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Dichiarare la resa?
Dopo tanti tentativi di ritornare ad una pseudo vita normale.. falliti.. e nonostante che si continui a volersi migliorare e ad uscire dalla propria confort zone ma ci sono sempre forze uguali e contrarie che ti respingono dentro.. non sarà forse il caso di dichiarare la guerra perduta e arrendersi a fobia sociale ed evitamento?
Tutt'al più dichiarare una tregua in attesa di tempi e condizioni migliori. Veramente ne vorrei uscire, ma non credo di avere i mezzi necessari per farlo. Quando ti disabitui ad uscire, a socializzare.. e questo per anni.. diventa molto arduo rientrare.. ci vorrebbe proprio un lavoro lungo e paziente che comprenda tutti gli ambiti, ma non so se me la sento di farlo. |
Come dicevo oggi, se a 18 anni esci poco magari e sei a zero con le donne o non esci proprio, devi iniziare a preoccuparti seriamente.
Di solito o attacchi bene con qualcuno alle superiori o dopo i 20 rimani da solo e devi trovare un hobby ma non è detto ti trovi compagnie. A 25 anni sei come dicono molti all'ultima spiaggia forse, in quel punto o la va o la spacca, ma è dura. Se ne esce? Non credo proprio. O hai tanta fortuna o vivi così o si potrebbe puntare con l'online ma è un'incognita. È come un calciatore che sta lontano dal campo per anni, riprendere a giocare bene poi è quasi impossibile. Io a 17 anni uscivo con l'amichetto di paese in bici, stavo alla tv e al pc nella maggior parte del tempo, pensavo ad altro, poi passano in fretta gli anni e ti rendi conto di stare a zero. |
Re: Dichiarare la resa?
Io non riesco comunque poi a star bene, il guaio è questo. So che la situazione non mi sta tanto bene, ma poi vedo che per riuscire a farmela star bene e modificarla è tutto troppo difficile, ed è comunque un'altra tranvata dolorosa sulle palle.
Da questa forma di malessere da vivo non ne esco e la consapevezza tanto decantata dagli psicoterapeuti a me non serve quasi a un cavolo, forse è utile ad altri, a me non serve a niente. Ci sono queste psicoterapie di ultima generazione tipo l'ACT che per me rappresentano solo l'ennesimo buco nell'acqua. Se fosse riuscita a starmi bene l'esistenza cosí come immagino che sia fatta, sarei stato bene già, è ovvio che non la accetto, è ovvio che non riesco a cambiarla, ed è ovvio che non sto bene così, ed infine è altrettanto ovvio che non funzionerà dirmi che la soluzione consiste nell'accettare tutto placidamente. Uno che mi dicesse 'ste cose mi sa che non ha capito comunque una mazza. Anche il ripetermele da solo alla fine non mi convince, so che ci sono queste forme di insoddisfazione, dirmi da solo che accetto certe cose quando poi so benissimo che non mi stanno bene, nel mio caso specifico è quasi inutile. Il tema comunque è interessante. Penso che alla fine se la propria esistenza la si giudica come inutile, e piena di cose che non interessano davvero, accettarla non ha davvero senso per me. |
Re: Dichiarare la resa?
Penso che, se il tuo approccio è migliorarti e forzarti a uscire dalla zona di comfort, dichiarare la resa sia un'ottima idea. Così facendo magari liberi energie e attenzione per focalizzarti sulle cose importanti della tua vita.
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Re: Dichiarare la resa?
Cercare di omologarsi alla massa e di cambiare interiormente assolutamente per rientrare in essa lo trovo controproducente, perché parto dal presupposto con dati anche alla mano che la società è piuttosto malsana e stressata quindi anche le persone che la compongono e vorrei evitare di diventare un altro ingranaggio.
Arrendersi suona male, in realtà penso sia utile fermarsi un attimo fare il punto della situazione e di se stessi e ragionare quando e quanto vale la pena provare x una determinata cosa. Io non potrei sforzarmi a situazioni sociali. |
Re: Dichiarare la resa?
La Loeken non parla di uscire dalla zona comfort, ma di allargare la zona comfort. Se proprio uno deve uscire, sicuramente le uscite devono essere brevi e dell'intensità giusta; esagerando si fanno danni. Nello sport puoi allenarti tutti i giorni, con il carattere non è chiaro come fare.
