riflessioni etiche e filosofiche
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Discussione interessante!
Per rispondere alla tua domanda, c'è una teoria nel mondo delle scienze mediche secondo la quale il nostro libero arbitrio sarebbe una illusione. Le scelte che facciamo sono quasi predeterminate dagli eventi che viviamo, le quali ci formano in un determinato modo. Così ci appassioniamo a qualcosa che era inevitabile ci appassionassimo, e di conseguenza leggiamo ciò che era inevitabile leggere. Se tutto ciò fosse così, allora si potrebbe dire che non è il libro ad influenzarci, ma siamo già stati influenzati dalla vita stessa che abbiamo vissuto, e quindi il libro letto è solo una manifestazione di quello che sono le nostre tendenze. |
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Nella seconda ipotesi, magari il libro non ti piace, e c'è qualcosa nella copertina che può richiamare a un tuo modo d'essere plasmato dalla vita! |
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Certe persone sono più sensibili a vari stimoli "emotivi" altre meno... a volte conta molto anche l'abitudine. Per quanto mi riguarda i libri (film, videogiochi) horror o negativi non incidono particolarmente sul mio pensiero. |
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Re: riflessioni etiche e filosofiche
Gli antichi greci credevano nel valore catartico e apotropaico del dramma.
L'horror non è altro che questo. A chi piace il genere può solo fare bene, aiutando a tirar fuori dell'ombra, e quindi a integrarla, junghianamente. edit: certo, c'è il rischio di farsi influenzare negativamente se si è in uno stato mentale poco stabile già di suo. Ciascun adulto ha la responsabilità di conoscere sé stesso e i propri bisogni di esplorazione narrativa, per poterli meglio soddisfare; fai bene a star lontano dagli horror se ti causano turbamento. |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
Io sento che l'horror (fatto bene) sia il genere che più mi porta a fare riflessioni su me stesso, in quanto spesso il tema è una fragilità personale che viene affrontata od esternata tramite mostri, paure ed insicurezze.
Poi vabbè, Pasolini disse una frase in cui mi rivedo molto "Io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati un piacere, e chi rifiuta di essere scandalizzato è un moralista, il cosiddetto moralista" , per cui anche le cose più estreme/strane le cerco per il solo gusto di scandalizzarmi, anche se in effetti spesso questa cosa è trasversale al genere. Che in qualche modo è anche questa una riflessione su sè stessi :ridacchiare: |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
Non frequento il genere e faccio molta fatica a capire chi si diletta o prova piacere (sempre che sia una questione di piacere) per narrazioni o immagini appositamente costruite per generare brivido, terrore, raccapriccio. Il massimo dell'incomprensione, da parte mia, è quando si tratta di prodotti splatter, fatti di corpi martoriati, macellati, esposti nella loro interiorità più brutale.
Ma mi rendo conto che forse è un limite mio. E anche se non comprendo, non mi ergo a giudice di chi è appassionato del genere, e penso che ognuno abbia diritto di consumarlo. Per quanto riguarda il rischio di generare emulazioni, mi limito a notare che da decennî, almeno secondi i dati nudi (che sono diversi dagli allarmismi creati dai media e dalla percezione dei singoli), tutti i crimini violenti sono in calo, e questo a fronte di una sempre maggiore libertà d'espressione nel genere horror. |
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E secondo me dipende anche sempre dal tipo di persona che si è e dalle proprie convinzioni.
Per esempio, se io non credo al sovrannaturale in che maniera può incidere un film dell'orrore che parla di fantasmi? Direi in nessuna maniera. Magari se invece sono uno che crede ai fantasmi magari invece potrebbe influire sulla percezione che ho di questi Ergo, si parla sempre di soggetti piuttosto che oggetto (film in sé, horror in se stesso). |
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Comunque, indimenticabile Cattivik (se ho colto la citazione) :D |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
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Oppure mi viene in mente Babadook in cui è vero che c'è un mostro cattivo, ma esso rappresenta la depressione. Nel senso, in un film horror fatto bene il mostro o la cosa spaventosa non è che la superficie di ciò di cui parla il film. (poi chiaramente esistono film horror senza sostanza sotto, e quelli tendenzialmente non mi garbano) |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
sono una fruitrice del genere horror in ogni sua manifestazione ( film, libri, etc ) da quando sono piccola. Horror anche estremo, indipendente, sporco, fortemente splatter, sadico, etc.
