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Non capire cognitivamente quando incazzarsi
Dove faccio tirocinio c'è una segretaria che è sempre incazzata con il mondo e spesso mi risponde male. Il punto è che se a volte ci sono dei casi in cui è ovvio che dovrei mandarla a cagare o risponderle a tono (cosa che poi non faccio:sisi:), ci sono altre volte in cui la questione è più sfumata. Tipo oggi è stata male per il vaccino. A un certo punto dice una cosa tipo "adesso mi è salita pure la febbre". Io le ho chiesto se era sempre per il vaccino. Lei mi guarda e fa:
-Ehhh bluevelvet: penso proprio di sì. (come per dire: che cazzo di domanda fai?). Sì, ma zio bono, era una domanda tanto per (in realtà ogni tanto con lei parliamo del più o del meno e scherziamo anche, quindi in realtà i nostri rapporti non è che siano totalmente ostili, anzi). Secondo voi aveva senso risponderle male in questo caso, tenendo conto che questo è abbastanza un suo modo di comportarsi? Che poi molte di queste cose le penso con il senno del poi. Sul momento spesso e volentieri io manco mi rendo conto se ci stava darmi una certa risposta con un certo tono o meno. Per dire, un'altra tipa una volta mi ha fatto una battuta su un mio accessorio molto politicamente scorretta:sisi Altre due ragazze erano rimaste di sasso ma io manco l'ho vista come un'offesa e anzi ci ho riso sopra. Infatti quando le altre hanno detto di essere rimaste sconvolte sono rimasto destabilizzato. Però a volte può essere che siano gli altri effettivamente rompi coglioni che si offendono per tutto mentre io la so prendere per il verso giusto. Tipo questa qua era appunta una battuta. Venuta male ma sempre battuta era, senza che ci fosse l'intenzione di offendere (credo, anche perché questa qua non mi ha mai dato risposte sulle quali ho rimuginato) quindi in realtà ci stava che non mi incazzassi. Poi però penso: se la tipa avesse fatto lo stesso commento non a me ma a un'altra persona avrei pensato la stessa cosa? Risposta: probabilmente la avrei trovata eccome fuori luogo anche sul momento ma sì, non la avrei visto come chissà quale commento orrendo su cui incazzarsi. E però non lo posso sapere. La cosa che mi dà più fastidio è che poi questa si trasforma in una cazzo di ossessione e quindi rimugino su ogni cagata chiedendomi se e cosa avrei dovuto rispondere. E ci rimugino sempre con il senno del poi. Tipo questa risposta di oggi della segretaria sul momento non pensavo neanche che fosse fuori luogo. Sul momento spesso non elaboro proprio, cazzo. Boh. Ipotesi: sono così abituato a essere una merda e trattata come tale che non percepisco neanche le offese altrui come offese. L'ideale a questo punto sarebe incazzarsi per ogni minchiata. Ma a volte io non capisco neanche se quella sia una minchiata o una cosa totalmente neutra, quindi anche avendo l'idea estrema di rispondere a tono per ogni piccola puttanata la vedo dura perché per azzeccare tutti i casi in cui mi si manca di rispetto dovrei rispondere male letteralmente sempre:nonso: |
Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Rispondere a tono, che magari sarebbe la risposta giusta per te, magari verrebbe visto come esagerato per gli altri. Oppure sei a digiuno di contesti e logiche sociali e non riesci a cogliere il "gioco" sociale, i comportamenti "giusti" da attuare, le risposte idonee, e ti vengono in mente solo soluzioni troppo esagerate in un senso o in un altro. Del tipo o gli rispondi a tono creando una rottura, o non gli rispondi proprio, subendo in maniera esagerata. Penso che forse possiamo anche parlare di mancanza di assertività. Ricordati che nel mondo là fuori di solito ha ragione chi si arrabbia, anche se è stato lui a sbagliare. |
Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Mettiamo ho fatto il vaccino (ma poteva anche essere mettiamo che risulto positiva al tampone) sto male vari sintomi poi mi viene anche la febbre o il mal di testa o quel che vuoi "sempre per il vaccino?( o analogamente "sempre per il covid?") che domanda e' ? :nonso: son forse medico per escludere correlazioni varie? (che anche loro ci trovano difficolta'), io ho la febbre, ho appena fatto il vaccino, ho vari sintomi ora anche la febbre, il vaccino puo' dar la febbre, per il resto ne so quanto te (di certo a logica presupporrei per il si'). Probabilmente una domanda tanto per , come dici ma poco riuscita e inusuale (nulla di che , quelle frasi poco riuscite che capitano) . Se era infastidita e' perche' magari ha pensato che intendessi esulare il vaccino da ogni responsabilita' e implicitamente accusarla di dare colpe al vaccino che non ha (e'un tema talmente caldo che la gente e' un po' sclerata) o semplicemente ci sta che quando uno ha la febbre sia gia' di suo di cattivo umore magari anche perche' non si aspettava una reazione cosi' dal vaccino (o magari proprio perche' la temeva ma pressioni a farlo) , magari anche un po' inquieta su come evolvera', se ti dico che ho la febbre magari mi aspetto delle risposte del tipo "mi spiace" " dimmi se posso aiutarti in qualche maniera" li' potrei rispondere con grazie o accennare un sorriso, se uno invece chiede "sempre per il vaccino? " quella che ti ha dato mi pare essere una risposta nella norma, non e' che ti ha mandato a quel paese. Su un po' di empatia, se uno si sente male e ha una certa inquietudine, magari la priorita' non e' fare conversazione con te e pensare a che sia mai che la propria risposta possa apparire un po' fredda (non lo e', e' neutra) o evasiva. |
Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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ma sarei curiosa se ti fossi arrabbiato /le avessi risposto male cosa le avresti detto e rimproverato, le parole |
Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
Si può rispondere a tono, o semplicemente rispondere, senza incazzarsi. Se si rimane tranquilli si è più assertivi (secondo il mio parere).
