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Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
Sento una continua "resistenza" nei confronti di qualsiasi cosa io non voglia fare, come se non avessi la capacità di rassegnarmi di fronte all'inevitabilità di alcune cose nella vita.
Il problema è che io non ho voglia di fare nulla che mi scateni ansia e praticamente tutto me la scatena. Finisce che qualsiasi cosa faccio nella vita, la affronto con la mente che ripete in loop "non voglio farlo, non voglio farlo, non voglio farlo" per ore, giorni, mesi, senza mai arrivare al punto di dire "tanto devo farlo per forza, quindi mi rassegno". No, io non mi rassegno mai. Lo stato di tensione iniziale non cala mai e resto in uno stato di resistenza, aspettando solo il momento in cui potrò finalmente smettere. Non abituarsi mai ed essere perennemente in resistenza comporta il vivere qualsiasi cosa in sofferenza perpetua. Forse è mancanza di capacità di adattamento, non so. A voi capita mai? C'è tra voi qualcuno che sperimenta questa sensazione? |
Re: Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
Mi rispecchio molto in quel che hai scritto. Alle volte penso di ragionare come una bambina viziata che non vuole fare quello che non piace, però non riesco a non impuntarmi e a fare di tutto per non farlo, anche attivando tutta una serie di comportamenti oppositivi peggio dei bambini piccoli. Cresce rabbia e insofferenza dentro di me che mi fa vivere la cosa molto male. Basterebbe prendere le cose più alla leggera, e invece...
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Re: Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
Capita pure a me, se devo fare una cosa che va contro la mia volontà e la faccio, penso sin da subito a quando smetterò e tornerò a casa, che sia una commissione o una cosa più importante, questo solo se ha a che fare con altre persone, se sono da solo sinceramente vado più sul sicuro e sono tranquillo e non faccio resistenze ovviamente.
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Re: Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
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Re: Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
E' relativa la cosa, a nessuno piace fare tante cose come pagare le bollette o perdere giornate per uffici e sportelli vari per sbrigare tediose pratiche burocratiche, o cose gravi come affrontare lutti e malattie. Però tutto va messo sul piatto della bilancia, se le cose spiacevoli sono bilanciate da una dose altrettanto elevata di cose piacevoli e gratificanti si affronta tutto di buon grado in vista di migliori prospettive. Talora le prospettive non ci sono e non c'è nulla al di la della cortina di nebbia a dare motivazione tutto appare non solo tedioso ma immotivato e privo di senso. Che poi nella gran parte dei casi è solo il gioco del bastone e la carota, ma se vedi una carota anche solo in lontananza e senti sempre di poterci arrivare continui a tentare, se non c'è nessuna carota di conseguenza non c'è nessun tentativo.
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Re: Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
come già detto da black hole sun è tutta una questione di ricompensa.
se sai che quella pratica, quella cosa burocratica, quella cosa noiosa poi ti porteranno un benessere allora lo fai più a cuor leggero. una giornata lavorativa pesante la affronti meglio se poi c'è la prospettiva che qualcuno ti aspetta a casa o a cena fuori o l'obiettivo di una vacanza. Se si hanno solo doveri e l'unico momento di divertimento è stare a casa su internet.. è una vita vuota.. |
Re: Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
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Ma cosa ho assunto per caxxxeggiare così... :D |
Re: Resistenza e difficoltà a rassegnarsi all'inevitabile
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