L'horror lo uso principalmente per rilassarmi. Mi scarica, mi riequilibria. Ha un effetto benefico e mi calma. Quindi no, non credo che ( su persone mediamente sane e non fortemente influenzabili ) un genere come questo possa influenzare negativamente. |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
Il vero libro dell'orrore è quello che racconta la verità e il mondo che sta attorno a noi, gli horror (che siano libri o film) sono praticamente fantasy. Non sono mai cosí squallidi quanto la realtà.
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Re: riflessioni etiche e filosofiche
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Personalmente riguardo all'horror ritengo che sia pregevole quello che spinge riconoscere l'orribile nella realtà quotidiana, che si fa metafora e mette in guardia sulla "anormalità" della "normalità". Quello che ammucchia passaggi truculenti giusto per fare scena lo trovo privo di valore. |
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Re: riflessioni etiche e filosofiche
E' un tema su cui non avevo mai riflettuto.
Ho fruito tantissimo horror per anni, ma negli ultimi anni, in cui ho cercato di concentrarmi su valori positivi, ne ho fruito meno, per motivi casuali credo. Non credo che ci sia una correlazione. Non è facile rispondere, e la risposta "è soggettivo" è probabilmente la migliore. Comprendo la sensazione di non voler guardare horror per non esporsi a troppi pensieri negativi. Penso che l'ideale sia dare pieno sfogo al proprio desiderio di emozioni positive e riflessioni su valori positivi, in altro modo, e in abbondanza, ma allo stesso tempo, se piace il genere horrror, è bello goderne perché, come ha detto Edwin, è un gran genere artistico che offre tanti spunti. |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
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effettivamente l'ultimo libro del genere che ho letto non è stato esattamente botta di ottimismo. https://images-na.ssl-images-amazon....1qaEoVUzaL.jpg |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
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Re: riflessioni etiche e filosofiche
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L'etichetta di "guru" di solito è eteroattribuita. Perfino io me la sono beccata qualche volta. Io. Che mi sono dovuto diplomare al serale e che sono riuscito a mandare a puttane una vita a livello di difficoltà "facile in maniera imbarazzante". J. B. Peterson è una persona molto analitica. Ho passato mesi a cercare confutazioni alle sue teorie (che non mi piacevano, essendo io totalmente agli antipodi rispetto al conservatorismo) e ti assicuro che non ne ho trovate. Forse nel video del dibattito con Zizek, che non sono riuscito ad ascoltare mancando i sottotitoli. Comunque è anche capace di ammettere un cambio di idea se gli viene dimostrato. Cosa non facile perché comunque non è uno scemo qualsiasi che un giorno si è svegliato e ha deciso di insegnarci come si vive, ma è un ex professore che prima di insegnare a Toronto ha avuto esperienza ad Harvard, ha un PHD, ha fatto ricerche importanti sull'alcolismo e il suo h-index è di 55. https://scholar.google.com/citations...22UAAAAJ&hl=en Va ascoltato con senso critico, ma merita attenzione e se si vuole criticarlo merita una non semplice analisi dei testi e riferimenti che cita di continuo. Difficilmente afferma qualcosa senza citare i riferimenti. Anzi, dovrei aprirgli un thread. Il libro, ti dirò, può esser perfino superfluo se si considera che alla fine tutto il suo contenuto lo mette online. Però alcuni aneddoti extra, tipo cosa vuol dire vivere in un posto dimenticato da Dio dove nelle giornate d'inverno la temperatura è a -40° (e la notte, beh lasciamo stare la notte), valgono il prezzo completamente. Ah e se non lo vuoi vedere incazzato, ti mando un link di un video che a me ha fatto piangere da quanto è commuovente: |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
Guru : fobia sociale = bluepillato : forum dei brutti
E ho detto tutto. |
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Anche io non concordo al 100% con quello che dice ma offre spunti di riflessione interessanti che uno può “cucire” su misura sulla propria persona e ragionarci su… Non è che per forza se uno segue certi contenuti debba vedere come un semidio L’ autore di essi…o quantomeno per me è così (ovviamente se escludiamo da questo discorso muttley e Germano Mosconi, lì si supera il concetto di divinità stessa) |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
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Invece subisco la fascinazione di roba di scienza, fantascienza, avventura, esplorazione. |
Jordan Peterson può essere interessante se considerato nel suo campo di indagine, ovvero la psicologia. Anche qui, a volte trovo che sconfini troppo in pseudoscienza, ma tutto sommato, su quello che dice ci si può anche costruire una riflessione.
