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Autosvalutazione
Pochi giorni fa durante il colloquio con la psicologa, lei mi ha fatto notare come io tenda a svalutarmi continuamente, molte volte è come se quasi volessi essere insultato a tutti i costi, quando ho ricevuto complimenti, a sua detta sinceri, ho subito detto "se vabbè".
Mi ha detto che è una mia proiezione su gli altri, come se fosse scontato che il mio interlocutore pensi le stesse cose che io penso di me stesso. A causa del bullismo subito, ho interiorizzato gli sfottò e ci provo un certo gusto ad auto-offendermi, come a dire "se mi offendo io da solo tu non hai potere e la tua offesa vale zero". Ci vado giù pesante con me stesso, arrivando all'autolesionismo lieve molte volte (schiaffi e pugni in faccia), nell'ultimo anno a causa della depressione è peggiorato il tutto, ho iniziato a dirmi a volte "che schifo fai" quando mi guardo allo specchio, o quando parlo degli eventi traumatici alla dottoressa rido, come se ci sia da vergognarsi di aver vissuto certe cose... Mi ha fatto riflettere, questa cosa l'ho sempre fatta, ho sempre insultato me stesso per coprirmi dall'essere insultato da altri, la verità è che sono ipersensibile a qualsiasi critica. Voi vi autosvalutate spesso? Se si come lo avete superato? |
Re: Autosvalutazione
Io non ci provo gusto, penso sia solo una naturale conseguenza del mio essere fondamentalmente inadatto come essere umano, dunque meritevole di ogni male possibile, che sia fisico o psicologico.
Vivo la vita aggrappandomi a questo odio, mi hanno condannato a una vita fatta di rabbia e isolamento, depressione e insoddisfazione. Queste cose restano dentro di me, non vengono esternate o dirette ad altri, perché riesco a tenere queste emozioni lontane da me, tenendo i cancelli chiusi senza alcuna intenzione di aprirli perché non voglio far uscire nulla, deve restare sepolto. Tuttavia mi capita di perdere il controllo delle mie emozioni, poiché non so gestirle quando sono forzate a entrare in gioco durante momenti di grave stress, mi hanno insegnato, o meglio, forzato, solo a sopprimerle. E' pericoloso per la mia psiche liberare tutta questa rabbia e odio, le volte che l'ho lasciato fare non è andata benissimo: imbottigliare e immagazzinare tutto questo nelle profondità porta all'inevitabile eruzione che inizierà a vomitare odio e ostilità in ogni direzione. Non vergognarti del tuo vissuto, non hai fatto nulla di sbagliato. Piuttosto dovrebbero vergognarsi le persone che ti hanno bullizzato. Le persone fanno schifo. |
Re: Autosvalutazione
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Risposta dettagliata. Come ho detto lo faccio, e proprio perché sono ipersensibile alle critiche altrui. E' il modo in cui lo faccio a essere meno diretto; dopo due o tre eventi di cui forse non per caso non ho memoria, ricordo che è scattato una specie di moto di orgoglio, anche perché dire "faccio schifo" espone all'offrire all'interlocutore un fianco scoperto e una battuta su un piatto d'argento come potrebbe essere "effettivamente è così". Penso che svilirsi esplicitamente sia il modo migliore per restare invischiati nei propri problemi e peggiorarli. Due o tre volte ho inaugurato un topic invitando chi ha una sign palesemente autolesionista ad eliminare commenti negativi verso sé stessi, perché penso che sia il meccanismo più auto-alimentante e più autodistruttivo che si possa innescare. Topics ovviamente ignorati alla grande, che altro? :D Credo che la parola, il pensiero e l'essere siano aspetti della stessa cosa; non per niente il pensiero magico si basa su questo, e il pensiero magico è una componente che fa parte del nostro universo mentale condiviso, anche se lo neghiamo. Chiusa parentesi, parto comunque dal presupposto che sia un'azione grave dire qualsiasi cosa di male su sé stessi. Il che non vuol dire cadere nell'eccesso opposto di autocompiacimento e sopravalutazione, ma semplicemente basta non dire niente. Personalmente ho finito con l'elaborare un meccanismo di difesa dalla mia vulnerabilità alle critiche, basato su un understatement diciamo più o meno esagerato. Un tempo suonavo decentemente ma dicevo sempre che strimpellavo alla meno peggio. Ovvio che il mio movente sia stato e sia ora quello di suscitare la reazione "oh, ma questo non è strimpellare, tu sei un musicista bravo/medio/decente, etc", cogliendo i classici due piccioni con una fava: ho avuto un complimento e ho suscitato apprezzamento per la mia modestia, autentica, lo so perfettamente, come una banconota da 32 euro. Chiaro: questo meccanismo fallisce spesso, ma mi fornisce anche l'alibi di non avere aspettative. Se va male, e nel caso preso a esempio, posso sempre replicare con "beh, l'avevo detto che non sono bravo: a che serve che lo ribadisca tu?" E' curioso che presso chi mi conosce di persona sembra davvero che io mi