Scusarsi di avere un bisogno o una necessità
 

Vi capita mai di vergognarvi, sentirvi quasi a disagio o in colpa di avere una necessità o un bisogno? Magari pure in contesti o situazioni dove ci sono persone lì apposta per assistervi o offrirvi un determinato servizio?

Del tipo dare precedenza a un'altra persona che è lì come voi perché ritenete i suoi bisogni più importanti.

Oppure avere quasi vergogna a chiedere qualcosa per paura di disturbare, di far perdere tempo.

O ancora, scappar via ringraziando a spiegazione nemmeno conclusa, tenendo nascosti eventuali dubbi o domande, sempre per paura di disturbare l'altra persona, ritenendo evidentemente il suo tempo più prezioso del proprio.
Non parliamo poi di quelle situazioni dove quel che si può ottenere è numericamente limitato rispetto al numero di presenti e quindi vi può essere una sottile competizione : rinuncia immediata.


A me è capitato e capita spesso. Mi domando per quale motivo io arrivi ad annullarmi così tanto e a ritenere che i bisogni degli altri abbiano la priorità rispetto ai miei.

Re: Scusarsi di avere un bisogno o una necessità
 

Bè questi sono tanti sintomi di una cosa che hai già notato, cioè avere una bassa assertività e un senso di inadeguatezza. Il punto su cui lavorare è quello, poi non è facile.

Re: Scusarsi di avere un bisogno o una necessità
 

vale anche per me nonostante tutte le porte in faccia da diversi anni in qua mi abbiano parecchio cambiato. Ma resta il fatto che se qualcosa ci serve fosse anche l'approvazione di qualcuno oppure ci serve evitare il rifiuto diretto che ci metterebbe di fronte alla nostra inadeguatezza, ecco che lo si finisce col "pagare" esattamente nei termini che hai descritto.

Almeno così vale per me, per altri non so.

Sì, sempre

Re: Scusarsi di avere un bisogno o una necessità
 

Praticamente sempre ma più per vergogna e timidezza che per senso di inferiorità o di disturbo rispetto agli altri.

Re: Scusarsi di avere un bisogno o una necessità
 

Sì, sempre.
Più che scusarmi il mio è un vero e proprio blocco, forse uno dei maggiori che ho.
Se ho un bisogno, se ho un problema, se ho una necessità non riesco a rivolgermi a nessuno, neanche a quelle persone che, in teoria, potrebbero darmi una mano a risolvere la situazione.
(Per dire, ogni tanto vedo utenti sul forum che aprono un topic o ne utilizzano uno preesistente per chiedere informazioni su problemi che hanno, anche problemi semplicissimi, magari di natura tecnica per il computer o simili... per me fare una cosa del genere sarebbe già difficilissima, impensabile, mi tengo tutto dentro).
Ovviamente poi sono anche inabile a risolvere da solo i miei problemi o perlomeno la maggior parte dei miei problemi.
In questo modo finisco incastrato tra l'incapacità di chiedere aiuto e l'incapacità di aiutarmi da solo. Nella maggior parte dei casi aspetto che i problemi si risolvano da soli, cosa che a volte accade, a volte no.
Ed è questo a rovinare gran parte della mia vita.

Penso che a farmi cadere in questa situazione sia stata una predisposizione mia a non prendere l'iniziativa, rafforzata da una situazione familiare in cui i miei genitori mi hanno sempre lasciato nel mio brodo ad arrangiarmi e non hanno mai fatto quasi niente o nulla del tutto per aiutarmi le poche volte che mi sono rivolto a loro in cerca di aiuto.

Re: Scusarsi di avere un bisogno o una necessità
 

Anch'io sono titubante a chiedere aiuto sempre,normalmente mi capita di chiedere aiuto,ma se ci riflettiamo bene tutti possiamo avere bisogno,inclusi i normali,persino quelli ricchi.

Re: Scusarsi di avere un bisogno o una necessità
 

Ma se chiedete aiuto in certi sensi voi siete praticamente certi che lo riceverete e di non indisporre nessuno quando lo fate?

Io personalmente non sono persuaso che sia solo un blocco mentale e che basta seguire la massima del vangelo "chiedete e vi sarà dato".
Io talvolta rincuorato ho chiesto aiuto, ma non è capitato affatto che l'ambiente s'è dimostrato responsivo nei miei confronti.
Anzi ho chiesto e delle persone si sono incazzate con me, oppure è capitato che io chiedevo qualcosa e mi veniva dato tutt'altro.
A un certo punto uno si rompe le palle e non chiede più nulla di più di quel che aveva valutato di poter ottenere (in genere sono anche cose che a me non servono).
Come devo interpretare queste cose se non come una valutazione di demerito (in relazione a quel che sono ora) nel ricevere forme di sostegno, amore o altro da parte dell'ambiente?
Se chiedo poco e commisurato al mio valore mi viene dato, ma se provo a chiedere di più casomai avessi altri bisogni, mica mi comunicano che mi aiuteranno, in genere mi comunicano "chi ti credi di essere, fanculo! Fai da te, ognuno risolve tutto da sé! Impegnati di più perché ora non lo meriti affatto!".
Quindi la mia auto descrizione di persona immeritevole mica risulta scollata rispetto alle valutazioni sociali del merito.

Per questo non capisco cosa vogliono dire quando ripetono a un tizio che è lui a pensare o credere di non meritare amore o attenzioni e che il problema sia questo. Alla fine ê vero che cosí com'è ora non merita un cavolo anche per gli altri, il tizio dovrebbe cambiare e diventare questo e quell'altro per meritare di più, insomma deve riuscire a diventare questo e quell'altro per essere meritevole.

E grazie al cazzo, dico, questo si era già capito, ma qua il problema mica è costituito dal pensare di non meritare qualcosa o dal chiedere qualcosa a qualcuno e credere di non meritarlo, ma dal dover cambiare e diventare questo altro che risulta meritevole di certe forme di amore, aiuto e così via.