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Ezp97 23-06-2022 21:28

Si doveva cambiare in passato, cogliere occasioni, buttarsi nei gruppi, diventare prima scafati.
Ora è tardi.

Robert_Plant 89 24-06-2022 06:31

Re: Incapacità di vivere
 
Quote:

Originariamente inviata da Levi98 (Messaggio 2720730)
Ormai mi sento sempre più inadatto alla vita sociale, vedo chiunque divertirsi, fare esperienze, prendere la propria vita in mano, mentre io rimango fermo al punto di partenza, timoroso di tutto e incapace di procacciarmi la felicitá.
Questa fobia sociale mi sta uccidendo dentro.
Se penso alle cose che non sono in grado di fare potrei farci una lista della spesa.
Avete presente quando fate un'attività nuova, con persone nuove, di cui nessuno si conosce e cominciano a formarsi i primi gruppetti?
Io da quei gruppetti rimango solitamente fuori e se mi ci riesco ad inserire sono comunque quello invisibile, che ascolta gli altri parlare e non dice mai la sua, quello che se apre bocca parla a monosillabi, quello che non suscita emozioni, non si sa cosa pensa, il pupazzo.
Oggi sono veramente amareggiato, mi sto odiando, sono incazzato con me stesso.
Ho fatto un corso per lavoro, durato due giornate e c'era questa ragazza che mi interessava, con cui c'è stato qualche scambio di sguardi.
Sinceramente non so se le piacessi, può darsi di si, come no, il fatto è che non sono riuscito a dirle nulla, volevo andare lì a parlarle, ma ogni volta era in gruppo e mi vergognavo.
Finito il corso l'ho lasciata andare così, non ho avuto il coraggio di chiederle il numero o il nome, non so nulla di lei e probabilmente non la rivedrò più.
Mi odio, non riesco a fare nulla, ho paura di tutto, non sono in grado di fare delle scelte per rendermi felice, sono letteralmente il prototipo di inetto sociale.
Sono stufo di (non) vivere così, la mia esistenza è inutile e vuota, non ho nulla di cui parlare, nulla da raccontare come fanno gli altri.
Ovviamente nelle pause io ero lì in mezzo al gruppo a fare da spettatore, mentre il tizio di turno raccontava esperienze varie.
Non ne posso più di perdermi la parte migliore dell'esistenza e al contempo non essere in grado di uscirne.
La mia vita è composta da casa-lavoro e quando raramente esco solitamente sono pure a disagio in mezzo alla gente o mi limito a esistere, mai a vivere.

Scusate lo sfogo...

Se volete darmi consigli o aggiungere qualcosa di personale alla discussione fate pure.

Ti dico la mia: hai detto di odiare te stesso, e questo è un grave errore. Se non piaci agli altri, puoi non farci caso. Se non piaci a te stesso, hai chiuso.
Ho avuto gli stessi problemi da te descritti in passato (spesso ce li ho ancora), ma dopo alcune letture del Dottor Raffaele Morelli (famosissimo psichiatra e psicoterapeuta), la visione di me stesso è piuttosto cambiata in positivo.
Ciò non significa che io non abbia i miei momenti no, ma avere una visione differente di sé stessi (visione positiva) è fondamentale.
In quanto alle ragazze, buttati! Al massimo ti diranno di no, non credo ti daranno uno schiaffo.

Ezp97 24-06-2022 12:41

Conta pure la casa in cui nasci e cresci, se nasci in quella sbagliata sei probabilmente fregato, io figlio unico per dirvi, fin da piccolo da solo, vicini con figli zero, solo parentame del piffero.
Mio cugino che non vive lontano da me, anche lui chiuso e timido da piccolo, ma tutti vicini di casa con figli e fin da piccolo giocava con loro al campetto e i figli dei vicini portavamo a loro volta cugini quindi ha conosciuto tanta gente della borgata, si è sentito integrato in qualcosa, adesso ognuno pensa per sé e vabbè ma si parlano ancora, chiacchierano, il rapporto amichevole c'è comunque.
Io sempre messo da parte in questa grande casa, da solo, senza nessuno.
Adesso lui fa il Meccanico, ha 20 anni, ha gli amici, è il classico belloccio sicuro di sé, la BMW da 20.000 euro, insomma la differenza si nota. Perché? Perché ci sa fare, sa socializzare, stare nei gruppi, vedersela da sé.

Purple rain 24-06-2022 19:07

Re: Incapacità di vivere
 
Quote:

Originariamente inviata da Holbaek (Messaggio 2721022)
In certi contesti io vedo solo voglia di prevaricare, e vedo che il divertimento è spesso in pratica una forma di prevaricazione (sia pur bonaria) e prese in giro sull'altro, insomma è un divertimento "a spese dell'altro" costretto a subíre, e se il divertimento dei normali (parlo soprattutto dei soggetti di sesso maschile) è principalmente di questo tipo non ci vedo nulla da invidiare, anzi gente così per me è solo da evitare (in particolare se c'è un bullismo sottostante).

Sono proprio inadatto ad un mondo che va così per "emergere"

Non vorrei mai essere al centro di grandi gruppi di persone conoscenti in un contesto di divertimento....mi mangerebbero vivo.
Mi basterebbe avere rapporti di amicizia con max 2 persone

Nei contesti femminili é lo stesso.
Se non si è portati per questo genere di rapporti e di competizione è difficile sentirsi parte del gruppo.

A me questo fa stare male ma non riesco ad adattarmi.
Non mi va giù, non ce la faccio a comportarmi in maniera meschina.


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