auto-svaluti ma sinceramente (e che motivo avrei di mentire a persone che probabilmente non conoscerò mai di persona e con cui men che mai avrò una fetta di vita in comune?) io mi sento realmente verso il fondo delle capacità umane. Sento veramente di non aver combinato niente. Il lavavetri del Bangladesh, se pure spinto da una necessità che non ho io, si è fatto un viaggio la cui sola idea mi atterrisce ed è arrivato in un paese di cui non sapeva la lingua magari con una famiglia da mantenere nel suo luogo di origine; a me prendere la metro mette a disagio figuriamoci gestire una famiglia da capofamiglia. Realmente guardo il 95% delle persone dal basso. Ma allo stesso tempo ho sviluppato quel minimo di amor proprio che almeno mi impedisce sceneggiate plateali. E ancora una volta auspicherei che gli utenti che hanno quelle schifezze in sign le togliessero; io facevo come loro, se pure ben prima che esistesse Internet e solo ora capisco quanto sia stato dannoso. Si può anche avere poco apprezzamento per sé stessi, è proprio il mio caso, ma penso sia preferibile che resti una cosa non ostentata perché poi diventa la classica profezia che si autoavvera. Non è un caso che il mondo antico avesse dato così tanto rilievo al potere creativo della parola, il Logos (anche se vuol dire ben altre cose), ed è una cosa su cui rifletto spesso. Oltretutto il mondo è cattivo; autosvilirsi è come un cavaliere medievale che si toglie l'armatura prima della battaglia, poi "fate vobis" :D |
Re: Autosvalutazione
sì, mi capita di valutarmi in modo troppo severo anche se alterno fasi in cui mi valuto anche troppo grandioso.
la bassa autostima deriva dalle tue precedenti esperienze, dall'ambiente in cui sei cresciuto, se non hai mai ottenuto successi significativi in nessun campo è normale che tu non abbia autostima. se me lo dicesse cristiano ronaldo che ha poca autostima allora potrebbe essere una patologia, ma noi abbiamo provato davvero sulla pelle e molto a lungo sensazioni di inadeguatezza fondata sul giudizio degli altri. forse abbiamo provato con obiettivi fuori dalla nostra portata, non dipende da noi la nostra autostima, non possiamo alzarla con la forza della volontà, servono piccoli successi che conducano a successi un po' più grandi, bisogna partire proprio dalle basi e gioire per aver superato quelle che per gli altri sarebbero piccole sciocchezze, ma che per noi erano ostacoli. |
Re: Autosvalutazione
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Se i risultati raggiunti da una persona sono penosi, l'autosvalutazione è lo specchio della realtà. Capita che mi dica cose del tipo "valgo meno di zero": certo, è una generalizzazione, è ovvio che non sia vera in assoluto applicata a qualsiasi contesto; ma senz'altro ha un fondo di verità, in quanto nei campi più determinanti per la qualità della vita le mie capacità sono molto scarse. Qualcuno potrebbe ribattere: "criticarsi non serve a nulla, agisci per migliorare te stesso". Eheh, sapessi come fare l'avrei già fatto. Inoltre, criticare, così come elogiare, è una cosa naturale. Si guarda un film e viene naturale apprezzarlo oppure criticarlo, allo stesso modo può capitare con noi stessi. La situazione di edward pare diversa dalla mia. Se ricevo complimenti generalmente li apprezzo; non provo gusto a offendermi. Quote:
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Re: Autosvalutazione
esatto. bisogna solo ridurre le aspettative e provare con obiettivi più modesti, non è che se mi sento un vincente perché me l'ha detto la psicologa e ho una vita penosa, allora proietterò sugli altri un'immagine diversa e otterrò quello che non ho mai avuto
siamo ai limiti del pensiero magico, la psicologia è questo "credi in te stesso"----gli altri percepiscono che tu credi in te stesso---la figa e i soldi ti pioveranno addosso----60 euro grazie |
Re: Autosvalutazione
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Potrebbe servire a poco appunto perché gli obiettivi sarebbero soltanto modesti. Se io ottengo quel che davvero desidero allora la considerazione di me stesso sale alla grande; se invece ottengo un mero surrogato dell'obiettivo iniziale l'effetto non sarà lo stesso. |
Re: Autosvalutazione
L'autosvalutazione è il solito trucco da strizzacervelli per convincerci sull' efficacia delle terapie. Ci cerca di eludere la realtà inculcando idee deliranti andando a scavare nel nulla, cercando qualità che chiamano nascoste proprio perché non ci sono. Se ci fossero queste qualità per quale motivo una persone non dovrebbe farne uso nella vita di tutti i giorni? Anche chi dice queste cosa la fa in cattiva fede, sa che non è vero e che l'autosvalutazione altro non è che una valutazione oggettiva di se stessi, lo dicono per simpatia o per pietà, ma il più delle volte per se stessi sempre a caccia di punti di riferimento verso il basso per elevare il loro io.
