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hornet 17-04-2004 10:20

Vivere attraverso gli occhi o la mente?
 
Mi capita spesso di pensare che prima di cadere nella fobia sociale la vita la vedevo attraverso gli occhi, nel senso che le cose che vedevo erano distaccate dalla emotività, ero più freddo e vedevo cosa accadeva "realmente" riuscendo ad essere "normale" .
Invece ora mi sembra che passi tutto dalla mente e la fobia crei un filtro che distorce un pò la realtà bloccando il mio carattere.
Per esempio se andavo a vedere una gara di moto i miei occhi guardavano le moto passare e mettevo a fuoco solo loro, quindi la mia concentrazione e congetture erano rivolte tutte a ciò che stavo guardando o fantasticherie su di me in quella situazione,così se volevo esultare o sbraitare lo facevo e basta, se andassi ora avrei a fuoco sia le moto che ciò che mi sta attorno ( le persone) e quindi non ho più la libertà di concentrarmi su ciò che vedo o che voglio vedere, equesto mi limita molto perchè mi sento osservato così l'atto naturale di esultare etc. viene bloccato dalla paura.
E' una baggianata o avete notato anche voi sta cosa?

ciao

pikkolo80 17-04-2004 13:08

si si
 
si hai ragione,e' una specie di psicosi di cui non ci si rende conto.
e' anche il problema di base dei timidi.quando si cammina,cerchi di fare attenzione a tutto,a come muovi le braccia,dove guardi con gli okki,poi devi tener conto che tutto cio' deve apparire inosservato agli altri,fingendo di essere disinvolto e spensierato.Ti senti gli okki puntati addosso da tutti,e se senti parlocchiare qualcuno che ti passa affianco,il finale delle loro parole temi che possano coincidere con qualche beffeggiamento nei tuoi confronti..
8O

Solitaire 18-04-2004 00:31

Ciao Hornet!

Purtroppo devo confermare quello che hai scritto!!!
A me succede esattamente la stessa cosa.
Ma il peggio è che la cosa mi manda in bestia almeno il doppio, perchè oltre a non riuscire a godermi il momento, se subito dopo ci rifletto a sangue freddo mi do come minimo del minchione, perchè non riesco a divertirmi come tutti gli altri esseri umani "normali".
Un tormento continuo... :cry:

Il_riccio 18-04-2004 08:38

Io devo aver sofferto di ansia e fobia sociale da sempre, non ricordo un periodo nel quale non mi sentivo in soggezione in mezzo agli altri.
Ora, grazie alle medicine e a quello che potuto leggere, capisco come ci si sente quando non sei in imbarazzo in mezzo agli altri.
Anch'io spesso sono molto piu' conscio di come mi vede la gente, invece di fare attenzione a cio' che mi interessa. Spesso guardo gli altri e li osservo in maniera esagerata.

vodookitty 16-05-2004 18:06

quella che ha scritto sopra non ero assolutamente io!!!!
Ve lo giuro!!! Non so se qualcuno ce l'ha con me e si diverte con questi stupidi mezzi. ma non sono io. Infatti quell'utente non si era loggato, ma era anonimo. Chi mi ha visto scrivere su questo forum in precedenza sa che non sono io. Mi dissocio totalmente dai POST a mio nome fatti da utenti non loggati.

Saluti a tutti,
Greta.

Anonymous-User 19-05-2004 13:07

cara vodookitty,

mi sembrava strano che fossi tu...diciamo che per quel po'che e'stato possibile conoscerti il messaggio sembrava un po'troppo, diciamo cosi'...be'si', un po' (ma solo un po') volgaruccio, diciamo persino (!) un po' esplicito :wink:

un saluto a te e ai coglionazzi che sotto mentite spoglie si divertono a dire cazzate (del resto, come si suol dire, ognuno si divere come puo'...)