Quando però si mette a parlare di mascolinità, di politica eccetera, è molto bravo a dire tanto per non dire nulla. Quando viene colto in flagrante, si sa difendere con "non hai capito il senso del messaggio!", difesa che riesce ad avere proprio perché usa tante parole e logiche circolari per non dire nulla di nuovo, alla fine. |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
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Le somiglianze? Eccole: a) Pretesa di universalizzazione a partire dalla propria esperienza (guru: "se va bene a me, buona camicia a tutti", RP: "va male a me e andrà male anche a voi, a meno che non siate superman, il resto è coping"). b) Denigrazione di chi non accetta la suddetta universalizzazione (guru: "se non hai successo seguendo i miei consigli è colpa tua che non ti impegni abbastanza, abbiamo tutti le stesse possibilità e valgono gli stessi presupposti per tutti", RP: "io possiedo la verità universale e quindi vale anche per te, se non sei d'accordo sei un BP o comunque un ottuso che non vede l'evidenza"). c) E soprattutto, accettazione supina di certe dinamiche sociali come "naturali" e pertanto immutabili (il guru le vede positivamente come "la via" da seguire, il RP negativamente come una condanna biblica, ma entrambi le considerano alla stregua di leggi fisiche come la gravitazione universale). |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
Chi non si allinea con la pensée unique del pessimismo estetico sul forum dei brutti e, parimenti, chi non si allinea col pessimismo esistenzial-disfattista per cui tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia su fs, viene "categorizzato" (si sono pure inventati dei termini specifici) ed additato al pubblico in quanto elemento di "disturbo", si organizzano shitstorm virtuali al suo indirizzo e si intentano azioni di ban (una su tutte, senza dire quale ma credo sia ancora noto, fu quanto di più artificioso e tirato per i capelli mi sia capitato di vedere).
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Re: riflessioni etiche e filosofiche
Si riferisce a Liuk, suppongo.
