Originariamente inviata da XL
(Messaggio 2645423)
Però non capisco perché non potrebbe funzionare.
Supponiamo che sia vero che hanno più relazioni sessuali le persone con soldi, status e look, ora per il look che è sopra la media genetico non si può fare nulla ma per gli altri due parametrib e il look che dipende da altro si può cercare di favorire chi sta inguaiato e cercare di togliere a chi già sta messo bene.
Ad esempio un disagiato mentale avrà generalmente uno status di merda, bisogna cercare di spostare questi parametri in maniera tale che se un tizio non è preferibile per l'aspetto magari sarà preferibile per i soldi o lo status, poi se è falsa questa teoria dovranno pur esserci dei parametri che attirano su cui si può intervenire per ridistribuire in modo più equo anche le relazioni.
Lasciando da parte le utopie totali alla Houellebecq dove viene creato un nuovo tipo di essere umano secondo me qualcosa si può fare.
Ma il mio discorso è trasversale, se capita lo stesso nell'altro sesso, ci sono donne che nessuno vuole, che so, per l'estetica, non si possono prendere risorse dalla comunità togliendo a chi ha di più per aiutarle a curarsi meglio visto che da sole magari davvero non ce la fanno? Una donna che ha avuto la sfiga di essere pelosa quasi quanto un uomo per rendersi appetibile dovrà spendere un mucchio di soldi in cure aggiuntive rispetto ad altre.
Ovviamente se togli i soldi ad altre/altri riduci il loro mercato, se usi questi soldi per far curare meglio chi sta in coda aumenti le loro possibilità di relazionarsi e fare presa. Parlo di soldi, ma si possono pagare o fornire direttamente servizi e cure, sono queste cose che magari mancano.
Io non capisco, si dice alle persone che loro possono impegnarsi per diventare questo e quell'altro per essere piú appetibili, ma io vedo che in pratica il mercato resta bloccato, riescono in pochi, perché la comunità allora non potrebbe cercare di favorire questa cosa là dove le persone di ambo i sessi restano a secco e limitare l'abbondanza di alcuni parametri di quelli che già hanno avuto molto in tal senso?
Invece di pagare uno psicologo che convinca la persona a spendere soldi per altri servizi, perché non vengono pagati direttamente questi servizi? Certo che poi bisognerà spendere molto di più, e ridistribuire tutto in modo molto più marcato usando tutt'altri criteri.
Perché non misurare il benessere individuale da ridistribuire direttamente sugli obiettivi esistenziali finali invece che sui soldi o altro?
A me sembra sia più equo cercare di fare questo, se alla fine una donna riesce a riprodursi e avere relazioni mentre un uomo di pari reddito no, bisognerà cercare di lasciare iniqui i redditi per pareggiare i conti e permettere anche all'uomo di far presa, visto che a monte le cose funzionano così e non sembrano modificabili più di tanto.
Non varrà più la regola "eh ma quello ha di più in termini economici livelliamo tutto", quello ha di piú in termini economici ma di meno magari in altro, per ottenere lo stesso in termini di obiettivi finali probabilmente bisognerà rendere iniqui in una certa misura certi parametri che normalmente vengono interpretati come fonte di discriminazione. Non dico che si riuscirà a rendere perfettamente equo tutto, ma almeno si potrebbe riuscire a fare accedere a certe risorse chi oggi resta totalmente o quasi totalmente al secco.
Dei parametri, se non valgono quelli di queste teorie LMS dovranno pur esserci, l'idea che siano parametri che la comunità non può cercare di controllare in alcun modo perché "c'est la vie" non mi ha mai convinto davvero. Qua al più si può sostenere che non c'è alcuna volontà di rendere eque queste cose, e allora mi sta bene, ma se giochiamo al tutti contro tutti poi ci giocherò anche io. Non sosterrò più movimenti che sulla carta parlano di parità e poi magari trovano assurde altre cose.
Comunque se è vero che stanno aumentando gli incel, non si tratta di pochi disperati. Non staremmo qua a parlarne se fosse così.
La sinistra ha appoggiato in un certo periodo storico l'emancipazione femminile, ma oggi i problemi che si presentano sono altri secondo me e il fatto che sia rimasta fossilizzata su questo, su una visione ingenua e svincolata da certi fattori biologici e naturali che regolano a monte certe cose (che magari non possono essere corretti direttamente ma bisogna intervenire su altro per produrre delle forme di equità), finirà con l'autodistruggersi come già sta capitando.
Se un tizio ha un handicap non puoi renderlo normale, ma puoi agevolarlo in diversi ambiti per valorizzarlo socialmente e cercare di livellare il divario che viene a crearsi. È ovvio che se dai più risorse a lui dovrai toglierle a qualcun altro.
Diversi maschi sono simili ad un handicappato in ambito sessuale e relazionale, hanno minor valore, entrando in quest'ottica per pareggiare i conti non si potrà essere equi in base alla visione ingenua per cui partiamo tutti dallo stesso valore e quindi vanno unificati gli altri, un handicappato dovrà trovare lavoro più facilmente rispetto ad altri, ed è giusto che sia cosí perché già parte da un valore a monte minore in diversi ambiti.
Entrando in quest"ottica la parità di accesso ad ogni tipo di lavoro o reddito per tutti risulta una cosa iniqua. Un handicappato o dovrebbe guadagnare di più o dovrebbe usufruire di servizi e agevolazioni gratuitamente. Non si potrà dire "eh ma produce di meno perché ottiene di più?", ottiene di più perché c'è una iniquità a monte che andrebbe livellata.
L'equità non è una cosa che va di pari passo con la produttività, secondo me possono essere cose in antitesi. La parità tanto declamata da certe categorie perchè più capaci in termini produttivi, potrebbe essere iniqua se si analizzano le dinamiche relazionali che attribuiscono più o meno valore a questo o quell'individuo.
Un eccesso di iniquità secondo me può distruggere la società civile quanto un difetto di produttività, trovare un equilibrio non è semplice.
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