miglioramenti, ma ripeto, si tratta di roba minima.

vikingo 03-07-2022 21:00

Se si gestisce l'ansia la parlantina viene,io ero un concentrato
d ansia,mezzo balbuziente,qui dentro c'è un livello intellettivo di ragionamenti alto,non e vero che non si e interessanti,ma lo devono vedere gli altri,ma servono anche i contesti adatti..

vikingo 03-07-2022 21:03

Ha detto che e migliorato non che il nuovo Robespierre,o il nuovo casanova,il problema e capire quanto si possa migliorare sopra una certa età..perché non hanno più senso neanche psicologi o terapie di scienze infusa,uno si può sfogare pure da un prete a sto punto..

edward00767 03-07-2022 21:04

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Quote:

Originariamente inviata da Chamomile (Messaggio 2725306)
"Sii te stesso" funziona solo con chi non ha bisogno di sentirselo dire. "Non essere te stesso" non funziona comunque, perché puoi pure fingere di essere qualcun altro ma poi arrivano le domande "ma che fai nella vita?", "dove vai in vacanza?", "ma i social ce li hai?", "il sabato sera quando esci dove vai?". Io posso pure dire che non me ne importa nulla del fatto che in vacanza non ci vado e che il sabato sera sto a casa (ad esempio) e che ho i miei motivi se non lavoro e non sta agli altri giudicare, ma appena dici ste cose la maggior parte delle persone ti appiccica l'etichetta di ritardato/problematico. A quel punto che fai, o accetti di avere a che fare con questa gente sapendo che la considerazione che ha di te è quella, o cominci a raccontare cazzate per evitarlo, a me sembrano entrambe soluzioni inaccettabili. E più eviti queste situazioni, meno hai da raccontare, più difficile sarà in futuro...

Io ho "recitato" durante gli ultimi anni dell'adolescenza finchè ho potuto, poi il distacco tra me e gli altri si è fatto troppo ampio, vedi tutti iniziare a lavorare, avere relazioni semi stabili etc. mentre tu sei li nel limbo col cervello in pappa... Il fatto è che io sono stato seguito da neuropsichiatri dai 12 ai 17, e come molti a quell'età che vengono seguiti dai servizi sociali e di neuropsichiatria, mi sentivo matto e handicappato, quello ormai ero io capisci, ho passato l'adolescenza vergognandomi e mettendo una maschera di finzione per non far trasparire il puro disagio. A 24 ho avuto come un risveglio, come se avessi aperto un terzo occhio, da li ho capito di aver perso tanto di quel tempo immerso nel disagio che davo per normalità, perchè io ero ormai "quello strano". Danno è fatto e ora si pagano le conseguenze capendo meglio la realtà, e quanto davvero cruda è.

edward00767 03-07-2022 21:12

Re: Non c'è niente da raccontare
 
Quote:

Originariamente inviata da Levi98 (Messaggio 2725366)
Solitamente queste dinamiche succedono nei gruppi formati per "forza", tipo ad un corso oppure a scuola, dove ci si deve frequentare perché messi lì e non perché ci si è scelti.
In questi casi capita che fanno un'uscita o una pizzata e ti invitano, forse per pietà, ma se ci sei o no non cambia nulla, sei quello che parla poco e non è interessante.
Io anche ero quello invitato tanto per.
Ci andavo, ma non ero poi così incluso nel gruppo come altri, ero ai margini, appunto.

Esatto a 17 anni quando giravamo in gruppo, io ero lo zimbello da sfottere davanti alle ragazze per farsi vedere, eppure mi cercavano, mi insultavano, ero il loro pupazzo.
Vabbè comunque altre età quelle alla fine, ma da li capisci già che qualcosa in te non va, e nulla ora la situazione sarebbe peggio, si viene ghettizzati da adulti, magari non ci sono più gli insulti gratuiti, ma ci sono parole dette alle spalle, si viene visti come "poveraccio lui ha dei problemi", sguardi di compassione, paura di farti entrare nelle loro case etc.


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