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Nel suo caso, aveva ammesso lui stesso di essere qui da "esterno" al forum e spesso e volentieri aveva l'atteggiamento tipico dell'uomo appena uscito dalla caverna platonica, pronto a comunicare la sua "verità" dall'alto di un bel piedistallo di consuetudini sociali spacciate per leggi inesorabili. Per non parlare di certe uscite volutamente provocatorie (e lui stesso ammise che ci marciava un po' su certe provocazioni), tipo quando diceva di aver fatto leggere ad alcune sue colleghe alcune problematiche del forum, riportandone con compiacimento le relative perculate. E lasciamo stare il motivo per cui è stato bannato a vita (multiaccount). Non proprio il miglior esempio per difendere i "guru", direi. Poi che possa essere stato biasimevole il fare branco contro di lui e attaccarlo sul personale (se e quando è stato fatto), è altro discorso. |
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A questo c'é l'ulteriore trait d'union dell'ostracismo che entrambe esercitano verso chi la pensa diversamente (ovviamente in questo forum in forma molto blanda rispetto a quello dei brutti). |
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E di ostracismo qui non ne vedo, almeno non indirizzato sempre unilateralmente da un gruppo verso un altro. Casomai, quando si verifica, è un po' una guerra per bande o guelfi vs ghibellini con adesioni più "ideologicamente" convinte e altre meno (magari per simpatia o maggior frequentazione con un certo utente). Inoltre gli argomenti di discussione e divisione riguardo a prospettive più o meno pessimistiche cambiano, e con essi gli "schieramenti" dei diversi utenti: chi è pessimista riguardo al lavoro magari non lo è riguardo al trovare partner, e viceversa, così come ci può essere chi vede come principale problema, ai limiti dell'insolubilità, il trovare amici, oppure l'indipendenza dall'influsso dei genitori, e così via. |
Esistono parole di uso comune che comunque non fanno l'idea del classico "volgo"... Secondo me di può benissimo usare un linguaggio colloquiale anche per esprimere concetti impegnativi.
Anzi, è indicato. Il tecnicismo lo possiamo lasciare agli addetti ai lavori che discutono tra loro. |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
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"Ovvero" usato per dire "oppure" non l'avevo ancora sentito! L'ho sempre usato con la funzione esplicativa. Non mi sono mai posto il problema della ricercatezza fine a se stessa, semmai mi interessa arricchire il mio vocabolario sia per variare il lessico sia per esprimere meglio i concetti. Ah ecco, forse un po di giramenti di testa venivano quando mi capitava di ascoltare gli interventi di Diego Fusaro! :miscompiscio: una cosa è certa, il linguaggio "alto" può dare una carica di comicità ai discorsi se usato bene |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
@Eracle
@MoussakaChaos94 A proposito! Mi è appena venuta in mente la divertentissima imitazione di Crozza del prof. Locatelli :D:D:D (la potete gustare appieno se conoscete Locatelli, in pratica la satira riguarda proprio il suo linguaggio molto formale). |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
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Re: riflessioni etiche e filosofiche
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Andando un po' più nel generale, da filosofo non posso che ricordare un bel passo del "Gorgia" di Platone, nel quale Socrate dice: "Sono convinto, Gorgia, che anche tu hai esperienza di molte discussioni e che hai osservato questo: non è facile che gli interlocutori, sulle cose intorno a cui hanno intrapreso a discutere, sappiano risolvere la disputa, avendo ben definito i loro punti di vista, insieme, e gli uni e gli altri, imparando e insegnando. Anzi avrai osservato che, se c'è qualche punto in cui si trovano in disaccordo, e se l'uno non ammette che l'altro parli con esattezza o con chiarezza, si infuriano, e ciascuno crede che l'altro parli per invidia, volendo a ogni costo avere ragione, anziché procedere all'esame della questione proposta nella discussione [...] Dunque, se anche tu sei di quel tipo di uomini a l quale appartengo, ben volentieri ti interrogherei, se no, lascerei stare. A che tipo di uomini appartengo? A quel tipo di uomini che volentieri si lasciano confutare, se dicono qualche cosa non vera, e che volentieri confutano, se altri dice cosa non vera, e che, comunque, si lasciano confutare non meno volentieri di quanto amino confutare". La solita calma olimpica di Socrate, lui non si incazza mai :D |
Re: riflessioni etiche e filosofiche
E' un aspetto che viene definito metodologico. La premessa metodologica di qualsiasi conversazione razionale, oggi diremmo scientifica.
Una delle caratteristiche dei dialoghi platonici è proprio il rigore con cui Socrate sollecita al dibattito razionale, logico etc. Poi vabbé le teorie platoniche sono molto discutibili (anche perché son state scritte tipo 2500 anni fa :D ) Però appunto il rigore spietato dei dialoghi è una cosa che colpisce sempre. |
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