ciao
nature70

Anonymous-User 22-05-2004 20:11

Quote:

si hai ragione,e' una specie di psicosi di cui non ci si rende conto.
e' anche il problema di base dei timidi.quando si cammina,cerchi di fare attenzione a tutto,a come muovi le braccia,dove guardi con gli okki,poi devi tener conto che tutto cio' deve apparire inosservato agli altri,fingendo di essere disinvolto e spensierato.Ti senti gli okki puntati addosso da tutti,e se senti parlocchiare qualcuno che ti passa affianco,il finale delle loro parole temi che possano coincidere con qualche beffeggiamento nei tuoi confronti..
mai spiegato meglio la situazione in cui mi sento io!!

vivere recitando una parte nn è affatto divertente, stare a calcolare tutti gli istanti cosa si deve fare e come ci si deve comportare è uno strazio, nn ci si gode un solo momento dello stare fuori dalla propria casa (unico posto dove peraltro si è davvero sè stessi).
Io comincio ad esserne stufo, infatti sto cominciando a fregarmene degli altri...voglio dire piuttosto che stare lì a pensare "che farebbe una persona sicura??" e calcolarmi e prevedere i movimenti che dovrò fare, ora sto cercando di nn dare peso a niente: qlc mi guarda? bè affari suoi! mi muovo in 1 modo che nn gli piace? allora che si giri dall'altra parte!!

calivero 16-03-2008 23:35

Re: Vivere attraverso gli occhi o la mente?
 
Quote:

Originariamente inviata da hornet
Mi capita spesso di pensare che prima di cadere nella fobia sociale la vita la vedevo attraverso gli occhi, nel senso che le cose che vedevo erano distaccate dalla emotività, ero più freddo e vedevo cosa accadeva "realmente" riuscendo ad essere "normale" .
Invece ora mi sembra che passi tutto dalla mente e la fobia crei un filtro che distorce un pò la realtà bloccando il mio carattere.
Per esempio se andavo a vedere una gara di moto i miei occhi guardavano le moto passare e mettevo a fuoco solo loro, quindi la mia concentrazione e congetture erano rivolte tutte a ciò che stavo guardando o fantasticherie su di me in quella situazione,così se volevo esultare o sbraitare lo facevo e basta, se andassi ora avrei a fuoco sia le moto che ciò che mi sta attorno ( le persone) e quindi non ho più la libertà di concentrarmi su ciò che vedo o che voglio vedere, equesto mi limita molto perchè mi sento osservato così l'atto naturale di esultare etc. viene bloccato dalla paura.
E' una baggianata o avete notato anche voi sta cosa?

ciao

io da quando sono fobico riesco a vedere sotto le sottane delle ragazze!

Pride3 17-03-2008 15:52

Mi piace vivere attraverso la mente.

paccello 17-03-2008 19:51

Anch'io vivo più attraverso la mente, purtroppo. E mi accodo con chi si riconosce nei primi post, eccome...

HurryUp 17-03-2008 20:52

Re: si si
 
Quote:

Originariamente inviata da pikkolo80
si hai ragione,e' una specie di psicosi di cui non ci si rende conto.
e' anche il problema di base dei timidi.quando si cammina,cerchi di fare attenzione a tutto,a come muovi le braccia,dove guardi con gli okki

E' così, probabilmente quello che accade sul piano neurologico è che le sinapsi che attivano la consapevolezza nel socialfobico godelizzano più simboli nella sua rappresentazione della realtà, così la mente deve elaborare più dati e nel frattempo controllare l'ansia.
Quote:

Originariamente inviata da pikkolo80
poi devi tener conto che tutto cio' deve apparire inosservato agli altri,fingendo di essere disinvolto e spensierato.

E' proprio questo che non deve accadere!!!
Non dobbiamo sottometterci al ricatto morale (dimostrabile e osservabile, sebbene solo da menti dotate di capacità di astrazione maggiore) della gente comune, che vorrebbe imporre un codice extra-verbale standard facile da decodificare, penalizzandoci ingiustamente.
Il nostro codice extra-verbale anomalo deve essere esposto senza vergognarsene, raccogliendo anche i giudizi negativi degli altri: ci sarà utile per
1) prendere coscienza della penalizzazione a cui siamo sottoposti
2) far prendere coscienza alla gente del codice extra-verbale dei sociofobici, anzicchè sforzarci di adeguarci al loro sciovinismo comportamentalista.

