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Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Non riesco a capire cosa può vedere una persona in me, che non sento di avere qualità, niente che non possono ritrovare in un'altra persona. Persona che magari è anche più capace di me nella comunicazione ed è sempre sé stesso in ogni situazione, che non ha ansia, depressione.
Mi sento perennemente sotto pressione, di dover essere sempre il migliore, essere efficace in tutto, fare le decisioni giuste. Se fallisco in qualcosa allora è tutto perso, il mio valore è andato via. Che siano relazioni, lavoro, o altro. Ma la mia più grande paura, oltre a essere rimpiazzabile, è che la mia stessa paura sarà quella a far allontanare gli altri. Mi sento invisibile con le persone, a volte non mi notano e fanno finta che non esisto. Se provo a intervenire in una discussione mi interrompono o continuano a parlare, perché si dimenticano che ci sono. Mi sento come un personaggio secondario che sta aspettando il momento che la telecamera decide di focalizzarsi su di lui così potrà far proseguire la storia per i protagonisti. Preferisco non essere il centro dell'attenzione ma essere invisibile non è tanto meglio, sei solo il rumore del vento, meno di un essere umano. Anche su questo forum mi sento così, come nei gruppi reali non riesco a integrarmi in alcun modo. Ci ho pensato ma non capisco perché ciò che dico fa andare via le persone. Ma soprattutto non capisco come, anche solo nel virtuale, si percepisce quanto sono repellente e incapace socialmente. Forse non mi esprimo bene, scrivo malissimo, quindi vengo evitato. Qui si creano le cerchie di persone che si rispondono solo fra di loro e ignorano tutto il resto, come nei gruppi reali. Non importa chi dice cosa in un messaggio, in un thread, ma chi l'ha scritto, aperto. Direte che magari il contenuto dei miei messaggi non è interessante, ma già parlare di "contenuto" riguardo una persona e i suoi pensieri è deumanizzante. Quindi risparmiatevelo così come dire che non capita solo a me e che lo noto perché ci faccio maggiormente caso se sono io. No, ho visto altri utenti così. Direte che non si può piacere a tutti, ma a me non interessa quello. Io parlo di essere considerato, essere visto, che qualcuno veda le mie impronte sulla neve. Dove sbaglio? Non esiste rimedio, ma sono solo curioso. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Stesso problema, me lo chiedo da sempre. Ormai se vedo un cerchio di gente che cazzeggia o scherza lo evito (accadeva solo ai raduni e uscite in moto) perché se tento di parlare vengo interrotto o peggio mi si metteva qualcuno davanti per essere visto dagli altri. In qualsiasi situazione reale va così e ormai nemmeno me la prendo più di tanto essenzialmente perché mi sottraggo all'inevitabile epilogo. Accade anche qui sul forum dove se apro un topic io al massimo fa due pagine; se intervengo in uno esistente quello che scrivo viene quasi sempre saltato e citato qualcuno che mi ha preceduto; dato che l'interesse verso le persone è una specie di "libero mercato", restando in metafora il mio valore e l'interesse suscitabile da quel che scrivo è evidentemente basso.
