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La "povertà" del lavoratore dipendente.
So già che molti mi attaccheranno o nella migliore delle ipotesi non saranno d'accordo, ma volevo sottoporre questa questione.
Ho un lavoro dipendente livello impiegato. Lo stipendio è quello medio italiano, siamo sui 1500 più o meno. Premetto che almeno 750 euro al mese vanno via fra affitto e bollette e questo diciamo è il problema principale. Ne rimangono 750 che devono servire per spese auto, cibo, guasti vari, visite mediche, abbigliamento.. arrivo alla conclusione: sono "fortunato" che ho una vita sociale tendente allo zero, altrimenti non potrei affrontare uscite, cene, gite, regali, etc. in quanto a fine mese non rimane quasi nulla. Dire povertà quando c'è gente che non ha lavoro capisco possa essere offensivo, ma ci sono anche realtà che rendono infelici perché non consentono niente di superfluo rispetto a quella che è la vita di sopravvivenza. Rinunciare alla macchina non è previsto, sarebbe troppo penalizzante. Vorrei acquistare casa e sono sicuro che fra qualche soldo da parte e prelievo del tfr il mutuo sarebbe molto più basso dell'affitto... ma non riesco a comprarla per l'apatia e la paura di sbagliare. |
Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
Io non ti attacco se no mi vandalizzi il giardino come hai sempre fatto :P
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
Sono d'accordo. Penso però che un qualche slalom intelligente tra le varie voci di spesa si può fare. Auto, cibo e abbigliamento si possono razionalizzare senza fare sacrifici eccessivi. Il risultato in termini economici però non cambia chissà quanto. 750 euro netti pochi sono e pochi rimangono.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
La povertà è relativa ai contesti. Se non sbaglio sei di Roma, e in affitto, è chiaro che con quello stipendio non puoi fare una vita da nababbo. In casa di proprietà a Bari sarebbe già un'altra storia.
In ogni caso non è che i lavoratori non dipendenti se la passino molto meglio, dipende anche lì; in generale il problema sono gli stipendi italiani, fermi dal 1990, nonostante il costo vita sia aumentato considerevolmente. Siamo un Paese con costi da primo mondo, ma servizi e stipendi da secondo/terzo. |
Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
io con meno di 1200 euro riesco a gestirmi tutto ed a mettermi da parte qualcosa ogni mese ( riuscirei a mettermi da parte anche avendo un pò di vita sociale - no cene e cinema ogni settimana, ma non sarebbe la mia priorità - ), abito però in emilia romagna. E con i mezzi arrivo ovunque, solo sacrificando un pò di tempo in più.
Roma per l'affitto è tragica, non ci vivrei più, spese folli. |
Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
Vivi da solo? Come te la cavi con il risparmio energetico? Io per esempio se uso la lavatrice stacco praticamente tutto, se accendo lo scaldabagno rimane al massimo solo il pc acceso, presto sempre attenzione all'uso dell'energia, non ho mai superato i 100 euro in bolletta. Inoltre anche se non sembra, buttare via le sigarette può fare la differenza al lato economico e specialmente salutare.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
Io prendo 900 euro al mese, è impensabile andare a vivere in affitto da sola. Faccio una vita miserrima agli occhi di molti (niente vacanze, niente uscite, niente spese frivole), fortunatamente non ne sento l'esigenza. Mi preparo per quando resterò sola al mondo, me ne starò senza luce ed elettricità in una casa che crolla a pezzi (sempre se resterà in piedi) mangiando pane secco e acqua.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
E' colpa del capitalismo che è ormai un sistema non più sostenibile: prima eravamo i "padroni" del mondo perché eravamo arrivati prima nella corsa al cosiddetto progresso, ora che invece sono entrati in campo altri competitor (Cina, India e paesi emergenti), non ce la passiamo più così bene, e forse un domani saremo noi a far parte della cerchia dei paesi sottosviluppati. E da questo non si torna indietro, non esiste un capitalismo buono e uno cattivo, l'essenza del capitale è la competizione, chi vince si piglia tutto, chi perde muore schiacciato.
La soluzione è un sistema che razionalizzi e socializzi le risorse, rendendoci tutti un po' più poverelli ma senza creare disparità e quindi invidie :D |
Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
Più che gli stipendi il problema per me è essere single, in 2 che lavarono siamo quasi a 3k al mese e le spese fisse non sarebbero molto più alte, se poi hai casa di proprietà vivi il sogno.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
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Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
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Salario minimo permettendo :pensando: |
Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
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Finché abitavo con mia madre, potevo permettermi certi "lussi" e mettere da parte quasi tutto il mio stipendio da dipendente statale di livello medio-basso. Se avessi avuto casa, sarebbe stato tutto diverso, sia in affitto sia da proprietario.
N.B. Secondo la mia esperienza, se si prende casa insieme ad una donna, si finisce per abitare in una casa in cui non si è scelto nemmeno lo zerbino :miodio: |
Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
sì, è assurdo che che lavorando a tempo indeterminato e con uno stipendio di 1500 un'individuo non può fare un cazzo.
e ti va bene che sei pagato regolarmente e con una base solida. |
Re: La "povertà" del lavoratore dipendente.
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