E se l'esperienza non esistesse?
Cioè, se ogni attività o cosa che intraprendiamo fosse effettivamente un susseguirsi di eventi irripetibili...allora mi sa siamo proprio noi ad essere inadatti ad affrontare la realtà quotidiana.
Mi sono fatto questo pensiero perchè è ricorrente che attribuisca la mia incompetenza a vivere fuori col non "aver vissuto". |
e per forza se non vivi:| Guarda che e' tta una sega mentale che pian piano diventa enorme piu' ti tiri indietro di fronte alle difficolta' con la gente.Queste cose che pensi son solo stronzate.E' cosi.Non siete inadatti,ognuno ha le sue capacita', e' che qua la gente si sottovaluta,questo e' il loro problema.
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L'esperienza esiste.....e per noi è tutto. Siamo inesperti del vivere le situazioni sociali e diamo la colpa a noi stessi come se fossimo inadatti.
E' come la corsa.....uno può essere convinto di non riuscire a fare una maratona, ma in realtà basta l'allenamento |
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Re: E se l'esperienza non esistesse?
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Saluti... Bri |
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con alcune persone (le più "rilassate", pazienti, "open minded", espansive o viceversa a loro volta un filo timide) le mie paure non affiorano o affiorano molto difficilmente. E quindi riesco a comunicare... |
L'esperienza esiste, per fortuna. Strumento necessario per non ricadere in errori passati, ad esempio.
ciao rob |
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"Un giorno più vecchio, un giorno più saggio." |
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Esiste ed è importantissima, ma le situazioni sociali non sono sempre uguali, ma cambiano da caso a caso e richiedono approcci diversi.
Una persona normale comincia da ragazzino ad immagazzinare nella sua mente schemi ed esperienze relative a migliaia di situazioni sociali differenti che affronta, e ogni volta che gli ricapitano non si trova perso e spaesato perchè sa come comportarsi. Anche se poi diventa fobico questo 'database' potrà usarlo nelle situazioni in cui non è limitato. Se tu non hai immagazzinato queste esperienze e imprinting mentali a suo tempo, ovvero infanzia e adolescenza, quando la mente era più flessibile e si stava formando, per me recuperare è difficilissimo, infatti anche chi ha fatto esperienza successivamente, quando cambia contesto sociale si ritrova in difficoltà. |
la realtà quotidiana è sopravvalutata
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l'esperienza dove l'ho messa? avrò la memoria a breve termine...e in effetti è così...non mi ricordo quasi nulla dei discorsi che facevo a 15-16anni...ho fatto tabula rasa! dicevo talmente tante cretinate che nessuna era degna di essere messa in nota... mi veniva da dire all'amica "mamma ti voglio bene" e le dicevo "mamma te voglio bene"... bah...io sono convinto che forse l'estroversione non si dimentic adel tutto...e difatti se ho un argomento sotto mano riesco a districarmi ancora abbastanza bene, riesco a fare battute, riesco a provarci con una ragazza in modo scherzoso (anche se in altri momenti subentra la parte + introversa e mi blocco) o in modo sicuro ecc...ecc... ma il dialogo....ecco il DIALOGO se non lo alleni per gran parte della tua vita io sono dell'idea che ti dimentichi...almeno questo è quello che è successo a me...DAL FARE MONOLOGHI LUNGHI 1 ORA TIPO ZELIG E COLORADO CAFè negli ultimi tempo non sarei capace di dire frasi più lunghe di 20 secondi.... |
Mi lascio un po' andare in questo pensiero serale, spero di nn essere internato o frainteso! ;)
Il fatto è che a volte mi viene da pensare che sia la nostra stessa vita a non esistere veramente, che la Realtà stessa non esiste! Voglio dire: come facciamo ad essere sicuri al 100% di vivere ed essere nel 2008? Ogni uomo, da che mondo e mondo, ha l'illusione di vivere e trovarsi in una certa epoca, dagli egizi ai romani, al medioevo, al settecento e così via fino ad oggi (e domani!). Ma se ogni essere vivente pensa di vivere al presente, in realtà nessuno può dire di appartenere veramente al "presente"! Siamo tutti passato, presente e futuro al tempo stesso, a seconda di chi consideri al confronto! E se i romani avevano l'impressione di vivere il presente esattamente come noi, e per noi ormai appartengono al passato, lo stesso non si potrebbe dire nei nostri confronti? magari ci illudiamo di vivere il presente, ma siamo già passato (visti da, che so, gente del 3000)! Ovviamente questo è un ragionamento per assurdo, ma pensandoci non posso fare a meno di pensare che il Tempo in fin dei conti sia solo un'illusione e che il suo trascorrere in realtà sia già trascorso! La metafora che mi viene in mente è quella della pellicola cinematografica. Tutto è già stato scritto, ripreso, stampato su pellicola. La pellicola è il nostro Destino, il nostro Futuro, che ancora ovviamente non conosciamo (ma che già esiste! in attesa solo di essere "svelato"), finché appunto non ci viene "proiettato" sotto forma di "presente" sul grande schermo della vita o della realtà. Da questo però ne deriverebbe che noi non siamo altro che meri spettatori o attori/burattini di un disegno più grande di noi e imperscrutabile... e quindi la domanda sorge spontanea: chi è lo sceneggiatore o il regista del film? |
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