Calcio e desolazione
Ciao a tutti,
è da un bel po’ che manco su questo forum. L’ho frequentato al culmine di un periodo per me decisamente buio e che mi affossò non poco. Per fortuna ai tempi trovai la forza di reagire lavorandoci tanto su. Ora certo, sono lontana dagli abissi di quei tempi, ma ogni tanto mi ritrovo ad affrontarne gli strascichi. Alcuni riesco a gestirli, altri invece mi travolgono, come quello appunto di stanotte. Premetto che prima di cadere nel buio avevo curiosità, vitalità, voglia di fare, tutte cose che nel corso del tempo si sono assopite e ora mi ritrovo, a seguito del mio percorso, ad essere molto più spenta di allora. Ma capita che alcune volte qualcosa riaffiori…la voglia di condividere, di sentirmi parte di qualcosa, di non sentirmi sola come, invece, è successo dopo la vittoria dell’Italia ieri sera. Il calcio mi interessa zero, non a caso ieri non ho seguito la partita ed ero tranquilla così. Alle prime urla dall’esterno, invece, ho iniziato a avvertire che qualcosa si stava smuovendo. Un senso di solitudine accennato che man mano che i festeggiamenti crescevano diventava sempre più devastante. Da lì è stato un precipitare di desolazione e pianti. Volevo stare là fuori anch’io, festeggiare con amici che non ho, sentirmi coinvolta. È evidente che il calcio è solo il simbolo di un qualcosa che fa scattare il malessere dormiente. Ma perché anche un qualcosa di cui non mi importa lo fa scattare? Come convivere con questo senso di perenne solitudine? Come fare che il cervello continui a ossessionarsi su questo? C'è un conforto in tutto ciò? Scusate la lunghezza del post, ma qualsiasi vostra opinione potrebbe essere d'aiuto. |
Re: Calcio e desolazione
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Per quanto riguarda le altre: si convive con la solitudine chiudendosi in se stessi, ma noto sia una cosa che pochi riescono a fare in maniera efficiente senza sperimentare una quantità tale di rodimenti interiori da renderla una strategia a medio termine totalmente errata in termini di benessere psicologico. Oppure si cerca di reintegrarsi nella società in qualche maniera, con tutte le difficoltà che comporta il tentare di fare ciò per chi ha problemi caratteriali che influiscono sulle capacità relazionali. Non credo ci siano realmente dei conforti che consentano di non affrontare la questione in questi termini, a meno che non si sia portati a raccontarsela pesantemente. |
Re: Calcio e desolazione
Se la solitudine è subíta e non scelta, è segno di salute mentale soffrirci per queste situazioni. Chi viene invitato alla partita e, in assoluta libertà deliberatamente rifiuta, sta in casa ma non ci soffre mica.
Considerazione piuttosto ovvia, ma non é così scontato essere obiettivi sulla propria situazione di solitudine, e capire quanto davvero si può/poteva fare per evitarla, quanto la si vuole, quanto si può solo prendersela con gli altri e la vita perché non dipende/è dipeso da noi. Valutazioni soggettive, che andrebbero fatte con più oggettività possibile. |
Re: Calcio e desolazione
Non so se ti siano capitate occasioni in cui eri immersa in contesti simili, ma se ti fossi trovata li con gli altri a festeggiare, ci saresti riuscita a coinvolgerti?
Quello che hai descritto lo capisco molto bene, per quanto mi riguarda non ci soffro poichè so che se mi capita occasione, a lasciarmi andare e godermi quel momento di convivialità isterica:D, ci riesco...certo non a certi livelli da estroversone doc, ma almeno ci riesco in un modo che a me soddisfa. Io credo che molto dipenda dalle insicurezze, lasciarsi andare quando si è tutti presi a non far trasparire le proprie insicurezze all'esterno, è impossibile. |
Re: Calcio e desolazione
ciao Paz, questo nick non mi è nuovo, sei per caso quella Paz che ho conosciuto nel 2015?:interrogativo: Se si ciao e ribenvenuta, seppur in un momento non felicissimo da quel che leggo.