La necessità di questa evoluzione della comunicazione diventa più chiara se si riflette sul fatto che avere una vita sociale è fondamentale per l'equilibrio psichico dell'essere umano. Senza avere, nella propria memoria e percezione (anche mentale) i simboli di una vita sociale concreta e dignitosa, la mente tende alla follia, perchè la mancanza di quei simboli alimenta le pulsioni depressive, e se il soggetto non è dotato di attive funzioni mentali per contrastare questi pensieri disfunzionali (le funzioni sono l'ironia e la capacità critica) queste pulsioni contaminano l'equilibrio psicologico.
Quindi il fatto di dover rendere socialmente accettabile il codice extra-verbale del socialfobico è un dovere etico della società, dovere etico che attualmente non viene preso sul serio.
Non si può chiedere ai socialfobici di aspettare di avere un codice estra-verbale normale per potergli dare una vita sociale dignitosa, perchè questo equivale a esporli al rischio consistente di follia e depressione.

Pride5 17-03-2008 21:42

Re: si si
 
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp
avere una vita sociale è fondamentale per l'equilibrio psichico dell'essere umano.

Sei sicuro?
Per il resto quoto.

HurryUp 17-03-2008 21:52

Re: si si
 
Quote:

Originariamente inviata da Pride5
Quote:

Originariamente inviata da HurryUp
avere una vita sociale è fondamentale per l'equilibrio psichico dell'essere umano.

Sei sicuro?
Per il resto quoto.

Non ho detto "avere un giudizio generale positivo sul genere umano", ma solo "avere una vita sociale".

vikingo 18-03-2008 00:35

cioe la societa dovrebbe far capire agli altri che esistono degli individui chiamati sociofobici che hanno un codice mentale diverso e che vanno aiutati,mi sembra assurdo saremmo bistrattati piu di ora.poi spiegami il concetto secondo cui se un sociofobico si adegua al codice dell uomo normale rischia di diventare matto perche non ha i simboli necessari,visto che io mi sto sforzando di diventare normale cercando di modificare il mio modo di pensare 8O :)

HurryUp 18-03-2008 00:58

Quote:

Originariamente inviata da vikingo
cioe la societa dovrebbe far capire agli altri che esistono degli individui chiamati sociofobici che hanno un codice mentale diverso e che vanno aiutati,mi sembra assurdo saremmo bistrattati piu di ora.poi spiegami il concetto secondo cui se un sociofobico si adegua al codice dell uomo normale rischia di diventare matto perche non ha i simboli necessari,visto che io mi sto sforzando di diventare normale cercando di modificare il mio modo di pensare 8O :)

Non è assurdo, e userò un'analogia per dimostrarlo.
Al posto del rapporto sociofobici-non sociofobici dal punto di vista dei non sociofobici, prendi il rapporto donna-uomo dal punto di vista dell'uomo.

E' chiaro quali sono le categorie associate?

A) Sistema di riferimento degli uomini
B) uomini
C) donne

A') Sistema di riferimento dei non sociofobici
B') non sociofobici
C') sociofobici

Nel sistema A, le donne sollecitano gli uomini ad adattare il loro comportamento al loro (per esempio: "nel mio sistema stimolo-risposta una toccatina in un pub equivale a una molestia e non ad uno stimolo piacevole"), di conseguenza gli uomini adeguano una classe di comportamenti al sistema S-O-R delle donne quando interagiscono con loro.

Analogamente, quello che vorrei è che nel sistema A', i sociofobici (categoria C') sollecitino i non sociofobici (categoria B') ad adattare una classe di loro comportamenti e giudizi al loro sistema S-O-R (per esempio: "avere una gestualità anormale non equivale a un disinteresse o incapacità di comunicare da parte mia").