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
Mi piacciono questi thread.
"Capire quando incazzarsi" è già una contraddizione. Sei lì a fare tirocinio, quindi sei l'ultima ruota del carro e nessuno ti chiede di essere autorevole. Arrabbiarsi per quella risposta lì lo troverei esagerato e fuori luogo, anche perché leggendo il racconto non si capisce molto l'aggressività. Vuoi sapere se è colpa tua se la gente si prende troppe libertà? Certo che dipende anche da te, ma non è una colpa. Non è che se ti metti una minigonna e ti stuprano, allora il colpevole dello stupro sei tu; il colpevole è sempre chi agisce. Come fare in modo che le persone non si comportino in questo modo? Si potrebbe scrivere per parlare di questo. Io sono della linea di pensiero che il rispetto non è la cosa più importante: è uno spreco di energia, per qualcuno, imparare a farsi rispettare dalle persone che non ci piacciono e a cui non piaceremmo se ci conoscessero meglio. Credo che dobbiamo renderci identificabili e riconoscibili per trovare ammiratori. Purtroppo uno come me verrà ammirato molto difficilmente da persone che mi conoscono per come sono, più ancora difficilmente se donne. Alla fine diventa tutto un lavoro di rendere compatibile la mia essenza con l'assertività. È un processo lungo che, secondo me, va migliorato con l'imparare a dare voce a quello che si pensa, non a seguire un copione o dire qualcosa fuori dai propri canoni. In fin dei conti io ho capito che si rispetta il contrario di ciò che sono: sono taciturno e sono costretto a dare continuamente voce ai miei pensieri. Ma non devo snaturarmi per piacere agli altri, altrimenti sbaglio, oltre al fatto che non posso mantenere quel comportamento. Molto spesso basta pochissimo per dare dimostrazione di assertività, ma ripeto: deve convenire. Io credo anche che chi ci tratta male non dobbiamo punirli per vendicarci del nostro senso di inadeguatezza; io sono già strano, non voglio farlo più di quello che sono; per cui quando vengo attaccato diffiderò naturalmente della persona che mi ha offeso. L'ideale sarebbe essere una persona solare e piacevole che nega il suo bel carattere a chi sgarra, ma non ho un bel carattere; quindi la crescita personale consiste anche nel cercare di diventare piacevole e simpatico, ognuno a modo suo, per godere di quella posizione di vantaggio. Per curiosità, che cos'era quell'accessorio? |
Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
Ma sì, per arrabbiarmi intendo il dare comunque segni di assertività seppur pacati, mica intendevo sceneggiate napoletane.
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
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Sul classismo. Guarda che anche essere i superiori è una rogna. Pretendono sempre che tu abbia "carattere", cioè che fai lavate di capo, ma sempre agli altri. Tutti credono sempre di aver subito un'ingiustizia in qualsiasi modo ti comporti. |
Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
Un occhiataccia sarebbe bastata uno sguardo spesso vale piu di mille parole
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
per esperienza bisogna incazzarsi subito o quasi se qualcuno fa lo stronzo x prevaricarvi senno dal dito al braccio,effetto gregge è un attimo
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Re: Non capire cognitivamente quando incazzarsi
Oggi è successa di nuovo una cosa simile (non con la segretaria ma con un'altra tirocinante). Mi sono rotto il cazzo, basta, non è possibile... ovviamente è successo quando questa qua ha praticamente finito il tirocinio. Per la serie: mettiamo l'inculata alla fine apposta.
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