Se non sei tu, scusa, divento anziana e non ricordo più bene le cose:miodio: Quello che scrivi è normalissimo, anche io ieri sentendo le trombette e trovandomi in un periodo per nulla piacevole, ho sentito disagio e voglia di essere altrove, di aver qualcuno con cui festeggiare, ho ricordato altri momenti calcistici in cui ero in giro con altri. Si, se la solitudine non è voluta anche la minima cosa fa male. In uno stato mentale migliore probabilmente si sarebbe pensato solo a :" che palle domani devo lavorare ma quando la smettono questi?":interrogativo: Questo per dire che la tua è una sensazione di tanti. |
Re: Calcio e desolazione
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Re: Calcio e desolazione
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Re: Calcio e desolazione
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Mi dispiace leggere che che anche per te non è un bel periodo, ci eravamo lasciate con tanti propositi e speranze. Sei di nuovo qui per caso? Ti dirò che il fatto di essere una "sensazione di tanti" mi fa sentire meno sola. Forse anche questo è un conforto. Il forum è stato sempre un rifugio per me e il poter parlare qui di problemi che fuori devo tenere nascosti è liberatorio. |
Re: Calcio e desolazione
Non mi capita da un bel po', da un fatidico capodanno passato in casa...
Potrei stare male in due casi: -per colpa di una ragazza -per colpa di un amico che mi tira il bidone In entrambi casi tengo sempre almeno una bottiglia di alcolici in casa e credo affronterei così il disagio (non vuole essere un consiglio) |
Re: Calcio e desolazione
Forse riprendere la terapia?
"Forse rifiuterei comunque", ma non è detto che sarebbe una scelta libera. Se si rifiuta a causa del proprio disturbo evitante, o per altre cose che non puoi controllare per scegliere con libertà, la sensazione di subire è la stessa. |
Ho seguito la finale...perché cmq mi piace il gioco del calcio...però nemmeno io mi sentivo troppo coinvolto...con festeggiamenti e baldorie varie. Non dico che mi sia dispiaciuto della vittoria dell'Italia, però è finita lì, nel senso che non m'interessava proprio andare a festeggiare per strada.
Alla fine che l' Italia abbia vinto l'Europeo a me personalmente cambia zero nella mia vita...non mi vengono ne soldi o altri bonus in tasca..ma sono sempre lo stesso che continuerà la vita di prima. A proposito, per me il vero evento di questa settimana....è un evento strettamente personale..ovvero dopo un anno e mezzo finalmente ritorno a farmi un'uscita per conto mio in un'altra regione. Personalmente ritengo che possa avere più valore un evento insignificante come questo...che una vittoria dell'Italia agli Europei che porta poco o nulla alla mia vita. |
Re: Calcio e desolazione
Ho provato lastessa sensazione come tanti un momento di aggregazione da passare da solo a casa.grnera malinconia.la festa e durata 2 ore per pandemia e assembramenti.il concetto e che una solitudine imposta dal nonaver creato rapporti solidi amicizie Sfumate.non e la solitudine di uno che quando vuole esce.sabato sono uscito dopo un anno insieme a sorella e fidanzato.e stata una sensazione che non provavo da un anno.era il secondo sabato di zona bianca ma e stato bellissimo.
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Ero con conoscenti davanti a un maxischermo vicino casa senza alcuna emozione né durante la partita né dopo, pensavo a Wembley così imponente come stadio mentre col pensiero ero sugli spalti di un'arena polverosa e dimenticata nel pieno della corrida, a identificarmi col toro che non può fare a meno di buttarsi continuamente nel vuoto, ormai il brivido dell'estasi del nulla come unica terapia alla vita.
Non c'è speranza per nessuno. |
Re: Calcio e desolazione
Io non ho particolari consigli.
