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Lavoro condizione di felicità o forzatura.
Dal momento che molti si lamentono di non essere felici di lavorare. Questa condizione secondo voi è causata perché vi manca una relazione sentimentale e allora di conseguenza trovate inutile lavorare, discorso diverso se avete una relazione la vostra vita correlata al lavoro vi renderebbe più felici?
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Di certo se avessi una vita relazionale appagante, mi renderebbe la giornata lavorativa meno amara.
Se devo lavorare otto ore al giorno, per poi tornare a casa e rimuginare su come ho una vita relazionale arida, se sono una persona che di questa cosa ci soffre, renderebbe il tutto più insofferente. |
Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
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Infatti quando verrà a mancare mio papà ho davvero paura perderò anche l'ultima motivazione che mi spinge a mantenere un immagine decorosa di me stesso... |
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Negli ultimi tempi...lavoro con maggiore fatica mentale....il motivo è il fatto che il lavoro mi ha fregato il weekend...e in quei giorni ci vado piuttosto malvolentieri...e l'idea che avrò sempre sabato e domenica occupati non mi piace per nulla e mi porta un bel po' di frustrazione.
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Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
Il lavoro mi porta fuori di casa e mi fa essere un po' attiva. Francamente vorrei avere un lavoro più tranquillo, con meno ore, ma purtroppo il mercato di oggi non permette di scegliere.
Sinceramente ha poco senso per me lavorare così tanto, visto che non ho nient'altro nella vita, per cui mi basterebbe fare molto meno. In futuro spero di ridurre, infatti. |
Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
Il lavoro è necessità e credo che con famiglia e figli sarebbe ancora più necessario.
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Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
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Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
Il mio lavoro non ha niente a che vedere con la mia vita sentimentale. Anche se fossi completamente appagata dal punto di vista sentimentale continuerebbe a non piacermi il mio lavoro.
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Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
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Sinceramente se la mia vita continuerà così credo che leggerete di me perchè farò come il Gianfry che viveva in Val Grande: https://www.avventurosamente.it/xf/t...a-natura.4196/ |
Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
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La qualità dell'aria, per esempio, che, secondo le rilevazioni della Carovana delle Alpi di Legambiente sulle concentrazioni di ozono, è "pessima”: il secondo valore più elevato di tutto l'arco alpino. Sembra paradossale, per un'area selvaggia e disabitata, ma come spiega Amelia Alberti, presidente del Circolo Legambiente di Verbano, «le brezze spostano facilmente l'ozono nelle zone alpine, dove è più persistente e meno degradabile, proprio a causa dell'aria più pulita. L'altissimo valore medio di concentrazione in ozono in Val Grande è il risultato dell'inquinamento delle zone di pianura urbanizzate e industriali, vicine e lontane. Non esistono più isole felici»." :(:(:( |
Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
Assolutamente no. Per me, per la mia personale situazione, il lavoro è un male a prescindere. Le motivazioni non hanno nulla a che fare con le relazioni sentimentali, di cui non sono ossessionato.
Riguardo le relazioni poi, conoscevo una persona che, guarda caso, diventava più insofferente verso il lavoro quando cominciava a frequentare qualche nuova ragazza. Il motivo stava nel fatto che il lavoro rappresentava un intralcio in quei momenti. Il lavoro dura troppo. Troppe ore. Ogni giorno. Certo, poi con il passare del tempo, la gente nel lavoro trova una via di fuga da mogli, mariti, figli, dalla noia e dalla stessa casa di cui pagano il mutuo, perchè "stare a casa è deprimente". Io sono il loro opposto. |
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Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
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In quanto, oltre che alla tua persona, devi anche tener conto della tua famiglia, quindi ad esempio ad abbandonare un lavoro che non piace o dove non ci si trova bene ci si dovrebbe pensare tre volte in più... A me il mio lavoro piace, e il lavorare (ovviamente non ad orari insostenibili) lo trovo anche un buon modo per non pensare ad i propri problemi, ovvio che uno deve bilanciare sia il lavoro che il tempo libero.... Non ho mai fatto un collegamento, a livello di motivazioni, fra il lavorare con più o meno serenità in caso avessi una compagna..... |
Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
Non ha senso lavorare se non si ha una vita*. Perché così ti prendi solo il brutto (il lavoro) senza mai una gratificazione.
*Vita intesa generalmente come famiglia propria, ma può essere anche amici, passioni, sport, fede, etc. |
Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
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Re: Lavoro condizione di felicità o forzatura.
Neanche per me questa situazione è collegata alla mia (inesistente) vita sentimentale. Certo, se almeno da quel punto di vista avessi delle soddisfazioni il tutto mi peserebbe decisamente meno e troverei delle motivazioni per andare avanti o almeno per resistere, ma arrivato a 34 anni con 17 anni di lavoro (che non mi è mai piaciuto) sulle spalle e con un vuoto relazionale immenso non ho davvero più la voglia e le forze per andare avanti.
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