Persino in radio, dove esiste solo la voce e non c'è il linguaggio del corpo mi era veramente difficile inserirmi in una conversazione. Una volta ho provato a dare la massima potenza e come si dice "a parlare sopra" in modo che venissi sentito solo io, come spesso fanno altri per scherzo. Se lo fanno gli altri niente, una risata per lo scherzo; quando ci ho provato io "aho ma chi è 'sto rompicig..." (sapendo benissimo che ero io perché erano gruppi con cui avevo parlato e mi conoscevano). A tutti gli effetti è la variante "baracchino CB" del fatto che se un figo fa una battuta pesante a una donna qualche volta passa e anzi viene vista come un valore. Se provassi io con molto meno sistematicamente partirebbe la denuncia o se va bene darebbe fastidio :D Sottolineo che è roba che ho smesso di fare a 20 anni eh... Potrei scrivere un libro sulla in-considerazione di cui detengo un triste record. Come dico, anzi dicevo, sempre credo che il problema sia duplice. Da una parte lanciamo dei segnali anche minimi, di poco interesse in quel che siamo, poco carisma, poca capacità di comunicazione eccetera. Dall'altra parte la consapevolezza del problema ci rende ipersensibili e magari non è drammatico come sentiamo (ma la differenza tra reale e percepito è piccola se no a meno di essere paranoici non sarebbe sentito come un problema) e/o succede anche ad altri ma non se ne fanno un problema e siamo noi a non accettare di non primeggiare dato che siamo nel gruppo "beta". Ovvero, alcuni compensano la non-considerazione diffusa destino di quasi tutti, mentre io, noi, non ci riusciamo. Questo lo pensavo. Adesso penso che ci sia qualcosa di più, che tocca temi irrazionali come "emanare negatività a pelle" ed essere per questo evitati. Oppure penso al karma. Perché una spiegazione razionale che fosse anche convincente non sono mai riuscito a trovarla e quelle razionali che mi posso dare non sembrano spiegare la sistematicità con cui questo problema mi affligge. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Se ti può consolare Pokorny io avevo aperto un thread dove trattavo proprio questa differenza, mai considerata del trovare il coraggio nell'esposizione tra una condizione di vantaggio è una condizione di svantaggio. È facile avere coraggio di buttarsi in un karaoke se canti come un usignolo, è molto più difficile se sai che farai una figuraccia immonda.
Probabilmente quella volta tu speravi di essere considerato di più, però gli atti di coraggio veri sono quelli come il tuo, non di quelli che sfruttano la propria situazione di popolarità. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Hai descritto una sensazione che conosco molto bene, forse la tua è anche una richiesta di aiuto. Il mio consiglio è di utilizzare il forum principalmente come sfogo per i tuoi pensieri e di non aspettarti risposte, né empatia, né niente.
In questo luogo si leggono interventi interessanti ma di solidarietà ce ne è ben poca, forse perché anche gli altri sono immersi nei loro problemi, comunque è vero che si formano gruppi come in real life. A me onestamente interessano poco queste dinamiche da forum, di tutto il sottobosco che c'è dietro non me ne è mai fregato nulla, mi trovo più a mio agio a socializzare con i colleghi, con i pochi amici, non cerco questo quando mi connetto perché ho già fatto i compiti a casa. Io penso che alcune persone tenderanno a restare sole e a essere evitate perché si percepisce che hanno un'aura da solitario. Non lo fanno per cattiveria, penso che sia un istinto che hanno. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Sono contrario all'uso del forum come sfogatoio, preferisco punti di vista differenti dal mio se ben argomentati perché offrono lo spunto per ampliare le mie idee di partenza.
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Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Inoltre già tendo a usare il forum nel senso che dici tu e non è bene. Per quello dovrebbero funzionare i diari privati (privati su un forum... beh, si fa per dire) ma non è nella mia indole parlare esplicitamente di me; lo faccio, e purtroppo in notevole misura, in modo indiretto con quello che scrivo alle risposte. Il forum dovrebbe servire per chiedere e avere aiuti concreti, come chiedere se c'è qualcuno in zona per un trasloco o il nome di qualche specialista per questo o quello o cose così. E qualsiasi forum in generale dovrebbe servire per aiutare a risolvere i problemi, se invece "mi parlo addosso" tramite uno sfogo non faccio altro che affondare di più. Esperienza fatta troppe volte per non sapere che non porta a niente. |
Io Jr sono in soggezione per i tuoi wall of text belli grossi, invece 😁
Scrivo sempre due righette in croce, e mi sento na merdina in confronto, ahahah. Comunque trovo difficile parlare dei miei sentimenti profondi, tanto che non riuscirei a scrivere un diario di sfogo. Forse perchè sono un tipo superficiale, pieno di nozioni inutili e cazzate, le cui emozioni sono cristallizate in un limbo inaccessibile... Un bambino mai cresciuto, come nel film di Robin Williams. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Forse a volte siamo troppo prolissi nel parlare e nello scrivere?