Perchè, nel sistema A, la categoria B accetta le richieste della categoria C, mentre nel sistema A' non avviene lo stesso meccanismo? Semplice: perchè, nel sistema A', la categoria B' non ha interesse a socializzare con la categoria C', di conseguenza, a causa dell'etica individualista dell'essere umano medio, la categoria C' paga con l'emarginazione sociale, inoltre paga ingiustamente.

Ma un altro motivo per cui B' non viene incontro a C' è che B' non viene informato dell'esistenza di C' (perchè C' farà di tutto per somigliare a B' di conseguenza è come se lanciasse un segnale di sottomissione dicendo a B' "le regole le stabilisci tu").

E' tempo che anche C' cominci a porre le sue regole.

Propongo questa strategia nella teoria dei giochi applicata al sistema A'.

vikingo 18-03-2008 13:18

complimenti per la teoria spiegami pero come si arriva alla follia,e poi io posso modificare da solo nella mia mente i rinforzi e le disfunzioni per gestire lansia o ho bisogno per forza dello psicologo o psichiatra che mi guidi,io ci sto provando ma e durissima :o :(

HurryUp2 18-03-2008 14:40

Quote:

Originariamente inviata da vikingo
complimenti per la teoria spiegami pero come si arriva alla follia,e poi io posso modificare da solo nella mia mente i rinforzi e le disfunzioni per gestire lansia o ho bisogno per forza dello psicologo o psichiatra che mi guidi,io ci sto provando ma e durissima :o :(

Per follia intendo uno stato mentale di disagio e ansia dato dalla sensazione di essere scollegato dalla realtà (perchè la sensazione di essere collegato alla realtà è necessariamente collegata alla sensazione di avere una vita sociale, perchè avendo un contatto sociale proiettiamo noi stessi negli altri e questa proiezione ci da' la sensazione di essere immersi nella realtà, viceversa senza una vita sociale concreta non abbiamo nessun essere umano da usare come specchio e quindi si alimenta la sensazione emotiva di essere scollegati dalla realtà).
Questa sensazione può essere disinnescata con l'ironia, ma anche l'ironia ha bisogno di essere riflessa da altri specchi umani: se la nostra ironia non viene colta dagli altri, perchè magari fatta con un tono di voce monotono e poca gestualità, l'ironia non funziona e l'unica cosa che si può fare è fare ironia con se' stessi ma questo non compensa sempre il disagio.
La capacità critica funziona serve a controllare le proprie sensazioni in modo da non lasciare che prendano il controllo della psiche.

Non penso che lo psicologo sia una figura necessaria, e spesso non penso che sia efficace, penso invece che la soluzione più efficace sia questa:
http://www.fobiasociale.com/posts5330-0.html

che viene intuita dalle menti più intelligenti.
Tutti i modelli creati usate dalle psicoterapie cognitive in realtà sono applicazioni delle intuizioni di queste menti geniali, ma non sempre i professionisti le applicano bene.

Ti chiederai... perchè il mio metodo, essendo così efficace, non viene divulgato? E' semplice: non richiedendo costi, perchè autogestita in modo autodidatta, farebbe concorrenza agli psicologi, inoltre divulgherebbe in modo troppo esplicito e diretto il metodo critico-analitico, cosa che una società isomorfa a un'organizzazione mafiosa non può permettere, perchè equivarrebbe a impiantarsi un virus da sola.

Comunque queste sono solo divagazioni sociologiche suggeritemi dall'intuito, se ti interessa accettare la mia proposta di questo topic
http://www.fobiasociale.com/posts5330-0.html
o farmi domande sul programma che vorrei seguire, e farti una tua idea critica sulla validità del metodo, scrivimi perchè sono interessato a trovare al più presto qualcuno che collabori con me.

Forse se lo trovassi potrei dimostrare un metodo per superare la fobia sociale senza bisogno di psicologi e corsi a pagamento, documentando il fenomeno in modo da renderlo osservabile e dimostrabile formalmente.


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