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Re: Autosvalutazione
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Post da incorniciare. Quanti soldi ho buttato da psicologi, ricordiamoci che se paghi uno questo ti dirà mai che fai oggettivamente schifo e devi rassegnarti? Ovvio che te la mena. Parlo per esperienza personale, voi fate quello che volete |
Re: Autosvalutazione
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facciamo un es. concreto: il mio obiettivo è di andare a vivere da solo, comprando casa, ma ho paura perfino di pagare un bollettino in posta. normalmente saremmo paralizzati dalla distanza che c'è tra volontà e realtà, ma se piano piano riuscissimo a fare commissioni, poi cose via via più ansiogene, forti delle precedenti paure superate allora dopo mesi o anni ottenere un lavoro e un mutuo potrebbero non diventare una cosa impossibile. |
Re: Autosvalutazione
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Il punto è riuscire a vedere l'obiettivo grande dietro quelli piccoli. Questo non mi riesce e perciò sono poco motivato nel darmi da fare per quelli piccoli. Agli psicoterapeuti ho provato a chiedere un progetto che tenga conto di obiettivi sia piccoli che grandi. Ma ogni volta mi proponevano solo quelli piccoli. E io chiedevo: ma da questi come si arriva a quel che davvero mi interessa? E qui sempre risposte vaghe ed evasive. |
Re: Autosvalutazione
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Re: Autosvalutazione
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Il punto è: su cosa intervenire? sull'autosvalutazione o sui risultati? E nel caso dell'autosvalutazione, su quale? Andiamo alle autosvalutazioni di quando si era bambini o a quelle più recenti? Nel mio caso penso sia più sensato intervenire sui risultati. Ad esempio se uno psicoterapeuta mi aiutasse a trovare un lavoro da almeno 1000 euro al mese in una città che mi piace starei di sicuro meglio e mi apprezzerei di più. In alcuni casi poi alla base dei risultati penosi dai cui discende l'autosvalutazione c'è semplicemente la sfortuna: ad esempio se uno viene rifiutato da ragazze oppure se fa un incidente che gli impedisce di svolgere un lavoro a cui tiene. |
Re: Autosvalutazione
Anche io ho questo problema e mi sembra peggiorare con il passare del tempo.
Non faccio altro che dirmi che non so fare niente, che sono un'incapace, una scema, che non servo a niente, che sono brutta e nessuno mi vorrà mai, perché mai qualcuno dovrebbe volermi? Quelle rare volte in cui mi fanno un complimento penso sempre che non sia sincero. Se mi fermo a pensarci mi rendo conto che queste cose non sono del tutto vere e che non sono così terribile. Il problema è che questa consapevolezza dura sempre troppo poco, anche perché mi mancano spesso i riscontri. |
Re: Autosvalutazione
Non sono io a svalutarmi, sono gli altri (o per meglio dire le altre) a farlo :(
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Re: Autosvalutazione
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Re: Autosvalutazione
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Non sto parlando di lavoro, ma anche rapporti umani, bocciato, avanti il prossimo. Non generalizzo, ma la gente media pare essere cosi. |
Re: Autosvalutazione
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Re: Autosvalutazione
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Re: Autosvalutazione
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