Perché oggi è in voga il parlare velocemente e scrivere poco e ad effetto. Almeno nei forum e nei dialoghi fra più persone. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Quando ho finito di leggere mi è venuta in mente questa frase: Rispetto, significa forza con cui imporlo Penso che nessuno ti debba nulla; attenzione, considerazione son cose che vanno guadagnate, se non lo fai forse non ti interessa poi tanto averle, teoricamente potresti dire o scrivere la cosa più giusta del mondo ed essere "ignorato" o comunque non messo in risalto, in un mondo ideale non sarebbe così, ma la realtà è diversa, le persone sono diverse. Io ho fatto questa prova, in gruppo venivo rispettato come persona ma non considerato nelle opinioni, nel senso che non era necessariamente richiesta la mia opnione, cosa ho fatto? siccome non riesco a socializzare nell'ambito del gruppo in quanto ho molte difficoltà ho preso, diciamo cosi, le singole persone e me le sono fatte "amiche", due chiacchere su qualsiasi argomento per un certo numero di volte, e cosi con quasi tutte; il risultato è stato che poi in gruppo quando si parlava la gente girava lo sguardo verso di me per vedere se avevo qualcosa da dire sull'argomento, ovviamente a me non interessava nè l'argomento nè quelle singole persone però ci tenevo a capire questo tipo di dinamica, ora non dico che non ci siano altri modi per avere attenzione o considerazione o altro ma questa mi sembra un strategia, e comunque siamo sempre lì, bisogna muovere il culo e agire in qualche modo, se ti aspetti qualcosa dalle persone al massimo avrai qualche contentino, oppure scegli il contesto dove veramente ti interessa essere considerato, e neglialtri mantieni un profilo basso, tanto non hai interessi particolari. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Gabrio, del rispetto non mi interssa nulla, lo si può perdere facilmente così come una singola azione può elevarlo a livelli stratosferici.
Non penso che nessuno mi deve nulla poiché non lo merito rispetto agli altri, considerando gli eventi nefasti della mia vita e le altrettanto catastrofiche interazioni sociali. Riguardo quello che mi interessa, penso di sapere bene cosa voglio. Se non lo faccio è perché non ho le abilità sociali necessarie per navigare un mare di persone né la forza mentale. Non penso che una persona debba guadagnarsi l'attenzione di qualcuno, tutti dovrebbero avere lo stesso valore indipendentemente da ciò che condividono, ma da come puoi vedere su questo forum e nella vita reale non è così. L'idea di dover "guadagnare" una semplice interazione umana come il barista che ti dà del buongiorno ma non lo fa perché sei invisibile mi ricorda brutte cose, di dover guadagnare altro. Tutto fatto inutilmente. Se qualcuno ti vuole evitare, lo farà, non importa cosa puoi dire o fare. Riguardo il bisogno di muoversi e dover agire, non mi trovo particolarmente d'accordo. A un certo punto, dopo una vita fatta di depressione e isolamento, non hai la minima voglia di provare e riprovare come hai già fatto in passato. Inizi a rialzarti e riprovare solo per masochismo. Non è necessariamente rassegnarsi, ma solo riconoscere che non si è abbastanza per le persone. Che essi siano contesti dove ci sono interessi in comune o con il gruppo di asociali di zona, non cambia molto quando sei solo uno spiffero. Rispetto, doversi guadagnare attenzione, considerazione, sono cose aliene per me. Non ho interesse a lottare in un gruppo di persone per tenermi l'attenzione di quei 2-3 con cui magari parlo individualmente, è stressante già di per sé la paura di essere rimpiazzato. Non voglio che il mondo mi regali queste cose, ma che semplicemente sia riconosciuto che qualunque cosa tu possa fare, la persona non la puoi cambiare. Io sono inadeguato alla base, in questo mondo non dovrei esistere. Dopo le prime interazioni sei già analizzato e archiviato dalle persone. Loro percepiscono che io non appartengo a questa realtà, che ho qualcosa che non va. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Del sottobosco ho visto quanto necessario, mi basta poiché non è nulla che rappresenta ciò che sento né fatto per persone come me. Nel migliore dei casi è solo qualche pseudo-psicologo/psichiatra che pensa di risolverti i problemi di una vita, nel peggiore dei casi morti di figa che si scavalcano a vicenda per ottenere l'attenzione dalla donna che monopolizza la chat insieme al simpaticone di turno. Nulla in comune con nessuno di loro. Sono ambienti che mi ricordano troppo i tipici gruppi reali, cosa che non voglio vicino a me per l'inerente superficialità e appariscenza legata a essi. Esatto, è quella sensazione a pelle che farà restare sempre soli determinati individui. Non per forza deve essere cattiveria, però lascia il suo segno nell'anima. Quote:
Loro sono funzionali, io no. Suppongo che magari può essere affascinante, ma tanta emotività può sopraffare le persone, risultare inopportuna. E anche se emotivo, si limita principalmente al tipo di emotività che le persone, in genere, non vogliono tenere intorno. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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La scarsa comunicazione è debilitante, si rischia di essere incompresi, che la gente ti prende in giro, che diventi lo "sfigato" del gruppo. L'esperienza in radio è l'esempio di quanto le persone sanno essere cattive con chi ha difficoltà, ma fanno gli zerbini con chi ha status pari o superiore a loro. Dimostra come che non è importante chi dice cosa, ma chi lo dice. Se lo dice il meno integrato, tutti a bastonarlo se non a volerlo cacciare dal gruppo. Ma se lo dice il "veterano" tutti a sottomettersi, a venerare le sue sacre divinazioni manco fosse Cristo sceso in terra. Non conta molto, però hai la mia solidarietà. E' inevitabile arrivare alle spiegazioni irrazionali, quelle razionali sono insoddisfacenti quando si paragona il proprio io a quello altrui e poi si pensa quale sia il problema, il negativo che ci affligge. Io penso di aver accumulato così tanto karma negativo che il mio Atma è stato imprigionato per tutta l'eternità in un fragile involucro di carne, l'Atma altrui percepisce che associarsi a lui non conviene e quindi mi evitano, sono invisibile. Ho un debito karmico così grande che non potrò mai estinguere in questa prigione terrena, condannato a vagare in un deserto di ansia e depressione, senza alcuna possibilità di raggiungere il Moksa e finalmente uscire dalle acque del Samsara. Quote:
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Ciao!
Comincio col darti una brutta notizia: un vissuto di alienazione come il tuo ce l'hanno in tanti, su questo forum poi... Ecco, dirai, non sono speciale neppure nel vissuto di alienazione. Essere speciali per qualcuno, avere la sua attenzione, fare parte, contribuire con quel pezzettino unico che solo noi possiamo portare, perché siamo noi. È un'illusione. Siamo tutti rimpiazzabili dal punto di vista pratico, quello che so fare io lo sanno fare, su 7 miliardi di persone, una marea di altri. Non siamo rimpiazzabili dal punto di vista affettivo. Che vuol dire? Che se amiamo qualcuno, per lui diventiamo importanti. Siamo importanti quando diamo. Perché allora non diamo tutti come i pazzi e non facciamo un grooming continuo come le scimmie Bonobo? Perché non sempre funziona, a volte siamo rifiutati. Il rifiuto sociale e la vergogna conseguente attivano gli stessi centri nervosi del dolore fisico. Se succede da piccoli, modifica l'architettura cerebrale, c'è un apprendimento che associa i rapporti affettivi al dolore fisico. C'è l'isolamento. Bullismo, abuso emotivo, trascuratezza, discriminazione, abbandono non sono causati da noi ma sono nella persona che li agisce. Eppure noi rimaniamo intimoriti dall'affetto, dell'intimità, vergognosi, sofferenti, ipersensibili ai segnali di rifiuto. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Il vero timore è essere rimpiazzabile dal punto di vista affettivo per via di questioni legate alla mancanza in periodo infantile. Cioè non sapere dare, non saper dosare bene cosa è troppo e cosa è poco, oltre a non percepirlo in alcuni casi e quindi far stare male l'altra persona perché si chiede di più. Questo fa male anche a me, perché mi fa sentire come un mostro che vuole sempre di più senza mai decidere quale sarà il limite. Magari si viene rimpiazzati perché si è eccessivamente depressi, ansiosi, o perché non si possono soddisfare determinate cose che un'altra persona non avrebbe problemi a colmare, una persona funzionale. Per me i rapporti affettivi sono collegati al dolore fisico perché è quello che ho ricevuto dalle figure che dovevano dare tale affetto, di conseguenza ho una grande avversione verso il contatto fisico di ogni tipo. In ogni caso, vorrei non parlarne più di tanto in questo momento. Il rifiuto in sé non è tanto il problema, ma il non ricevere nemmeno una possibilità che può condurre a un rifiuto. Non in ambiti sentimentali, ma in generale. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