Una cosa che posso pensare di proporre è di sviscerare queste emozioni, anche negative, per instillare una goccia di cambiamento, capire quanto valore ha il rapporto con gli altri. Intendo dire, riconoscere di avere una spinta verso la socialità, riconoscere il fatto che sta mancando, per sfortuna o evitamento, non è il caso di giudicarsi. Questo probabilmente può dare un turbamento maggiore, però secondo me permette di comprendere l'importanza di una dimensione della vita che in molti di noi è poco sviluppata. Essendo convinti di ciò, qualche piccolo passo verso quella direzione può venire più naturale. |
Re: Calcio e desolazione
Io ho provato il nulla assoluto. Non mi è mai piaciuto particolarmente il calcio.
Poi non mi sono mai identificato particolarmente con l'Italia nella mia vita. Ci sono altri paesi dove probabilmente avrei vissuto meglio |
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Re: Calcio e desolazione
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Re: Calcio e desolazione
perchè vivi un conflitto tra il ritiro sociale e il condividere con gli altri altrimenti che disturbo sarebbe?:D
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Re: Calcio e desolazione
La serata di domenica è paragonabile al Capodanno. Stare soli a Capodanno è molto difficile, quindi è normalissima la tua reazione.
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Re: Calcio e desolazione
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Anche perché capita ogni 15/25 anni di media (e per fortuna non siamo inglesi), quindi è stato bello uscire. Sono un fobico strano, a me piacciono fuochi d'artificio e botti, inoltre apprezzo il casino che si crea in serate come quella di Capodanno. Se avessi un gruppo di amici lo festeggerei ogni volta alla grande. |
Io non sono uscito
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Re: Calcio e desolazione
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Anche io come te Paz ho provato quasi tutte le sensazioni che hai descritto, man mano che si avvicinava la fine della partita è già fuori stavano iniziando a sentirsi suoni di clacson e di trombette ecc, stava per aumentare dentro me, un senso di tristezza, desolazione e di vuoto interiore.
Perché lucidamente mi rendevo conto di quanta solitudine e poco senso di appartenenza con le persone e a tutto ciò che mi circonda vivo la mia esistenza , perché a parte i miei familiari e alcune persone e gruppi virtuali che frequento non avevo nessun altro con cui condividere questo momento di gioia ed enfasi collettiva. Nonostante non seguo più il calcio con la passione e l' emozione che mi dava da ragazzo quando guardavo una partita in tv e e quando alcune volte ne avevo occasione di praticarlo anche se ero abbastanza scarso però , ma almeno era un modo per aggregarsi insieme ad altri, per socializzare , divertendosi, passando quelle due tre ore dimenticandosi dei problemi e delle difficoltà che avevo. Anche nel 2006 è più o meno andata in questo modo perché pure allora stavo per ficcarmi dentro un buco nero senza che me ne rendessi conto, chiudendo quei pochi rapporti sociali che avevo in quel periodo. Avrei voluto andare fuori a festeggiare Domenica con tutti, a gridare Forza Azzurri , Campioni d'Europa proprio per sentirmi almeno ogni tanto nella vita parte di qualcosa come fanno tutte le persone normali e invece no non ci riesco, mi sento sempre bloccato e inibito dalle mie paure e complessi che ho accumulato negli anni a furia di evitare i rapporti sociali e la gente. |
Re: Calcio e desolazione
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Poi sul fatto di rifiutare comunque non so più nemmeno io dove finisce la paura di affrontare gli altri e dove inizia la mia voglia di fare. Quote:
Tanto insignificante non mi sembra l'evento che dici, anzi complimenti. Ricordo ancora quanto mi mettevano ansia le prime uscite da sola. Invece ora sono la normalità e, forse, è proprio per questo che non riesco più ad apprezzarle fino in fondo. |
Re: Calcio e desolazione
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Re: Calcio e desolazione
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Re: Calcio e desolazione
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Non sono uscito perché non mi piace stare in mezzo al casino , ho proprio il timore di quelle situazioni, e poi dovevo svegliarmi molto presto
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Re: Calcio e desolazione
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Re: Calcio e desolazione
Io allo stadio, quando si poteva, ci andavo anche da solo. E mi manca pure [emoji22]
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