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Re: Dichiarare la resa?
mah io ormai non ho più la pretesa di trovare gruppi di amici, di fare la vita figa o di trovare la fidanzata.. le condizioni date dall'età e dalla situazione ti portano in modo naturale ad accettare anche cose meno eclatanti come andare a mangiar fuori con una persona, uscire la sera con la macchina o fare uno sport con una continuità più o meno accettabile.. il problema è che anche queste cose elementari stanno venendo meno a causa dell'ansia.
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Re: Dichiarare la resa?
Per dichiarare la resa bisognerebbe eliminare il desiderio che hai di socialità, e lo puoi fare per un periodo, ma ciclicamente ti tornerà lo stimolo a smuovere le acque, perché alla fine siamo animali sociali.
Io con le ragazze attraverso lunghi periodi di rassegnazione a brevi periodi di ottimismo. Su 365 giorni l'anno saranno una 20ina quelli in cui provo a fare qualcosa, dopodiché faccio il solito buco nell'acqua e torno alla mia abituale rassegnazione |
Re: Dichiarare la resa?
Mi sono trovato ieri sera a mangiare in una trattoria solo a 33 anni.la cosa più bella e che non me ne frega più niente.nella solitudine sto trovando la forza di vincere ansie e insicurezze.ma poi sono invalido ormai chisenefrega
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Re: Dichiarare la resa?
Ma poi una persona introversa finita in solitudine durante la pandemia e siamo tanti in questa società.da dove ricominciare che con la pandemia e tutto fermo.
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Re: Dichiarare la resa?
Io sono pure asperger se gli estroversi sono di più come entro in connessione con certe persone.
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Re: Dichiarare la resa?
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Sono a livelli ancora più bassi come anche il riuscire ad uscire tutti i giorni per qualche ora, per una passeggiata; l'avere costanza in stupidaggini come guardare una serie, un film o leggere un libro; il sostenere un lavoro come le persone comuni. Giusto questo. Per il resto non mi interessa più nulla da tempo di socialità, amicizie, rapporti, serate fuori ecc... Se non avessi problemi di soldi vivrei da hikikomori a tempo pieno senza troppi pensieri, e a quel punto probabilmente non dovrei più fare i conti non l'ansia e tutti gli altri sintomi delle patologie, l'uscire dalla zona comfort, il "fare cose normali". Dopo oltre 11 anni di terapie ecc. avrei tanta voglia di arrendermi e lasciarmi andare, ma anche in quel caso ci sono poi certe situazione che potrebbero avere conseguenze che non mi fanno stare tranquillo, non mi fanno dormire la notte, e poi i miei genitori finora non mi hanno permesso di arrendermi del tutto. Hanno più speranza loro di me, in cosa ormai non lo so. Io vorrei solo chiudere gli occhi e non svegliarmi più. |
Re: Dichiarare la resa?
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Re: Dichiarare la resa?
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A un certo punto le cose sono due: o accetti la cosa e la solitudine ti ammazza giorno per giorno o provi in ogni modo possibile e inimmaginabile a cercare compagnie.
Il problema è che compagnie serie mi pare parecchio complicato trovarne, quindi. Oppure fai come tanti che si prendono un partner qualsiasi, il primo che gli capita, e tirano avanti così, giusto per non stare totalmente soli, cioè tutto dettato dalla disperazione. |
Re: Dichiarare la resa?
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Re: Dichiarare la resa?
Quale battaglia? Quale guerra? Quale confort zone?
Tutti lottano per trovare la confort zone non per uscirne. Trovare la persona da amare per tutta la vita, il lavoro dove sistemarsi, la casa e tutto il resto. Sono poche le personalità avventurose che cercano in continuazione nuovi stimoli e spesso per questo sono emarginate perché incapaci di fermarsi di attraccare in un porto sicuro. Questa storia della confort zone mi fa sempre girare le palle soprattutto quando a farti la morale sono persone che per arrivarci hanno fatto di tutto, anche del male sottraendo la loro parte di confort da altri per impossessarsene, e poi un bel giorno ti fanno la morale "ah ma se vuoi cambiare devi uscire dalla confort zone!" Siano noi emarginati che ogni giorno lottiamo contro l'impulso di lasciarci andare e morire, la confort zone non l'abbiamo mai vista neanche in lontananza. |
Re: Dichiarare la resa?
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