Il sentirsi invisibili e rimpiazzabili a mio avviso è direttamente proporzionale al bisogno di attenzioni che abbiamo, più il bisogno è alto e più ci sembrerà di essere ignorati anche se effettivamente non è così, o almeno lo è solo in parte. Sul forum poi non cambia nulla rispetto al mondo li fuori, l'utente con la battuta pronta e lo spirito dinamico e ottimista sarà sempre quello più apprezzato con buona pace del fatto che sia uno spazio a tema fobia sociale, depressione o affini. Ci sono pur sempre essere umani a scrivere e le preferenze degli esseri umani restano quelle, le persone vogliono qualcuno vicino che sappia emanare energie positive, io non ne ho e quindi è giusto che sia isolato e non inquini con la mia tossicità le vite altrui. Non so esattamente qual è la tua situazione, prova però a metterti nei panni di un'altra persona e chiediti se ti vorresti nella tua vita e quali benefici vi porteresti.
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Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Non cambia nulla in nessun aspetto rispetto al reale, la positività oltre che l'essere simpatici, avere battute pronte o quel che sia aiuta nella socializzazione qualunque sia l'ambiente. Parto svantaggiato a prescindere perché risulto essere uno stronzo che ha poco da offrire a parte lamentarsi e piangersi addosso ad nauseam. Ammetto che in parte, non riuscire a essere qualcuno capace di comunicare così apertamente in pubblico mi dia fastidio. Non mi piace essere il personaggio secondario, ma sono arrivato ad accettarlo non è presente altro da fare. E' un desiderio contorto, perché non vorrei stare sotto i riflettori e essere il protagonista. Riguardo la parentesi di cosa io possa portare nella vita altrui, in quanto benefici, non penso di portare molto. Sì, ho varie conoscenze, che sia di storia, videogiochi, filosofia e tanto altro, ma sono cose esterne, argomenti di cui parlare, che prima o poi finiranno e resterà il vuoto totale che ho da offrire come persona e basta. Soprattutto se poi il mio interlocutore non ha interesse di parlare di X argomento in cui io sono ferrato. Mi è stato detto più volte che non ho solo cose negative da offrire, che ho tante qualità, ma nella mia testa parte sempre l'odio verso me stesso che non mi fa pienamente metabolizzare certe cose, le vuole smontare, allontanare, in modo da salvaguardare la percezione assolutamente negativa e immutabile che ho di me stesso. Una percezione che eventualmente cambierà anche quella altrui, e mi vedranno così. Allontano le persone. Io non penso di poter dare molto oltre a odio e, generalmente, una sensazione di tristezza e pesantezza. Come dici tu, sarebbe solamente inquinare. E di certo le persone preferirebbero passare il tempo in una prateria invece che in una discarica. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
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Mi domando cosa posso dare: compagnia, ascolto, pareri, punti di vista, consigli, anche a volte simpatia e battute. Ma non basta, serve anche una componente magnetica, quel qualcosa che faccia venir voglia alle persone, amici, donne, parenti o chiunque sia, di uscire la domenica d'inverno con 0 gradi per vedere noi. |
Re: Sentirsi invisibili e rimpiazzabili.
A me succede il contrario.
Mi si nota troppo e questo non mi piace e mi fa scappare. Ho avuto più di un'occasione per poter emergere in settori (lavorativi o accademici) di mia competenza, ma questo, con tutto il contorno relazionale che implicava, mi generava troppi problemi, tanto che alla fine ho sempre tagliato la corda. Anche su questo forum tengo l'attività sotto una soglia minima in modo da non spiccare. Ci sono tantissime discussioni in cui potrei inserirmi, ma alla fine rinuncio. Ovviamente tutto ciò non mi fa stare bene. |
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